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Piano Concerto - Forum pianoforte

CromaDiBrera

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Risposte postato da CromaDiBrera

  1. P.S. Certo che se scrivi che Il Don Giovanni non ti ha dato nulla, la strada mi sembra lunga e tortuosa... E' una delle opere più facili da comprendere, anche per chi non ama il genere. Ed è un vero capisaldo di tutta la cultura romantica a venire. Il che mi conferma che sarebbe utile conoscere i periodi storici, prima che gli autori. 

  2. Il primo consiglio che mi viene in mente è quello di leggere una buona biografia (come quella di Paumgartner, ed. Einaudi, direttore del Mozarteum si Salisburgo). Nelle biografie serie si trova sempre anche il catalogo aggiornato delle opere, e sul Tubo c'è veramente qualsiasi lavoro di Mozart, anche quelli meni conosciuti. Ma, in realtà, per capire Mozart ciò non basta affatto. Quello che serve davvero è capire il periodo: non si può comprendere Mozart senza capire in quale modo la sua arte potesse emergere tra i suoi contemporanei, quindi secondo me è fondamentale ascoltare i contemporanei di Mozart, per comprenderne davvero il valore. Se non si fa questo, si è portati a pensare che alcune sue qualità musicali fossero esclusivamente sue quando invece, magari, appartengono al periodo e al gusto dell'epoca. Ad un orecchio poco attento, un lavoro di un qualsiasi boemo dell'epoca emigrato a Vienna (ce ne sono molti) potrebbe tranquillamente essere spacciato per Mozart, almeno nella musica strumentale. Insomma, la mia idea è che, per capire il valore di Mozart, bisogna confrontarlo con gli altri autori del suo tempo, assorbendone il gusto e lo stile. Solo così si può capire la differenza. Ma questo vale per qualsiasi autore di musica, veramente (anche per il rock: non si potrebbe mai capire il valore di un Jimi Hendrix, per dire, senza confrontare il suo modo di suonare con quello dei suoi contemporanei).

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  3. P.S. Ho dimenticato di scrivere che il MIDI non legge le variazioni di tempo, è vero, ma legge la micro-posizione delle note, il che è indispensabile per rendere quei piccoli anticipi e ritardi tra una nota e l'altra (in righi diversi, intendo, cioè "in verticale") che rendono più realistico l'effetto.

  4. Scrivo un P.S. per chiunque cui, come me, capiti di riaffacciarsi e spolverare vecchie discussioni.

     

    Le articolazioni nei programmi di notazione si inseriscono semplicemente con un messaggio midi in corrispondenza della nota. Per esempio, C0 è: ~N24, 127 (attenzione agli spazi e alle maiuscole!); C#0 è ~N25, 127, e così via. Questo vale non solo per le keyswitch, ma per qualsiasi altra cosa possa essere letta in MIDI. Il sustain o il pedale per il piano, per esempio, si attiva con ~C64, 127 e si smorza con ~C64, 0; se il campione lo permette (come con i QLPiano della EW), si hanno anche effetti intermedi: ~C64, 65 dà l'effetto degli smorzatori che sfiorano la corda, cioè con il pedale abbassato per metà. Naturalmente, lo stesso vale anche per il pedale "una corda", che è il ~C67. Poi ci sono anche messaggi per il bending, per l'intonazione, ecc. Si trovano nei manuali d'uso. I messaggi MIDI possono essere usati in qualsiasi programma di notazione, credo; bisogna solo preoccuparsi che la libreria preveda la possibilità dell'effetto voluto.

     

    Questo non vuol dire che sia consigliabile fare il missaggio direttamente dal programma di notazione (anzi, non lo è), però usare sin dalla scrittura i messaggi MIDI è un grosso vantaggio quando poi bisogna esportare tutto nella DAW (dove l'unica informazione che manca è quella sulle variazioni di tempo, perché il MIDI non le legge). Anche i legati non sono un problema (librerie a parte), perché si possono fare tutti i messaggi che si ottengono suonando con la tastiera in una DAW. Spesso ci si dimentica, infatti, che una tastiera non fa altro che inviare messaggi MIDI.

     

    Infine non bisogna dimenticare che quello che conta è a quale tipo di progetto si sta lavorando: per quanto mi riguarda ho fatto anche lavori orchestrali direttamente con tastiera e DAW ma, se dovessi fare una partitura musicalmente molto curata e con più tempo a disposizione, troverei indispensabile preparare tutto il MIDI nel mio Sibelius, guardando la partitura anziché perdermi tra i ticks. 

     

    Va anche detto che l'ultimo Logic (che costa anche poco) incorpora ormai anche un buon programma di notazione, quindi immagino che Sibelius, Finale & co. possano divenire presto obsoleti in gran parte dei casi.

  5. Ciao, riprendo questa vecchia discussione per aggiornarla con una mia esperienza recente.

     

    Nelle risposte, è stata praticamente esclusa l'ipotesi "cuffie" avanzata dal venditore, ma credo valga la pena di considerarla.

    Normalmente, viene negata la possibilità che le cuffie possano sostituire i monitor nel missaggio; però, con un po' di esperienza e parecchi errori, mi sono reso conto che, se non si dispone di un ambiente idoneo (normalizzato, come scrive Simone), non ci sono nearfield che tengano.

     

    La mia DAW è in una grande stanza a "L", senza porte e con una scala aperta che va al piano di sopra; è praticamente impossibile insonorizzarla, quindi ho dovuto rassegnarmi all'idea di cercare delle cuffie di riferimento. Allora ho rintracciato TUTTI i grafici disponibili sul web (risposte in frequenza, distorsione armonica e via dicendo), confrontando un'infinità di marche e modelli, per trovare la cuffia aperta più lineare possibile; l'ho acquistata e ho messo da parte i monitor. Tra l'altro, mi sono fidato solo dei dati tecnici perché non ho avuto la possibilità di ascoltarla prima; e ho fatto bene, perché solo allora mi sono reso conto di non essere mai riuscito prima a fare un missaggio decente né in casa mia, né in quella di amici forniti dei migliori monitor, coni da 16, pannelli assorbenti e tutto il resto. Tanto sotto i 50 Htz non si sente niente lo stesso e, se lo metti in casa, un subwoofer spara rimbombi a caso (senza contare eventuali problemi di vicinato, coinquilini, ecc.). Per inciso, nei più comuni dispositivi di ascolto la percezione dei subbassi è un fenomeno di psicoacustica. L'unica ragione per la quale ricorro ai miei vecchi monitor è quella di guardare i movimenti "muti" del cono, proprio perché sono una spia delle basse frequenze (cioè "flottano", anche se non le riproducono): allora taglio a 20 Hz e non ci penso più.

     

    Quindi, almeno per quanto mi riguarda, ho dovuto constatare che un paio di cuffie lineari di riferimento valgono molto più di ottimi monitor piazzati nell'ambiente sbagliato (e costano molto meno!). E che, se devo fare un lavoro "serio", devo metterlo a punto in un ambiente professionale, cioè progettato allo scopo.

     

    Naturalmente, ha ragione Simone quando scrive che la qualità si può ottenere anche in casa; però bisogna poter scegliere la stanza giusta (io non ho potuto) e spendere parecchio per farne un ambiente molto "pulito". Oggettivamente, questo non è sempre possibile.

  6. Nella produzione in proprio conta anche molto la rapidità di lavoro, quindi è fondamentale sapersi muovere bene in un programma e poter fare tutto al volo. Ormai garantiscono quasi tutti una qualità molto buona, quindi l'importante è saperne usare molto bene almeno uno. Se devi andare a fare produzione altrove, devi conoscere quelli più in uso (Pro Tools, Logic, ecc.). Ma, se l'ambizione è produrti le tue cose, secondo me è meglio sapersi muovere in un ambiente che si conosce bene; tanto, poi, se devi fare un lavoro altrove, puoi sempre esportare tutto in altri "ambienti"... Ma in realtà non capita mai, perché si finisce sempre con il dover correre come pazzi. Almeno, a me succede sempre così...

  7. Avevo risposto in privato ad Antares ma, se può essere utile ad altri, copio e incollo:


     


    Non conosco la versione 7, perché uso la 6. In ogni caso, non dovrebbe essere diverso: nella barra del playback (che puoi attivare dalla barra degli strumenti generale), dovresti avere il cursore per modificare la velocità dell'intero brano. Questa, in ogni caso, viene stabilita al momento di creare il documento.


     


    Un altro sistema, più dettagliato e che ti permette anche di modificare la velocità nota per nota (e quindi di rendere il playback più realistico) consiste nel selezionare una nota, poi andare nel menù crea > testo > segno di metronomo; quindi digitare "q = n" (dove n sta per un numero maggiore o minore di 100, che è la velocità di default data al documento).


     


    Quindi: se tu scrivi "Allegro" all'inizio dello spartito, la riproduzione andrà a 120; o, se scrivi "Presto", andrà a 160. Ma, indipendentemente da questo, se tu all'inizio scrivi q = 110, il pezzo andrà a 110 (qualunque sia il tempo che tu abbia indicato con il testo, o a prescindere dal fatto che tu ne abbia indicato uno).


     


    Questo secondo sistema funziona certamente anche con la versione 7 e, se ti interessa solo il playback, non hai praticamente bisogno di preoccuparti né del cursore del playback, né di indicare "Andante", "Allegro", ecc. 

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  8. Grazie Frank, ho letto. Ma io non ho Logic Pro 9, bensì Logic Express 9.1.8 (il quale, se non sbaglio, è l'equivalente "povero" di Logic 8).


     


    Certamente si era confuso anche Simone. Infatti ho provato ora, prima di disinstallare l'upgrade, a selezionare un progetto Garageband e a fare "apri con" Logic Exp. 9. Funziona, il progetto viene importato con tutti i suoni originali. Quelli degli strumenti esterni compaiono al sequencing con una icona a parte, cioè una croma nera in campo verde; e anche la track è verde.


     


    Mi resta da capire come creare questo tipo di tracce ex novo, che accolgano gli strumenti AU esterni. E' un semplice "how to", ma non riesco a trovare la risposta nel manuale in dotazione, né nel video corso (dove si fa riferimento solo agli strumenti interni di Logic). 


  9. 1) Grazie Simone, ma io non mi riferivo ai Vst (sapevo che non girano su Logic), ma proprio agli AU; Play della EW, per esempio, è sia Vst che AU, ma non riesco ad aprirlo lo stesso. Per intenderci, quando avvio Logic per la prima volta, questi "verifica" la validità dei plug in e, in effetti, li riconosce e li "convalida". Poi, però, nisba. Devo spostarli manualmente nella cartella components, come dice micamahler? Mi sembra strano, però: tra strumenti ed effetti, saranno un centinaio... Garageband li riconosceva e li rendeva subito disponibili, senza problemi; perché Logic dovrebbe essere così... "illogic"?

     

    2) Per GB, non si può...?! Per fortuna il pacchetto che ho acquistato è un 8 con l'upgrade al 9, quindi dovrei riuscirci disinstallando il 9.

  10. Mi sembra di ricordare (grave per me) che gli strumenti virtuali per essere letti da un o.s. Apple devono avere un'estensione diversa da quella che usa Windows, ci sono i vst, i dxi che legge un software come Sonar e gli Au, che appunto, se non dico cavolate, dovrebbero essere le estensioni che un software della Apple come Logic, dovrebbe riconoscere. In caso negativo penso che Simone saprà ben spiegare il perché di questo inconveniente, magari esiste un applicazione per convertire i vst e farli leggere a Logic.

     

    Grazie Piccinesco, ma so già che il tipo nativo per Logic è AU. Anche se so che c'è il modo di aprire anche i Vst (ma non mi addentro...).

  11.  

     

     

    Non sono esperto ma leggendo non capisco una cosa

     

    > 2) Non capisco come importare un progetto da Garageband.

     

    Intendi esportare da Garageband oppure importare in Garageband?

     

    Scusa se o chiedo ma la documentazione migliore è in inglese e sicuramente le due cose sono diverse.

     

    Ciao, Silbermann. Parlo di aprire in Logic Exp. un progetto precedentemente realizzato con Garageband.

  12. Salve a tutti.

     

    Ieri ho acquistato (usato, comunque originale) Logic Express (9.1.8) e ho due problemi:

     

    1) Quando cerco di caricare uno strumento diverso da quelli interni (East West, Kontakt, ma anche semplici synth) non riesco a farlo né dal browser a destra né dal mixer; in pratica, i nomi degli strumenti sono in grigio e non posso cliccarci su.

     

    2) Non capisco come importare un progetto da Garageband.

     

    Le istruzioni allegate alla confezione, le help e il manuale completo sul sito della Apple sono piuttosto vaghe e lacunose, in proposito.

     

     

    Ringrazio con anticipo Simone o chiunque altro vorrà aiutarmi. 

  13. Per quanto mi riguarda, nel lab ho omesso la scrittura del pedale proprio perché seguiva il primo caso, cioè non solo quello di non intervenire nel gioco delle voci, ma anche di non mutare i rivolti dell'armonia. Bach stesso non usava scrivere il pedale in alcuni casi, ma in altri sì: nelle sue Sonate a tre, per esempio, la scrittura del pedale è ovvia perché costituisce una delle tre voci. La questione mi sembra abbastanza intuitiva.

  14. In realtà la struttura c'era eccome, ma esta stata talmente "manipolata" elaborata che era difficile capire veramente queli erano i frammenti portanti (che avevano generato quel divertimento) e quelli a riempimento.

     

    Perfetto, è esattamente quello che è accaduto nel mio caso: quando ho cominciato a "colorare", mi sono accorto che la manipolazione continua, il voler continuamente limare e correggere, aveva lasciato dei ruderi che andavano restaurati per riacquistare un senso. D'ora in poi, si scrive a colori! :)

  15. Il lavoro che ti sei messo in mente di fare è utilissimo per rispettare il materiale tematico, ma le strutture, che ci dovrebbero sempre essere, poi devono essere ben "nascoste".

    Insomma, all'ascolto non devono pesare, ma un'approfondita analisi è in grado di rintracciarla. 

     

    Grazie per i file!

    Scusa, ma non ho capito questa cosa delle strutture nascoste. Ti riferisci allo schema formale dell'intera fuga? O alla struttura delle frasi musicali?

  16. Siccome non sono molto contento di quello che ho fatto (non lo sono mai) e mi pare che ci siano diverse cose da correggere, a tempo perso sto rimettendo mano alla mia fuga e mi sto divertendo con una piccola novità che sto trovando molto utile (almeno per me): quella di assegnare colori diversi a tutti gli incisi e ai membri di frase delle esposizioni, in modo da costringermi a chiedermi da dove vengano ciascuno di quelli che ho usato negli sviluppi successivi. Mi sono accorto, in questo modo, che bastano pochi ritocchi per rendere più espliciti alcuni passaggi, riconducendone i pezzi ai membri già fatti ascoltare (e la cui logica, avendola tessuta io stesso, davo per scontata anche per l'orecchio altrui). Ad averci pensato, lo avrei fatto dall'inizio, in fase di composizione, perché sono certo che ne sarebbe venuto fuori qualcosa di molto diverso e, probabilmente, di più efficace.

    Non so se il procedimento vi interessa, ma magari posterò la mia seconda versione (una fuga a colori!) quando l'avrò terminata.

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