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Piano Concerto - Forum pianoforte

DrJellyfish

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Tutto postato da DrJellyfish

  1. Qualche esempio. Tensioni melodiche.pdf Noterete che l'aggiunta della tensione ha modificato parzialmente il siglato. Sarebbe buona norma infatti in questi casi indicare nel siglato tutte le modifiche applicate all'accordo, per agevolare il lavoro della ritmica e del solista.
  2. Anzi, se trovate degli esempi di quest'ultima armonizzazione, vi sarei grato se me li segnalaste.
  3. Armonizzazione delle tensioni. Nell'armonizzazione a 4 parti, l'aggiunta di una tensione comporta necessariamente l'eliminazione (o l'alterazione) di una nota cordale. L'obiettivo in questo caso sarà quello di arricchire l'accordo senza che esso perda le caratteristiche che ne definiscono la funzione armonica. Le note che è più semplice sostituire sono la fondamentale (che si presume che venga comunque evidenziata dalla ritmica) e la quinta giusta, che non incide significativamente sulla funzione armonica (per esempio, la quinta diminuita del Ø è una nota decisamente importante). La regoletta consiste nell'eliminazione della nota cordale sottostante la tensione: 9, b9, #9 sostituiscono la fondamentale 13, b13 sostituiscono la quinta (giusta) 11 sostituisce la terza minore (ma c'è qualche soluzione alternativa) b5, #5 comportano l'alterazione della quinta. Un po' particolare il discorso relativo alla T#11; questa infatti comporterebbe l'eliminazione della terza maggiore, ma l'identità dell'accordo potrebbe risentirne. Una possibilità è quella di eliminare la quinta o di giocare sulla disposizione dell'accordo (a parti late). Comunque rimane un caso abbastanza delicato, non a caso nella maggior parte dei libri di arrangiamento troviamo rari esempi di armonizzazione della #11 su un ∆ ...
  4. Giusto per sentire anche un'altra campana, ecco cosa riporta il libro "Modern Jazz Voicings" di Ted Pease e Ken Pullig. Le tensioni (Modern Jazz Voicings).pdf
  5. Il senso è quello, poi appunto si tratterà di decidere se trattare (arbitrariamente) alcune note cordali o tensioni con note non-cordali. Ma come lo scopriremo nelle prossime puntate. Stay tuned! :D
  6. DrJellyfish

    Analisi

    Sì sono d'accordo, al limite l'imitazione può essere uno stadio del processo. Alla fine appunto è come imparare un'altra lingua. All'inizio imiti la pronuncia di quelli di madrelingua. Poi naturalmente i contenuti e gli sviluppi dovranno essere farina del tuo sacco. Per quanto riguarda la contaminazione il discorso è un po' diverso: se vuoi eseguire un brano be-bop "filologicamente" è necessario che impari quel determinato linguaggio, un po' come faresti per la musica barocca e via dicendo, se vuoi portare avanti un discorso stilistico personale dovrai esplorare nuovi territori... ;-)
  7. sì sì thnx, funziona anche da me! chissà da dove era venuto fuori...
  8. DrJellyfish

    Analisi

    Sì, ma il dialetto lo devi praticare se lo vuoi parlare. Poi in effetti messa così parrebbe che la musica colta europea sia una lingua e il Jazz un dialetto...
  9. @ Ale. Sei il solito guastafeste , adesso qualcuno leggendo questi post "vedrà li ufi"...
  10. ** il "poi ti dico" si riferiva a un discorso più spinoso, che si dovrebbe chiarire nel momento in cui si parlerà delle note non cordali. In realtà qualsiasi nota potrebbe essere considerata una tensione: nessuno ci vieta di scrivere un brano in cui per tutta la durata di un C∆ (ah, a proposito, prova alt+H...) suoniamo un Re#, e di siglare l'accordo C∆(#9), è anche figo... fatto sta che se all'esame di ammissione a un biennio di arrangiamento trovi su C∆ un Re# di passaggio e lo armonizzi così rischi di riportartelo a casa... Diciamo che alcune note, anche contemplate in certi casi come tensioni, vanno trattate con una consapevolezza che uno studente alle prime armi potrebbe non avere. Per questo ho cercato di usare degli schemi che contemplino quelle che a volte gli americani chiamano "mechanical voicings", che consentono di armonizzare a colpo sicuro, meccanicamente appunto, senza correre rischi, anche senza l'ausilio del pianoforte. Certo all'inizio si rinuncia a un po' di avventura...
  11. ach! avevo appena detto che quelli più smaliziati avrebbero subodorato qualcosa... La differenza dei due schemi è la dimostrazione del fatto che coesistano diverse scuole di pensiero. L'ideale sarebbe leggere i vari punti di vista e formarsene uno proprio. Qui mi riallaccio alla tua perplessità riguardo gli accordi di 6. Bill Russo astutamente bypassa il problema considerando le semplici triadi maggiore e minore: in tal modo può trattare sia la 7M che la 6M come tensioni e interscambiarle a suo piacimento. Di fatto la settima maggiore può tranquillamente essere sostituita dalla sesta su un maggiore, senza incidere sulla funzione dell'accordo, cosa che non può avvenire, per esempio, su un accordo di settima di dominante in cui la settima deve essere percettibile, ragion per cui la sesta (13) si somma all'accordo. Nel -7 la Tb9 la vedo maluccio, diverso è per la Tb13 sul Ø. Questa è sì una tensione possibile, ma ho scelto di trattarla più avanti.
  12. non mi fa impazzire questo 7+ , mi dell'antica "settima aumentata"... al limite maj7 o M7; ad ogni modo, la Tb6 in questo caso (e soprattutto nel -7) viene talvolta omessa non tanto perché collida con la 5a (con qualche trucchetto di disposizione ne usciresti pulito), quanto perché può creare ambiguità nella funzione dell'accordo. Poi ti dico**. 9M, 11G (che ho volutamente ignorato), 13M
  13. Perché Lab? E' una nona maggiore. In teoria nell'accordo sarebbe contemplata anche la quinta quindi, in una disposizione per terze: G, B, D, F#, A, C#, E. In effetti in questi casi spesso la quinta si omette per evitare attriti con la #11, ma dipende anche dalla disposizione. In questo caso direi che la stessa sigla è comprensiva delle tensioni, che rimangono tali anche se sono incluse nel siglato. Per note cordali generalmente si intendono le note base dell'accordo, quelle senza le quali esso perde l'identità funzionale, quindi in linea di massima* F, 3, 5, 7. *Possono fare eccezione accordi come un 7sus4, ma ne parlerei più avanti.
  14. DrJellyfish

    Analisi

    Certo, era un po' un paradosso. Di fatto per un americano (in particolare un nero, in determinati periodi storici) il Jazz faceva parte del normale background culturale, e si aveva la possibilità di praticarlo, di immergersi dentro, di respirarlo. Per un europeo nostro contemporaneo c'è sì la possibilità di ascoltare dei CD o qualche concerto, ma rimane sempre un approccio meno intenso. In questa ottica penso che sia lecito avere dei testi e delle linee guida che ci forniscano delle basi, ma l'improvvisazione in senso stretto, in particolare la pronuncia o il fraseggio, si imparano suonando. Perlomeno è un idea che ho maturato nel tempo.
  15. Prima di procedere, vorrei sapere se ci sono dubbi o se ritenete necessari dei chiarimenti. ;-)
  16. Qui il discorso si complica un po' e non mi dispiacerebbe la complicità di Frank, Ale e chi volesse contribuire. La stessa definizione di tensione varia lievemente da un testo all'altro, per cui cercherò di riassumere quello che nella mia ottica è il concetto generale. Onde evitare perplessità, anticipo che la mia linea è quella di partire da concetti estremamente semplici (e di conseguenza a volte un po' riduttivi) per poi via via passare a soluzioni più complesse. Per lo stesso motivo all'inizio mi occupo solo dell'ambito tonale per poi approdare ad altri sistemi armonici. Le tensioni Sono note affini alle note cordali in quanto estensioni dell'accordo (9, 11 13) o alterazioni di note cordali (b5, #5). Si armonizzano comunque con l'accordo siglato. Non alterano sostanzialmente la funzione armonica dell'accordo, casomai la definiscono più nel dettaglio. Esse variano in base al tipo di accordo (e, a volte, al contesto armonico). accordo tensioni possibili ∆ 9M, 11aum, 13M (6M) -7 9M, 11G 7 9m, 9M, 9aum, 11aum, 5dim, 5aum, 13m, 13M Ø 9M, 11G O 9M, 11G, 13M, 7M (generalmente le tensioni sui diminuiti non si numerano e si trovano un tono sopra ogni nota cordale) I più smaliziati avranno notato che ho omesso alcune delle tensioni possibili; per ora mi limito a quelle che non generano ambiguità e che, nell'applicazione, non necessitano di un'analisi troppo approfondita. La casistica è talmente ampia che ritengo più pratico esaminare tutte le possibili variabili via via che si presentano e limitare gli schemi di base a formule abbastanza semplici, dirette e facili da memorizzare. Come abbiamo visto in precedenza gli accordi ∆ e -∆ possono essere sostituiti da 6 e -6, senza incidere significativamente sulla loro funzione. Quindi avremo ancora: 6 9M, #11 -6 9M
  17. Se nessuno ha incontrato difficoltà (l'unica eccezione era quella segnalata da Ale: evitare il semitono tra le due voci superiori), potremmo lanciarci sulle tensioni armoniche...
  18. No, solo su questo; mi è successo un altro paio di volte. E' che non ricordo che font sia. Eccolo qua: http://www.mediafire.com/?k1cvr9e93v0wbv0
  19. Intanto grazie a tutti per la collaborazione. Ben gentili.
  20. con quel font, sì. se vuoi te lo invio in formato .sib
  21. ok questo l'ho risolto dalle preferenze
  22. comunque sì, prima usavo quello ma ora non ha più effetto. esiste un modo di editare gli shortcut? a meno che non sia sibelius 7
  23. intendi la freccia l'ultimo tasto a destra della 2a fila dall'alto? quello con la freccia verso sinistra?
  24. Bravo Ale! Il motivo per cui (almeno per ora) non ho spostato la discussione nella sezione dei seminari è proprio perché mi piace che ci sia questo scambio di informazioni, piuttosto che un vero e proprio corso...
  25. Come mai la notazione di tempo risulta così in alto? E' il font o è possibile spostarla? Armonizzazione delle note cordali (esempi).pdf
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