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Risposte postato da Xenakis
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L'estetica non si coccupa del bello, al massimo di come si vuole apparire...per inciso in musica non tutti cercano il bello.
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riscuotere più o meno fiducia nel lettore...
In effetti, tutte le volte che passo da wiki...mi vengono i brividi
Bravo Terenzio!!!
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Boh, allora bisogna mettersi il cuore in pace...noi addetti ai lavori non facciamo testo se pensiamo che il nostro eventuale piacere sia anche di altri, soprattutto perchè magari noi ci facciamo affascinare anche dal paicere intellettuale...
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In realtà a me Feldman piace molto ed ho quasi tutte le sue partiture in PDF, per cui il post di Gerardo ha solo sottolineato qualcosa che fa riflettere. Il fatto che mi piaccia non mi vieta di riconoscere che la logorrea può tediare...e non parlo di me che sono particolarmente masochista
In realtà anche a me Britten non piace...ma è molto equilibrato e si lascia seguire comodamente...
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Non so come inserirmi nella discussione ormai molto avanti e forse già matura, ma
Frank, l'analisi che hai fatto di Webern non è il punto di vista dell'ascoltatore ma del compositore!
Io nello scritto di Frank leggo:
Però non era malaccio mettere mano alla partitura che ti ho indicato, giusto anche per faccia … forse il discorso non ti interessa in fondo veramente, ma ci sono altri in ascolto per cui non mi tiro indietro.
La narratività è espressa in tanti modi ed ha un vincolo di simmetria fisiologica che si muove nella binarietà o bipolarità per cui in un parallelismo logica di Protagonista/Antagonista.
Io mediterei già un sacco su questo, ma a prescindere come si può rendere incomprensibile una narrazione? Quando avvengono 3 tipi di situazione diversa:
- Incantamento (è chiaro a tutti, no? Se io ripeto 100 volte la stessa parola … ad un certo punto non si riuscirà a seguire)… qui salvo Webern...anche se la quarta bagatella...
- Silenzio (è chiaro a tutti, no? Se io fra una parola e l’altra faccio passare troppo tempo, chi ascolta può perdere il filo del discorso)
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Massima differenziazione(è chiaro a tutti, no? Se io cambio discorso ogni 3 secondi…chi mi ascolta non capirà una mazza e non riuscirà a seguire)
- (aggiungo la trasfigurazione usando iper parametri, qui salvo Webern)
In tutti i 3 casi sono seriamente in difficoltà a ricordare la narrazione, penso che come effetto collaterale subentri la noia.
Leggendo capisco: "Massima differenziazione(è chiaro a tutti, no? Se io cambio discorso ogni 3 secondi…chi mi ascolta non capirà una mazza e non riuscirà a seguire)"...Webern in 10 battute cambia 10 volte tempo e 10 volte disegno ritmico...non è che si sia impegnato molto per l'ascoltatore. Secondo me è proprio questo il punto del suo discorso...che effetticamente a ragin veduta, pensando a Boulez, non si può che condividere...
Sulla ripetizione effettivamente ci devo pensare, certo che se iniziassi se iniziassi se iniziassi se iniziassi se iniziassi se iniziassi se iniziassi se iniziassise iniziassi se iniziassi se iniziassi se iniziassi se iniziassi a a a a a a a a a a a a a a a a a a a etc.
Non so...però qualche dubbio mi sta venendo ed effettivamente l'esperienza di Gerardo non lascia troppi dubbi...
Più ripetitivo di Morton Feldman (anche brani da 25 ore) ... cosa uno vuole di più? Dopo 5 ore all'ultimo evento la gente andava a bere la birra, tornava e non era cambiato nulla (non aveva perso nulla)...per seguire la partitura a volte serve lo speaker...e dai...
- Incantamento (è chiaro a tutti, no? Se io ripeto 100 volte la stessa parola … ad un certo punto non si riuscirà a seguire)… qui salvo Webern...anche se la quarta bagatella...
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L'anno scorso l'ho provato, alla fine l'ho pure vinto, ma senza borsa di studio, quindi ho rinunciato.
... e cosa avevi portato? Quello che ricordo io?
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Domande preliminari: in Europa o nel Mondo?
In generale sicuramente si sta riscoprendo l’aspetto narrativo della musica. Ecco che musicisti tipo Part, dopo grandi estremismi, tornano ad una modalità quasi “spirituale”.
Da non sottovalutare giapponesi ed alcuni americani che stanno facendo cose molto interessanti.
… la musica degli ultimi 30 anni sicuramente sarà progressivamente abbandonata
Cosa avevi in mente?
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Vero il tempo
Io stavo pensando al monocordo ... ci penso un attimo
Comunque anche i ritmi additivi possono aitare e ci proiettamo molto avanti nel "tempo"
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...il buon Pitagora?
Dovrebbe esserci già dentro molto e con poche integrazioni secondo me ci metti dentro tutto
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Secondo me Daniele non è qustione di essere fuori luogo, tu sei molto appassionato di Beethoven è ti lasci molto trasportare dalla passione e a volte dai gusti, nulla di male.
Quando però si cerca di rintracciare qualcosa di oggettivo purtroppo bisogna scendere sul tecnico, Frank ha fornito una lista lunga un chilometro...anche a livello di solo ascolto si può sentire una progressione cromatica ... e si sente a prescindere dal fatto che sappiamo dargli un etichetta, e in effetti questa è: un etichetta.
Se una serie di corcostanze legate alla tecnica compositiva, estetica, etc ... fanno ricadere quest'opera in un certo contesto stilisto...qual'è il problema? Nulla toglie e nulla aggiunge ne alla tua (nostra) possiiblità di goderne ne al compositore...al massimo ci serve (a noi posteri) per orientarci in quel mare di musica che Beethoven stesso ha prodotto.
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ps: Xenakis, colpa mia sicuramente, ma io la tua domanda non l'ho compresa. Ritenta se ti va!
Leggendo i tuoi scritti fai ricorso spesso al concetto di stile (ovviamente compositivo), ma quando viene descritto puntualmente e questa idea si discosta da quella che ti sei fatto, sembri ignorarlo.
Lo stile compositivo è fatto di elementi che si possono desumere in tanti modi, dalla partitura ad una grande capacità d'ascolto.
Nel caso di Beethoven, una serie di caratteristiche fa si che un brano sia classificabile come suo primo, secondo o terzo stile...su quello che non ha potuto fare non ci possiamo pronunciare.
Che poi un insieme di caratteristiche, riscontrabili in partitura, non viene percepito come tale … è legato all’aspetto personale percettivo/ricettivo, ed è giusto che sia così…ma la tecnica e gli accorgimenti compositivi sono quelli di un compositore che (anche nella nona) ormai aveva già mutato la sua cifra stilistica. Gli elementi sono puntualmente descritti qualche post più su…mi sarei aspettato che qualcuno dicesse che molti di quei tratti non erano riscontrabili. Non è avvenuto ma non è un problema, non devo convincere nessuno…chi leggerà si farà la propria idea sull’argomento e si spera senza basarsi solo sul forum, non che ci sia niente di male, ma quell oche c'è da vedere e sentire ce l'ha già lasciato Beethoven.
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Domanda non provocatoria, ma Daniele, secondo te da cosa è fatto uno stile?
Scrivi
Certamente, Carlos, se consideriamo tutta la musica scritta dal 1815 alla morte da Beethoven del terzo stile, tu hai perfettamente ragione, non sono tutte dei capolavori; ricordandoti però, che gran parte delle opere – vedi Opus 103, o 129, o 138 e altre- sono antecedenti quegli anni. Ma se per terzo stile, - e secondo me giustamente – intendiamo un metodo di comporre che si riassume in quello che ha detto Frank, ebbene, stiamo parlando solo di massimi capolavori, i più grandi in assoluto, usciti dalla testa e dalla penna del genio di Bonn.
Se concludi diversamente, allora per te cos'è lo stile?
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Milton Byron Babbitt (Filadelfia, 10 maggio 1916 – Princeton, 29 gennaio 2011)
Milton Babbitt - Ensembles for Synthesizer (1964)
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A proposito di senso e significato, magari può aiutare
http://www.treccani....io/significato/
http://www.treccani....clopedia/senso/
Ma sono certo che si dice che la musica non ha significato in quanto non si tratta di un linguaggio semantico...per cui un qualsiasi oggetto sonoro può avere senso ma un significato.
Una melodia può avere tanti sensi...ma non significa niente. Come possiamo dire che il famoso incipt della quinta di Beethoven sia qualcuno o qualcosa che bussa a una porta? Non è così...però possiamo trovarci questo senso, come altri...
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... nonostante la bontà della trascrizione penso che il brano non renda come dovrebbe.
Anche a me piace in cerrti frangenti l'asprezza del pianoforte, però ci sono scelte di orchestrazione che potevano creare un effetti diverso da quello proposto in queste...bisognerebbe provare a vedere, seguirò con curiosità il laboratorio.
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A parte l'elenco, a me interesserebbe sapere come ci infili: "sia un po’ l’equivalente".
... comuqnue aspetto questa sera ....
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Per gli strumenti sti che livello di difficoltà è richiesto?
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Che ne dite di Emmanuel Chabrier e Henri Dutilleux?
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non lo avrete mai
L'hai offuscato? O è fra quelli disponibili sul tubo?
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Intendi per l'estrema suddivisione dell'intero? Chiedo, perchè altrimenti un altra domanda potrebbe essere: "Qualcuno riuscirebbe a spiegarmi il senso di figurazioni ritmiche tipo il quarto?"
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Condivido, mi ha fatto un ottima impressione....ovviamente ad un primissimo ascolto, non lo consocevo.
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A proposito di Chopin...quale pianista considerate come sua migliore espressione? sto studiando il preludio op 28 n 15 e non so "a chi affidarmi" per l'ascolto del brano. con Pollini dovrei andare sul sicuro...accetto consigli
Io trovo interessante Martha Argerich
Martha Argerich Chopin Preludes Op. 28
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... io non vorrei fare il guastafeste ma il dopo Debussy (sempre se c'è stato un dopo) ... è molto Debussy.
Luoghi comuni: Beethoven, musica e filosofia
in L. V. Beethoven
Postato
Musica che si basa su procedimenti non prorpiamente musicali ma legati ad una certa concettualità, praticamente da Webern in poi nel '900. Matematica, Stocastica, Architettura, etc.