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Piano Concerto - Forum pianoforte

CromaDiBrera

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Risposte postato da CromaDiBrera

  1. 4/6, ma sicuramente ho avuto c..o, anche perché ho ascoltato e cliccato un po' al volo e con la tv in sottofondo: ho delle Grado sr60 (aperte), che sono molto lineari e appena enfatizzate intorno ai 2,5 Mhz, veramente una scheggia per sentire ogni minimo difetto. Ad ogni modo c'è poco da fare, il 320 kbps non si sente e penso di essere stato solo fortunato; il 192 forse sì, non ne ho beccato nessuno... mi sembrava più scuro e con uno spread stereo più confuso. Mi sono pentito di non aver fatto il test con più attenzione ma magari, se lo avessi fatto, sarebbe andata peggio. E comunque Simone ha ragione: senza il confronto diretto, è praticamente impossibile riconoscere un file compresso; e anch'io ho un amico che giura e spergiura di riconoscerli al volo... Ma de che...

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  2. Chi ha fatto il sound design ?

     

    Il sound designer era lo stesso che, di solito, fa le colonne sonore per il regista. Ma non volevo essere tanto malizioso... Comunque, tecnicamente parlando, quello che ha massacrato il tutto è stato il vento in presa diretta, che è ricco anche di basse frequenze. Ancora oggi non mi capacito: questa cosa è stata proiettata nei cinema, pensa te...

  3.  

     

    Se si deve fare un Mix, sono dell'idea che bisogna lavorare come si lavora negli studi di Mix. Si parte da 0 importando gli stem e sistemandoli uno per uno nel contesto del mix. 

     

    Sinceramente penso di non aver capito cosa intendi per "importare gli stem". Parlando di librerie, non ne facevo una questione di missaggio.

  4. P.S. Tanto per restare in tema e giusto per dire che, prima di pensare di comporre colonne sonore con tanto di orchestra, bisogna passare per esperienze decisamente frustranti...

     

    Questo è un lavoro che ho fatto un paio di anni fa. Dopo tre giorni, era tutto perfetto e splendido: prime proiezioni dal committente, gente che si commuove e tanti complimenti. Poi il regista ha improvvisamente deciso di cambiare tutto il montaggio e ho dovuto rifare tutto nel giro di 24 ore.

    Alla fine, il tecnico del suono ha montato i rumori di fondo che hanno massacrato il mio audio tagliando le frequenze, oltre ad aver fatto errori madornali tipo la ragazza che chiama dal bus con "effetto pesce" (è muta), o il battito cardiaco sul bambino fuori tempo (che io avevo rimarcato con dei pizzicati, come si sente nella prima sequenza analoga). Ciliegina sulla torta, il mio "socio" non ha scritto neanche una nota, ma aveva procurato il lavoro e quindi il suo nome nei titoli di coda precede il mio. Ne sono uscito talmente frustrato ed esaurito (e con una cara amicizia ormai incrinata), che ho distrutto tutti i file e mi sono tenuto solo quello del primissimo montato (giusto per poter dimostrare, casomai servisse, che è un mio lavoro)... 

     

  5. Volevo mandare dei miei brani ad uno di quei siti che ti vendono musica on line (insonorizzazioni ambientali, negozi, mostre, ecc.). Nelle FAQ c'erano solo poche indicazioni sui formati preferiti (wav, aiff, ecc.), quindi ho scritto per sapere se avrei dovuto effettuare la masterizzazione (come se avessi dovuto mettere i brani su Cd), oppure fare solo il mixdown a -3dB per consentire di masterizzare i brani secondo le loro esigenze, visto che fanno anche delle compilation da inviare qua e là. Mi sembrava una domanda ragionevole... Risposta? Questa: "Puoi inviare brani in qualità Cd audio, grazie". Sono sconcertato. Cosa diavolo c'entra la "qualità Cd"...? Uno si fa un sacco di problemi, sta lì a smanettare, e poi...? E parlo di uno dei maggiori diffusori di musica on line in Europa, mica pizza e fichi...! Voi cosa fareste? Faccio il mastering sparato a 0 dB con dithering, compressione, ecc.? A me sembra un'assurdità ma, data la risposta, ... Qualcuno di voi ha esperienze in merito?

  6. Veramente la stessa orchestra bulgara del workshop esegue e registra anche composizioni originali a prezzi relativamente modici. Il workshop è bellissimo, ma se proprio si vuole avere la soddisfazione di una esecuzione live di un proprio brano orchestrale si può tranquillamente contattarla per chiederle un preventivo a prescindere dal workshop (che costa 3.200 euro). Ho conosciuto qualcuno che lo ha fatto ed è stato piuttosto soddisfatto. Anche Carlo Siliotto (un film composer molto affermato in Italia, candidato al Golden Globe nel 2007) ha usato la stessa orchestra in alcuni lavori. Ma parliamo di un compositore da film nato nel '50, assolutamente non "informatizzato" e che ha il suo bel team di supporto che smanetta in pre-produzione... Ma non è la regola, ribadisco. Tra i più giovani c'è gente come Piernicola Di Muro (che ha studiato a L'Aquila con Morricone) o Susanna Quagliarello (che ha studiato negli Usa), affermati sia in Italia che all'estero, che non si sognano proprio di usare orchestre dal vivo: gente che, quando si parla di musica, ragiona esclusivamente in funzione delle immagini; sono film maker a cui non interessa nulla di "fare il compositore", se non partecipare alla realizzazione del film, al pari del montatore o del tecnico delle luci. E' una filosoifia decisamente diversa da chi parte come compositore in senso classico, pensando di "prestarsi" en passant anche alle immagini. La Quagliarello, poi, tiene addirittura dei corsi anche per chi ha nozioni solo elementari di teoria musicale, tanto per dire quanto conti saper scrivere musica...

    In conclusione, al nostro amico consiglierei di ascoltare tanta musica da film, di imparare a riconoscere lo stile dei vari compositori per immagini e di cercare sul web tutte le info possibili sulla loro attività, sul loro modo di fare musica, sul tipo di cinematografia cui si rivolgono, ecc.

    Inoltre, ci sono dei programmi gratuiti e legali grazie ai quali potersi scaricare dei filmati da Youtube e, se si dispone di una cosina tipo iMovie, ci si può esercitare parecchio per capire come si lavora con la musica da film.

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  7. Dipende Mauri... 

    Forse rispondevi a me, non a Piccinesco.

    Volevo solo essere realista: qui si parla di un compositore (magari bravissimo) al quale si prospetta di fare una prima esperienza con un cortometraggio e lui si sta chiedendo come sia possibile farlo senza scrivere prima una partitura... E' evidente che è fuori strada: hai voglia a fare cortometraggi, prima che qualcuno gli proponga una colonna sonora da realizzare in tutta calma con l'orchestra. Non voglio contraddire nessuno e certo che gli studi di produzione per orchestra ci sono, ma io starei con i piedi per terra: quante fiction, film o documentari in Italia sono realizzati con un'orchestra? Basta accendere la tv e contare quante volte capita di sentirne una, a meno che non sia un film di Piovani o di Morricone. Tra l'altro è molto più probabile che ci sia il budget, piuttosto che il tempo per scrivere partiture. Magari i soldi ci sono, ma il problema è che il musicista è quasi l'ultima ruota dell'ingranaggio (dico "quasi" solo perché poi arriva il sound designer a montare tutto l'audio del film, che ovviamente non è solo musica) e il tempo che gli viene lasciato è normalmente pochissimo, a meno che non abbia un nome talmente grosso da essere la "star" del film (ma giusto Morricone...!). Non ti dico, poi, se per qualche ragione ci sono ripensamenti sul montaggio, perché allora sei proprio fregato: tutti si aspettano che tu, dopo che il regista e il montatore si sono presi il loro tempo, faccia la tua "correzione" al volo. Sono cose che capitano spesso. Ed è ovvio che un conto è spostare e rimontare il tutto in una daw, un altro è rimettere mano ad una partitura e, magari, farla risuonare da un'orchestra! Che poi non ci sarebbe solo l'orchestra... Non è che vai lì e dirigi i tuoi bei brani "a tema" e sei a posto: bisogna anche sincronizzarli e c'è un mucchio di gente che deve lavorarci sopra.

    Personalmente, a proposito di librerie, non mi riferivo neanche a quelle che simulano un'orchestra classica; si usano per questo o quel suono, ma non bastano. Spesso, invece, si usano quelle di ensemble orchestrali, dove hai già l'effetto d'insieme bell'e pronto ed estremamente realistico. In pratica, le librerie professionali per il cinema sono pensate per quello, e non per fare musica in senso "classico".

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  8. Il tuo lunghissimo post somiglia molto ad uno mio (ma molto più breve) che avevo postato su Facebook, sullo stesso argomento: anch'io sono perplesso e quasi inorridito del fatto che di questa scoperta immensa, pazzesca, epocale, si sia praticamente parlato pochissimo. Un parziale spiegazione che mi sono dato è che le persone sono talmente abituate alla tecnologia "pret a porter", che pensano di poter fare a meno di qualsiasi ulteriore progresso scientifico. Cosa vuoi più del web, di un social e di uno smartphone? Pensi di aver tutto e non sei più in grado di sognare nulla, né di stupirti più di nulla. E' un brutto mondo. I nostri nonni erano convinti che il progresso scientifico ci avrebbe reso migliori, e invece oggi diamo tutto per scontato. I commenti dei mass media sulle onde gravitazionali sono addirittura ilari, ridicoli o farseschi. E' vergognoso.

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  9. No, in realtà mi riferivo proprio ad orchestre reali che vengono registrate sezione per sezione. Credo comunque che l'intento sia lo stesso di cui parli tu.

     

    Nessuno pensa più di poter usare un'orchestra reale per fare musica da film. E' fuori discussione, sia per ragioni di budget che di tempo. Scusa la brutalità, non vorrei smontarti; ma la verità è che ti capita di dover buttare giù mezz'ora di musica in un paio di giorni, altro che orchestra reale...! A professionisti noti è capitato di dover fare colonne sonore intere nel giro di tre giorni, per poi magari vedersi rifiutare il lavoro a favore di altri concorrenti e di aver lavorato giorno e notte a gratis. E' per questo che ci sono persino librerie virtuali già pronte sugli effetti di insieme: bisogna saper essere rapidissimi. Se pensi di poterti mettere lì con il tuo bravo spartito orchestrale a scrivere un "woosh" o un "braam" nota per nota, sei completamente fuori strada. Queste cose le ha fatte John Williams negli anni '70 (cioè 50 anni fa), ma ormai le colonne sonore si fanno in tutt'altro modo. E LUI era John Williams. Inoltre, oggi si usano i suoni in modo ibrido, cioè mescolando synth, orchestra, loop e tutto quello che la modernità ti mette a disposizione. La norma è che un regista o un editore, nello stesso lavoro, possa chiederti approcci anche molto diversi: in un cortometraggio, può capitarti un "mickey" comico (cioè di startene incollato alle sequenze), oppure un ambient eletttronico, oppure un pezzo epico, o un genere world etnico... E tu che gli dici? Scusate tanto, ma io scrivo solo per orchestra (e, per giunta, da far eseguire dal vivo)...? Non esiste.

    Se vuoi un consiglio sincero, impara ad usare MOLTO BENE un sequencer (Logic, Reaper, Cubase, quello che vuoi tu), dòtati di qualche libreria utile e cerca di affrontare tutte le questioni tecniche del montaggio sulle immagini; altrimenti puoi anche essere Beethoven redivivo, ma se ti commissionano un lavoro sulle immagini non riuscirai mai ad andare in porto. Questo è quello che posso dirti per quel po' di esperienza diretta che ho avuto.

  10. Va bè ma in fin dei conti questo non ha ucciso nessuno, ha espresso un pensiero del cavolo, ma pur sempre il suo pensiero. Il non rispetto della vita casomai lo si potrebbe avere per chi ha ucciso "gratuitamente" migliaia di persone.

     

    Io non sarei affatto sicuro che uno con i suoi trascorsi e le sue idee non abbia ucciso (o torturato, o stuprato) nessuno; anzi, sinceramente mi sembra improbabile. A prescindere da questo, anche Renato Curcio non ha ucciso nessuno, ma è stato condannato a vent'anni: andava rispettato per "il suo pensiero del cavolo"? Ma allora anch'io ho il mio pensiero e cioè: non rispetto una persona che fomenta odio, disprezzo e discriminazione su basi etniche, sessuali e quant'altro; e che, per giunta, lo fa non all'osteria dopo mezzo litro sfuso, ma dalle pagine dei giornali. Se diffondi delle idee, sei moralmente responsabile di chi poi le mette in pratica. 

    Un uomo e le sue idee sono la stessa cosa: se le idee non sono rispettabili, secondo me non lo è neanche la persona. 

     

    P.S. "Migliaia di persone", dici: non so tu, ma io nego il rispetto anche a chi uccide gratuitamente un gatto, figurati.

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  11.  

     

     

     

    :)  :rolleyes:

     

    Vedi, a me fa molto più male leggere certe reazioni, frasi - e non mi riferisco in particolare alla tua ma proprio in generale - da parte di quelli che Buscaroli definisce "nemici" o "altra parte".

    Sì perché se do per scontato che dalla sua parte sia normale parlare, esprimersi, odiare in quella maniera, mi piacerebbe che dall'"atra parte" così non fosse.

     

     

     

     

    Guarda che se "dall'altra parte" se non si fosse risposto adeguatamente a quelli come Gusmaroli, oggi vivremmo TUTTI in un mondo molto diverso. Non si tratta di odiare, ma di non concedere rispetto. I morti non sono tutti uguali: io mi addoloro per i 50 morti dell'ospedale di Medici senza Frontiere bombardati giusto ieri, non per un repubblichino che si è "gratuitamente divertito" (non so con chi e con cosa, ma di certo non suonando il pianoforte) e per il quale "i froci" dovrebbero stare nei lager.

    Non lo odio, ripeto, ma uno così non lo rispetto: né la sua vita, né la sua morte. E, se la mia espressione ti è sembrata inadeguata, ti dirò che ne penso quel che Gould disse di Mozart. Ecco, così magari è più elegante. 

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  12.  

    la cosa non mi rende felice perché a me la morte di chiunque - ma proprio chiunque - non mi mette mai allegria, e mi spiace leggere quello che ho letto sopra.

     

    Hai ragione, è una brutta battuta, ma a me non risultava morto proprio perché sul web non si trova nulla (sennò non l'avrei scritta).

     

    «Ho cercato di fare tutto il male possibile ai miei nemici. Sono stato uno dei migliori agenti dei servizi segreti tedeschi, spagnoli, portoghesi e giapponesi. Senza prendere soldi, solo per odio verso l’altra parte. Ma mi sono anche gratuitamente divertito»

     

    E' morto? Magari. Ma tranquilli, non è morto.
    Se poi è morto davvero, verrà a tirarmi i piedi cantandomi l'Inno alla Gioia. Comunque non ho fatto in tempo a rimuoverla e avevo chiesto a Simon di farlo.

     


    P.S. Il virgolettato di sopra è tratto da questa intervista: http://www.barbadillo.it/2268-lintervista-piero-buscaroli-fascista-per-disciplina-credo-nelle-cose-non-negli-uomini/

  13. Certo che vi fu contagio musicale, solo che la corte svedese era "periferica". Il maggior compositore barocco scandinavo è stato questo: https://it.wikipedia.org/wiki/Johan_Helmich_Roman

     

    Inoltre, per la Svezia puoi dare un'occhiata a questo elenco: https://it.wikipedia.org/wiki/Categoria:Compositori_svedesi

     

    Per la Norvegia, prima di Grieg c'è Ole Bull: https://it.wikipedia.org/wiki/Ole_Bull

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  14. Sì, è un discorso interessante, ma anche molto complesso. Da un lato, il periodo in cui vissero entrambi sembra contiguo: Mozart, da preromantico, sembra passare la palla a Beethoven che finalmente emancipa l'artista dai frizzi e lazzi di corte. Dall'altro, mi sembra che tendiamo a dimenticare che tra i due c'è un grosso muro della Storia con la s maiuscola: la Rivoluzione Francese.

    Ora si sa che la nostra cultura è post romantica, non c'è dubbio; per noi, l'affermazione dell'arte non può che essere libera e quindi è naturale che comprendiamo meglio la statura dei romantici, anziché quella di chi li ha preceduti, perché questi ultimi appartengono ad un mondo ormai inconciliabile con la nostra sensibilità. Ma era davvero solo un mondo di damerini con le parrucche al ritmo di minuetto? Io un dubbio ce l'ho, perché quella era anche la stagione dell'Illuminismo; il quale, a sua volta, è un'emancipazione da un altro mondo precedente: quello dell'oscurantismo, del predominio della teologia sulla scienza, della caccia alle streghe, e dove tutto ciò che non è sacro è inevitabilmente profano.

    In pratica, accade che i musicisti che erano al servizio dei preti ora vanno al servizio delle corti. Poi, dopo la rivoluzione, vanno al servizio dei borghesi: ci sono i mecenati, gli editori, i salotti buoni, i circoli, ecc. Ecco, la mia considerazione finale è questa: Beethoven si trovò a proprio agio nel proprio tempo: era un romantico e visse nel romanticismo. Mandare al diavolo il potente di turno in nome del popolo ci poteva anche stare. Mozart decisamente no, invece: non ebbe neppure la soddisfazione di vedere eseguite le sue ultime sinfonie, perché erano già oltre il muro (mentre lui viveva al di qua). Dovette umiliarsi all'infinito, mendicando questo o quel posto fisso a corte per sopravvivere, eppure buona parte della sua musica non è mai stata del tutto asservita. E non ci sono solo le ultime sinfonie, ma anche i quartetti dissonanti, o la k183 che non era certo roba da damerini. 

    Perciò mi chiedo: chi è più romantico?

  15. Mah... Dai tuoi giudizi perentori e dai toni ridondanti e reboanti, mi pare che tu abbia un atteggiamento un po' passionale (beethoveniano, se ti piace) nello stabilire categorie di merito.

    Io dico solo che altri hanno usato il contrappunto prima di Beethoven (Clementi nel gradus, il già citato Cherubini, lo stesso Mozart e non solo nella Jupiter... persino Salieri ha composto una fuga esemplare) e, in ogni caso, non credo che questo voglia dire nulla sul valore artistico di un compositore. Anche lo Chopin dei preludi ha solide radici in Bach, ma non viene certo ricordato per questo.

    Non so, dovremmo stimare meno Schubert o Schumann perché hanno tralasciato il contrappunto...?

    Forse io sono meno preparato di te, ma preferisco pormi con il distacco di chi legge un libro di storia, cercando di capire il periodo senza esprimere "classifiche". Ciò perché sono profondamente convinto che la critica sia figlia del tempo, e che quindi i suoi parametri siano sempre relativi e oggetto di revisione. Chi può dire se tra un secolo Stockhausen non sia ricordato quanto Bach nei giorni nostri (lo dico non a caso, data l'evoluzione della musica elettronica)? O che Gluck non sia definitivamente dimenticato (ed è già sulla buona strada)? Con il passare del tempo, guardiamo al passato in modo continuamente diverso. 

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  16. Capisco i gusti e le opinioni, ma secondo me andrebbe chiarito il senso di alcuni termini; dire che lo stile galante fosse monodico mi pare un po' eccessivo...

    La monodia è quella medioevale; si può parlare di "stile monodico", ma è tutta un'altra cosa che riguarda i generi ad una voce con accompagnamento (il lied, per esempio). Andrebbe anche ricordato che polifonia e contrappunto non sono affatto sinonimi: il secondo è un aspetto della prima, come lo è l'armonia. Il fatto è che la storia della musica è evoluta in senso armonico e quindi il contrappunto non è stato più "funzionale", a meno di non dotarlo di nuove "regole" (e quindi anche svuotandolo di senso come è accaduto nelle fughe di Mendelssohn, di Liszt o di Franck).

     

    La fuga di Beethoven op.133 è un discorso a parte, ma della fuga ha solo lo spirito e il contrappunto è "annichilito" perché subordinato ad altri criteri formali. In molti altri suoi lavori ci sono dei fugati, come nella Nona, ma mi sembra che di contrappunto ci sia ben poco; forse ne avrebbe fatto più uso se si fosse cimentato nel sacro, ma non è andata così. Ecco perché ho scritto di non capire il motivo per cui, parlando di recupero del contrappunto, si pensi a Beethoven.

     

    Casomai, chi ha recuperato il contrappunto dal passato per svilupparlo in senso moderno (cioè armonico) è stato J.S. Bach, anche se non è stato il solo (mi piace ricordare Jan Zelenka, di vent'anni più anziano e stimatissimo anche da Bach). A questo proposito, bisogna ricordare che l'operazione di Bach è già retrospettiva: i sui contemporanei "di successo", come Telemann, sono ormai nello stile galante.

     

    Infine, si potrebbe dire che Mozart sia stato proprio tra i pochi a ricordarsi di Bach e a studiarselo per bene, mentre per il suo recupero bisogna saltare Beethoven e andare a Mendelssohn.

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  17. Il contrappunto è solo uno dei procedimenti di scrittura; detestare la musica del Settecento perché lo avrebbe più o meno soppiantato è un po' come disprezzare l'olio su tela perché avrebbe soppiantato l'affresco.

     

    Nella storia della musica, esistono tanti lavori pedanti e noiosi nonostante un contrappunto rigoroso, così come ci sono tante composizioni (sia prima che dopo il Classicismo) che ne hanno fatto a meno, senza per questo essere artisticamente inferiori. Luigi Cherubini, che ho citato più su, era un maestro assoluto del contrappunto ed era contemporaneo di Mozart (e non so perché dopo Mozart, quando si parla di recupero del contrappunto, venga sempre citato il solito Beethoven, con tutto il rispetto), avversò lo stile galante polemizzando con Napoleone, eppure la storia lo ha relegato in un posto secondario rispetto ad altri, magari anche a torto (contrappunto a parte). 

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  18. Ogni tempo ha il suo stile musicale, i suoi gusti e le sue necessità, quindi non penso che si possa bollare un periodo con il senno di poi. Se la storia della musica è evoluta dal contrappunto allo stile galante, vuol dire che al tempo si è vissuta la necessità di questo tipo di evoluzione e, secondo me, bisogna rispettarla. Ad ogni modo non è affatto vero che il contrappunto sia stato messo al bando: per le sinfonie e la musica da camera il "mainstream" sarà anche stato lo stile galante, ma per l'ambito sacro si studiava e si applicava ancora il contrappunto severo, tanto è vero che Mozart sentì il bisogno di andare a studiare da Padre Martini. E la stessa cosa vale anche per l'800 inoltrato: basta pensare a Cherubini.

  19. 1) Ho letto che spesso i compositori di colonne sonore scrivono la partitura solo in un secondo momento: com'è possibile? Compongono "a caso" finché non trovano qualcosa che vada bene?

     

    2) Perché, quando la colonna sonora è eseguita da un'orchestra intera, vengono registrate le singole sezioni separatamente? E' per applicare degli effetti a ciascuna di queste sezioni? Se sì, che tipo di effetti?

     

    3) Mi suggerite di lavorare con le tracce midi o con le tracce audio? Tenete presente che, almeno per come ho lavorato finora, io scrivo prima la partitura su Finale e da qui esporto il file midi (una traccia per strumento) in cubase.

     

    4) Ho una tastiera midi della M-AUDIO a 49 tasti: può essermi utile nella composizione di colonne sonore, tenendo conto che per ora non possiedo gli strumenti per registrare strumenti acustici dal vivo? O comunque è superflua, dato che ho già il file midi di finale?

     

    5) La partitura di una colonna sonora comprende anche eventuali effetti che vengono aggiunti in fase di editing? (penso ad effetti di eco o altre cose del genere)

     

    Grazie mille per il vostro aiuto!

     

    1) Non compongono a caso, ovviamente. Si parte da un'idea musicale e si cerca il modo migliore per realizzarla. Tutto qui. Usare una tastiera dentro un sequencer non cambia nulla in termini di scrittura musicale: in Finale, la partitura è visualizzata in modo tradizionale; nel sequencer si vede in un altro modo e bisogna solo abituarcisi. Ma in sostanza non cambia nulla.

     

    2) Presumo che ti riferisca ad un'orchestra virtuale; si registrano sezioni separate per equalizzarle al meglio in fase di missaggio e, in generale, per un controllo maggiore sui volumi delle singole parti. In generale, però, un'orchestra virtuale è già equalizzata di suo, quindi non c'è bisogno di fare granché e rimane solo la gestione del master.

     

    3) Si lavora sempre con le tracce MIDI, perché la realizzazione deve essere pensata "a blocchi": devi stare sulle sequenze e sulle scene, e questo è molto più rapido da fare all'interno del sequencer, per tante ragioni.

     

    4) Una tastiera più grande può esserti utile per inserire le keyswitch delle articolazioni mentre suoni, altrimenti devi inserirle dopo manualmente; comunque, con 49 tasti si lavora lo stesso. 

     

    5) Quasi nessuno usa "solo" strumenti orchestrali. Questi di solito non si manipolano con gli effetti, mentre ciò è indispensabile per pads elettronici, morphing ambientali, percussioni etniche, ecc. Bisogna dotarsi di librerie che consentano di affrontare qualsiasi genere, altrimenti è difficile soddisfare le richieste in questo ambito. E questa è un'altra ragione per la quale si lavora in MIDI; la partitura tradizionale in Finale è utile in alcuni casi, ma non è gestibile con i suoni elettronici.

  20. Io penso che il web abbia viziato un po' sia la curiosità che la capacità di acquisire informazioni. Una volta, per conoscere, dovevi spendere i tuoi bravi soldini in dischi e in libri (e non c'erano neanche i forum). Oggi le possibilità di orientarsi sono illimitate e praticamente non costano nulla, sia in termini di soldi che di fatica.

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