Dino Postato Agosto 15, 2013 Report Share Postato Agosto 15, 2013 Che si può dire di più della poesia? Veramente, io vorrei chiamare la critica una creazione dentro la creazione. Perché proprio come i grandi artisti, da Omero a Eschilo giù fino a Shakespeare e Keats, non si rivolsero direttamente alla vita per i loro soggetti, ma li cercarono nel mito, e nella leggenda e nell'antica fiaba, così il critico tratta materiali che altri gli hanno per così dire purificati, e ai quali sono già stati aggiunti forma e colore di fantasia. Anzi, di più: vorrei dire che la critica più alta, essendo la forma più pura di impressione personale, è a suo modo più creativa della creazione, dato che ha minor riferimento a qualunque criterio a sé esterno, ed è, di fatto, la propria ragione di esistenza, e, come direbbero i greci, in sé e di per sé un fine. Certo, non è mai intralciata da ceppi di verosimiglianza. Nessuna ignobile considerazione di probabilità, quella vile concessione alle fastidiose ripetizioni di vita domestica o pubblica, la tocca mai. Dalla finzione ci si può appellare al fatto. Ma dall'anima non c'è appello. [O. Wilde - Il critico come artista, con alcune osservazioni sopra l'importanza di non fare niente] Per me può essere estesa all'arte in generale Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
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