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Piano Concerto - Forum pianoforte

Marta23

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Risposte postato da Marta23

  1. Franz Liszt nasceva a Raising (oggi Austria) il 22 ottobre 1811

    «Il demone mosse le sue forze; quasi volesse provare il pubblico, sembrò giocare prima con lui, poi gli offrì in ascolto qualcosa di più profondo, finché avvolse, per così dire, ciascuno con la sua arte e sollevò e portò con sé tutti come voleva»

    [Robert Schumann, Franz Liszt, La musica romantica]

  2. In effetti non c'è un metodo unico, bisogna tenere conto di diversi fattori, non di meno il minutaggio. Suonare alla perfezione più di un ora di musica non è semplice, è una cosa da imparare a gestire e in effetti nei programmi difficilmente si mettono tutte opere alla prima interpretazione; molto tipico è inserire il classico cavallo di battaglia, qualcosa di già suonato in passato e sicuramente qualcosa di nuovo. In effetti si tratta di costruirsi un repertorio.

     

    Ecco che già in questo scenario bisogna usare 3 metodi diversi per le 3 diverse situazione; nel primo caso non bisogna perdere il controllo, nel secondo bisogna riacquisire il controllo, nell'ultimo caso è "tutto" da fare.

     

    Questo è un punto di partenza, tu intanto cosa ne pensi sulla questione?

    • Like 1
  3. Personalmente non condivido troppo l'affermazione rDicorrente (fatta anche da Marta Inell'altro post)
     
    Io penso che invece abbiamo scritto la stessa cosa, solo che diversamente e soprattutto in un altro contesto.E in effetti rileggendo
     
    Aggiungo che le incisioni di questi giganti (penso anche a Horowitz con lo stesso Scarlatti, a Richter con Haendel, a Gould con Bach) sono la prova concreta che questa musica è scritta per il pianoforte...a prescindere che lo strumento esistesse o meno e a prescindere che le esecuzioni filologiche suonino, e a buon diritto, in modo completamente differente.

     

    Visto Voltaire...per dirla con Calvino: "un classico non ha mai finito di dire quello che deve dire"

     
    Se un giorno nascerà n nuovo strumento a tastiera, non è detto che
     

     

     la duttilità ad essere eseguita con differenti strumenti senza perdere, ed anzi arricchendo, le proprie potenzialità espressive.

     

    • Like 2
  4. Mi è capitato che mi abbiano chiesto di dare lezioni ad una bambina non vedente di 7 ...non vendo esperienza diretta con questo genere di difficoltà (non sapevo da dove cominciare, tanto meno se esistevano siti o materiali da utilizzare durante le lezioni, etc.) ho rinunciato.

     

    Ma mi è rimasto l'amaro in bocca..idee? Sono interessata all'argomento.

  5. Io posso dire che diverse produzioni di Einaudi tipo "Diario Mali” non sono state rivolte al grande pubblico, ma a un percorso di amatori del genere. Inoltre Alessio (dici dal 1996 in poi) .. Einaudi al tempo di "Le Onde" (1979) è stata una figura decisamente diversa da altri compositori tipo Slachs o Claydermann e in effetti non è mai stato un prodotto "veramente" facile.

  6. @Zxxz

    Confermo l'analisi di Pianoexpert, c'è da dire che le esecuzioni sono ordinate che per un allievo del tuo livello è già positivo. Col tempo arriverà anche la maturità musicale e il controllo per esprimerla al meglio.

    A volte basta poco anche se difficile, ascoltando Vinciguerra ad esempio noterai che non si possono suonare tutte le note degli arpeggi alla sinistra con la stessa intensità e complressivamente la sinistra non può avere lo stesso peso, in termini di dinamica, della destra che invece ha la meldoia.

    Una strada può essere quella di suonare, registrarsi, riascoltarsi e riprovare a correggere quanto non soddisfa...anche prendendo piccoli pezzettini e sforzandosi proprio di creare due piani sonori.

     

    Il brano più sciolto invece mi sembra prorpio Clementi, che richiede meno difficoltà rispetto a  Chopin relativamente al suono e all'agogica. Mi sembra che comunque ci siano delle buone premesse e si trata veramente di avere solo la pazienza di percorrere quel percorso che un po' tutti abbiamo fatto o stiamo facendo.

    • Like 2
  7. La mia insegnante e' ok, e' sempre pronta ad aiutarmi, ma non segue un programma...ne' "standard" ne' su misura...non verifichiamo quasi mai gli esercizi di tecnica (a meno che non glielo chieda io) e mi fa praticamente sempre scegliere i pezzi da studiare...poi in genere sono io a proporre gli studi di tecnica perche' secondo lei la tecnica di fa studiando i pezzi...e quando e' lei a scegliere i pezzi, mi sembra di vagare a caso (per esempio mentre sto studiando il mio primo piccolo preludio di Bach mi da da studiare una "semplice" invenzione e due voci)...

     

    Non è che stai andando alla grande (insomma, non mostri particolari problemi tecnici quando suoni il repertorio), fai scelte azzeccate relativamente ai brani ... per cui non entra nel merito? 

     

    E' possibile sentirti all'opera e vederti? Giusto per capire se se ne "frega" o se è "fiduciosa"...

  8. puntualmente fatico un po' con la diteggiatura...anche se sono seguito da una insegnante...

    Però se hai un insegnante che può instradare i tuoi sforzi, sarà una fatica ripagata. Diverso sarebbe faticare e imparare cose inutili o peggio ancora sbagliate; saper diteggiare e apprendere una prassi esecutiva come quella barocca ... è importantissimo.

     

    E' solo una scelta, le edizioni riviste in frangenti dove gli aspetti filologici non erano molto sentiti portano ad annotare in partitura svariate cancellazioni...insomma, è una scelta, ma da fare con cognizione di causa e magari in accordo con la linea di dattica del tuo insegnante, che poi dovrà guidarti in questo cammino.

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