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Piano Concerto - Forum pianoforte

CromaDiBrera

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Risposte postato da CromaDiBrera

  1. A me piace davvero molto, soprattutto l'esposizione (e un po' meno il finale), anche se non capisco questa impronta stilistica un po' "schizzata", che mi ricorda quell'altro tuo pezzo con le scimmiette. :)

    Sul pedale, veramente, sono d'accordo con gli altri, ma l'avevo già scritto: secondo me, questo soggetto non è molto comodo sulla pedaliera (tantopiù che la scala è senza alterazioni) e immagino che nella realtà l'effetto sarebbe poco scorrevole; senza contare, poi, che le canne più grandi non hanno la stessa risposta rapida dei manuali (hai provato ad ascoltare solo i pedali, con questo campione?); ma sarebbe interessante che qualche organista qui dicesse la sua.

     

    P.S. Mi compiaccio che il programma abbia funzionato anche con Finale: penso che siamo solo in due nell'orbe terracqueo ad essere riusciti ad usarlo in questo modo...! :)

  2. accidenti, ma sui registri non si legge un ciufolo! ho dovuto andare per tentativi! Sarà anche per questo che non sono riuscita a cavarci che noticine esanimi che si percepiscono a stento :(

    Ho invece trovato questo

    https://sites.google.com/site/savirtualorgans/home/barton-theatre-organ/barton-3-6-for-haupwerk

    che mi sembra un po' più "corposo", anche se l'originale non l'ho mai sentito. Vedremo.

     

    La finestra può essere ingrandita un pochino andando nel menu "view", poi "piston toolbar" e "main concole piston toolbar"; oppure, puoi visualizzare hauptwerk a tutto schermo ("show ... full screen", sempre in "view"); ma, se occorre, di quasi tutti gli organi c'è la possibilità di mostrare solo i gruppi dei registri (pannello di destra, di sinistra, ecc.), quindi si possono leggere meglio.

    Per quanto riguarda il volume, invece, puoi alzarlo andando nel menù "large floating control panels" (sempre in "view") e selezionare "audio, midi and performance"; lì hai sia il volume che il trim volume (che di default è a -10 dB). Però, anche di default, il volume non è bassissimo; potrebbe darsi che, se hai caricato il St. Anne Moseley (quello "di serie", compreso nel programma), sia selezionato il registro "pp" (pianissimo, appunto).

    Quello che hai linkato è un organo elettrico da teatro, di tipo americano. E' un po' sui generis per una fuga, ma... perché no? :) Solo che è dry (cioè senza alcun reverbero) e mi sembra che anche i suoi registri siano difficili da leggere... no?

     

    P.S. Tempo fa avevo aperto una discussione su hauptwerk. Prima che Frank si spazientisca :), lo invito a dirottare l'argomento qui: http://www.pianoconcerto.it/forum/index.php?/topic/1698-ho-trovato-la-configurazione-sibeliushauptwerk/?hl=hauptwerk 

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  3. ...Oppure (forse è ancora meglio) si potrebbero stabilire dei paletti formali...! Ad esempio, che il soggetto (pur libero) debba essere protetico (o tetico, o acefalo), sia compreso in un tale intervallo e, per dire, sia non quadrato per difetto... Questa non mi sembra una cattiva idea, perché sottolinea di più gli aspetti formali della frase senza porre alcun vincolo armonico; quindi uno stile o un gusto personale potrebbe esprimersi in modo estremamente libero e creativo, pur nelle condizioni convenute. Vediamo cosa ne pensa il buon Frank.

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  4. [...]

     

    Sarebbe curioso anche un laboratorio dove si scrivono gli spunti per i brani invece del brano stesso, per valutare la creatività dei compositori, i loro linguaggi preferiti ecc. (finora secondo me è successo solo nei pezzi per coro in quanto solo il testo è dato).

    Facendo laboratori con soggetti tratti dalla storia è ovvio che, dovendo rispettarli, conseguentemente ci ritroviamo vincolati ad un certo tipo di linguaggio.

     

     

    Ti ringrazio dei complimenti. 

    Per quanto riguarda la tua proposta sulla scrittura degli spunti, io sarei completamente d'accordo perché, come dici tu stesso, sarebbe essenziale misurare la propria creatività anche, per così dire, sul foglio bianco. L'unica cosa è che bisognerebbe trovare il modo di stabilire un filo conduttore tra i partecipanti, cioè una piattaforma comune di elaborazione, altrimenti "questo l'ho scritto io" esiste già. Così a la volée mi viene in mente, ad esempio, che si potrebbe stabilire la base armonica del soggetto, oppure che potrebbe essere costruito liberamente su un basso dato (senza che questo costituisca una voce, è ovvio).

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  5. Potrebbe essere utile dare un occhiata ad alcune composizioni di Cesar Franck, penso che il suo linguaggio possa fornirti molti stimoli sul piano contrappuntistico e nella tua direzione.

     

    Ti ringrazio per il suggerimento; stavo ascoltando questo e, in effetti, mi sembra molto interessante. 

  6. a proposito, ma c'è un modo di comandare i registri da Sibelius/Finale (che so, inviando un segnale midi) oppure si deve fare tutto in real time col mouse?

     

    Probabilmente sì, inserendo dei messaggi midi sullo spartito; però non ho approfondito. 

     

    Siccome pare che non ci sia modo di tener aperte contemporaneamente le finestre (o di affiancarle), io, nell'ordine, faccio così:

    - apertura dello spartito (Sibelius/Finale)

    - assegnazione della libreria da usare (Hauptwerk) e dei canali nel mixer (1/pedali, 2/manuale in basso, ecc.)

    - apertura di Hauptwerk (io ho destinato uno dei tre settings disponibili all'uso con Sibelius)

    - caricamento dell'organo (nel menù "organ", se vuoi caricare un campione troppo grande, puoi scegliere di escludere i registri che non ti interessano per risparmiare memoria)

    - apertura manuale dei registri e avvio della registrazione (nel menu recording, "start audio recording"); oppure viceversa, se vuoi includere i rumori di questo "smanettamento"

    - clicco sulla finestra di Sibelius/Finale (e la finestra di Hauptwerk si chiude in secondo piano) e avvio la normale riproduzione (non la registrazione, ti ricordo)

    - al termine della riproduzione, riclicco sulla finestra di hauptwerk per riportarla in primo piano, rivado nel menù recording e clicco "stop audio/midi recording playback.

     

    Fatto. Per l'editor del file audio che ottieni, se Reaper ti sembra troppo complicato sulle prime, puoi usare Audacity (che è free).

  7. @Croma, mi permetto di dire qualcosa perchè immagino sia uno che apprezza. [...]

     

    Grazie, certo che apprezzo.

     

    Sul finale della risposta nell'esposizione, dovrei provare ad accogliere il tuo suggerimento; però mi sembra che non porterebbe al ritorno alla tonalità di la minore per il soggetto al tenore, cosa che invece ottengo con una cadenza plagale.

     

    Premessa su questa benedetta quarta battuta del soggetto: la ragione essenziale per la quale non mi piace è che quella frase andrebbe naturalmente distribuita su due voci: due semiminime sul primo e sul terzo accento (il Mi e il Sol#) e le crome alla voce superiore che fanno quel tipo di movimento; questo è quello che quell'andamento melodico suggerisce all'orecchio. Così com'è a me sembra una sintesi un po' "arozzata", come si dice a Roma. Ma io stesso, più appresso, come ho scritto in risposta a Dilettante, ho fatto una cosa analoga (che, a gusto mio, è un errore).

     

    Ciò premesso, il frammento di scala discendente prolunga la chiusa del soggetto, nelle mie intenzioni indebolendone l'effetto dal punto di vista ritmico (visto che non mi piaceva...). In ogni caso, per rendere più fluido il discorso melodico, nelle mie esercitazioni sul genere ho sempre cercato di fare la stessa cosa, ovvero di legare la fine del soggetto con l'inizio della risposta per non entrare in competizione con l'ingresso del controsoggetto. Ma è una pura questione di gusto.

    Più in dettaglio, battuta 5, questo è stato il mio ragionamento: dando per scontato che alla risposta occorra una nota sul tempo forte per conclusione naturale del soggetto, questa può essere (per linearità melodica e senza coda) o il do che ho scritto, o il mi; e ho scelto il do anziché l'ottava, per completezza armonica; ci metti il la inferiore (che ho collegato mediante il si con le crome), e hai il rivolto 4/6 di la minore, cui si aggiunge subito il fa# che porta diritto al V del V nella battuta appresso. E quindi quel rivolto di la minore diventa un'appoggiatura sul V. Dl punto di vista ritmico (cui per istinto guardo prima del resto), ho scelto l'arresto con la semiminima sul secondo accento per lasciar libero l'effetto della sincope di ingresso del controsoggetto, che lo rende immediatamente riconoscibile (diversamente, per esempio, la risposta sull'accento forte avrebbe potuto essere la serie di quattro crome do si do re, a chiudere sul mi che ho scritto a metà battuta). Insomma, a modo mio ci avevo ragionato... Immagino che, come negli scacchi, non esista la mossa migliore; ma a me questa piaceva, tanto è vero che poi l'ho ripresa giocandoci qua e là.  

     

    Mi interesserebbe molto comprendere meglio la relazione che hai sottolineato, tra la conclusione del soggetto e i collegamenti armonici (ma forse ti chiederei di scendere troppo nel merito rispetto all'attenzione che mi hai già cortesemente dedicato).

     

    Sugli stretti hai certamente ragione, è che non ci sono proprio riuscito; mi sono sentito condizionato molto da quel salto tra prima e seconda battuta del soggetto, che infatti mi piace quasi quanto la quarta battuta (Mozart verrà a tirarmi i piedi), più o meno per le stesse ragioni: a me vien voglia di tenere il fa sopra il sol#, che diventano due voci... 

     

    Sulla tenuta del suono, non ricordo le regole di Schumann; però ho cercato di tenere conto del fatto che l'organo si suona generalmente più staccato del pianoforte (per via del reverbero ambientale) e, nella realizzazione che ho fatto del playback, ti renderai facilmente conto che soprattutto le note lunghe durano meno del valore scritto. Solo nelle legature di portamento ho usato l'intera durata delle note che vi sono comprese (ma non in quelle a fine legatura, peraltro). Devo anche dire, però, che nell'ascolto della stesura armonica ho usato l'organo (proprio perché so che i pasticci di armonia si sentono di più) prima di ridurre la durata effettiva delle note e ad un tempo stralentissimo; quindi, se ci sono passaggi discutibili sotto questo aspetto, non posso dire di non averli sentiti.

    Naturalmente, se tu o chiunque qui volesse farmi notare nel dettaglio qualche bruttura armonica, riterrei di ricevere una cortesia.

     

    Io preferisco il pianoforte non solo perché le dinamiche rendono meglio percepibili i movimenti delle voci inferiori, ma anche perché si può enfatizzare questo o quel passaggio, l'ingresso di una voce anche intermedia, o anche avvertire meglio l'aspetto "poliritmico" determinato dalla sovrapposizione delle voci.

     

    Per quanto riguarda le pause, come spiegavo a Bianca, siccome sono partito con l'idea dell'organo, ho usato le pause in funzione dei cambi di registri o di manuali. In pratica, si trattava di alternare diversità di timbro (o di "atmosfera") tra le diverse sezioni, ma è senz'altro vero che avrei potuto farne un uso più strategico; solo che non saprei identificare degli episodi portanti della composizione, perché all'interno del divertimento non c'è una vera e propria ripresa e non c'è una bella sezione finale per gli stretti, o un bel pedale di tonica. 

  8. ho guardato la libreria dell'organo del Velosovo (se è questa http://www.sonusparadisi.cz/en/organs/major-european-schools/velesovo-slovenia.html ), ma non mi sembra free. La versione demo funziona?

    Quella che hai linkato è la pagina della versione con i registri al completo (361 euri); puoi cercare la versione demo nel menù "free stuff" sulla barra in alto, la trovi nella seconda pagina (che poi è questa qui: http://www.sonusparadisi.cz/en/blog/velesovo-demo-sample-set/). Come vedi, i registri sono molti di meno (dieci in tutto, cioè quattro per manuale e due ai pedali, cui puoi aggiungere una copula tra i manuali e il tremolo sia su questi che sul pedale), ma la qualità di questi è identica alla versione completa; inoltre, puoi caricare la demo anche nella versione free di Hauptwerk, che consente un massimo di 1,5 Gb.

    L'unico organo completo effettivamente free della Sonusparadisi (nel senso che viene cortesemente chiesto di pagarlo se piace, ma il suo uso è illimitato) è quello di Kdousov: http://www.sonusparadisi.cz/en/organs/early-and-small-instruments/kdousov.html#!/

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  9. Bella la campana della chiesa. è molto suggestiva. Immagino la scena. Con la chiesa vuota in penombra

    a luci spente. Una sola luce squarcia lo spartito poggiato sul leggio. La luce carezza il volto di quel musicista che di nascosto era entrato dal retro della chiesa con degli spartiti nascosti dentro la giacca per avverare il suo desiderio. Suonare l'organo della chiesetta di sant'Ignazio. Profanare di nascosto quell'organo che si era spinto a suonare alleluia o Il signore è la mia salvezza.

    <Finalmente musica> disse l'organo dentro di sè. Erano anni che non ne sentivo così. L'organo si ripuliva dalle ragnatele. Le canne mai usate finalmente con il getto dell'aria si svuotavano di polvere e di ragnatela, mentre il musicista starnutiva, allergico a quella polvere stantia che tanto odiava.

     

    Eh, ma sei un poeta! Guardati un po' le foto, è proprio come scrivi tu! (clicca anche sulle varie voci correlate, nel menù a sinistra)

     

    http://www.hauptwerk.nl/historyoosterwijtwerden.php

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  10. Intanto grazie. Più che altro, a parte le entrate del Tema...se hai elaborato qualche frammento in particolare e a quale battuta. Tutto qui. L'armonia che usi per me  è già troppo avanti :)

     

    Ci provo, ma mi sa che scriverò un bel po' di scemenze:

     

    Le battute 17/20 vengono riproposte in contrappunto doppio tra soprano e contralto nelle 49/52.

     

    Il soprano della 21 nasce (anche se molto variata) da un'inversione della 4a battuta del soggetto; il modo in cui questa sfocia nella risposta viene isolato e ostinatamente ripetuto nelle battute 21/22 (al tenore) e nella 23 al contralto.

     

    Da 26 il soprano ripropone il soggetto variato (ma qui ho commesso un errore: sarebbe stato molto più elegante tenere il do iniziale e riproporlo più integro, arrangiandomi in qualche modo con le altre voci per ottenere un effetto simile...), fino a quando (29) contralto e tenore lo riprendono con un accenno di canone a specchio (poi, in 30/31, tra soprano e basso).

     

    In 32 viene ripresa la coda del soggetto che porta ad una serie di episodi modulanti (a 33, sesta eccedente italiana), fino a 36.

     

    A 37, ripresa del soggetto in Mi bemolle maggiore (al tenore), con sovrapposizione di diverse figure precedenti da parte delle altre voci.

     

    A 40/41, riesposizione del soggetto inverso al soprano, poi variato, insieme ad una riesposizione variata del tenore che procede sostanzialmente in rapporto di terze, mentre il basso tiene un pedale comune agli accordi di Fa minore e diminuito.

     

    Da 45, ripresa del soggetto (variato) al basso, con sovrapposizione di figure precedenti nelle altre voci. Per 49/52, vedi quanto scritto per 17/20

    (Una delle idee che mi sono passate per la testa in corso d'opera, che poi non sono riuscito a sostenere, era quella di utilizzare questa frase come un elemento ricorrente di rondò, per la serie “fàmolo strano”...!).

     

    A 53/54, il soggetto viene ripreso dal contralto mentre il tenore compie un piccolo stretto riaccennandolo all'inverso. A 56, Il soggetto viene riproposto al basso, attraverso un andamento armonico più “luminoso, sostanzialmente in maggiore.

     

    A 66/67, la cadenza finale coincide con un piccolo stretto (soprano, basso e contralto), accennato sul soggetto (ma proprio solo un “ammiccamento”) e molto ravvicinato, nella dominante della tonalità d'impianto.

    P.S. Io scrivo sempre "un piccolo stretto" perché mi pare che come li faccio io siano 'na str...ta, ma diciamo che ci ho provato...

     

    Finale (68) con terza piccarda.

     

     

    ...E non sparate sul pianista, eh? :)

  11. Hai provato a mettere il secondo layer del basso sul pedale e fare un playback con Hauptwerk?

    All'inizio ci avevo provato, però poi devi assegnare la durata delle note come sarebbero realmente, per ottenere un effetto realistico; per questo mi sono preoccupato della "diteggiatura" dei piedi (ma come si dirà...? :) ) e mi è sembrato che il fraseggio non funzionasse anche perché, secondo me, deve essere condiviso pure nelle altre voci; poi c'è il problema di doverlo fare con un registro adeguatamente sonoro (come un fagotto o un posaume, per esempio), il che significa dover "pompare" anche i manuali. Insomma, alla fine non mi convinceva anche per una semplice questione di gusto, forse perché preferisco le dimensioni più intime (anche nel pianoforte, per dire, dove ho usato spesso il pedale a una corda, più o meno in corrispondenza del ricorso al positivo; quindi come se fosse un manuale a parte del pianoforte).

  12. Cioè vuoi dire che riesci a caricare Hauptwerk in finale? io ci avevo provato ma non aveva funzionato, mi pare, e come dici, con il midi diventava troppo meccanico.

    Sì, anche se, come ho scritto, io ho Sibelius e non Finale; in ogni caso, il sistema da seguire è lo stesso. In pratica, funziona così: quando installi Hauptwerk, ad ogni domanda su come vuoi usarlo devi rispondere che lo userai via sequencer/MIDI. In particolare, sotto il menù "General Settings", alla voce MIDI Ports devi attivare la seconda opzione ("sequencer" anziché "console") sia per l'IN che per l'OUT. Poi prova ad assegnare i canali del mixer di finale nel seguente modo: Canale 1 alla pedaliera; Canale 2 al Grand Organo, e i canali successivi ai manuali via via superiori (se ce ne sono); ovviamente, questo vuol dire dover scrivere separatamente ciascuna coppia di righi per ogni singolo manuale (ai pedali, cioè al canale 1, potrai invece inserire in partitura anche il solo rigo in chiave di fa). Io, infatti, ho dovuto scrivere una partitura a parte per l'esecuzione, diversa da quella per la lettura che ho postato qui.

    Per far suonare quello che scrivi, non dovrai aprire Hauptwerk dalla finestra del mixer di Finale (o di Sibelius), ma dovrai attivarlo a parte, cliccando direttamente sulla sua icona come se volessi caricarlo per suonarlo live. 

    Poi c'è la questione del recording, cioè del come ottenere un file audio: non si possono usare le funzioni preposte di Finale o di Sibelius, ma il "registratore" interno di Hauptwerk (menù "recording"), il quale è in grado di ottenere una registrazione di tutto quello che suoni (e anche dei registri che attivi "manualmente" con il mouse); cioè: si avvia la registrazione e poi si fa partire il Play del programma di notazione, come per risentire quello che si è scritto (e nel corso di questa, se necessario, si attivano o disattivano dei registri all'occorrenza, in tempo reale come se si stesse suonando); al termine, si torna nel menù recording e si ferma la registrazione. Il programma di editing audio, a questo punto, è utile per tagliare la testa e la coda del file... E lo è anche per convertire la frequenza di campionamento, visto che il file audio che otterrai è a 48 KHz e non a 44.1... Poi è utile anche per mixare i registri che non si riescono a caricare contemporaneamente per limiti di memoria e... molto altro ancora.

     

    Comunque, se tu od altri vorrete provarci e non vi è chiaro qualcosa, chiedete pure. Le librerie di Hauptwerk da poter scaricare ed usare gratuitamente sono diverse decine...! Come questo qui, per esempio (guardate il video alla sezione "media"!) : http://www.dlugakoscielna.net/

  13. Non avevo colto nemmeno io che fosse di Mozart. Ho i miei dubbi ... l'ultima battuta che risolve senza l'appoggiatura mi ha fatto propendere per un'altro autore sempre del periodo. Avrei detto Hummel o Haydn, ma Mozart proprio no. Però mi è piaciuto molto e l'ho scritta per organo (tanto per continuare il ciclo) con registri abbastanza sostanziosi e un pedale che ha una sua vita.

     Ma, appunto, l'ultima battuta non è di Mozart (e neanche la penultima). Evidentemente, è frutto di una "revisione" di Gedalge.

     

    Per quanto riguarda il pedale, l'idea di assegnargli una voce era venuta anche a me perché Frank, nel primo laboratorio sulla fuga, fece lo stesso. Anzi, avevo preso a fantasticare sulla possibilità di scriverla a cinque voci... Però poi mi sono posto il problema se il soggetto fosse di esecuzione agevole e, dopo essermi letto un po' di cose ed aver visto qualche video sul modo di suonare i pedali, ho concluso che con la tecnica più diffusa (che consiste nel far passare un piede dietro l'altro) sarebbe stato necessario inserire uno stacco dopo la prima nota puntata, il che non è nella scrittura data. Magari non è così e qualsiasi organista mi dimostrerebbe il contrario ma, nel dubbio che il soggetto al pedale risultasse nella realtà un po' "forzoso", ho preferito far tutto sulla tastiera (anche perché non mi era mai riuscito di scrivere una fuga a quattro voci eseguibile a due mani, e mi sembrava di avere un'occasione per superare questa mia imperizia, aumentando al contempo la versatilità nella scelta dello strumento). 

     

    P.S. Quella su Bach, che ho scritto sopra, era una battuta; anche se fosse vero (come a me sembra) che non era solito affidare una voce al pedale per le fughe, resta il fatto che le sue sonate a tre per organo dimostrano che non c'è alcun limite ad assegnare linee melodiche alla pedaliera, se non per la possibilità di eseguire certi passaggi. Naturalmente, alternare note ascendenti e discendenti risulta molto più facile rispetto ad una scala di note contigue, o ad un arpeggio sulle triadi.

  14. Anche a me è piaciuta, come dicevo soprattutto la versione dell'organo. Non entro nel merito della forma, ma all'ascolto la trovo gradevole e interessante in alcuni passaggi.

    Grazie. :) L'organo, naturalmente (nel senso che è così di sua natura), fa sentire più gli acuti che i bassi; è una questione fisica, di pressione dell'aria. Quindi ha il problema di mascherare un po' il movimento delle voci inferiori; per questo motivo ho cercato di assegnare queste, nei momenti più salienti e compatibilmente alla possibilità di esecuzione reale, al grand organo (e quelle superiori, invece, al positivo). Ho usato il pedale quasi solo come rinforzo del timbro, senza che intervenisse nel gioco delle parti, perché ho visto che anche Bach faceva così... :P

     

    A gusto mio, però, lo strumento che rende meglio è il pianoforte. Almeno in questo mio caso.

  15. intendi usare hauptwerk direttamente da finale? usi midiyoke?

    Non uso midiyoke (che non conosco), ma neanche i file midi.

    In pratica, uso Hauptwerk come una qualsiasi piattaforma vst con le sue librerie (Kontakt, Play, Aria o altro) direttamente dal programma di notazione. La cosa interessante è che non è previsto un uso di questo tipo e, persino, girano anche dei programmini sulla rete che promettono di consentire ciò, ma sono inefficaci; io, invece, ho trovato il modo assegnando i canali giusti per i vari manuali e settando Hauptwerk in modo che venga "eseguito" dal programma di notazione.

     

    Hauptwerk è una roba di una qualità stratosferica ed è un programma studiato per le esecuzioni dal vivo con una consolle dedicata (composta di manuali, pedali, ecc.). Oppure, puoi importare dei file midi, ma ovviamente poi il risultato è meccanico. Invece, con un programma di notazione (io ho Sibelius 6, ma Finale è lo stesso) e un qualsiasi editor AUDIO (no midi!) come Audacity, Garageband o Reaper (che è il top ed è praticamente gratis) si può evitare la consolle da svariate migliaia di euri (oltre al dover saper suonare l'organo!). Naturalmente, bisogna saper editare un'esecuzione verosimile (cioè espressiva) direttamente sul programma di notazione; e questa è una cosa alla quale ho dedicato molto tempo, ma che molti trascurano.

     

    Insomma, a parte il programma di notazione, tutto il resto non costa nulla. E' gratis (ho usato la versione free di Hauptwerk). L'unica libreria che io abbia usato estranea ad Hauptwerk è stata quella del piano, che è il Bosendorfer della East West.

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  16. A me sarebbe utile, l'ho ascoltata e mi è piaciuta, forse in alcuni punti mi sembra un po' "affaticata". Probabilmente un mio limite.

     

    E' anche vero che, preoccupato del gioco di cambio dei manuali (le pause sono frequenti per questo motivo), forse l'ho fatta troppo lenta. Però forse non si tratta solo di questo e mi piacerebbe capire meglio cosa intendi per "affaticata"; c'è qualche momento dove avverti di più questo aspetto?

     

    Mi spiace per le note perché, scherzi a parte, avevo pensato di metterle, ma poi mi sembrava un po' troppo pretenzioso o autoreferenziale sottolineare un'inversione del tema o il contrappunto doppio di una frase. Tra l'altro, anche se qui mi sono impegnato, non sono bravo nell'analisi armonica; ho cercato di piazzare spesso delle seste eccedenti perché sono quelle che sto cercando di studiare ora... :P

  17. E' il manuale per eccellenza di chi studia la fuga e in appendice ci sono svariati soggetti di Gedalge stesso e d'autore (stesso discorso per Dubois). Praticamete il soggetto del laboratorio è proposto anche nell'appendice del Gedalge :)

    Ne ho sentito parlare, ma non l'ho studiato. Però è interessante notare che il soggetto non è proprio uguale a quello di Mozart. Non che voglia giustificarmi parzialmente, intendiamoci, ma la seconda parte del soggetto (che è diversa) era quella che mi piaceva di meno, soprattutto l'ultima battuta.

  18. Comunque non voglio negare l'evidenza, su Mozart ho preso proprio una cantonata.

    Certo che fa un bell'effetto sentire lo stesso soggetto da lui...! Se avessi conosciuto questo suo movimento, non sarei mai stato in grado di cavarne qualcosa. Il condizionamento sarebbe stato troppo forte. 

    Ma poi cosa c'entra Gedalge?

  19. Debbo prendere atto che Frank ha raccolto una nostra vecchia idea della quale avevamo parlato anni fa, cioè di raccogliere per un lab un "tentativo" di studio di Mozart sulle fughe. ;) In ogni caso, io conservo molti dubbi che il soggetto fosse una invenzione di Mozart. Anzi, resto convinto del contrario. Non mi meraviglierei che, nello sforzo profuso per elaborare uno studio sulla fuga, si sia arrogato la paternità della questione a prescindere da quella del soggetto.

    In ogni caso, sul Paumgartner (direttore del Mozarteum di Salisburgo al tempo della pubblicazione che cito), si legge: "nel 1788 Mozart trascrisse per quartetto d'archi l'importante Fuga in do minore per due pianoforti K426 (novembre 1783) aggiungendovi un'introduzione. Rimasero incompiute una fuga in sol minore a quattro voci K401, una sonata in la minore per violino e pianoforte in la minore K402, consistente poi in una fuga preceduta da un'introduzione in la maggiore, ... . Il gran numero di frammenti ed anche le composizioni interamente realizzate dimostrano come Mozart in questo campo musicale non andasse oltre lo stadio del tentativo. [...] Tutti i suoi tentativi di immedesimarsi incondizionatamente nello spirito dei grandi maestri del passato appaiono sempre un po' inceppati dalle pastoie scolastiche".

     

    E infatti per l'appunto, secondo me, questo soggetto è una pastoia scolastica. Ma è una questione di gusti.

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