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Piano Concerto - Forum pianoforte

SammyChopin

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Risposte postato da SammyChopin

  1. La prima battuta inizia con un accordo di si- alla mano dx, posiziona le dita rispettivamente su: si do# re mi fa#.....basta suonare le note giuste. quando arrivi a battuta 2, pedaledi risonanza e sempre 135 sull'accordo di si minore nella zona del do centrale.

     

    Lavoro analogo per la sx, 531 421 531 e salterei a quel bicorso (si fa#) con 1-4.

     

    Cerchi di fare tuo questo criterio e provi a proporre la diteggiatura per le battute fino a 5...poi ne parliamo :)

    Scusi, ma non ho capito bene la diteggiatura della sx: 531-421-541-321, o 531-421-531-421 o altro? :) io penso ke la prima permetta di tenere bene il si e di ottenere un buon legato( ed è simile a quella da me proposta ), però con gli altri accordi non credo sia adeguata... :wacko:
  2. Salve a tutti, in questi giorni mi è capitato tra le mani una registrazione di Ashkenazy di questo preludio, di cui me ne sono subito innamorato. Così ho trovato su internet la partitura, ma, come in quasi tutti i brani di Rachmaninov, il pedale non è inserito. Allora, in breve, chiedo a voi, che sarete sicuramente più esperti di me nel campo del pedale di risonanza, come utilizzarlo. GRAZIE IN ANTICIPO.

     

    P.S.= penso che ci sia anche il pedale del piano, possibile?

  3. Riprendo il discorso originario per dare la mia personalissima opinione che spero sia un gradito contributo per SammyChopin.

    Anzitutto (sembrerà banale ma) è fondamentale considerare che le difficoltà espressive in Chopin sono pari (se non superiori) a quelle tecnico-meccaniche. Senza padronanza del rubato, del legato (o meglio dei legati), e con un timbro piatto, qualsiasi brano, anche (anzi direi soprattutto) quello apparentemente più abbordabile perde spessore, diventa sporco e scadente tanto quanto un pezzo "difficile" suonato senza tecnica.

    Per questo, sencondo me, i preludi sono in assoluto pezzi... da 90. Tra i più difficili...

    Secondo il mio punto di vista (e la mia esperienza), fatta eccezione per qualche pezzo (tipo op. 69, n. 1) per affrontare Chopin conviene partire subito dall'opera che ne concentra tutto lo "strumentario": gli studi.

    Si dirà: "ma il livello tecnico non me lo consente ancora". A quest'obiezione risponderei con una serie di osservazioni.

    In primo luogo nessuno "nasce imparato". Lo scopo è quello di crescere e allora anziché rischiare di imparare male uno Chopin apparentemente facile fossilizzando errori difficili da sradicare è meglio approcciare con assoluta umiltà all'opera "didattica" per eccellenza.

    In secondo luogo non dimentichiamoci che Chopin è stato un pioniere della tecnica disvelando una serie di gesti (uso di polso, braccio, avambraccio e corpo, sfruttamento del peso) sino ad allora misconosciuti; gli studi sono una sorta di abbecedario di questi gesti tecnici, trasmettono i codici per decriptare le difficoltà del pianismo "maturo": non andrebbero visti soltanto come pezzi "difficili", quanto piuttosto come pezzi che aiutano a vincere le difficoltà.

    In terzo luogo tenendo a mente gli insegnamenti ricevuti e, soprattutto, osservando come si muove chi suona veramente bene (si parlava in un altra recente discussione di Valentina Lisitsa), comprendendo come si deve affrontare ogni signolo passaggio, seguendo un buon metodo di studio fatto sopratutto di concentrazione e, perché no, grazie a buone letture, si possono fare anche in poco tempo passi da gigante.

    Ero incredulo al momento di leggere il tuo post: pochissimi la pensano così e sono felicissimo di aver letto questo tuo pensiero non affatto insignificante, ameno per me. Grazie davvero :)
  4. Ahah si lo so! :D Ma mi riferivo a quel libro perché al momento, purtroppo, è l'unica testimonianza di questo metodo, che nn è lì spiegato male ma se avessi altre fonti potrei sperimentarlo, approfondirlo e applicarlo meglio. Cmq :)

  5. In questo topic si parlava del libro di Chuan Chang

     

    http://www.pianoconc...del-pianoforte/

     

    L'autore stesso lo definisce come segue

    "nel metodo pollice sopra la struttura del pollice viene ignorata ed il pollice viene trattato come le altre quattro dita"...."è nercessario nei passaggi veloci e tecnicamente difficili"

     

     

    Secondo me in soldoni, a grande velocità si può ovviare al passaggio del pollice con lo spostamento laterale di tutta la mano ... che di per sé forse non è neanche una grande novità ma almeno qualcuno ha speso una definizione :)

    Il problema è che ho scaricato da giorni la 1a ediz. ma, anche se gli ho dato diverse letture ma nn a tutto, ne ho capito ben poco di come esercitarsi sul pollice sopra, come utilizzare entrambi i metodi ( sopra e sotto ) dato che prima dice che bisogna usarli entrambi e poi che preferisce l'uso quasi esclusivo del sopra, poi nn ho capito neanche bene i movimenti giusti da fare per ottenere un buon risultato, poi nn capisco se si può e, se si, come ottenere col sopra il legato. ma soprattutto la posizione esatta del pollice prima dopo e durante il passaggio... :( insomma ciò capito ben poco! ma se tu lo hai letto potresti aiutarmi a capirlo meglio o se c'è qualche membro del forum che lo ha letto e magari lo pratica? Grazie comunque :)
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