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Piano Concerto - Forum pianoforte

thallo

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Risposte postato da thallo

  1. Tutti i commenti erano di buon senso e quando si parla di scelte interpretative è sempre bene basarsi sul buon senso. Aggiungo, allora, un altro criterio di buon senso: ogni danza ha una chiara struttura accentuativa, ritmica. Queste strutture vanno oltre la semplice definizione "è una danza ternaria" o "è una danza binaria", sono spesso caratterizzate da piccoli elementi ritmici, interni. Non so, il Valzer ha spesso un forte accento sul secondo tempo, che porta a un caratteristico rubato, ma "ufficialmente" questo accento non ci sarebbe. E infatti puoi metterlo solo nei Valzer dove questa cosa ci sta, dove la scrittura ti permette, con un accento sul secondo tempo, di tirar fuori cose interessanti.

    Altra cosa che pochissimi prendono in considerazione: fino a tutto il '600, i tempi in tre potevano anche essere suonati "alla zoppa", con un andamento detto "ineguale", una cosa che oggi considereremmo "rubato" ma che nella teoria musicale di quei tempi era parte integrante del discorso metrico. I tre tempi di un tre quarti non avevano tutti uguale durata, ovvero gli accenti sui vari tempi variavano in modo sostanziale anche la durata delle note. L'andamento metrico ineguale (nei metri, perché nelle "volatine" o negli abbellimenti è un'altra cosa) porta a un primo tempo lungo, un secondo tempo breve e non accentato, e un terzo tempo "legato" al primo. E' il modo in cui andrebbero misurate le composizioni ternarie con inizio anacrusico, con un levare che si risolve chiaramente sul primo tempo della battuta successiva. Se batti un 3/4 come se il terzo tempo della battuta precedente fosse SEMPRE un chiaro levare della battuta successiva, ti trovi ad avere, appunto, un ritmo alla zoppa. Molto spesso leggere i tempi ternari in questo modo tira fuori delle cose interessantissime.

    In linea di principio, il tempo andrebbe SEMPRE ricollegato al metro e alle sue strutture. Io posso pure scrivere "Lento" su una composizione, ma se poi scrivo usando metri musicali che col lento non ci stanno, allora la mia indicazione non va presa alla lettera, come se fosse un numero di metronomo.

  2. Red, penso sia un'ottima chiave di lettura quella della inglesità di Britten. Ci sono piccole cose che vanno sottolineate di questa inglesità: Britten è sempre molto espressivo, ma come lo sarebbe Purcell cantato da un italiano, cioè un po' meno esagerato di Puccini e Verdi ma con quel tipo di profondità emotiva. L'aria di Oberon lo dimostra bene: io vi ho linkato un controtenore che la canta operisticamente, ed è stupenda, ma online si trova Deller nella prima incisione, e Deller sembra che canti proprio Purcell. Anche per questo secondo me ti è venuto da unire Monteverdi. Britten predilige certe dinamiche modali che smorzano di molto le relazioni tensive, cadenze non ce ne sono ma è tutto un cromatismo, statico ma insinuante, come l'Orfeo o il Vespro, e ogni tanto ci mette la canzoncina tipica o la danza elisabettiana.

    Rimangono ostici entrambi, soprattutto se non li leggi in un contesto che unisca parole ed eventuale drammaturgia.

    • Like 2
  3. Ho una mattina libera e volevo ripercorrere con voi questo sogno che sta capitando a me...

    In questi giorni sono al Ponchielli a Cremona a provare "A Midsummer Night's Dream" di Britten, un'opera lirica del 1960 che sarà una delle mie prime serie produzioni come solista. A prescindere dal momento professionale, dal fatto che spero questo significhi una svolta nella mia personale carriera, Britten è un autore che ho cercato e trovato con caparbietà nella mia vita. Dovevo cantarlo durante il diploma (poi non è successo), è stato argomento della mia tesi triennale in musicologia, è stato argomento di un mio articoletto sui gender studies (mai pubblicato...), e ho studiato una lunga serie di arie e pezzi suoi (mai cantati). In questo continuo inseguirci, alla fine l'ho trovato. E allora volevo condividere un po' la cosa.

     

    Il libretto dell'opera è costituito da un testo ampiamente tagliato della commedia shakespeariana. Nessuna aggiunta, solo tagli, quindi tutto quello che si canta è inglese seicentesco. Normalmente questo tipo di opera viene denominata "Literatur Oper", ovvero una messa in musica di un testo autoriale originale e originalmente non concepito come libretto musicale. Ci sono conseguenze interessanti dal punto di vista musicale, spesso conseguenti al fatto che le parole di Shakespeare sono super musicali e la loro messa in musica si relazione in modi diversi con esse. Non sempre c'è fusione, è come un Corale di Bach in cui la musica ha un ruolo ermeneutico verso il testo preesistente.

    Non voglio comunque analizzare tutta l'opera, non finirei più. Voglio soprattutto ingolosire con l'ascolto di alcuni momenti affascinanti.

    La trama è un po' labirintica.

    Oberon (controtenore), Re delle fate, è adirato con Tytania (soprano), Regina delle fate, per avergli sottratto un bambino, che lui voleva rendere suo paggio (...). Per progettare una vendetta, Oberon sguinzaglia Puck (attore) alla ricerca di un fiore magico.

    Nel bosco di Oberon ci sono anche due coppie: Lysander (tenore) ed Hermia (mezzosoprano), innamorati in fuga per sposarsi. Ma anche Demetrius (baritono), legittimo promesso sposo di Hermia, e Helena (soprano), ex fidanzata di Demetrius, ripudiata da lui e ancora innamoratissima. Tutti e quattro si mettono a dormire nel bosco. Oberon vuole risolvere la situazione, facendo innamorare Demetrius di Helena, ma Puck combina un casino e fa il contrario, ovvero fa innamorare Lysander di Helena... con conseguente mega rissa.

    Parallelamente, nel bosco si riunisce un gruppo di artigiani per provare una piéce teatrale :-) Peter Quince (basso) gestisce la cosa, Bottom (baritono) e Flute (tenore) saranno rispettivamente Piramo e Tisbe (quindi Flute canterà come una donna), e gli altri tre, Snout (tenore), Starveling (baritono) e Snug (basso) faranno degli assurdi ruoli di contorno (Snout il muro, Starveling il chiaro di luna e Snug il leone). Mentre provano, Puck decide per scherzo di far spuntare una testa d'asino sul collo di Bottom e di utilizzare questo nuovo strano mostro per vendicare il proprio Re contro la Regina. Col fiore magico famoso, farà innamorare Tytania di Bottom-testa-d'asino. Dopo un bel po' di cose carine, Tytania ridarà il bambino sottratto a Oberon e Puck risolverà tutti i problemi, svegliando la Regina delle fate dal suo sogno d'amore bestiale, riuscendo a far innamorare Demetrius di Helena e riportando Lysander all'amore per Hermia. E togliendo la testa d'asino a Bottom, che così tornerà a fare il ruolo di Piramo nella tragedia con gli artigiani.

    La messa in scena della tragedia-commedia prenderà luogo davanti ai regnanti di Atene, Theseus (basso) e Hyppolita (contralto), in una serie continua di gag che racchiudono questa stupenda morale meta-teatrale per cui ogni tragedia è commedia e ogni commedia tragedia, il teatro è un sogno magico. Alla fine tutti a letto cullati dalle note del coro di fate (voci bianche, ci sono per tutta l'opera).

     

    Alcune caratteristiche musicali notevoli: l'opera è non tonale, anche se molto melodica, in alcuni punti (e molto poco, in altri).

    Il ruolo di Oberon fu scritto per il primo e più famoso controtenore della storia, Alfred Deller, ed è il primo ruolo d'opera esplicitamente scritto per controtenore della storia (ma il discorso potrebbe essere più complicato di così). L'orchestrazione è particolare, ci sono molti strumenti "fatati" come arpe e celesta che escono fuori soprattutto con Oberon e le fate, gli artigiani, invece, sono caratterizzati da ottoni e fagotto.

     

    Iniziamo con gli ascolti.

    L'aria di Oberon, è una delle cose più belle scritte da Britten. La tromba all'inizio è il richiamo di Puck. Da lì in poi l'accompagnamento richiama l'accompagnamento per liuto delle arie di Purcell 

     

     

     

    E l'aria di Tytania "Come on a roundel", in cui sentite anche il coro di voci bianche e la sua scala modale che rimane continua per tutta l'opera. Sotto si sentono anche i glissati degli archi, altro elemento sempre presente nella partitura.

     

     

    Saltiamo tutte le parti in mezzo, e andiamo al magnifico quartetto di fine secondo atto, quando i quattro amanti si svegliano e scoprono di essere stati liberati dai vari incantesimi (solo uno, in effetti). Gli ottoni in fanfara ci dicono che fra poco tutti andranno alla corte di Theseus e Hippolyta ad Atene, ma prima viene messo in musica un bellissimo verso shakespeariano che parla dell'inafferrabilità dell'amore: "And I have found Demetrius, like a jewel. Mine own and not mine own", "And I have found fair Helen like a jewel, Mine own and not mine own", e così via in una continua progressione.

     

     

    e il ritorno di Bottom nella sua compagnia, così sentite quanto è impestata la parte degli artigiani, con il suo accompagnamento strambo e il fugato finale (ahimé niente video, solo audio, ma quello della versione diretta da Britten). La parte degli artigiani è concepita come un ensemble di voci maschili, tipo King's Singers, quasi sempre cantano assieme in polifonia, con Flute a fare ornamentazioni insensate in acuto, Snug a fare il basso a note lunghe e gli altri le parti interne imitative.

     

     

    la tragedia di Piramo e Tisbe è tutta bella. Per me i due momenti migliori sono la parte del muro (... che è la mia ...) e l'aria finale di Flute-Thisbe. Ma non sto trovando dei video che mi soddisfino, quindi vi metto solo l'aria di Thisbe, presa in giro delle grandi arie in cui le eroine dell'opera si suicidano.

     

     

     

     

     

     

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  4. Videoclip, ripeto, tu hai insinuato che la commissione del concorso fosse pronta a commettere degli illeciti. Io non sopporto chi fa illazioni senza avere le prove. Va molto di moda, ma è vile. Vile. Il web è pieno di vili insinuazioni a cui non segue uno straccio di azione, sia essa la presentazione di un brano a un concorso perché nonostante tutto si pensa di valere qualcosa o sia essa una denuncia per una condotta realmente illecita.

     

    Ma tu non capisci "qual'è" il problema, quindi...

  5. Non so cosa pensare... tra l'altro, uso spesso l'espressione "dirigere il disco" quando vedo direttori che non influiscono minimamente sulla resa dell'orchestra. Quando un direttore si muove per conto proprio e senti distintamente che l'orchestra non fa quello che il direttore chiede, proprio come un disco.

    Ma se dovessi decidere come organizzare un esame di ammissione ad un corso di direzione, beh, sarei anch'io preso da mille dubbi...

    • Like 1
  6. Avviso chi ha intenzione di partecipare a questo concorso che la frase in cima al bando:

     

    > La partecipazione è aperta a musicisti di qualunque nazionalità, senza limiti di età e senza limitazioni per quanto concerne

    > gli orientamenti estetici e gli stili compositivi.

     

    è una bufala.

     

    La commisisone prenderà in considerazione solo pezzi ultra sofisticati, per cui non perdete tempo se non siete perfettamente in linea con quello che gli interessa.

     

     

    "In caso di contestazioni unico testo legalmente valido sarà il presente bando in lingua italiana, completo di 10 (dieci) articoli. Competente sarà esclusivamente il Foro di Savona.".

    Un bando è un bando e chi scrive un bando si impegna a rispettarne i principi. Se non li rispetta, può essere denunciato.

    Tu Videoclip hai accusato in maniera preventiva una commissione di persone che non conosci di non rispettare i termini del bando pubblicato. Forse hai notizie che noi non abbiamo, magari hai delle prove nel cassetto, delle intercettazioni ambientali che confermano le tue accuse. Che sono accuse.

    Io sono figlio di un maresciallo dei carabinieri, sono una persona onesta, non come quelle che scrivono "onestà" online, sono onesto per davvero. E l'onestà è quella cosa che, se sei a conoscenza di un reato, ti fa andare in Questura a denunciare.

     

    Vai in Questura a denunciare.

     

    Io prendo sul serio quello che scrivi. Non ti tratto come un dodicenne in cerca di attenzione che scrive insinuazioni online solo perché non riesce ad affrontare il mondo che lo circonda. Io ti prendo sul serio. Hai scritto delle accuse, fai seguire le azioni alle accuse. 

     

    Vai in Questura a denunciare.

    Oppure stai zitto.

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  7. Guarda, avevo aperto questo topic

     

    http://www.pianoconcerto.it/forum/index.php?/topic/6074-chi-è-il-compositore-oggi/

     

    ... ma stranamente non si è visto nessuno.

     

    Sei un lamentone.

    Sai chi non ha mai scritto di Bjork, oltre a RedScharlach? Tu. E tuttora non ti ho letto scrivere nulla di Bjork, ti sei solo lamentato di quello che gli altri hanno fatto o gli altri non hanno fatto. 

    Tu cosa sai di Bjork? Tu cosa ami di Bjork? Dai un contributo a questa discussione piuttosto che lamentarti e basta. Finora non hai scritto nulla di interessante, per me.

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  8. Non era un'obiezione, mi riferivo al commento di RedScharlach che parlava di musiche più "cattive" dello stesso compositore, o più "buone" dello stesso compositore. In realtà il concetto era espresso in modo più raffinato, e in modo più raffinato ancora è stato chiarito (la citazione di Mendelssohn è molto bella), ma non capivo fino in fondo cosa volessi dire tu in merito, Viola. Le tue specifiche mi soddisfano :-) e scusa per non aver accettato l'invito a cena, avevo appena avviato dei pakora di cavolfiore con chutney di pesca, pesantini ma buoni

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  9. Sciarrino dove lo metti metti fa sempre la sua porchissima figura.

    Io sono ovviamente dalla parte delle reazioni fisiche, anche se ... l'anno scorso abbiamo portato in giro il Dido and Aeneas con Bonizzoni e La Risonanza. Di ritorno da Amsterdam, dove ho fumato per la seconda volta della marijuana e dove il soffitto della sala da concerto si poteva alzare e abbassare per aumentare il riverbero (...), abbiamo cantato anche a Genova al Carlo Felice, dove non si trovava uno sgabello per il contrabbassista (... ... ...). Comunque, un centesimo di secondo dopo la fine dell'ultima nota, è partito l'applausone, e noi eravamo arrabbiatissimi, perché non so se avete presente come finisce il Didone ed Enea di Purcell. Ecco, a volte il palcoscenico ti fa andare avanti in una bolla, perché di rado si sentono davvero i rumori della sala, e quando alla fine esci fuori da questa piscina di suono, l'aria fredda dell'applauso finale ti dà quasi noia. La cadenza deve essere abbastanza lunga, così inizi ad abituarti, e qualche secondo di silenzio non è male :-) 

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  10. E' che, e lo scrivo non necessariamente per Videoclip ma per tutti quelli che hanno voglia di leggere, ha sempre senso ricordare come nella musica "non-classica" l'autore o il cantante siano solo una delle varie figure autoriali presenti. Dietro a Bjork ci stanno schiere di produttori e dj strafighissimi, ecco

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  11. A Thallo: ho la sensazione che tu non sia d'accordo con Celibidache (l'utente) a prescindere, che si parli di Celibidache (il direttore) o di qualsiasi altro argomento.

     

    Mi sbaglio?

     

    Penso di sì, penso che tu ti stia sbagliando, ma quando si hanno queste reazioni personali la propria opinione è potenzialmente fallata. Cioè, se lo chiedi a me è ovvio che ti dirò che non è così :-) cerco di essere onesto ed equilibrato, se posso, e quello che mi viene da dirti è che ho interagito con Celibidache solo in questa conversazione e in quell'altra sul novecento italiano. In entrambe le situazioni me la sono presa molto per il tono di Celibidache, per l'atteggiamento distruttivo e aggressivo. Visto che spesso l'atteggiamento e lo stile di un utente sono cose costanti, che non cambiano rispetto all'argomento trattato, è possibile che io continui ad essere infastidito dai suoi commenti, il che non vuol dire che io non possa essere d'accordo con lui. Accennavo una cosa nell'altro topic, ovvero che a me non piace Brahms. Aggiungo che ho letto Hanslick e non mi piace neppure lui, non condivido molte delle cose che dice, anche se mi riferisco soprattutto al saggio sul bello musicale. Ma questo non è mai stato l'oggetto dei miei interventi, io non riesco ad essere solidale con chi usa toni aggressivi su questo forum.

    Con te è diverso. Tu metti link di musica e, presa da un insano furore, esageri coi giudizi. Questa è, almeno, la mia impressione. E' probabile che all'arrivo del link giusto io scriva perfino qualcosa di amoroso verso di te. 

     

    Ma questo è un off-topic ed è giusto non andare avanti

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  12. Dobbiamo chiudere tutte le facoltà di filosofia e bruciare le loro produzioni: sono inutilmente sprezzanti, arroganti e immeritevoli di rispetto.

     

    la mia donna delle pulizie raccoglierà la cenere ascoltando Muti con la tua. Chissà se in mezzo ci saranno pezzi del saggio sul bello musicale di Hanslick.

     

    Comunque, sia chiaro, io non nego il valore del direttore d'orchestra, lo lego a un repertorio e alle esigenze estetiche di quel repertorio, che è precisamente quello che ho scritto. Allo stesso modo non dico che la figura del direttore non possa essere utile anche in questi altri repertori, ci sono perfino gruppi madrigalistici che hanno il direttore. Ma sono possibili delle alternative, alternative che non sono diminutive ma diverse. Molte di queste alternative sono, in realtà, la lezione principale della prassi esecutiva, ovvero sono il metodo esecutivo che la stessa storia della musica ci ha tramandato per alcuni repertori. Altre alternative sono lecite sperimentazioni, a volte a scopo didattico, a volte per semplice risultato finale: personalmente trovo differenze interessanti ascoltando gruppi corali senza direttore. Nessun assolutismo, solo l'apertura di altre possibilità.

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  13. A Celibidache: hai scritto quello che volevi scrivere, sei stato libero di farlo nei termini eccessivi e arroganti che a me non piacciono e io ho fatto intendere la mia opinione sul tuo giudizio. Come ho scritto altrove, ho dato rispetto alla tua libertà di opinione ma non alla tua opinione, che considero inutilmente sprezzante.

    A Luca: i piccoli gruppi da camera non usano il direttore, anche perché la "direzione" della loro musica è data dal risultato dell'interazione. Quindi, è l'interazione ad essere sviluppata. Stessa cosa succede in molti gruppi corali e ensemble specializzati in repertori antichi. Acuisci l'udito cercando di capire e fare cosa è giusto per tutti. Io ho suonato per anni in banda e le bande, come molte altre formazioni pop, rock e folk, hanno una sezione ritmica molto importante che risolve i problemi di tenuta ritmica e lascia a dinamiche solistiche o di sezione il resto. L'individuazione di un singolo responsabile dell'interpretazione musicale di un gruppo è tipica di un certo repertorio, di un certo periodo, di una certa area geografica, di una certa esigenza estetica

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  14. Certo, ma io mi riferivo alla figura del compositore in senso lato. Sembra che se non frequenti una serie ben precisa di centri vivi solo per tenere ancora viva la memoria, non sei classificabile come compositore VERO. Di fatto questa di Björk è una delle avanguardie di questo decennio.

     

    Bjork non è un compositore, lei non si qualificherebbe come compositore

  15. qualche giorno fa ho provato con Muti che sosteneva il contrario, ovvero che un'orchestra ben preparata non abbia bisogno del direttore.

    Del resto la storia della musica ha fatto arrivare molto tardi la figura del direttore d'orchestra "puro" e tuttora moltissimi repertori preferiscono non farne uso.

    Ma mi limito a esprimermi su questo singolo argomento, non mi ha mai appassionato la figura di Sergiu Celibidache né le sue teorie estetiche.

    • Like 1
  16. Alfredo Casella doveva essere l'oggetto della mia tesi triennale, sono sempre stato affascinato dal primo novecento italiano e volevo capirne qualcosa in più. Ahimè mi imbarcai in un progetto troppo grande di me, l'analisi del suo Orfeo, e dopo un po' fui costretto a issare bandiera bianca. Mi rimasero alcuni ascolti interessanti, un Orfeo di Poliziano in edizione BUR, e l'idea che la riscoperta di quel repertorio sarebbe dovuta partire dal mondo musicale, non da quello accademico. 

     

    Questo un primo ascolto, "Italia", una sorte di poema sinfonico, qui le note di Flaminio online http://www.flaminioonline.it/Guide/Casella/Casella-Italia11.html

     

     

    Ci sarebbero molte cose da dire, è un pezzo piacevole, di facilissimo ascolto, Viola ha tirato fuori, parlando di alcune composizioni di Respighi, come di "pezzi commerciali". E' un discorso complicato da affrontare, in questi termini, perché nessun pezzo di Respighi o di Casella potrà mai essere fino in fondo commerciale, ma se ascoltiamo primo '900 non possiamo aspettarci solo Webern e Bartok, dobbiamo aspettarci anche Mahler e Mascagni. Rispetto a quello che si dice nelle note che ho linkato, aggiungo che la prima parte è wagnerianissima, del Wagner "modale" del Parsifal, spesso poco considerato. Da 0.20 circa, per esempio, c'è questa specie di Corale di ottoni, con movimenti di grado (ovvero, per chi non cogliesse subito, ci sono note ferme in acuto e scale in grave) che formano continue dissonanze in attesa di soluzione, le famose settime defunzionalizzate. 

    Tipo

     

    da 5.30 iniziano queste fanfare a corale, in cui sembra proprio di sentire piccoli temi polifonici che, infatti, vengono riproposti e variati per tutta l'Ouverture. Ecco, questo è un elemento tipico wagneriano, tipico soprattutto di quest'ultimo Wagner, che a me piace moltissimo. Da ascoltare anche a 11.10 questo modo di costruire tensioni cromatiche col basso che scende per grado, in cui la tensione è molto più importante della risoluzione. E non c'è molto di rivoluzionario, non è il Tristano, è un movimento delle parti che Josquin avrebbe potuto fare così, che Bach avrebbe potuto fare in modo perfino molto più complicato. Potrei imbastirci un discorso che però, forse, avrebbe un capo ma non una coda. Quindi rimane qui come flusso di coscienza, non come argomentazione :-) sappiate che io di questo pezzo amo i wagnerismi.

     

    Però non voglio lasciar scappare il tema dell'essere "commerciale", perché penso sia un argomento più profondo di quello che sembra. Ora, in questo pezzo Casella fa quello che facevano TUTTI in quel periodo. E' scritto bene, è piacevole, lo accredita quasi come parte di una scuola nazionale, ma conscio delle rivoluzioni armoniche ed orchestrali del periodo. Questo pezzo non è rivoluzionario.

    E allora, è un capolavoro o no?

    La Storia con la "S" maiuscola pare avere i suoi meccanismi. La storia della musica, con una "s" di non so bene che grandezza, ha i suoi altri, e la storiografia musicale i suoi altri ancora. Se nella storia ci sono 100 compositori, nella storia della musica 20 di essi hanno un grandissimo successo (che sia di pubblico o di critica) che li rende "notabili" e la storiografia musicale, quella coeva e quella, soprattutto, posteriore, ne sceglie 5 da nominare e analizzare. Secondo quali meccanismi? Eh, vallo a sapere... in genere il meccanismo più comune per il successo storiografico è l'originalità. Il successo di pubblico non funziona così, più spesso sono le cose "uguali" che piacciono al pubblico, che preferisce confermare il proprio gusto piuttosto che cambiarlo, mutarlo. Consci di questi meccanismi basilari, moltissimi musicologi e storici della musica sono affascinati in tenera età (io con Casella lo ero) dal mio della storiografia compensativa. La storiografia compensativa è, a suo modo, una cosa molto etica, animata dall'idea per cui gli studiosi debbano fare vendetta della storiografia mainstream e riportare alla luce le opere e gli autori dimenticati (compensando, così, le ingiustizie). La storiografia compensativa ha sempre successo, è anche una delle ragioni per cui io non sono pessimista rispetto ai destini dell'arte passata e dimenticata, perché ci sarà sempre uno studioso di Vattelappesca voglioso di fare la scoperta del secolo.

    A titolo di cronaca, e per la mia misera esperienza personale, trovare una composizione inedita e tirare qualcosa di scientifico dalla sua analisi è un'attività molto complessa, che pochissimi sono davvero in grado di fare. Claudiano De Grassis compositore del 1780 operante a Frattocchie ha probabilmente scritto composizioni banali. Claudio Grasso, che trova la Missa Insolemnis di Claudiano De Grassis, se non riesce a dare un peso storico vero alla sua scoperta probabilmente finirà a insegnare flauto alle medie. Per finire a insegnare Storia della Musica al Conservatorio di Cosenza, Claudio Grasso dovrà, magari, scoprire che Claudiano De Grassis aveva come minimo una Cappella Musicale a Frattocchie, in cui ha insegnato musica a persone migliori di lui e molto più famose. Quando Claudio Grasso riuscirà a far finanziare un Convegno internazionale su Claudiano De Grassis e l'ambiente musicale frattocchiese, ovvero quando la storiografia avrà considerato quella scoperta parte di un panorama storico degno di nota, allora Claudio Grasso forse avrà un posto da ricercatore a contratto di Storia della Musica alla libera università telematica Nicolò Cusano.

     

    Tutto questo per dire che, ahimé, il valore intrinseco di alcune composizioni del primo '900 italiano non basta per renderle "notevoli" agli occhi della storiografia musicale. 

    Nonostante questo, tutti i nomi che stiamo facendo, e altri che non abbiamo fatto, sono presenti non solo sui libri di storia della musica ma sui programmi di sala dei teatri italiani ed esteri. Questa è una cosa ottima, migliore di quanto pensiate. Il novecento italiano è suonato, studiato e apprezzato, ovviamente ci sono pezzi più di successo e pezzi meno di successo, e paradossalmente spesso vengono preferiti pezzi più conformi a uno "stile del '900 italiano", a dispetto di altri, e questo a parziale spiegazione del come mai di Respighi si suonino solo e sempre i Pini di Roma (non era solo Mila a dirlo, eh). 

    Chi avrebbe mai detto, ad esempio, che Casella avesse "scritto" tre pezzi per pianola, ovvero per pianoforte a rullo?

     

    • Like 5
  17. Questa fu la canzone di apertura delle olimpiadi di Sidney

     

     

    tutto il pezzo contiene solo vocalizzazioni, si sente chiaramente il coro femminile, ma la batteria è human beat box, e anche il "basso" è un suono filtrato di voce. L'intero album da cui è tratto il pezzo, Medùlla, è incentrato sulla voce umana, soprattutto sul beat boxing

  18. Nessuno si è permesso di utilizzare termini ingiuriosi.

     

    Disprezzo Stravinskij. Posso scriverlo?

     

    (l'ho già scritto) :-)

     

    Hai anche scritto

    "Nelle pagine di uno studioso contemporaneo serio e preparato come il nostro Massimo Mila, in certi casi si trovano accenni alla figura di Bruckner nei termini più ingenerosi, di "modesto organista autodidatta". Tra cento anni, si potrebbe scommettere, Bruckner verrà ancora eseguito, mentre chissà se Mila verrà ancora letto ... " e probabilmente vagheggiare un futuro in cui Mila non verrà letto non è ingiurioso, ma è stupido. Posso scriverlo? L'ho già scritto. Per la tua epica vendetta il mondo sarà priva delle opere di un autore apprezzatissimo, che aveva un'opinione diversa dalla tua rispetto a Bruckner. Aveva un'opinione diversa anche su Respighi, diversa dalla tua e da quella di Silvio Paolini Merlo, da cui il tuo intervento ha preso ispirazione (questo quello che scrive SPM "Mila insiste perciò prevalentemente sulla trilogia romana (...), mentre si sofferma appena sulQuartetto dorico, elude quasi totalmente i concerti e le opere, ma soprattutto non parla delle Metamorphoseon", questo quello che scrivi tu "Mila parlando di Ottorino Respighi insiste prevalentemente sulla Trilogia romana (a mio modesto parere la più "commerciale e meno significativa), accenna brevemente al Quartetto dorico, e tralascia i concerti e le opere, ma soprattutto non parla delle Metamorphoseon, che rappresenta l’ultima e più alta pagina sinfonica del compositore, concepita nel pieno della sua maturità", senza citare le fonti...).

     

    "gli Hanslick finiscono sempre per scomparire, perduti nei meandri della loro stessa accademia.", neanche questo è turpiloquio e soprattutto non lo hai scritto tu, lo ha scritto Duse, persona nota per essere accondiscendente (...), e anche questa dal mio punto di vista è un'opinione stupida. Non è neppure un'opinione, è una bieca speranza vendicatrice: cosa ci sarebbe di male se Hanslick sopravvivesse? Se la gente leggesse Hanslick, magari per smentirlo, magari per essere d'accordo, magari solo per poter dire "ho letto Hanslick"? E no, il giudizio di Hanslick va vendicato con la sua damnatio memoriae, noi siamo quelli che i libri si schifano se dicono cose che non apprezziamo (io non vorrei mai che Duse scomparisse per sempre perduto nel meandri della propria accademia, lui che fu accademico). 

     

    Ma smettiamo di parlare di Viola che non ha usato turpiloquio, parliamo di Celibidache (l'utente) che ha detto che

     

    1) i critici musicali si occupano solo di quello perché hanno spesso solo quello;

    2) non hanno una percezione matura e articolata dell'essere (che è, com'è noto, una bruttissima malattia);

    3) sono costipati, poiché niente vi entra e niente vi esce;

    4) soffrono di patologico egocentrismo, un egocentrismo cosmico che vieta all'umanità di avere altri Einstein. Cioè, ripeto, non nascono altri Einstein per colpa dei critici musicali, un discorso così palesemente chiaro e condivisibile che è quasi inutile ripeterlo;

    In tutto questo, io non sopporto Brahms e amo Bruckner e Wagner, avrei criticato aspramente il giudizio di Hanslick ma dando a quel giudizio dignità di giudizio di gusto. Hanslick non era il "compagno di merende" di Brahms, Hanslick è un personaggio fondamentale della storia del pensiero estetico, piacciano o no i suoi giudizi da critico. E visto che non siamo nel salotto di un vecchia zitella, sarebbe bello parlare di Hanslick come di uno studioso, non come dello scemo del paese. Un tripudio di invidie! Mamma mia, vorrei leggere proprio un libro con questo titolo:

    "Un tripudio di invidie. Storia della critica musicale banalizzata in frasi fatte".

     

    P.S.

    50 euro a chi mi dimostra che l'italiano è la lingua più bella del mondo. Voglio una dimostrazione assoluta, relativa a tutte le lingue parlate e scritte attualmente presenti, comprese, quindi, lingue morte di cui sono acquisibili documenti, con premessa metodologica e glossario in cui, ad esempio, si chiarisca l'utilizzo dell'aggettivo "bello".

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