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Piano Concerto - Forum pianoforte

thesimon

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Risposte postato da thesimon

  1. Grandissimo Francesco, bene bene ora ti tocca rimetterti sotto.

    La prima cosa che ti ORDINO tongue.gif di fare è dedicarti alla postura. La giusta altezza dello sgabello determina il rilassamento delle spalle dei muscoli trapezioidali e dei muscoli dorsali. Uno sgabello troppo basso come nel primo video che hai postato ti porta diverse problematiche che sfociano anche nel crearti difficoltà persino nei gesti fondamentali di base all'approccio con lo strumento. Uno sgabello basso ti porta a contrarre i muscoli delle spalle e del dorso per equiparare il livello del braccio alla tastiera. Da questo ne deriva l'irrigidimento delle braccia e di conseguenza, il gomito che dovrebbe scendere liberamente sui fianchi è invece rigido. Il polso si curva per permettere al palmo delle mani di essere parallelo al piano della tastiera. Tutto questo è categoricamente da evitare. Oltre ad affaticarti c'è il serio rischio di incorrere in contratture muscolari o nei casi peggiori addirittura in infiammazioni ai tendini dell'avambraccio e delle spalle. In queste condizioni non ti è possibile neanche suonare per lungo tempo. Mi viene in mente una cosa che mi raccontò proprio Paolo su Rubinstein. Era venuto a Roma per registrare un disco (se non ricordo male tutte le Mazurke di Chopin). Stette dal pomeriggio fino alla sera alle 11 in sala di incisione a suonare e suonare. Questo è possibile solo quando l'approccio con lo strumento è naturale, senza nessuno sforzo da parte dei muscoli e dove la sonorità è data dal peso della spalla e degli arti più che dalla potenza muscolare. Poi certamente stiamo parlando di Rubinstein mica di un pinco pallino qualsiasi ! Quindi riassumendo: regolare l'altezza dello sgabello di modo che spalle e braccia siano rilassate. Polso dritto, dita arcuate e parallele ai tasti. Gomiti liberi sui fianchi, schiena eretta e buono studio !

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  2. Ciao Gianmarco e benvenuto.

     

    Dunque, una cuffia valida... Diciamo che per quanto riguarda l'attrezzatura audio dipende molto da ciò che si deve fare e dal budget. Ci sono cuffie da 20 euro fino a quasi 400 euro. Visto il modello di tastiera in tuo possesso credo che potresti optare per un AKG, una Shure o una Sennheiser che ha fatto ottimi microfoni ma che non mi ha mai esaltato per quanto riguarda le cuffie. In ogni caso scarta Pioneer che fa comunque eccellenti prodotti ma che ormai si è indirizzata più per l'audio da DJ nel campo cuffie.

    Per l'AKG l'alto livello è la K702 e sfiora i 350 euro, ma io ti consiglio una K121 (80 euro circa) oppure al limite se vuoi strafare una K141 (questa intorno ai 110 euro).

    Io ho la K271MKII, la K702 e la K141 ma le ho provate praticamente tutte. Le shure anche vanno molto bene ma a parità di specifiche tecniche la shure la paghi un pochino di più rispetto all'AKG.

     

    In definitiva il mio consiglio finale verte sulla K141, tanto da quanto ho capito devi ascoltare un suono nitido mentre ti eserciti ma non hai bisogno di una cuffia monitor che sia perfettamente flat.

    Considera che comunque la K141 viene venduta come cuffia da studio recording motivo per cui la risposta in frequenza è già ottima, abbastanza piatta.

    Se invece vuoi abbassare il budget bisogna andare sulle cuffie da ascolto. Sempre AKG c'è la k55 (20 euro) o la k77 (30) o la k99 (40 euro). Altrimenti in questo segmento hai la Shure SRH240 (60 euro), ma ti consiglio di optare per le cuffie da studio.

     

    Se hai bisogno di altre informazioni siamo qui...

     

    Un saluto,

     

    Simone

  3. Ciao Massimo,

    abbiamo già trattato questo argomento nel videotutorial "attriti" se la memoria non mi inganna.

    Mentre il peso di abbassamento si controlla ponendo dei pesi sul tasto a riposo ed aumentando fin quando il tasto incomincia ad abbassarsi per il peso di ritorno si preme il tasto e si posano dei pesi, scalandoli finché il tasto non tende a ritornare nella sua posizione di riposo.

    E' tutto spiegato da Paolo nel videotutorial a questo indirizzo nella lezione 3.

     

    Per ulteriori informazioni siamo qui...

  4. Vi comunico ufficialmente che dal 22 di Agosto avremo il piacere di incontrare Luigi Borgato che terrà una conferenza sulle tecniche costruttive del pianoforte. Stiamo cercando di far nascere anche una partnership tra il nostro sito e quello del M° Borgato che ho contattato proprio oggi al suo numero di cellulare. Persona squisita e disponibilissima che si è da subito dimostrato amichevole nei nostri confronti.

     

    Replicate gente !

  5. Ciao Saverio,

    Luigi Borgato è un costruttore di pianoforti italiano. Proprio un paio di giorni fa ho ascoltato il concerto di un Maestro che conosce bene Luigi Borgato, da lui definito una e persona molto competente, e mi ha proposto di andare ad alcuni suoi incontri a partire dal 21 del mese di agosto. Chiederemo al signor Borgato se possibile di ottenere un'intervista.

    L'azienda Borgato è composta da soli 3 elementi, il Sig. e la Sig.ra Borgato ed un artigiano. I pianoforti Borgato vengono costruiti interamente a mano. Se non ricordo male mediamente la fabbrica riesce a produrre circa 2 - 3 pianoforti l'anno. Vengono prodotti solamente pianoforti da concerto Gran Coda. Borgato è l'unica azienda nel mondo a produrre pianoforti acustici con pedaliera a doppia cassa di risonanza. Una per il pianoforte posta in alto ed una per la pedaliera in basso. Esistono infatti molte composizioni per pianoforte che prevedono anche l'utilizzo della pedaliera come una sorta di basso continuo. La particolarità di questo pianoforte farebbe nascere dunque una nuova figura a metà tra il pianista e l'organista. I pianisti infatti non dispongono dello studio della pedaliera cosa che hanno invece gli organisti, ma gli organisti hanno problemi con le dinamiche, cosa che hanno invece i pianisti. A differenza dell'organo infatti dove l'organista aziona la pedaliera ed il suono prodotto è generato da un flusso d'aria che percorre le canne dello strumento, nel doppio Borgato la pedalierà è costruita con gli stessi standard costruttivi di un pianoforte, pertanto resta uno strumento a percussione in cui è possibile esprimere le dinamiche, cosa difficilissima da eseguire per far "cantare lo strumento". Ricordo a questo proposito una rarissima intervista che rilasciò Vladimir Horowitz in visita in Italia a canale 5 se non erro. Gli venne chiesto: "Maestro, qual'è la cosa più importante per esprimere i propri sentimenti al pianoforte ?". Il Maestro rispose: "Far Cantare lo strumento. Cantare, quella è la cosa più importante ! Riuscire a legare. Non dimentichi che è uno strumento a percussione quindi riuscire a farlo cantare è la cosa più difficile, altrimenti si ascolta la stessa cosa per 15 minuti. Oggi molti giovani suonano così, come delle macchine; la tecnica è buona, ma non basta. Il nome dello strumento è Pianoforte, si deve suonare piano, forte, ma anche tutto ciò che è in mezzo, questo è il controllo. Come quello che succede ora in America, i ricchi si arricchiscono, i poveri si impoveriscono e chi sta in mezzo deve lottare.".

  6. Ottima similitudine quella della lucertola ! In effetti in velocità se sei sul piano devi dimenticarti di mettere peso. Sulle scale o sugli arpeggi veloci nel piano è molto utile usare la caduta delle dita che mi figura sempre nella mente un effetto pioggerella. Nell'op. 110 di Beethoven che sto preparando per il diploma nel primo tempo ci sono degli arpeggi divisi tra le due mani. Utilizzando questa tecnica la resa è molto bella. Per legare leggermente è utile anche utilizzare il pedale di risonanza ma non alzando completamente gli smorzatori, ma quel tanto che basta a produrre un timido legato che accompagna in modo sfuggente, oserei dire quasi effimero l'armonia di quegli arpeggi. Vi posto l'op. 110 di Beethoven interpretata da Arrau, veramente notevole !

     

    Beethoven - Sonata Op. 110 - 1° Movimento

    http://www.youtube.com/watch?v=KvzhwzbRvpw

     

     

     

    Beethoven - Sonata Op. 110 - 2° Movimento

    http://www.youtube.com/watch?v=XFjKa1l78Dc&feature=related

     

     

     

    Beethoven - Sonata Op. 110 - 3° Movimento

    http://www.youtube.com/watch?v=2FjUIzp-Qqw&feature=related

     

     

     

    Beethoven - Sonata Op. 110 - 4° Movimento

    http://www.youtube.com/watch?v=JjoumEDNrPE&feature=related

  7. Ciao Camy, credo sia ovvio per tutti che la critica che muoviamo io e Paolo nei confronti della tecnica pianistica standard sia esule dal giudicare la tecnica pianistica di base... Se non studi le scale, Mozart, tanto per citarne uno tra tanti, puoi anche dimenticarlo. Si associano a questo anche tutti gli esercizi di tecnica pianistica per l'indipendenza delle mani. In sostanza, non stiamo dicendo che la tecnica pianistica non deve esistere, ma giunti ad un certo livello tecnico il "labor limae" dovrebbe essere indirizzato maggiormente ad un livello mentale più che ad un livello fisico. Sono sempre stato dell'opinione che studiare parti di un brano con diverse combinazioni ritmiche non serva a nulla (parlo ovviamente per la mia esperienza). E' chiaro che tali ragionamenti devono essere fatti con una base tecnica alta ! Non si discute quindi che l'hanon non abbia una sua utilità, anzi, ma non deve essere finalizzato solamente a semplice ginnastica per le dita. L'indipendenza della mano ed il livello tecnico alto è un discorso di indipendenza mentale tra i due emisferi del cervello. Potenzialmente, per chi conosce le scale, siamo tutti in grado di suonare una scala eseguendo duine alla mano sinistra e terzine alla destra o viceversa ma chi non ha assunto questa tecnica mentale non riuscirà mai a farlo. Cosa diversa è la velocità nell'esecuzione che richiede invece esercizio oltre che mentale anche fisico. Come gli sportivi che devono correre i 100 mt è impensabile vincere una gara contro quei bestioni se non ci si è mai allenati. Pertanto ogni indirizzo tecnico ha un suo svolgimento ed un suo perché, l'importante è dunque non perdere mai di vista l'obiettivo che ci si prefigge: "Faccio questo tipo di tecnica perché devo arrivare alla velocità", oppure "Suono le scale per moto obliquo perché ho bisogno di indipendenza ritmica tra le due mani". In un caso ci si concentra alla ginnastica delle dita, nell'altro alla ginnastica dell'indipendenza mentale. Ciò che però fa da movente in questo tipo di studio della tecnica pianistica è sempre l'esecuzione del brano. Stiamo studiando "Le Jardins sous le pluie dagli Estampes di Debussy", dobbiamo puntare al tocco ed alla velocità, pertanto il nostro studio tecnico si focalizzerà su questi due obiettivi...

    Riguardo al libro che hai letto, puoi certamente citarlo senza problemi, ovviamente non postare link a copie Pirata. Citare un libro che ti ha colpito non è di certo spam, lo spam è soprattutto la pubblicizzazione di altri siti o portali sul nostro sito, o la pubblicizzazione sfacciata di prodotti non attinenti agli standard del sito ad esempio parliamo di musica e consigli l'acquisto di una scatola di pomodori.biggrin.gif

     

    A risentirci.

  8. Ciao Lorenzo e grazie di onorarci anche della tua presenza. Ottimo che continui a maturare la passione per la musica ! Leggo inoltre che sei una persona piena di interessa e questa è una cosa molto buona.

    Ti do il benvenuto nella nostra piattaforma, nella speranza che potrai qui trovare un posto culturalmente stimolante in cui dar sfogo alle tue idee, certo dell'attenzione degli altri iscritti...

  9. Ciao Enrico e benvenuto nel forum.

    Ottima tastiera ed ottima scheda sonora di quelle che non da mai problemi sotto ambiente Mac. Veniamo al dunque. Certamente si può effettuare il sync basta solo assegnare la destinazione in

    logic.

    Per trasmettere il MIDI time code devi

    andare nel menù logic pro poi preferences e Midi. Seleziona il tab sync

    ed in basso a dx clicchi sul pulsante MIDI sync project settiche. Clicca il checkbox destination 1 e seleziona la destinazione. In basso in MIDI time code (MTC) selezioni All. In ogni caso non capisco per quale motivo non utilizzi da subito logic per comporre ma devi registrare prima sulla Oasys per poi riportate il tutto in logic. Una bella interfaccia midi USB e suoni ed editi direttamente in logic.

    Un saluto

     

    Simone.

     

    Ps scusa eventuali errori di ortografia ma ti sto rispondendo dall'iPhone e la tastiera è quello che è...

  10. Ciao Paolo e Simone. Stò iniziando a leggere la sonata di Scarlatti (L 33 in si minore) e non sarebbe male se spuntasse qualche consiglio. Cercherò poi di incidere anche la fase di studio per avere consigli ok? La sonata in si minore mi sembra a quattro voci anche se io l'armonia l'avevo appena iniziata quando ho mollato lo studio. Io sto iniziando voce per voce ma non ho ancora fatto varianti. Inoltre sto cercando di capirne bene il senso ( delle frasi soprattutto ). Qualche dritta?

    Il mio maestro mi aiutava tantissimo con le diteggiature e poi Scarlatti è sempre ostico perchè destra re sinistra sono sempre molto vicine e intrecciate....in effetti nemmeno la fuga del primo preludio, primo vol. del clavicembalo ben temperato di Bach non fu affatto semplice. Penso che la cosa migliore sia diteggiarla tutta cercando di capire dove legare e dove tenere le voci cercando di creare una diteggiatura compatibile con i legati e con gli accenti. Vero? Fatemi sapere. Vi ringrazio moltissimo.

     

    P.S. In genere e mediamente in quanto tempo si porta ad esecuzione una sonata di questo tipo? O almeno in quante ore di studio? E' una curiosità che ho sempre avuto che mi servirebbe anche per capire se sono una polenta o no.

     

    Ciao Fabio.

    Incidere le fasi di studio è qualcosa che può aiutarci senz'altro a capire i tuoi metodi ed i tuoi tempi. Ovviamente i tempi di apprendimento variano in base ad innumerevoli variabili quindi ognuno ha i suoi. Per quanto riguarda lo studio delle voci credo che all'inizio debba essere più che altro uno studio al tavolino, pertanto riconoscere i temi e segnarli, l'esecuzione e la "messa in atto" del tema è qualcosa che avviene una volta che il pezzo sta in piedi. In effetti i temi non vanno accentuati ma pensati. Il pensiero del tema te lo fa tirare fuori naturalmente senza quella macchinosità ed intenzione voluta di farlo sentire a tutti i costi. Nelle composizioni polifoniche infatti ogni voce ha una sua importanza, i temi principali devono sentirsi senza ombra di dubbio ma è il pensiero del tema nella tua testa che genera l'intenzione e non viceversa. E' una sonata che suggerisce molte varianti dinamiche, e forse è tra quelle di Scarlatti che valorizzano meglio il suo pensiero sul pianoforte, che fornisce appunto la possibilità di differenziare le dinamiche, a differenza del clavicembalo che nonostante avesse un carattere ben diverso dal pianoforte lasciava invece pressoché nulla la possibilità di espressione dinamica. In fase di studio ti consiglio di incominciare a segnarti le giuste diteggiature. Comincia prendendo una frase e quindi prendendo solo alcune battute. Inizia lentamente con la mano destra e scrivi le diteggiature, ti consiglio però di prendere un andamento moderato dopo poche ripetizioni perché ti permette di osservare se la diteggiatura che hai scelto nel tempo lento è abbastanza efficace anche in velocità. Ripeti la stessa cosa con la mano sinistra. Una volta diteggiate mano destra e sinistra e preso confidenza con le battute che hai eseguito, comincia subito a mettere a mani unite lentamente aumentando il tempo solo quando noti che al tempo in uso non hai problemi con diteggiatura e note.

     

    Quando avrai finito la lettura ti accorgerai che le voci che hai precedentemente evidenziato a tavolino, pensandole nella testa usciranno da sole. Provare per credere...

     

    Restiamo in attesa della tua registrazione.

     

    Buono studio...

  11. Ciao Daniele, io sono del pensiero che lo studio sia sempre lo studio a prescindere dal tipo di brano... Ritengo che i brani di musica leggera siano più semplici dei brani classici (o comunque salvo casi eccezionali è così) ne consegue che a parità di metodo di studio farai prima a mettere in piedi un brano di musica leggera rispetto ad un classico. In ogni caso non sono d'accordo sullo studio con le varianti di ritmo. Studiare lentamente va bene, il metronomo può servire in alcuni casi, ma se il senso del ritmo e del tempo ce l'hai dentro il metronomo non è assolutamente necessario nello studio. Aiuta ma non bisogna diventarne schiavi. Per le varianti ritmiche invece nel mio caso non mi hanno mai dato alcun tipo di beneficio.

  12. Bravissimo, i miei più cari e sinceri complimenti !! Per il diploma dipende quanto tempo hai per prepararlo... A proposito sei interno o privatista ? Perché se sei privatista la tua ultima Chanes è per settembre...

     

    Le Estampes di Debussy sono bellissime, ma difficili da fare in 2 mesi...

    Di Chopin puoi sbizzarrirti, io porterò la Ballata n. 4 in fa minore ma si possono portare parecchie cose anche i Notturni e le Mazurke.

    Per Bellini anche dipende molto da quanto tempo hai per prepararlo. Se sei interno puoi anche impiegare 2 anni, ma se sei privatista potrai fino a settembre. Il programma dunque dipende molto dal tempo che hai a disposizione...

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