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Piano Concerto - Forum pianoforte

Stellina

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Risposte postato da Stellina

  1. In quella situazione ricordai semplicemente come esistano una serie molto alta di scelte musicali alla base di composizioni apparentemente "formalizzate". La formalizzazione matematica ha metodi e scopi diversi. La formalizzazione pseudo-matematica di alcune composizioni (che non l'ha inventata Xenakis) è un isomorfismo, ovvero un ricercato stratagemma stilistico che tende a suscitare sensazioni, di ordine, di espansione progressiva, di processualità.

     

    Purtroppo per capire meglio quello che scrivi ho bisogno di essere presa per mano e accompagnata ... :(

     

    Co-me-se-i-o-par-la-ssi-co-sì-per-si-mu-la-re-un-ro-bot.

    Chi legge questa frase e pensa che io sia un robot sbaglia. Chi ascolta Xenakis e pensa che quella sia matematica, e non musica, sbaglia.

    Ad essere franca, se ho capito bene, mi sarei aspettata una roba tipo "ocme sislarap rpeerpe oisie eralsmiu tobobortr"

     

    ... così a caso, ragionando per insiemi di verbi, sostantivi, etc. ... e con qualche liberà

     

    Cosa mi sfugge fra il tuo esempio, il mio e quello che hai scritto?

  2. Condivido questo filmato di Nono, potete sentire da lui stesso cosa significava per lui fare musica, dal 56esimo secondo.

     

    Peccato che sia 34 Mb e il sistema non me lo faccia caricare, dice espressamente:

     

    Si basa sulla concezione culturale di Antonio Gramsci, no protesta come l'espressionismo, coscienza del proprio tempo, utilizzazione delle tecniche nuove non come asservimento alla tecnologia ma come strumento in funzione di un ideologia"

     

    Ma qual'è questa "ideologia"? Sta a vedere che un ebentuale disegno musicale è veramente esculso ...

  3. Io trovo simolante la domanda di Natan, effettivamente se uno conoscesse già il pezzo (e lo avesse studiato) si accorgerebbe delle sfumature ... ma al primo ascolto, e magari senza supporto della partitura, dubito uno si accorga...l'ambito armonico non è così definito da dire a "orecchio"...quello ha steccato; ... e neanche quello melodico poi è veramente così "cantabile".

     

    Si vede tanto che sto cercando già alibi ? :D

     

    Volevo ringraziare in particolare Thallo perchè è l'unico che per ora ha ceramente cercato di dare un suggerimento legato all'approccio anche se, ovviamente, ho trovato molto utile e istruttiva tutta la conversazione.

    Per cui grazie infinite ancora.

  4. L'ultima discussione che ho proposto mi ha acceso diverse lampadine, mi piacerebbe sapere in base a cosa un interprete sceglie il proprio repertorio. Ovviamente non mi riferisco all'età scolare ma quando i temuti studi sono finiti ed uno deve andare in giro a suonare e fare concerti.

     

    Come vi siete mossi? Quali sono le discriminanti? Etc.

     

    Grazie in anticipo

  5. Infatti la mia "battuta" stava a segnificare che in relazione alla domanda:

     

    > Come si affronterebbe lo studio di un brano tipo questo?

     

    si presume che abbia già valutato che mi interessa, poi uno può passare o meno una o la sua metodologia.

     

    Comunque mi fa piacere sapere che a TheSimon non piaccia, ci sta...infatti non pretendo che tutti poi si cerchino il mio video sul tubo :)

  6. Pensavo e ripensavo alle cose fondamentali che a un buon maestro non dovrebbe mancare. Stringi stringi la lista secondo me è scesa a 2, cosa fare e come fare per realizzare quella determinata cosa.

     

    E' semplicistico? Cosa manca?

     

    Grazie in anticipo.

  7. Dvorák Quintetti per pianoforte e archi

     

    Con il Quartetto Borodin il grande pianista russo Sviatoslav Richter interpreta i Quintetti per pianoforte op. 5 e 81 di Dvorák. In un perfetto audio digitale che restituisce ogni sfumatura dell'imperdibile interpretazione: il pianoforte di Richter come gli archi del Borodin sono ripresi dal vivo al Festival di Praga. E a ideale completamente nel CD2 i Quintetti per archi dello stesso autore interpretati da elementi del Berlin Philharmonic Octet.

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