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Piano Concerto - Forum pianoforte

thesimon

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Risposte postato da thesimon

  1. A me è piaciuta molto, io metterei un pochino meno pedale. Effettivamente è un tantino romantica con questo suono che va e viene. Differenzierei anche pochino più le voci. Di romantico ci trovo solamente questo vai e vieni del suono, perché i leggeri rallentati ci stanno. Dobbiamo cercare di avere il coraggio di pensare che questo Bach è suonato sul pianoforte, dove ci sono una serie di possibili sfumature in più rispetto al clavicembalo da poter utilizzare. Una eccellente gestione delle voci l'ho riscontrata nella versione di Murray Perahia che allego.

     

     

    Il pianista ha il coraggio di mettere in atto esattamente quello che dico. Il carattere di questa Allemanda è musicalmente questo. Sono abbastanza sicuro che Bach approverebbe. 

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  2. Nessuna cavolata, anzi ti ringrazio per il feedback così argomentato. Il suono è magro per scelta. Nei brani a 4 mani il basso e dunque le basse frequenze sono sempre presenti. Se rendi il suono troppo pastoso risulta tutto meno intellegibile e soprattutto in Mozart l'effetto è confusionario. Bisogna anche dire poi che soprattutto nella fantasia dove ci sono molte parti che arrivano al fortissimo, con un suono più pastoso non si capiva nulla. Ci sono accordi a 15 note (considerando le note del primo e quelle del secondo) con dei punti che sono molto stretti. Non volevo sacrificare l'intellegibilità insomma, questo è il nocciolo del discorso. La velocità di Mozart, su questa prova è un tantino eccessiva infatti sul CD è un pelino più moderata. L'andante è sognante ma la velocità non è melensa. Non sono abituato a fare gli adagi e gli andanti in Mozart alle velocità minime degli adagi e degli andanti, altrimenti si rischia di romanzare troppo. Comunque vi faremo sapere quando uscirà questo CD poi se vorrete ci lascerete dei Feedback per migliorarci nel prossimo CD. 

    Grazie ancora per aver perso tempo nel tuo commento. Terrò sicuramente in considerazione le tue impressioni. 

  3. Si, ne ho già incisi un paio. A breve (tra qualche mese) uscirà il nostro CD, mio e di Paolo... Pianoforte a 4 mani.

     

    Schubert - Fantasia in F minore

    Brahms - 4 danze ungheresi

    Mozart - Sonata k. 381

     

    Stiamo valutando di inserire anche la k. 521

     

    Qui un breve assaggio della 381...

    http://www.pianoconcerto.it/condivisione/k381.mp3

    Per chi non visualizza il lettore qui è disponibile per il download... 

    k381.mp3

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  4. @Armando

     

    Armando, bellissimo restyling. I miei complimenti al webmaster!

     

    @fabio73

     

    Il sito di Armando è un punto di riferimento per gli amanti di Beethoven. È stato chiuso per restyling per un po' di tempo e ora è tornato online rinnovato nel design e nello spirito. Hanno fatto un lavoro eccellente. 

  5. Per questa domanda si torna sempre alla questione degli ascolti. I dischi in vinile hanno sicuramente un suono analogico e dunque più ricco. È anche vero che i vinili a forza di essere ascoltati cominciano a perdere dinamica. Avevo da qualche parte un articolo dell'AES (Audio Engineering Society) che aveva calcolato ad ogni ascolto di quanto si abbassasse la soglia di loudness. Il cd non si rovina perché non c'è alcun tipo di sfregamento dal momento che non esiste la testina di lettura. La lettura è infatti affidata ad una lente che proietta un fascio laser sul disco. Quando questo viene riflettuto dal disco corrisponde ad una cifra del codice binario, dove questo non viene riflettuto alla restante cifra (rispettivamente 1 e 0). Ovviamente se non c'è sfregamento non esiste il problema dei fruscii. I fruscii che si sentono nei CD infatti sono dovuti ai rumori dei preamplificatori microfonici delle registrazioni. Ci sono tecniche poi per eliminarli ulteriormente con delle analisi spettrali, processo che prende il nome di restauro del suono. L'mp3 è un formato compresso. Vengono eliminate moltissime informazioni (dipende poi dal numero di bitrate di conversione dell'MP3), in ogni caso si basa su algoritmi matematici, fisici e psicoacustici molto complessi e superata una certa soglia di bitrate l'MP3 resta indistinguibile dalle registrazioni con materiale lossless effettuate su CD. L'mp3 è nato perché nell'era dei lettori MP3 si cercava un formato leggero capace di far ascoltare musica in mobilità. I primi lettori MP3 avevano una memoria abbastanza piccola pertanto le dimensioni dei file erano molto importanti. Un conto infatti è far entrare file di 40 mb su un dispositivo da 1 gb 1000/40 = 25, un altro conto è far entrare file da 4 Mb: 1000/4 = 250. In sostanza con un file che pesa 10 volte di meno entrano 10 volte i file che sarebbero entrati non compressi. 

    Per ovvi motivi è sempre consigliabile, qualora si parli di progetti audio, mantenere i file lossless così da poterci rimettere mano anche in futuro senza compromettere la qualità finale. Infatti un conto è lavorare su un file non compresso per poi comprimerlo, un altro conto è lavorare su un file compresso per ricomprimerlo: assisteremo a ulteriore perdita di informazioni. In sostanza, per fare un parallelo, un conto è prendere un documento originale per farci una fotocopia, tenere l'originale ed eventualmente rifotocopiarlo. Un altro conto è fotocopiare fotocopie. Prima o poi, nei vari passi la perdita di informazioni sarà tale che non si riuscirà più a leggere i testi del documento. Nel campo dell'audio il funzionamento è pressoché analogo. 

    Perché parlavo di ascolti all'inizio? Perché se si ascolta musica con le cuffiette da 3 euro dei cinesi allora suonerà tutto uguale, non riusciremo a cogliere sfumature, sia che si parli di vinile che di Wave che di MP3.

     

    Vi lascio con questo articolo che ho scritto per il sito di ingegneriadelsuono.com dove l'argomento viene trattato in modo più scientifico e completo... http://www.ingegneriadelsuono.com/2016/10/03/mp3-vs-waveaiff-lossy-vs-lossless/

  6. Ecco l'esempio di Volodos è estremamente calzante per il discorso relativo al talento che facevamo in un altro topic. Volodos è uno che ha iniziato a studiare seriamente il pianoforte molto tardi. Senza il talento non sarebbe il virtuoso che è oggi anche studiando 24 ore al giorno ininterrotte. 

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  7. Io vi posso portare come esempio e dal basso della mia esperienza la mia storia sulla quale ragionai non troppo tempo fa con il mio primo Maestro di pianoforte il quale sosteneva e sostiene ancora oggi che fossi un bambino prodigio.

    Iniziai a suonare il pianoforte all'età di 9 anni  (anche un pochino tardi), a 13 o 14 anni presentai ad un saggio la seconda rapsodia ungherese di Liszt, a 16 nel mio primo concerto in un vero teatro suonai tutto repertorio chopiniano: mazurche, valzer e la quarta ballata, ed avevo anche altro repertorio importante sotto le mani come la Berceuse di Chopin, alcuni Notturni ecc. e devo dire di non essermi mai ammazzato di studio; se non per gli esami di storia della musica, ottavo e decimo anno che ho dovuto dare in 6 mesi dal momento che i conservatori dall'anno successivo non avrebbero più accettato candidati privatisti.

    Se per la storia del "bambino prodigio" nutro sinceramente delle perplessità in quanto non ritengo che io sia stato un bambino prodigio dal momento che seppur facilitato nella tecnica suonavo quei brani con l'immaturità tipica di un bambino, devo però riconoscere di aver avuto sempre vantaggi tecnici e anatomici enormemente superiori a molti altri pianisti che suonavano già da molto tempo prima di me: la mano molto veloce e molto grande in unione con il mio ambidestrismo che mi permetteva di suonare pressoché con la stessa disinvoltura quello che facevo con la destra anche con la sinistra. Per fare un parallelo ci sono molti diplomati "destrorsi" che con la mano sinistra faticano anche semplicemente a portare in velocità un basso albertino. Questo vuole dimostrare che anche la sola genetica riveste un ruolo fondamentale. 

     

    Credo che al di là di queste facilitazioni tecniche, il "pianista serio" venga comunque fuori da una miriade di fattori che devono in qualche modo combinarsi... Genetica, forma mentis, senso del sacrificio, talento, esperienze sociali, situazione economica della famiglia ecc.

     

    Ci metto dentro anche la situazione economica perché suonare il pianoforte ad un certo livello è cosa da "benestanti", specialmente se non frequenti un conservatorio e sei costretto a studiare da privatista. Per suonare il pianoforte ci vuole prima di tutto il pianoforte, le lezioni private si pagano fior di quattrini e quando si pensa che una volta giunti al diploma si sia finito di spendere soldi è proprio quello il momento in cui si spendono di più con i masterclass e corsi di perfezionamento. 

     

    Le famiglie che non vivono un'esistenza agiata quei pochi soldi che hanno da investire sul figlio preferiscono investirli sull'università per dargli un'istruzione più spendibile rispetto a fargli suonare uno strumento che vista la situazione attuale soprattutto qui in Italia sarà difficile che gli darà da mangiare. 

     

    Esperienze sociali perché l'età nella quale si comincia a suonare uno strumento è un'età particolarmente difficile. Avviene proprio negli attimi di crescita in cui si passa dallo stato sociale di bambino ad adolescente, si comincia a pensare ai rapporti con l'altro sesso, le uscite con gli amici. Tutto questo può deviare ed è dunque importante che il bambino/ragazzo si senta responsabilizzato e faccia delle scelte che forse richiederebbero una maturità maggiore della sua età.

     

    Subentra a questo punto il Talento... Se cominci a nutrire interessi per altre attività ciò significa che dedicherai meno tempo allo strumento. Chi ha talento, se guidato bene, impara ciò che gli altri imparano in giorni o mesi, in appena qualche ora. Questo scatenerà l'ira di molte persone ma è la verità, fatevene una ragione. La dimostrazione è che ci sono persone che passano anni interi a leggere una sonata di Beethoven e altre (i talentuosi) che se la spicciano in qualche giorno.

     

    Senso del sacrificio... A certi livelli è necessario sacrificarsi per lo studio. Mentre gli altri ragazzi finiti i compiti di scuola possono uscire a divertirsi chi studia uno strumento deve sacrificare il tempo dello svago per dedicarsi allo strumento. Quando c'è la dedizione e l'amore per lo strumento questo non pesa poi così tanto ma è sempre tempo in cui ci teniamo impegnati con qualcosa di arduo invece di riposarci e staccare la spina.

     

    Forma mentis perché non si può suonare con la negatività e con i problemi. La mente dev'essere libera e deve applicarsi unicamente allo studio, solo in questo modo i risultati saranno evidenti. Suonare quando stai pensando alla fidanzatina che ti ha lasciato o al litigio con l'amico è tempo sprecato. Tanto vale chiudere il pianoforte e andare a farsi una passeggiata con lo scopo di divagarsi. In questo caso ci vuole l'intelligenza di saper riversare quei sentimenti nello studio. 

     

    Ci metterei anche la costanza e questa non è una cosa che possono permettersi tutti. Nel mio caso, per essere costante con lo studio sono costretto a dormire 5/6 ore a notte da ormai 3 anni (sono uno di quelli che se non dorme 8 ore di fila sta male tutto il giorno). Per chi lavora non è facile essere costanti nello studio dello strumento, quindi aggiungerei anche la fortuna. Chi ha la fortuna di avere lavori che lasciano tanto tempo libero può sicuramente essere più costante. 

     

    Come vedete il Pianista con la P maiuscola, non lo strimpellatore dunque, è colui che essendo dotato, si sacrifica e studia sottraendo tempo al riposo. Io sinceramente non credo che si possa diventare pianisti seri se alla base manca anche solo una di queste condizioni, talento incluso dunque. 

    È un po' come la matematica, c'è chi la capisce e chi non la capisce. Ho amici ai quali potrei insegnare per anni la matematica, non sono geneticamente portati per questa materia e non riuscirebbero mai ad arrivare neanche allo studio di una funzione. Ognuno di noi ha delle caratteristiche che lo rendono migliore dell'altro in un particolare contesto, e per giungere ad un livello alto ci vuole necessariamente la combinazione di tante caratteristiche, alcune delle quali non dipendenti da noi ma da fattori esterni. 

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  8. Io penso che sia il caso di prendere le parole di Odifreddi con poco senso critico in funzione del contesto (una lezione di matematica nella musica indirizzata a ragazzi dei primi anni del liceo). 

    Secondo me ha fatto un bellissimo intervento riassumendo seppure in modo molto ristretto la matematica che c'è alla base della musica. Non a caso ha sorvolato accennando appena tutta la parte dell'analisi armonica di Fourier che è un argomento molto intenso e difficile, chiaramente non adatto a chi possiede solo i primi rudimenti del calcolo infinitesimale. La panoramica però mi sembra molto interessante, chissà che questo quadro introduttivo non abbia fatto breccia su qualcuno. 

  9. Buongiorno, 

    alla luce dei nuovi aggiornamenti implementati a partire dalla versione 56 di Google Chrome, il browser riconoscerà come "Non sicuro" ogni sito che tratterà dati sensibili (immissione di dati personali e password di login), senza l'utilizzo di un certificato SSL. Per permettere di continuare ad usufruire del servizio di pianoconcerto in piena libertà e a pieno regime, nelle prossime ore, auspichiamo entro 3/4 ore, potrebbero verificarsi problemi di navigazione momentanei; pertanto se state rispondendo ad un messaggio o inviando una nuova discussione abbiate cura di copiare il messaggio che avete scritto (ctrl + C o cmd + C sul Mac),  prima di procedere all'invio. In questo modo se dovessero verificarsi dei problemi all'atto dell'invio del messaggio potrete sempre ripostare la copia memorizzata senza aver perso tutto il lavoro. 

     

    Vi informeremo quando la piattaforma sarà migrata su https con un messaggio in questa discussione. Da quel momento il servizio tornerà ad essere attivo e costante. 

     

    Grazie per l'attenzione

     

    L'admin

  10. a me invece sembra che il titolo di Frank sia ingiusto (lo dico da animalista)

     

    Non ho parole.

    Anche se mi ritengo, come persona, agli antipodi da tali . . . . . .  quando leggo/sento cose come queste me ne vergogno nei confronti di tutte le donne.

     

    Hai ragione Luca, vista nell'ottica dell'animalista è un insulto agli animali paragonarli a questi esseri "umani". 

  11. Spunto di riflessione molto intelligente... Voglio però evidenziare anche l'altro lato della medaglia, tanto per fare l'avvocato del Diavolo: quale sarebbe stata la perdita artistica senza la possibilità di incidere? Come avremmo trasmesso ai posteri i grandi capolavori diretti da Maestri del Calibro di Karajan o di  Celibidache?

    Anche a livello storico e di storia dell'interpretazione, quanto può essere prezioso poter ascoltare le interpretazioni di Rachmaninoff, Paderewski o di Debussy che suonano le loro composizioni?

    Secondo me più che focalizzare il discorso sull'invenzione delle tecniche di registrazione, la cosa andrebbe spostata sul "come gli esseri umani hanno reagito al prodotto" e come questo ha modificato la loro vita e le loro abitudini. La colpa non è secondo me da identificare nell'invenzione in sé ma nel come questa viene fruita dall'essere umano.  Come mi piace sempre ricordare, anche la legge della relatività è una formula che descrive l'energia intrinseca della materia, poi c'è chi ha pensato bene di usarla per fare le bombe atomiche. 

  12. Io non credo che si possa giudicare una pianista dai vestiti (come è stato fatto in un altro post) o, come in questo caso, da una parentesi virtuosistica volutamente fatta per intrattenere il pubblico. Ho sentito cose della Wang eccelse... Vedi i concerti per pianoforte e orchestra di Rachmaninoff, vedi quello di Mendelssohn, vedi gli studi di Scriabin e i preludi che voglio allegare. Ha raggiunto un'ottima maturità artistica, nonostante sia molto meno famosa di Lang Lang a mio modesto parere se lo attacca al portachiavi e se lo mette in tasca quando vuole. Secondo me è una grandissima pianista, migliorabile in alcuni repertori, ma veramente di grandissimo spessore. 

     

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