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Piano Concerto - Forum pianoforte

thesimon

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Risposte postato da thesimon

  1. Vedo che questa sezione ha un alto share ! Bene.

    Non vi faccio promesse ma se ritrovo l'mp3 vi posto la composizione che feci con un mio amico ingegnere del suono in occasione di una rappresentazione teatrale su un duello di Star Wars svoltasi per la rassegna Romics alla fiera di Roma. Lo stile è polifonico orchestrale.

    Proverò a cercarlo, se riesco lo posto questa sera... Da qualche parte dovrei avere anche la partitura integrale, ma quella valla a ritrovare ! Non so proprio che fine abbia fatto, l'mp3 è di più facile reperimento.

     

    A dopo...

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  2. Ciao Saverio, benvenuto tra noi.

    Le lezioni di logic non sono chiaramente finite. Ricominceranno a partire dalla fine di giugno, al momento siamo un pochino impicciati. In ogni caso, se hai qualche dubbio o qualche domanda in questo campo, puoi parlane tranquillamente nella sezione Audio Digitale -> Logic. Buona permanenza...

  3. Ciao Gianfranco, nessuna domanda è idiota...

    Il collegamento dipende dall'interfaccia MIDI che hai in dotazione. Se hai una scheda sonora (USB o Firewire) con ingresso midi, devi comprare un cavo MIDI e lo devi collegare nel MIDI Out sulla tastiera e nel MIDI In della scheda audio. Se invece hai un'interfaccia Midi USB la cosa è molto più semplice. Il cavo USB al pc e il cavo midi alla tastiera.

    Ti consiglio di svolgere queste procedure di collegamento con Logic già aperto.

     

    Se hai altri problemi ci trovi qui...

  4. Ciao Demetrio, ha già anticipato il discorso Francesco. Io ti raccomando di iscriverti dal momento che hai scritto come guest. Da Guest non potrai scaricare contenuti né potrai scrivere su alcune sezioni. L'iscrizione è completamente gratuita... In alto a sinistra trovi il link registrazione.

  5. Ehehe non esageriamo... La definizione secondo me non dovrebbe superare il "E' orecchiabile", non c'è nulla, è una cosa che ho buttato giù per giocare. A 11 anni si gioca, ancora me lo ricordo, avevo da poco incominciato la prima media...

     

    Cosa ho provato quando l'ho risuonata ? Mah, per prima cosa quando l'ho ritrovata sono tornato indietro di un bel po' di anni, quelli d'oro, quando bastava che facessi lo stretto indispensabile ed il resto era gioco, gli anni spensierati insomma dove non dovevi preoccuparti di nulla. Con gli anni a venire poi il discorso cambia parecchio... Di anno in anno...

    Ma come si sa c'è un problema per ogni età...

     

    Un saluto a tutti

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  6. Fantastica !! Le doppie ottave spezzate sono perfette, quasi meglio di quelle della Argerich. C'è da dire comunque che la vera difficoltà in questa revisione del volo del calabrone che ha suonato sono proprio quelle ottave. Per il resto roba che fa molto scena ma non impossibile. parecchie sono progressioni, una volta che prendi la prima le altre vengono a seguire. Comunque c'è poco da dire... E' bestiale !

  7. Oggi vi regalo una delle pagine più importanti della tecnica pianistica. La pagina 17 degli esercizi di tecnica di Cortot.

     

    cortotp17.jpg

     

    Le istruzioni per l'esecuzione di questo esercizio sono tutte nel video. Leggetele attentamente prima di cimentarvi nello stesso. Fate attenzione a mantenere sempre le dita a contatto con il tasto accompagnandolo nella risalita. Polso morbito, mano ben arcuata, le dita non devono piegarsi all'indietro durante l'esecuzione. Spalla rilassata e peso sulla nota tenuta.

     

    http://www.youtube.com/watch?v=lGz6yJ7AQWY

    IMG_1161.JPG

  8. Mi fa piacere sentire queste parole e vi do tutto il mio appoggio. Tuttavia dobbiamo fare i conti con la società perché viviamo in una società.

    Pertanto potranno esserci diplomati mediocri e non diplomati eccellenti, tuttavia in un posto di lavoro purtroppo quello che conta è sempre il pezzo di carta indipendentemente dalla bravura e vogliate scusarmi il termine questa è un'emerita stronzata ! E lo dico nonostante io il pezzo di carta se Dio vuole faccio in tempo a prenderlo a settembre !

    Oltretutto aggiungo che non immaginate quante volte mi è capitato di parlare con persone che il diploma al conservatorio (pianoforte ed altri strumenti musicali) oppure la laurea non so neanche come hanno fatto a prenderla ! Ecco la società... Bisogna premiare la meritocrazia, le persone che sono preparate, non quelle che hanno il pezzo di carta. Basta osservare i centri CEPU. Persone che non riescono a dare un'esame l'anno improvvisamente approdano a queste scuole prodigiose e riescono a dare anche 12 esami l'anno !! Spegnete le televisioni ed accendete il cervello gente !!

  9. La mia opinione è che ci siano dei digitali veramente Ben Fatti sia dal punto di vista meccanico che dal punto di vista sonoro. Ma anche io sono sempre più incline verso il pianoforte acustico... Tutta un'altra storia.

    Nel video corso di Logic Pro, alla prima lezione tratto l'argomento "suono" mettendo appunto in correlazione da un punto di vista matematico (ovviamente cercando di semplificare il più possibile e cercando di non essere rigorosissimo per non complicare troppo l'argomento e renderlo accessibile a tutti) ciò che è l'onda sonora e ciò che è la rappresentazione del suono analogico in digitale. E questo spiega già in gran parte perchè il suono digitale non potrà mai essere al pari dell'analogico. Ovviamente in tutto questo non vengono considerati (perchè altrimenti avremmo dovuto parlare ore ed il discorso si sarebbe fatto veramente difficile ed accessibile solo a matematici e fisici) tutte le altre caratteristiche del suono analogico ad esempio il campo infinito di sfumature dinamiche, la timbrica, la superficie della tavola armonica, il raggruppamento delle onde su di essa, la lunghezza e la sezione delle corde, gli armonici... Tutti argomenti che determinano profondamente la differenza abissale che esiste tra uno strumento analogico ed il campionamento digitale dello stesso. Forse tra 50 - 100 - 1000 anni, chi lo sa, il digitale continuerà ad avvicinarsi all'analogico, una cosa è certa... Ciò che è digitale non arriverà mai ad essere analogico. Questo mi fa tornare in mente un'intervista che feci in televisione con Arianna Ciampoli la quale mi chiese di definire se l'intelligenza artificiale fosse realmente intelligente. La risposta è più o meno la stessa... Risposi: "L'artificiale non potrà mai essere intelligente per definizione, un computer non può neanche generare numeri casuali, in quanto vengono detti pseudocasuali, quindi a monte c'è sempre l'intelligenza umana" (se volete l'intervista è visibile sul mio sito internet. Pertanto se ci compariamo con Dio, noi potremmo essere i suoi "robot", le sue creazioni, che anelano a conoscere il suo infinito, tramite la scienza, la religione, la filosofia ecc., pur sapendo che non arriveremo mai a Dio. Allo stesso modo le macchine e la robotica si perfezionano continuamente per assomigliare a ciò che è umano ma ciò che è robotico non sarà mai umano e naturale. Lo stesso discorso avviene nella musica, il digitale non potrà mai essere analogico.

    Perdonate l'uscita di campo. Saluti

  10. Sai, Simone ... hai "toccato un argomento" delicato ma interessante: come si potrebbe descrivere la musica a una persona nata sorda? Credo che sarebbe come tentare di descrivere i colori a un ceco... sarebbe bello poter approfondire l'argomento...

     

    Ci sono cose che se non le hai toccate o viste o sentite o odorate o assaporate almeno una volta non è possibile descriverle. O meglio si possono descrivere facendo intuire ma non interiorizzare (c'è una grande differenza tra i due termini). Facendo intuire metti il tuo interlocutore nella posizione di immaginare qualcosa da te descritta attraverso la percezione dei tuoi sensi che potrebbe essere diversa dalla sua di percezione. Es. Posso amare il gusto del caviale e champagne e descriverlo come raffinato, profumato, ma non è detto che se il mio interlocutore riacquistasse i sensi del gusto e dell'olfatto possa avere la mia stessa opinione. Capisci bene che alcune cose vanno prima "assaggiate" personalmente per poter poi essere apprezzate e riutilizzate. Questo è il mio pensiero.

     

    (e ancora complimenti: ho visto la discussione "Quante ore al giorno studi" ... è davvero bello potersi scambiare opinioni in modo libero tra amici ... sono molto soddisfatto di essermi iscritto. Ciao!!)

     

    Ma sai, qui non siamo allo stadio, con questo voglio dire che solitamente nella musica che è ARTE se anche non si hanno le stesse opinioni su qualcosa c'è comunque il rispetto reciproco perchè spinto dall'intelligenza e dalla categoria di elité, se mi è concesso usare questo termine... Grazie a te per averci premiato del nostro lavoro con la tua iscrizione... :huh:

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  11. E' sì, credo anche io che non vi sia differenza. A 11 anni feci per gioco anche io un valzer (na cretinata ovviamente) senza utilizzare il pianoforte. Se lo ritrovo il manoscritto lo posto :huh:

    Per i compositori, quelli veri, credo sia naturale ragionare nella dimensione musicale senza avere il pianoforte sotto mano perchè già conoscono l'effetto di determinate soluzioni armoniche, poi certo, una verifica se è possibile si fa, onde evitare spiacevoli sorprese, del resto nella storia della musica solo Mozart era in grado di scrivere senza errori e cancellature quello che aveva già scritto nella testa (diciamo di primo pugno), cosa che faceva "inorridire" Salieri... Beethoven che è Beethoven invece effettuava il "labor limae di Orazio" anche per 2 anni. Se non sbaglio la terza sinfonia (l'eroica) ne è l'esempio, se non ricordo male dovrebbe essere stata composta dal Maestro nel periodo 1802 - 1804... Pertanto ripensamenti o maturazioni di alcune parti della composizione penso ci possano essere... Ovviamente bisogna comunque dire che Beethoven non è nato sordo, ci è diventato in seguito, sarebbe impossibile produrre musica se non si è mai conosciuta !

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  12. @PianoScholar

    Non mi intrometto nella discussione perchè con soli 9 mesi di studio sarei ridicolo, però le vostre riflessioni, sappiate che per me sono una miniera d'oro di esperienza e dove posso attingere e rifletterci sopra... Grazie.

     

    Perché non dovresti intrometterti nel discorso ? Che c'entra che sono solo 9 mesi che studi, motivo in più per fare le ossa ! Qui tutte le opinioni saranno sempre rispettate da tutti, te lo garantisco, magari non condivise, ma in questo spazio vige la VERA DEMOCRAZIA.

    Quindi fatti sotto e dicci anche la tua. Questo spunto del caro Gennaro poi sembra proprio fatto apposta per allargare la discussione a tutti.

     

    Un salutone...

  13. Eheheh caro Gennaro qua ci vuoi fare fessi, qui c'è l'inghippo, me ne sono accorto subito.

    La 7 è la versione velocizzata mantenendo il pitch della numero 1, se volevi passare inosservato ti conveniva comprimerla abbassandola ad 8 bit di modo che si rovinasse la timbrica di tutto il file, ma ci hai illuso conservando la prima battuta al tempo originale, che ti possino... :huh:

    Comunque andiamo avanti rispondendo alle domande...

    Quale, fra le seguenti esecuzioni, è più Chopiniana ?

     

    Quella più chopiniana secondo me è la 3. Dal tocco e dalla semplicità che mi comunica direi che potrebbe essere Rubinstein a suonare (L'ho sempre apprezzato perché tutto quello che suona sembra semplice).

     

     

    Quale, fra le seguenti esecuzioni, è resa da una donna ?

    Credo che la donna sia la numero 4. Esecuzione lenta, troppe libertà sul tempo e troppo pesante sia nel canto che nel basso, anche gli abbellimenti sono eccessivamente pesanti per non parlare delle mazzate che da sul tempo debole...

     

    Perché tutte a parte una (qual'è ?) producono bellissime ma diverse emozioni in me ?

    Direi la 4 o la 7 che hai modificato. Personalmente non mi piace per niente la 4. Non è maschilismo, mi basta esternare il mio amore per le esecuzioni della Argerich per dimostrare il contrario.

     

    Perché, se le riascolto in senso inverso, mi cambia la classifica ?

    Mmmmm non saprei, a me non succede...

     

     

    Fammi sapere se ci ho preso, un saluto,

  14. Certamente il pensiero musicale (interiore) del pianista non smette mai di evolversi. Ascolto registrazioni di 5 anni fa e mi autocritico dicendo che oggi non suonerei in quel modo. Probabilmente tra 10 anni la cosa si ripeterà...

     

    ...Troppi ricordi...sto diventando vecchio!!!

     

    Ma che dici... Mio padre mi dice sempre che "vecchio ci diventi quando ti ci senti !"

  15. Ciao Paolo, io credo che non si riesca a definire la questione per il semplice motivo che non sono stati posti fino ad ora, ne da me ne da te, dei limiti quando si parla di spazio dell'interpretazione Chopiniana ma soprattutto non è stata specificata la destinazione di questa interpretazione.

     

     

    Chopin era un classicista. Ripeto: un classicista. Conosceva benissimo il "clavicembalo ben temperato" di Bach e sapeva a memoria diversi preludi e fughe.

    Assolutamente si, ma non si può non tener conto dell'influenza romantica dell'epoca sul Maestro dato che egli viene comunque collocato nei testi di storia della musica tra i romantici ed anzi, viene addirittura raffigurato come il massimo esponente del romanticismo nonostante, come hai ricordato, fosse fortemente influenzato dall'estetica classicista.

     

    Vedete qui non si tratta tanto di "come sentiamo ", ma neanche di segiure rigorosamente le preziose indicazioni o i nostri predecessori. Direi che una visione filologica ci aiuta ad assolvere il nostro "dovere" di Musicisti, che non è quello certo di soddisfare gli altri bensì di poter "presentare" con "coerenza" l'Idea che l'Autore ci ha lasciato in codice, interpretarla al di là dei "limitati" segni" .....anche scoprendo qualche "pensiero segreto" (parole di Chopin). Ma tutto nel "rispetto stilistico". Si tratta di decidere se presentare la Musica o presentare se stessi.

    Giustissimo ed è proprio questo a cui io faccio riferimento ! Vedo che cominciamo ad intenderci e stiamo raggiungendo l'unarietà. Questa scelta è dipesa dall'occasione nella quale bisogna "presentare". Ad un esame la suonerei così (solo un accenno registrato di prima mano):

     

    http://www.pianoconcerto.it/condivisione/chopinizzata.mp3

     

    In privato, per me la suonerei nell'altro modo perché in quel momento, privatamente, la musica serve a me, e ne devo godere io. Questo deriva dal fatto che ad un esame o ad un concerto che sia, devo dimostrare ai maestri che mi ascoltano che sono in grado di tradurre i "segni" mantenendo il "rispetto stilistico", ma anziché godere della musica che suono la mia attenzione si sposterebbe sulla realizzazione ed il contenimento della mia vena poetica standardizzata a quello che è riconosciuto dai più come lo stile chopiniano e quindi dai più apprezzato.

     

    La mia idea quindi non vuole non premiare le magnifiche esecuzioni di Simone e/o le profonde considerazioni di Gennaro. Non mi trovo invece d'accordo quando sento definire la Musica e l'Arte in genere un luogo dove tutto è possibile, dove tutto più essere giusto o sbagliato, dove tutti possono fare tutto. Potrei qui portare altri esempi di mie convinzioni sul Teatro, sulla Pittura. Invito invece a trovare quei "Valori", quei "punti di riferimento" che tanto cerchiamo e a fatica troviamo. Ho molta paura che "lo smarrimanto individuale" aumenti, generi confusione. Colgo sempre più maggior difficoltà a segnare "tappe" che aumentino il bagaglio, il pozzo delle conoscenze e ci conducano un po' più per mano verso un maggior discernimento oggettivo.

    Assolutamente concorde con te quando dici che la musica e l'arte in genere viene spesso definita come il luogo ove tutto è possibile. Questa è ovviamente blasfemia !

     

    Non me ne vogliate. Sono un'ammiratore della personalità e un sostenitore dell'individualismo. Non voglio con queste mie parole assolutamente sminuire od offendere il vostro prezioso e interessante punto di vista.

    Ci mancherebbe ! E poi il mondo è bello perché è vario. Penso che molti fraintendimenti siano nati dal fatto che non avessi specificato che la mia riflessione era puntata ad un ambito molto privato, e poi spesso è difficile esprimere concetti così difficili avendo risposte così latenti, sarebbe tutto molto più semplice parlandone per 20 minuti davanti ad una buona tazza del tuo té allo zenzero ! :huh: Piuttosto devo fare un mea culpa: talvolta per spiegare dei concetti esaspero gli esempi che spesso vengono interpretati per tali, quando vorrei al contrario esprimere una comparazione molto più fine e minuziosa...

  16. Ciao Maricallas e benvenuta nel nostro forum. Mi fa piacere che tu abbia immediatamente capito che, nonostante il nome del sito, non ci occupiamo solo di pianoforte ma del campo musicale in generale.

    Rinnovo il mio invito di far parte attivamente alle discussioni e magari di aprire una tua discussione sul canto.

     

    Un saluto,

  17. Io credo che si stia dicendo tutti la stessa cosa ma forse stiamo analizzando campioni di grandezza diversa. Io, e penso anche Gennaro, stiamo parlando di sfumature interpretative restando nel significato originale del pezzo. Non si sta certo dicendo che ci si possa prendere la libertà di suonare Chopin come Bach !!! Il discorso è che al di la di considerazioni di natura oggettiva che ci pervengono dagli scritti interpretativi dell'epoca che ci aiutano in questa decodifica, come suggerisce Barahmi, credo che poi le sfumature siano di natura soggettiva e quindi relativa da persona a persona. E questo è confermato dal fatto che ogni interpretazione eseguita da un pianista non è mai uguale alla sua successiva, credo che questo sia un dato di fatto. In fin dei conti non siamo mica dei computer. Il mio ragionamento si fonda quindi sulle sfumature. Credo di non essere stato abbastanza chiaro si questo punto.

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  18. Che bello scambio di opinioni... Posso intromettermi ?

    Il discorso del relativo (che per altro abbiamo fatto anche quella sera a cena da Gennaro) è molto pericoloso, perché apre un mondo sterminato di considerazioni, tra le altre cose relative da persona a persona. Il concetto di coerenza che cita Paolo è giusto secondo me ma va preso "con le pinzette" poiché anche questo può essere visto in chiave relativista. Ciò che può essere coerente per me potrebbe non essere coerente per qualcun altro. Se tutti avessimo lo stessa coerenza probabilmente non ci sarebbero mai state guerre oppure ci sarebbero state sempre, chi può dirlo ? Leggere le motivazioni che hanno portato l'autore a comporre un brano non ci da la soluzione del problema perché noi che leggiamo non siamo l'autore e non c'è modo di sapere quali fossero le sue sensazioni in quel momento, certamente può esserci di aiuto ma anche conoscendo la storia, per un fattore di codice genetico non posso avere la certezza di provare le stesse sensazioni dell'autore o di capire a fondo la sua idea in quel momento. La dimostrazione del relativo lo si vede in giro tutti i giorni in tutti i campi di interesse intellettuale e non. Posso notare un uomo col passamontagna e dire che è un rapinatore, magari aveva solo il raffreddore perché è il 15 di febbraio ! (Prendete sempre il succo di quello che dico). L'estremo si tocca proprio con quello che diceva Gennaro, riteniamo pazzi i masochisti, ma la soluzione è nel termine stesso (masochista = colui che prova piacere provando il dolore), dunque anche il benessere fisico è relativo. Noi non lo capiamo perché non siamo sull'altra sponda e non abbiamo un termine di paragone psichico per poter capire ciò che per noi non rappresenta una realtà. Altra domanda potrebbe essere: chi ci assicura che abbiamo tutti lo stesso modo di percepire la realtà ? Quella tonalità di Rosso che vedo io, sarà la stessa tonalità di Rosso che vede Paolo o Gennaro o Saverio o Davide o qualsiasi altra persona sulla terra ? Chi ci dice che anche i 5 sensi siano comuni e lavorino allo stesso modo in tutte le persone ? E ammesso che lo siano chi ci assicura che il nostro io interpreti un segnale ricevuto dai sensi allo stesso modo ? Moltiplicando i 5 sensi per il codice genetico di ogni individuo abbiamo miliardi di combinazioni possibili. Citare il "modo di esprimere l'arte" e la "coerenza", parlando di Arte mi sembra un po' riduttivo. E' certo che nel relativo deve comunque esserci un limite, limite in cui si trovi la maggioranza delle persone (nell'esempio citato prima si tralasciano i masochisti che appartengono ad una classe), come sostenevo anche quella sera a cena, è impensabile stravolgere l'idea di un autore ! (A tal proposito mi viene in mente una Pianista "Milena... Vatti a ricordare il cognome" che registrò tutti i valzer di Chopin in 4/4. Che sia l'abitudine di aver ascoltato sempre le versioni ufficiali oppure il mio gusto musicale, secondo me facevano pena ! Magari al masochista piacevano, tanto per restare in tema).

    Non ricordo chi dei due abbia parlato della musica propria e della musica di altri. Mi trovo d'accordo fino ad un certo punto. Io, per quanto mi riguarda, perdonate la mia mancanza di altruismo, suono musica per me. Stop ! A me non interessa se la mia chiave di lettura sia condivisa dagli altri anche perché la musica è l'ultimo campo rimasto in cui si possa dire "chi mi ama mi segua". Suonare per il piacere di altri oltre ad essere sbagliato a livello concettuale è anche riduttivo nei confronti della musica stessa. Dovremmo fare forse una statistica preventiva prima di preparare un brano per fare in modo che piaccia al maggior numero di persone ? (Non leggete questa frase alla lettera ma cercate di cogliere l'essenza). In fin dei conti Einstein ha speso la sua vita per scoprire che la velocità della luce nel vuoto è una costante assoluta, poi sono arrivati gruppi di matti con gli elettrosincrotroni ed hanno ipotizzato i Tachioni che farebbero cadere questa ipotesi... Chissà che anche l'assoluto di Einstein non si riveli un relativo !

     

    Queste ovviamente sono solo mie opinioni... Che dire ? Io la vita la vivo così, riflettendo e ragionando con logica su ciò che per me è giusto e rispettando gli altri secondo la mia norma civile e morale. Che sia giusta ? Come vedete tutto in questa realtà è relativo...

     

    P.S. Amo molto parlare con voi, cari amici, si affrontano sempre argomenti di una certa levatura.

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  19. Eheh, mi viene da ridere perché andiamo d'accordissimo su tante cose io e te Paolo ma su Chopin proprio non ci ritroviamo :huh: Precisiamo per tutti che non è che litighiamo, ci mancherebbe altro, ci scambiamo spesso opinioni diverse e costruttive su questo argomento.

    Ma è giusto spiegare anche a chi ci legge la motivazione di certe libertà che mi prendo sull'interpretazione di Chopin...

    Parto con il dire che Chopin mi fa vivere delle emozioni che altri autori non mi danno, con questo non voglio dire che io scarti a prescindere altri autori come un Debussy oppure un Bach (Sto prendendo degli estremi interpretativi volutamente). In Bach, ad esempio, trovo un altro tipo di fascino che è quello dell'ordine, dell'architettura e della perfezione, Bach mi avvicina a Dio. In Debussy le immagini che la sua musica ti fa vivere. In Chopin non riesco a trovare un termine di paragone per le emozioni che mi fa vivere, perché, dal mio punto di vista, è molto più personale di tanti altri autori. Non credo di aver detto una stupidaggine con questa affermazione; ho ascoltato centinaia di interpretazioni di questo e di altri valzer, di notturni... Ognuna diversa dall'altra. Credo dunque che l'interpretazione di Chopin sia molto più personale rispetto ad altri autori. Le varie interpretazioni poi possono piacere o non piacere ma la mia opinione è che Chopin si debba suonare per sé stessi. Potrei anche interpretare Chopin in modo diverso ma non sarebbe più il mio modo di interpretarlo e perderei il gusto di suonarlo perché non farebbe vivere in me le stesse emozioni. A questo proposito mi ricordo una frase che mi disse il mio maestro qualche anno fa: "Bach è più nella mente, Chopin è più nel cuore (Ha utilizzato il termine più per dire che non è che Chopin non sia anche nella mente e Bach nel cuore)" ma al cuore non si comanda e se per altri autori posso seguire i consigli interpretativi degli esperti dell'estetica musicale per Chopin non mi sento di fare lo stesso. Bach è collocato in una certa epoca, in un certo ambito "spirituale", è giusto interpretarlo pensando a cosa erano destinate le sue opere ed è quindi giusto avere delle regole nell'esecuzione, Bach è la perfezione perché la sua musica è rivolta a Dio. Chopin è l'uomo; imperfetto per sua natura, con tutti gli annessi e connessi, con i suoi problemi che traduce in musica, con la sua nostalgia; ed è proprio questa imperfezione che me lo rende più intimo; è il romanticismo, è vittima dell'impossibilità di tornare in Polonia a causa della rivolta di Novembre, è amore, inquietudine e positivismo e pessimismo messi insieme in un frullato di sentimenti. Come porre delle regole al termine "emozione" che è già difficile da descrivere nella nostra lingua ? La mia idea è dunque quella di eseguire Chopin per sé stessi, interpretarlo nel modo che possa causare in sé stessi la massima emozione. Chi se ne frega se Zimerman o Horowitz o Cortot ci dicono come eseguire Chopin... Loro lo interpretano secondo il loro pensiero musicale e secondo la loro vena poetica, io, sbagliato che sia voglio interpretarlo con la mia, perché in questo modo vivo nella sua musica e non diversamente.

     

    Comunque il discorso è molto interessante... Sarebbe bello se anche altre persone volessero prenderne parte, anche per conoscere pareri diversi. Chi ha capito bene il mio ragionamento deve aver capito che io non giudico chi interpreta Chopin in un certo modo o seguendo delle "regole", dico solo che la musica deve far bene al corpo ma soprattutto all'anima e se i migliori risultati li ottengo così, continuerò per la mia strada anche se per qualcun altro possa risultare sbagliata, significherebbe solo che ognuno ha il suo modo di ottenere il massimo da un autore il che è perfettamente giusto.

  20. Oggi presentiamo il Valzer Op. 64 n. 2 di F. Chopin e, già lo conoscete, il Notturno Op. 9 n. 2..

    Questo meraviglioso valzer si rifà ai tratti tipici del rondò. Si comincia con l'esposizione AB ( nel rondò ABA ) in cui troviamo un inizio molto melanconico e struggente per poi fluire nella parte B, leggermente più affrettato e concitato. Nello sviluppo ( C ) Chopin, calma le acque offrendo un cantabile "Più lento" molto espressivo. Nella ripresa, la pate B reintroduce il tema iniziale A e si reinnesta come coda per terminare la struggente composizione.

     

    http://www.youtube.com/watch?v=IesRfEx76OA&hd=1

     

     

    Nocturne Op. 9 n. 2

     

    http://www.youtube.com/watch?v=vu6pcBiUm3M

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