Jump to content
Piano Concerto - Forum pianoforte

DrJellyfish

Membro
  • Posts

    576
  • Joined

  • Last visited

  • Days Won

    18

Risposte postato da DrJellyfish

  1. Rispondendo a JazzMania, direi che il problema così si sposta dall'ascoltatore all'esecutore; sicuramente il fatto di sapere che la performance sarà registrata potrebbe incidere, ma non sempre lo sai...

    Ormai la maggior parte dei concerti sono rintracciabili su youtube, per esempio. Pensi che tutti quelli che hanno suonato in quei concerti avrebbero suonato diversamente essendo a conoscenza di questo fatto? E intendo da Toscanini a Parker, da Benedetti Michelangeli a Zucchero e quant'altro.

    • Like 1
  2. Era naturalmente una domanda provocatoria. È un quesito che potrebbe essere relativo a qualsiasi sistema di documentazione: anche un concerto di Toscanini registrato non produrrà in noi lo stesso effetto che ha prodotto in coloro che erano presenti al momento. Ma questo vale per qualsiasi evento non vissuto in prima persona; possiamo riferirci allla fotografia, ai video, ai libri di storia e via dicendo...

    Certo, nel caso dell'improvvisazione la cosa è amplificata, ma il principio è lo stesso.

    Anche quando si registra un disco, al di là delle sensazioni del momento, attraverso i vari passaggi di registrazione i suoni cambiano rispetto all'originale, ancora di più nel caso di una registrazione digitale.

    Se intendiamo la registrazione come una forma di documentazione credo che questa abbia un'enorme utilità, se partiamo dal presupposto che non vivremo mai le stesse sensazioni di chi era lì in quel momento, il discorso appunto si può espandere a infiniti ambiti.

    • Like 1
  3. Ciao, sto cercando di scrivere una partitura per percussioni brasiliane su sibelius (agogo, cuica, pandeiro, surdo etc.) e incontro qualche problema:

    per esempio il surdo appare su 2 righi ma suona solo quello inferiore e per quanto abbia cambiato le headnotes sul rigo superiore non esce nessun suono. Inoltre anche un rigo di congas dovrebbe essere in grado di produrre più suoni differenti ma non ho trovato la notazione adatta. Il manuale non dice gran che...

  4. vediamo... uno dei tanti voicing possibile potrebbe essere (dal grave verso l'acuto):

    Fa La Re Sol Do, Sib Lab Re Fa Do, Do Sol Mi Do,

    ovvero F6/9, Bb13, C.

    Considerando che potremmo tranquillamente sostituire il Si bemolle al basso del secondo accordo con un Fa senza incidere sensibilmente sull'effetto armonico, la classificherei nell'ambito delle cadenze plagali. Ma il punto non era questo: si discuteva del fatto che il Bb7 venisse considerato una possibile sostituzione del IV- (con un semplice movimento del basso, diciamo approssimativamente come accade in una sostituzione di tritono) piuttosto come un'interscambio modale nudo e crudo in cui il Bb7 viene fatto originare da un ipotetico VII maggiore.

    Certo, è una questione di lana caprina, ma nella didattica cerco di trovare il principio più corretto. In genere espongo entrambi i punti di vista (che sono complementari) agli allievi e lascio che si facciano una loro idea.

  5. perchè "difficilmente" ? come dicevo dall'altra parte, il bVII7 contiene un tritono che è compatibile con la risoluzione sul I (maggiore o minore che sia).

     

    puoi chiarire meglio?

     

    thx

     

    Perché contrariamente al II o al IV grado, il settimo della scala maggiore e quello della minore naturale non hanno esattamente la stessa funzione armonica, il Bb7 non contiene nemmeno la sensibile...

     

    Prova a prendere un interscambio modale, tipo l'inizio di Night and day e sostituire il Ø con un -7. Noterai che la sostanza del brano non cambia.

    Se fai lo stesso gioco con questa sequenza e metti il Ø al posto del 7, ti accorgi che l'effetto è completamente diverso.

     

    Invece prova a sostituire il bVII7 con il IV- (Cherokee, Stella by starlight etc.) e viceversa (prova con All of me, All the things you are, Malafemmena... ) ;-)

  6. Dunque, io la vedrei così:

     

    IV, bVII7, I

     

    Il senso della cosa sarebbe questo: interscambio modale: IV, VII (di Do minore naturale), I.

    L'oggetto del contendere era il seguente: il principio dell'interscambio modale (in ambito tonale) è la sostituzione di uno o più accordi con accordi presi "in prestito" dal modo parallelo, A PARITA' DI FUNZIONE;

    per esempio in un II V I di Do maggiore sostituisco il D-7 col II di Do minore (DØ), lasciando inalterate le funzioni armoniche.

     

    Il problema con questo tipo di sequenza è che difficilmente il bVII7 sostituisce il VII della scala maggiore, in altre parole se nella cadenza precedente non abbiamo difficoltà a risalire al II V I maggiore originario, in questo caso dubito che la sequenza originale possa essere F, BØ, C...

     

    Sicuramente il Bb7 è il VII grado di Do minore però dal punto di vista della funzione lo vedrei meglio come una sostituzione del IV minore:

    allora, F C è una cadenza plagale; come notava Jazzmania potremmo inserire un movimento melodico tipo La, Lab, Sol e ottenere F, F-(6 magari), C = IV, IV-, I;

    Se sostituiamo il F con Bb7 otteniamo la sequenza di cui sopra; in pratica la vedo un po' come il meccanismo della sostituzione di tritono:

    apparentemente introduciamo un accordo completamente estraneo, in realtà si tratta di un semplice movimento del basso.

     

    ...

     

    Ma perché non ho fatto il tronista di Maria De Filippi?

  7. caro Jelly, quando hai tempo da buttare non dimenticarti del tuo vecchio amico che non ha ancora imparato nulla di significativo del jazz, ma gli piacerebbe tanto ;)

     

    e piantala. piuttosto diamoci appuntamento nel post analogo sul forum del gez, così non ci disperdiamo. :-)

     

    l'ho postato anche qui per sentire un eventuale parere dal punto di vista "classico", ma...

  8. Io, per quel che mi riguarda, trovo che ciò che manca davvero sia un vero corso di "lettura della partitura", ma non al pianoforte: a tavolino. Anche al corso di composizione, volenti o nolenti, ci si mette al pianoforte, anche perché, per parlare in due o più di una successione armonica, è utile averla presente nelle orecchie ("senti quest'accordo?": plùm! "ecco, senti come risolve": plàm! e così via...). Ma credo si dovrebbe insegnare agli aspiranti direttori come realmente si affronta lo studio, dal principio, di una partitura per orchestra. È la domanda che mi sento fare più spesso da chi mi chiede suggerimenti per lo studio, da chi viene a lezione: "come faccio a studiare una partitura?".

     

    Mi trovi d'accordo in linea di massima, in effetti il corso di lettura della partitura andrebbe semplicemente orientato e strutturato diversamente, più che eliminato (ma questo vale anche per Jazz e altre discipline, che con gli attuali programmi ministeriali non funzionano certo al meglio).

    Il discorso della lettura pianistica sarebbe solo la conseguenza dell'apprendimento delle abilità che hai elencato.

    Mi spiego: penso che sia difficile avere in testa una successione armonica senza essere in grado di eseguirla (leggendo dalla partitura);

    i vari plùm e plàm chi li suona?

    Non mi sembra il caso di farli ascoltare da un CD (quello può essere utile per lavorare sul suono) e, del resto, sono sicuro che tu sappia eseguire al piano una sintesi di un passaggio, non foss'altro per spiegarlo, per far sentire le risoluzioni di cui sopra etc. Se questa cosa è di una qualche utilità in qualche modo la si dovrà insegnare...

×
×
  • Crea nuovo...