Pierpier Postato Ottobre 7, 2018 Report Share Postato Ottobre 7, 2018 Recentemente mi è capitato di esercitarmi per un certo periodo su un piano antico, un Pleyel verticale di fine ottocento restaurato nei primi anni 2000, a dispetto di una serie di "limiti" piuttosto evidenti dello strumento, primo fra tutti la scarsa tenuta dell' accordatura, la gamma dinamica limitata, uno timbro simile a un forte-piano, bassi deboli, difficoltà a suonare dentro i tasti per una loro dimensionatura leggermente (ma percettibilmente) inferiore rispetto all' attuale, ecc.. devo dire che è stata un' esperienza interessante e a tratti sorprendente.. ho avuto spesso la sensazione di suonare su uno strumento straordinariamente "vivo", reattivo, umano.. come se gli accenti, i respiri, le intenzioni, il proprio pensiero musicale si materializzassero con facilità e fluidità. Al paragone i moderni pianoforti, nonostante la loro più avanzata tecnologia, mi appaiono, alle volte, più anonimi, più freddi, meno "umani"... Che ne pensate? Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
Recommended Posts
Join the conversation
You can post now and register later. If you have an account, sign in now to post with your account.