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Piano Concerto - Forum pianoforte

thesimon

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Risposte postato da thesimon

  1. Tornando al tema del thread, nella mia piccola esperienza, ammetto che i primi mesi, un pò per la passione e l'entusiasmo, studiavo 4/6 ore al giorno tutti i giorni, ma ultimamente ho guardato più alla qualità che alla "quantità", ho fatto mio il monito del mio maestro che dice: "Meglio mezz'ora fatta bene che 6 ore fatte male!" Riguardo alla tecnica, è vero, ci sono differenti scuole di pensiero come ho letto anche in alcuni libri: chi dice che la tecnica la si acquisisce buttandosi subito a capofitto nelle composizioni senza nessun tipo di esercizio preparatorio tipo Hanon, Pischna ecc... e chi invece ritiene validi questi metodi, entrambe le strade vogliono eliminare le preoccupazioni tecniche delle difficoltà esecutive che si incontrano in uno spartito, ma mi chiedo quali pericoli può avere la tecnica sulla musica? Perchè se non erro la tecnica è all'interno della musica non al di fuori di essa, o sbaglio? Voglio dire, bisogna sapere come fare la tecnica o bisogna sapere come fare la musica? Lieto di essere smentito dalle mie idee acerbe e felice di maturare con le vostre autorevoli opinioni!

     

     

    Grazie a Paolo per questa bella discussione!

    Davide

     

    Ciao Davide,

    io ritengo che ognuno ha il suo metodo di apprendimento e la sua inclinazione allo studio di un argomento abbastanza intenso e massivo come la tecnica pianistica. Credo pertanto che non si possa stilare una tavola dei comandamenti universale da seguire per definire un perfetto percorso tecnico. Oltretutto credo che ciò sia dipeso anche molto dall'anatomia della mano. Non tutti abbiamo la stessa mano ! C'è chi dispone naturalmente di legamenti e polso più sciolti e chi più rigidi, chi ha una mano molto grande e chi ne ha una molto piccola. Pertanto pensare di uniformare la tecnica pianistica a tutte queste specie è argomento assai controverso. Tu hai giustamente illustrato diverse vie di pensiero, la prima che dice che bisogna ignorare la tecnica per passare immediatamente all'esecuzione, e chi invece la interpreta come il Padre Nostro e l'Ave Maria del rosario. In questi casi così spiccatamente estremi io mi rifaccio sempre alle massime dei latini: "In medium stat virtus". La virtù, il giusto è nel mezzo... E' impensabile mettersi a suonare senza avere nessun tipo di base tecnica, che ti da l'indipendenza della dita, la scissione dell'emisfero destro dall'emisfero sinistro del cervello, la scioltezza ecc. ecc. Ma è anche assurdo utilizzare la tecnica come una tortura cinese. Ritengo invece che la tecnica vada studiata pari passo con l'esecuzione, che ci suggerisce il principio tecnico da adottare in determinate situazioni, ma per fare questo ovviamente bisogna conoscere la tecnia (e con questo mi rifaccio al primo esempio). Come vedi dunque le cose sono legate biiettivamente e non è affatto l'una il corollario dell'altra. Facendo troppa tecnica si perde sull'interpretazione perché l'attenzione del pianista si sposta psicologicamente più sulla pulizia. E' anche vero che da una parte bisogna lanciarsi ! Non si può certo passare 1 anno su una pagina di Mozart !! E' questo propendere verso la realizzazione del brano che si sta via via studiando che fornisce l'incipit per poter superare particolari passaggi che suggeriscono loro stessi la particolare tecnica da adottare. Nel sunto: un pianista che si rispetti deve certamente conoscere la tecnica pianistica nei minimi dettagli ma non deve fare di essa un suo strumento di autotortura. Si è musicisti per suonare non per fare tecnica, diamo la giusta importanza alle cose !

    Un saluto,

    • Like 1
  2. Ciao Simone, complimenti ancora per l'idea...meritate di crescere in fretta!! Sarei curioso di conoscerle queste misure, anche se credo di non essere andato lontano!! Bello il krauss verticale, anche io ho un vecchietto restaurato della vecchia "Anelli" di Cremona che ha circa 80 anni!

     

    Grazie, cerchiamo di darci da fare. Qui in Italia la cultura, specialmente musicale, si sta facendo friggere, per usare un'allegoria culinaria, nel nostro piccolo facciamo il possibile per riportare l'interesse verso l'arte musicale.

    Il krauss ha un buon suono ma c'è da rifare gran parte della meccanica, martelliera ecc. ecc. Momentaneamente non ho tempo per pensare al mio vecchio verticale ma Paolo mi ha spinto a sistemarlo quindi gira gira ci faremo un viaggetto nella mia villa a Viterbo e si porterà via la meccanica. Saranno da rifare di certo le corde (tutte), le mortase le guide, i fulcri... L'unica cosa che si salva sono forse i piloti. Spero solo che non ci sia bisogno di sostituire il somiere, spero che regga con caviglie un pochino più grandi. Insomma è ridotto abbastanza male il pupo, ma tutto si sistema. Poi Paolo conosce il suo mestiere e lo fa con passione quindi non nutro dubbi in merito. Credo che ora non si connetta più perché è abbastanza tardi e sono tornato poco fa da casa sua (lo vedevo un po' assonnato), in ogni caso domani mattina appena leggerà il tuo messaggio sono sicuro che risponderà alla tua domanda fornendoti i dati che cerchi.

    Un saluto

  3. Ciao Francesco, ma quale buttare via scherzi ? I pianoforti si sistemano sempre, non esiste che si debbano buttare ! Credo che in alcuni casi (ad esempio nei pianoforti da studio) se ci sono troppi lavori da fare e quindi molto denaro da spendere sia più pratico comprarne un altro da studio ma non credo che ci siano problemi irrisolvibili, specialmente se hai un certo legame "spirituale" con il tuo strumento. Pensa che io ho un pianoforte che ha 110 anni. Un verticale Krauss. E' stato il mio primo pianoforte e non esiste cosa al mondo che mi farà vendere quel pianoforte. Nonostante ci sia da rifare quasi tutto ci sono troppo legato, ho tanti ricordi su quello strumento, quindi ti capisco bene ! Sono sicuro che Paolo potrà darti le misure di fabbrica senza problemi e tutti i consigli che vuoi per riportare il tuo pianoforte in uno stato pari al nuovo.

  4. Ciao Giovanni, molto bene. Considera che la musica elettronica è un genere che si è sviluppato dai primi anni '60 se non ricordo male. Dovrei avere un libro da qualche parte che mi fu regalato ad una convention all'università di Tor Vergata nel 2005 che si chiamava "Interfacce". Era appunto un luogo comune di incontro tra musicisti, animatori 3D e letterati, molto interessante. Uno studioso della musica elettronica scrisse proprio questo libro in cui venivano raffigurati e spiegati i primi sintetizzatori elettronici in cui tramite l'utilizzo di alcune "manovelle" era possibile scegliere il tipo di onda in uscita con relativo cambio "timbrico" (onda quadra, sinusoidale, a dente di sega ecc), la fase e dunque lo sfasamento dell'onda, la composizione di onde, la frequenza di uscita, alcuni filtri tra cui filtri RL ed RLC (Resistenza - Induttanza, Resistenza - Induttanza - Condensatore) ed altri filtri che insieme componevano i vari passa-basso, passa-alto e passa-banda. Gli antipodi della musica elettronica sono dunque tutt'altro che digitali. Oggi disponiamo al contrario di software in grado di emulare tali segnali in digitale. Ovviamente la filosofia compositiva dei brani di musica elettronica si discosta completamente dallo standard classico e spesso in alcune "Jam Sessions" tali composizioni musicali si sposano con immagini in movimento, il più delle volte di stile astrattista. In quella convention ad esempio ricordo che una di queste composizioni fu accostata ad un'animazione 3D; si è vista dunque la cooperazione di due correnti artistiche diverse sposatesi l'una con l'altra per raggiungere un fine: quella della musica realizzata da un musicista e quella dell'immagine affidata ad un programmatore 3D. La musica elettronica è dunque nata per seguire la tecnologia e stare al passo coi tempi. Ho ascoltato il "Micro Clima", sarebbe interessante se il tuo Maestro volesse iscriversi per approfondire questo argomento, magari aprendo una nuova sezione (Musica elettronica) dedicata al suo genere.

     

    Saluti,

     

    Simone

  5. Salve a tutti, ho aperto questa discussione per cambiare un po' genere e dare uno spazio anche ad altre espressioni della musica. Viviamo in una realtà dove esistono tante forme musicali per cui perché non parlare un pochino di musica leggera. A questo proposito vi allego un paio di video del concerto di beneficenza che ogni anno facciamo in un teatro in provincia di Viterbo con un po' di pazzi scatenati. Quest'anno il ricavato è stato distribuito all'ospedale Bambino Gesù di Roma. La nostra band è composta dai seguenti elementi:

    Al basso elettrico: Luigi Graziani detto "Franco" o "Looza" a seconda delle circostanze.

    Alla chitarra elettrica: Claudio Sacco.

    Alle trombe: Riccardo Ziaco e Gianluca Lorenzetti.

    Al violino: Maria Letizia Beneduce

    Al sax: Augusto Pierozzi

    Al trombone: Marco China

    Alla batteria: Mio padre Alberto Renzi

    Alla tastiera: ci sono io ovviamente

    Voce: La cambiamo ogni anno, in questa edizione: Erika Modanesi (Detta Erika with the "k") da cui prende il nome il gruppo di quest'anno.

     

    Buon divertimento...

     

    Zucchero - Con le mani

     

    http://www.youtube.com/watch?v=_kw37QsmpcA

     

     

     

    Ornella Vanoni - Domani è un altro giorno.

    Arrangiamento che mi è costato 5 notti insonni !

     

    http://www.youtube.com/watch?v=ObvkBWH8964

  6. Ciao Francesco, una volta ho suonato anche io su un Bechstein, il suono mi piaceva ma la mia tastiera non aveva di certo il peso di 48 Gr. penso qualcosina, anzi un bel po' di più. Mi sembra anche strano che il progetto originale del 1903 del bechstein sul quale suoni abbia il peso di abbassamento di 48 Gr. forse la nuova meccanica che è stata messa in questo pianoforte dal momento che mi sembra di aver capito che è stato interamente restaurato adotta questo peso. Come ti ripeto quello che ho provato io, a patto di una giusta regolazione (questo non te lo so dire perché l'ho suonato ma non l'ho di certo ispezionato) non aveva certo un peso di abbassamento di 48 grammi...

    • Like 1
  7. Ooo bene bene, vedo che la macchia comincia ad allargarsi anche agli altri addetti ai lavori. Ti ringraziamo per esserti unito a noi nel nostro forum. Spero che qui troverai un ambiente ospitale e culturalmente stimolante.

    Ad maiora...

  8. Grazie per i complimenti...

    Stupendo il notturno Op. 9 n. 2, uno dei più belli secondo me anche se uno tra i più suonati e conosciuti.

     

    Un notturno che secondo me non ha rivali è l'op. Postuma. L'ho suonato ad un saggio e dovrei avere il file audio da qualche parte nel pc, se lo trovo lo posto...

  9. Grazie Simone sei gentilissimo a condividere tutte queste tue competenze e conoscenze! :huh:

     

    Ma quindi se posso chiederti, io ho un YAMAHA P-85, che tipo di cavo dovrei acquistare per collegarlo al mio computer, tenendo conto che io ho un iMac?

    E posso utilizzarlo usando come MIDi MuseScore il software di notazione freeware?

     

    Figurati, ci mancherebbe, faremo video corsi su tutto non appena mi libererò un pochino degli impegni che sembrano non terminare mai.

     

    Lo Yamaha P-85 va benissimo. 88 tasti pesati e MIDI in/out. Benissimo anche l'iMac, ottima scelta. Più che utilizzarlo con MIDI MuseScore visto che hai un Mac lo utilizzerei con Garage Band o ancora meglio con Logic se ci riesci. Sto facendo dei video corsi di logic e seguendo già i primi video corsi puoi facilmente capire come utilizzarlo per suonare con una tastiera MIDI dal vivo.

    Per collegarlo al pc ti serve un'interfaccia MIDI. Se non hai una scheda audio professionale che abbia un MIDI in puoi utilizzare quella dell'iMac comprando un'interfaccia MIDI USB.

    La puoi trovare a questo indirizzo su eBay a 35 euro circa + spese di spedizione. Una volta che hai l'interfaccia ti basta collegare il cavo MIDI all'out della tastiera ed ovviamente l'USB al Mac. Dentro Logic è automaticamente riconosciuta. Crei una traccia midi, monti sul VST un campione di pianoforte acustico e suoni oppure suoni e ti registri. Come vedi è molto semplice. Anche se come ti ripeto, io preferisco la registrazione acustica che purtroppo richiede molti accorgimenti in più.

     

    Per qualsiasi altra domanda sono qui...

     

    Un saluto

  10. Bé che dire per essere pochi mesi che suoni il pianoforte, vai molto bene !! Complimenti ! Ti consiglio di eseguire lo studio qualche volta con il metronomo, per uniformare il tempo dell'intero brano. Il metronomo più che servire come strumento di tortura per esercitarsi deve servire proprio a questo, ovvero aiutarti a capire se nei passaggi difficili riesci comunque a tenere lo stesso tempo che hai preso all'inizio. Ovviamente non si può suonare in concerto come se uno avesse un metronomo, ci sono delle sfumature di tempo, ma in fase di studio è utile utilizzarlo come riscontro. Comunque come ti ripeto per essere pochissimi mesi che studi sei bravissimo. Continua così..

     

    Ps. Il pianoforte non è un po' scordato... E' scordato parecchio... Segui i video di Paolo su come verificare se il pianoforte è accordato. Primo passo verificare il la4 poi tutti i rapporti armonici, anche se si sente già bene ad orecchio. :huh: Fallo accordare prima che la cosa cominci a diventare esagerata altrimenti poi ti ricalerà e dovrai riaccordarlo nuovamente nel giro di pochi mesi per poterlo ristabilizzare.

     

    Un saluto

  11. Grazie, fin troppo gentili nei complimenti... E' bello per me avere queste registrazioni perché oltre a rivivere dei momenti belli della mia vita posso vedere come è maturato il mio pensiero musicale nel corso degli anni. Specialmente nella Ballata, al di là dei passaggi tecnici che oggi posso affrontare con maggior sicurezza vista la maturazione tecnica, il giudizio cade soprattutto sull'interpretazione dal momento che, è un dato di fatto, a 16 anni non si è abbastanza maturi per affrontare lo Chopin più maturo, scusate il gioco di parole. Però è bello rompere la faccia sin da piccoli, questo è stato il mio primo concerto, ma avevo già rotto la faccia diverse volte con concorsi e saggi. Suonare in pubblico non può che far bene, sia a livello pianistico che caratteriale; ti mette in condizione di affrontare la vita in modo diverso, non nascondendoti ma spesso tirandoti fuori da situazioni a volte imbarazzanti o pesanti dal momento che si riesce ad essere più sé stessi. Per quello che riguarda i brani come la ballata, quando si è piccoli si può suonare in due modi, il primo è imitando altri esecutori (ne risulta una buona esecuzione) il secondo è con la tua interpretazione che spesso produce un risultato sbagliato. In ogni caso preferisco il secondo al primo. E' vero, con il primo produci un grande risultato ma oltre a non essere farina del tuo sacco non vivi la musica perché il tuo pensiero non è rivolto alla musica che suoni ma all'imitazione di ciò che hai sentito su un disco. Il secondo anche se sbagliato o, se vogliamo usare un termine più adeguato ed elegante, immaturo, fa comunque parte di te e della tua età. Secondo me questa è la motivazione per la quale tanti bambini prodigio fanno parlare di sé da piccoli ma spariscono in età matura. Se ho la voce e canto come Elvis Presley io sarò sempre la sua copia e non sarò mai un cantante sulla cresta dell'onda. Per questo devo ringraziare anche il mio maestro, che si chiama Fabio Salustri e non dovrebbe tardare ad iscriversi qui sul forum, perché nonostante mi abbia guidato (e continua a guidarmi per il diploma) e mi abbia dato dei consigli interpretativi, mi ha comunque sempre lasciato libero, specialmente in Chopin, di scegliere la mia strada. In tanti anni di studio le divergenze di pensiero ci sono state ma nulla mi è stato mai imposto, semmai se ne è parlato e si è scelto ciò che era musicalmente più adeguato all'interno di un particolare passaggio.

     

    Chissà che questo post non sia il pretesto per far iscrivere la Zì Marina qui sul forum e sentire anche la sua opinione ? Tu che dici Paolo ?

    (Alla lettura di questa frase già mi vedo la telefonata inquisitoria della Zì Marina ! :huh: eheheheh )

     

    Un saluto a tutti

  12. Ecco qui il mio primo concerto (tutto chopin), avevo 15 o 16 anni non ricordo con esattezza. Scusate l'audio pietoso e purtroppo non è stato registrato tutto perchè la cassetta durava si e no 45 minuti, ma all'epoca questo passava casa... :huh:

     

    Chopin - Notturno Op. 9 n. 2

     

    http://www.youtube.com/watch?v=HmbaUnZ6XLs

     

     

     

    Chopin - Mazurka Op. 7 n. 1

     

    http://www.youtube.com/watch?v=NPcxCJzaz9U

     

     

     

    Chopin - Valzer Op. 34 n. 2

     

    http://www.youtube.com/watch?v=PrN506iF7oE

     

     

     

    Chopin - Ballata n. 4 in Fa minore

     

    http://www.youtube.com/watch?v=UnBKX9a7TfI

  13. Grazie per il complimento. La ballata che sta qui è solo un pezzettino, intera dura una 15ina di minuti circa.

    Per la registrazione ci sono due metodi, uno parecchio complesso, l'altro semplice ma noi analizzeremo l'uno e l'altro in alcuni video dedicati proprio alla registrazione del pianoforte.

    Il primo, quello semplice consiste nell'illusione. Mi spiego meglio... Si registra tramite una tastiera midi (ormai tutti i pianoforti digitali 88 tasti pesati hanno un'uscita MIDI). Praticamente si collega un'interfaccia MIDI tra tastiera e computer e si registra la performance in Logic o altri software equivalenti. Su logic viene creata una traccia MIDI, quella su cui andiamo a registrare, e su questa traccia MIDI si montano dei virtual instrument (nel nostro caso un pianoforte campionato). Il risultato è quello che senti in questa ballata, ovvero un pianoforte registrato in studio con le migliori attrezzature.

     

    Il secondo metodo, quello complesso, oserei dire professionistico, comporta la registrazione in studio dello strumento acustico. E' molto difficile per una serie di motivi. Il primo è il fatto che richiede la conoscenza di particolari componenti hardware con i quali effettuare la registrazione, la conoscenza del loro assemblaggio e del loro settaggio ottimale per il tipo di registrazione che andiamo a fare, la conoscenza approfondita dei sequencer software con i quali si effettua la cattura e per ultimo il prezzo dal momento che sono componenti che costano parecchio.

    I componenti hardware richiesti sono i seguenti:

    - Un ottimo preamplificatore microfonico almeno a 2 canali per il pianoforte (Dai 700 ai 4500 euro, dipende dalla qualità).

    - Un ottimo convertitore AD/DA (Dai 500 ai 3500 euro dipende dalla qualità).

    - Due microfoni da studio a condensatore (I migliori per pianoforte sono gli Shoeps - intorno ai 1000 euro l'uno, ne servono 2. Ci sono anche microfoni di costo inferiore con i quali si riesce comunque ad ottenere un ottimo risultato).

    - Un mixer analogico o digitale.

    - Una buona scheda audio (Se lavori con mixer analogico, in quello digitale solitamente è compresa con interfaccia Firewire 400 o 800).

    - Un computer abbastanza recente (Importantissimo è l'hard disk che deve avere una velocità di rotazione di almeno 7200 RPM).

    - Un software per il sequencing. Ce ne sono molti, dipende poi da come una persona si trova meglio (Logic, Nuendo, Cubase ecc.).

    - Aste per i microfoni

    - Cavi XLR schermati di quelli buoni con cablaggi placcati in oro.

     

    Si può optare per microfoni leggermente meno costosi e su computer meno performanti ma ciò su cui non si può risparmiare sono il convertitore ed i preamplificatori (Sono questi due componenti che costruiscono il suono digitale).

     

    Una volta che uno ha deciso di spendere, alla buona, tenendosi bassi questi 2000/3000 euro arriva la teoria.

    C'è da sapere come posizionare i microfoni, per il pianoforte e generalmente salvo eccezioni per tutti gli strumenti acustici, occorre utilizzare delle tecniche di registrazione stereo (Stereo Imaging). Faremo un tutorial sulle varie tecniche di microfonaggio per i vari strumenti acustici. Ce ne sono molte di queste tecniche per la registrazione del pianoforte e si ricorre ad una piuttosto che ad un'altra in relazione all'acustica della sala, allo spazio a disposizione, al numero dei canali disponibili sul preamplificatore ed a tante altre variabili che poi vedremo sui video.

     

    Una volta sistemato tutto, si procede con il check audio ovvero si effettuano delle piccole modifiche alla posizione dei microfoni, al volume di ingresso del segnale ecc.

    Tali accorgimenti sono tanto più piccoli quanto più è qualitativamente alta l'attrezzatura che abbiamo a disposizione. Con un preamplificatore HR-3V ed un buon convertitore AD/DA spesso non c'è bisogno di toccare nulla o comunque bisogna toccare veramente poco.

    Il pianoforte essendo uno strumento che ha un ampissimo range dinamico è molto difficile da microfonare, in quanto con i microfoni troppo vicino alle corde dentro alla cassa armonica per far sentire bene i "pianissimo", si rischia di andare in clipping quando il pianista esegue uno sforzato. Pertanto si cerca di aggiustare utilizzando dei pad a 10 o 20 dB oppure allontanando leggermente i microfoni dalla cassa armonica o addirittura cambiando la tecnica di microfonaggio.

     

    Si parte dunque con la registrazione. Il pianista eseguirà i suoi brani dopodiché non finisce qui... Si procede con la post-produzione. Con il computer si equalizza il suono eliminando tutte quelle eventuali impurità sonore (Suono troppo cupo o troppo squillante, suono troppo secco oppure troppo bagnato, amiente, riverbero, compressione -> poco sul piano). Effettuata la post produzione avremo finalmente il file finale che si chiama Mastering della produzione. Col mastering si procederà poi alla normalizzazione del file su picco massimo di -1.0dB ed alla scrittura su disco o la pubblicazione in internet.

     

    Come vedi registrare un pianoforte acustico è veramente molto difficile e richiede un orecchio molto allenato ma soprattutto uno studio maniacale su una serie di argomenti non del tutto semplici come ad esempio l'acustica (matematica).

    Allora in te nascerà spontanea una domanda, ma allora utilizziamo tutti il primo metodo ed il risultato è garantito ! Ma purtroppo non è così semplice. Utilizzando il primo metodo il risultato è sicuramente buono ma non come registrare un pianoforte acustico dal vivo... Perchè ?

     

    Ecco le motivazioni:

     

    1. La maggior parte delle librerie sonore di pianoforte in circolazione hanno massimo 16 livelli dinamici, fa eccezione se non ricordo male la garritan Steinway che è riconosciuta da Steinway (l'unica libreria che ha 127 livelli sonori per un totale di circa 320Gb di campioni, ma non prendere troppo sul serio le cifre perché non ricordo benissimo, dovrei andare a ricontrollare le specifiche). In sostanza dunque i livelli dinamici di tali librerie sono di 16 livelli che arrivano a 127 in modo software aumentando e abbassando il volume a partire dai 16 campioni registrati per farne 127. Capisci bene che registrare un pianissimo ed alzarlo di volume per farlo sembrare un mezzo piano non è timbricamente la stessa cosa che registrare direttamente un mezzo piano, quindi si perdono molte sfumature dinamiche che nel pianoforte acustico sono pressoché infinite mentre nel digitale arrivano ad un massimo di 127.

     

    2. I rapporti armonici di un accordo registrato da un piano acustico non producono lo stesso effetto dello stesso accordo creato dalla registrazione di tre o più note registrate separatamente e poi messe insieme.

     

    3. Registrare da un pianoforte acustico ti da modo di ricercare il suono che più ti gratifica nella registrazione, cosa che non puoi fare, o che comunque puoi fare sommariamente con una post produzione su campioni audio che sono stati registrati a gusto di un ingegnere del suono ma che potrebbero non rispettare il tuo gusto del suono.

     

    4. Registrare un piano acustico dal vivo è un'esperienza sonora sempre nuova, utilizzare dei campioni significa sempre la stessa esperienza.

     

    5. Eventuali imperfezioni sonore secondo la mia filosofia del suono arricchiscono la performance pianistica rendendola reale.

     

    Ci sono chiaramente anche dei pregi per la registrazione MIDI a discapito di quella acustica, ad esempio la possibilità di tagliare ed incollare con molta più facilità rispetto al taglia incolla di onde sonore. Oppure la possibilità di correggere eventuali "stecche" commesse durante l'esecuzione in post produzione senza dover necessariamente registrare nuovamente la frase in cui si è verificato l'errore.

     

    Insomma ogni cosa ha i suoi pro ed i suoi contro ma il mio senso estetico mi impone di dire che le performance acustiche conservano sempre quel carattere personale e reale dell'interpretazione e del suono pianistico.

     

    Spero di essere stato esaustivo, per qualsiasi altra domanda, non esitare a chiedere...

    Un saluto,

  14. Ciao James, grazie a te di esserti unito a noi. Io ho mio padre che è un batterista Jazz, potreste avere argomenti di cui dibattere qui sul forum. Non disturbi nessuno con le domande, anzi ci fanno sempre piacere.

    Cominciamo dunque a risolvere i tuoi dubbi / problemi con la tua scheda in questo caso non è necessario utilizzare i bus.

     

    Prendiamo la foto della tua scheda audio e commentiamola:

     

    ediroljames.jpg

     

    La tua scheda ha ben 8 entrate unbalanced + 2 balanced con preamplificatori microfonici in Classe A ed 8 uscite sbilanciate + monitor ed uscita cuffie.

    Il problema è che se pensi di dividere le due tracce tra l'uscita cuffie della scheda e le casse monitor la cosa è impossibile e ti spiego il perché... L'uscita cuffie che hai sulla parte frontale della scheda è una general Out, ovvero un'uscita dove passano tutti i flussi audio della scheda su tutte le uscite, non avrai dunque modo di dividere il segnale su quell'uscita. Bisogna quindi indirizzare il segnale alle uscite sbilanciate dietro alla scheda. Il problema è che le uscite posteriori sono sbilanciate, collegando quindi la cuffia su un'uscita avrai un segnale mono (che sentirai solo su un altoparlante della cuffia). In questo caso subentra il mixer, vedremo poi il caso in cui non disponi di un mixer come ovviare a questo problema. Alleghiamo un'altra immagine e commentiamo.

     

    james.jpg

     

    Se hai un mixer -> in logic disponi l'uscita del segnale della traccia 1 che deve andare all'uscita cuffie su un output stereo (ad esempio 3 - 4) come mostrato in figura e queste due uscite della scheda edirol dovranno entrare nell'ingresso mixer 3 - 4 e tramite il mixer potrai indirizzarle tramite i gruppi monitor ad un'uscita bilanciata su cui attaccare le cuffie, in questo modo conservi l'uscita stereo e quindi ascolti in stereo la cuffia.

    La seconda traccia la imposti in logic sull'uscita 1 - 2 e lo mandi in ingresso sul mixer nei canali 1 - 2 a questo punto indirizzi il segnale ad un altro gruppo che invia il segnale alle casse monitor.

     

    Se non hai il mixer -> devi farti un cavo con due jack maschi mono da una parte che finiscono in un jack stereo femmina. Colleghi il cavo all'uscita 3 - 4 e attacchi le cuffie alla femmina. Mentre sui canali 1 e 2 colleghi le casse monitor.

     

    Se hai ulteriori problemi non esitare a contattarci.

  15. Ciao Daniele, più che episodio sarebbe da commentare tutto il film. L'avrò visto almeno 4 volte e di critiche ne ho sentite di tutti i colori, a partire da quando si accende la sigaretta sulle corde, ma Santo cielo, il film si chiama "La LEGGENDA del pianista sull'oceano" è una leggenda e quindi è ammesso che ci siano delle cose incredibili ed irreali. Piuttosto la critica si dovrebbe soffermare sul significato del film e non sulle scene isolate. Un uomo nato su una nave che rappresenta il suo mondo, che ad 8 anni, quando non era ancora capace di leggere bene, si mette al pianoforte e suona senza sapere cosa siano le note, senza sapere cosa sia un accordo e senza avere la benché minima idea di cosa sia la musica avendola ascoltata una sola volta durante i funerali del suo patrigno. E' un linguaggio di comunicazione, lui si esprime meglio con il pianoforte o, più propriamente, il pianoforte e la musica sono l'unico modo che ha di poter tirar fuori le cose che ha dentro. E' bellissimo quando descrive le persone attribuendo una musica al loro comportamento o alla loro fattezza fisica come se il regista volesse sottolineare quanto la musica riesce ad entrare fin nel profondo delle persone e quanto 10 note possano raccontare molto più che 20 pagine di libro. Dimostra anche come la musica funga da colla nei rapporti sociali, quelli veri, nella terza classe. L'ispirazione che nasce vedendo un volto di ragazza in un'oblò di una nave ed il confronto tra il finito e l'infinito quando paragona i Finiti 88 tasti di un pianoforte all'infinito della musica che può uscire dal pianista (ecco perché la musica avvicina a Dio che è infinito). Per ultimo nell'ultima scena la completa dedizione al suo mondo: la musica, la nave -> niente musica, niente nave -> la morte.

    Film stupendo se visto in chiave interpretativa, ovvio che i critici che hanno deriso questo film per la scena del duello devono essere persone estremamente superficiali.

    Queste sono mie opinioni ma attendiamo anche l'opinione di altre persone...

  16. Ciao Michele ciò che hai scritto è bellissimo e commuovente, sei un esempio da seguire !

    Sei la prova di ciò che la musica può fare ed apprezzo un termine che hai utilizzato: "qualunquismo". Solo un cieco non può vedere cosa la musica possa fare e solo un sordo non sente la sua potenza. E' colpa di tutti i sordi e ciechi che ci sono (il 99% degli abitanti di questo pianeta) se la musica, vista come arte, sta facendo questa fine. E' colpa dei politici promuovere partite di calcio e seppellire la cultura. Avrei voluto nascere all'epoca di Chopin, avrei senz'altro saputo da subito che strada prendere. Oggi tutti i giovani si ritrovano a dover prendere più strade per potersi "garantire" un futuro. Persone che appartengono al qualunquismo, infilati in discoteche che propinano motivetti assordanti, le stesse persone che si prendono gioco della musica classica deridendo chi coltiva la vera arte ! E' una vergogna ! E' vergognoso vedere folle di persone ai raduni di macchine modificate e teatri vuoti. Questa purtroppo è la società di oggi e chi come noi è affezionato ed incantato dalla vera musica resta sempre nella timida speranza che un giorno le cose possano cambiare e che le persone si tolgano le bende dagli occhi per fare spazio a ciò che costituisce la cultura. La musica ci avvicina a Dio e differenzia l'uomo che è in grado di apprezzarla dall'animale.

     

    Sono felicissimo dunque, di darti il benvenuto nel nostro forum. Spero che in questo spazio libero (uno dei pochi spazi liberi e democratici rimasti) tu possa trovare l'accoglienza e gli argomenti che ricerchi. Potrai lanciare tu stesso degli argomenti, invitare persone e recensire il tuo pianoforte digitale, insomma puoi fare e dire tutto quello che vuoi, ovviamente sempre nel rispetto della sensibilità altrui (qui mi tocca fare l'amministratore :huh: ).

     

    Un saluto da parte di tutto lo staff.

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