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Piano Concerto - Forum pianoforte

LucaCavaliere

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Tutto postato da LucaCavaliere

  1. . . . Sì. E la musica degli altri compositori parla al c . . .
  2. Daniele... in parte mi hai rubato le parole di bocca. ho aperto il forum per rispondere a Frank: per dirti che sono d'accordo con ciò che hai scritto però penso che i tuoi figli Frank, ma anche quelli di Daniele e molti altri tra noi, abbiano stimoli e proposte un po' fuori dall'usuale rispetto a quelli che possono arrivare da una famiglia non particolarmente musicale (detto in parole molto povere). Per ciò penso sia meglio parlare di musica per neofiti più che di musica per bambini. Se uno fino a 50, per assurdo, non ha mai ascoltato niente, possiamo dire che musicalmente è un bambino? E se uno, all'età dei vostri figli, ha già avuto tutte quelle esperienze di ascolto, possiamo dire che musicalmente è più adulto di molti adulti all'anagrafe? (e che quindi del disco baby-mozart non sa tanto che farsene)
  3. Ma sì. ma sì, Daniele . . . «la Marcia Turca, altri movimenti da Sonate pianistiche, la K 525 e via discorrendo» sono deliziose come il prosciutto cotto: nella dieta dei bambini lo introduci presto. Le pietanze più toste le proponi quando sono un po' più grandicelli.
  4. grazie Simone ho ascoltato. E li riascolterò (anche tutta la partita)
  5. Beh... l'avevo capito. Invece, fare il contrario non mi va. Non fosse altro perchè io ho fatto una richiesta (non inverosimile) e mi ritrovo con una contro-richiesta, Non mi costerebbe nulla risponderti scrivendo un nome e un cognome. Ma se non c'è nessuno che mi può spiegare qualcosa nei termini che ho chiesto nel mio primo post... possiamo anche chiudere il topic. Sopravviverò.
  6. Grazie, ma avevo già letto a suo tempo.
  7. cari tutti, ieri, nell'ambito di Pianocity 2017 ho ascoltato Bahrami suonare Frescobaldi e Bach. due toccate di Frescobaldi, e di Bach poi ha suonato, dal WTC primo libro, il preludio in do, il preludio&fuga in do minore, poi una trascrizione dell'aria "on G string", e alla fine tutta la Partita 1 in si bemolle. Allora: esecuzione molto sopra le righe, eclatante, stile Bach-Busoni. Ma d'altra parte aveva a che fare con un pubblico che era lì più che altro con attese jazzistiche. Quindi ieri sera quell'approccio poteva anche starci. Anche se io non ho gradito tanto. Vengo alla domanda: cosa c'è che non va nel suo modo di interpretare Bach? A me il Bach di Bahrami piace. Non penso ovviamente alla performance di ieri sera ma alle sue incisioni delle Goldberg, l'integrale delle Partite, l'Arte della Fuga. Siccome in passato in questo forum ne ho lette di ogni su Baharami. E siccome non sono un esperto di interpretazione bachiana, c'è qualcuno tra noi che gentilmente è in grado di illuminarmi su cosa c'è che non va nel Bach di Bahrami? Gradirei proposte di ascolto comparato con interpreti che, al contrario di Bahrami, chi me li dovesse proporre ritiene esecuzioni bachiane esemplari. Però - scusate - non i semplici link dei video, ma due parole (o anche più di due, il che lo gradirei) su questo o quel passaggio che Bahrami esegue male e l'altro interprete esegue come Dio vuole (come Bach vuole ). grazie fin d'ora!
  8. ciao a tutti, c'è qualche altro "pazzo" (oltre a me) che questa sera andrà a sentire Chilly Gonzales alla Villa reale anche sotto la pioggia??? http://www.pianocitymilano.it/concerto/912/ Nel caso potremmo vederci. ciao!
  9. io l'ho ascoltata tutta e non mi è parsa poi così male... se ascolto il pianoforte di Gould posso sentire anche questa
  10. mi sono dimenticato di scrivere tra virgolette "problemi" compositivi
  11. Ahh... Red! io sono presuntuoso ... nel senso che 'presumo' di aver capito ciò che intendesse Ligeti (e dai miei due post precedenti si vede in che direzione vado). Poi mi sbaglierò... invece quello che tu hai scritto: «Ha un ritmo (un “respiro”) del tutto particolare, probabilmente legato alla bizzarra proporzione fra le armonie molto dilatate e assieme molto lontane, da una parte, e al paesaggio tematico molto spoglio» Mi pare che apra il discorso ad aspetti e problemi compositivi. E' un discorso che trovo molto interessante, anche se non ho le competenze per affrontarlo. Cerco di spiegarmi meglio: da due o tre anni vedo ognuna delle maggiori composizioni di Beethoven anche come il porre (e risolvere) un problema compositivo: soprattutto nell'ambito delle sonate, dei quartetti, delle sinfonie. Mi pare che, di volta in volta, si ponga un 'vincolo' alla composizione, e dentro a tale vincolo il tutto si debba risolvere (e risolvere bene, cioè senza che quel vincolo venga avvertito dall'ascoltatore come... un vincolo) Ad esempio, nell'ambito sinfonico, forma-sonata: Quinta sinfonia, primo movimento, vincolo: costruisci tutto con i soli due temi (e che non sembri una miseria). Terza sinfonia, primo movimento, vincolo: costruisci tutto conciliando una miriade di idee e cellule (e che non sembri un'accozzaglia slegata) e dunque... Potrebbe essere (per me sì) che: armonie dilatate + paesaggio tematico spoglio sia il problema compositivo posto e risolto nella Waldstein? Non so.. Forse gli esempi che ho fatto sono pure sbagliati, ma spero di avere reso l'idea di ciò che intendo. Se ci fossero alcuni tra noi che avessero competenza/voglia di sviluppare questo tipo di osservazioni sulle opere di Beethoven (forse nella sezione 'Composizione'), io per primo mi leggerei con interesse quei post come semplice uditore
  12. grazie Daniele come al solito (o quasi) dopo il tuo post si potrebbe anche chiudere la discussione. Oppure andare avanti a proporre versioni e versioni della sonata in questione, come per l'op 31 n.2 un po' di tempo fa. il che sarebbe anche divertente... a parte queste cose, trovo molto azzeccate le affermazioni di Casella e Rosen che hai riportato. Soprattutto Rosen in quel che dice del primo movimento. Mi sembrano concetti così semplici che avrebbe potuto arrivarci chiunque. Ma probabilmente, proprio perchè così semplici (e così azzeccati, a mio avviso), parole così pregnanti poteva trovarle solo uno del suo spessore.
  13. sì è vero, è scomparso. Se la vuoi sentire però è sufficiente scrivere 'Waldstein Sarac full' nella stringa di google e il video è disponibile (non so se tu lo avevi ascoltato prima che sparisse). io trovo la sua esecuzione interessante e molto beethoveniana , anche se nel finale trovo l'insieme un po' slegato. Tra queste tre, la mia interpretazione preferita è quella di Sophie Pacini. Non l'avevo scritto nel primo post ma mi pare che sia quella che più si avvicina ai 'nuovi modi' di immaginare il suono: affermazione che io intendo nel senso di favorire l'effetto sonoro a scapito della precisione. il tutto ammesso e non concesso che: 1) io abbia inteso la frase di Ligeti per quel che lui intendeva. 2) questa frase abbia senso anche per altri. mi pare che l'apoteosi dell'approccio analitico della Lisitsa sia nel modo in cui esegue il famoso glissato di ottave alla fine del terzo movimento (minutaggi: 21' 22" Sophie Pacini, 24' 50" Lisitsa).
  14. O Freunde… è da tanto che volevo proporre questa discussione sulla Waldstein, sonata che amo tantissimo. Vorrei la vostra opinione su alcuni aspetti interpretativi. Vi propongo alcune domande prendendo spunto da tre interpretazioni: Julijana Sarac, Sophie Pacini e Valentina Lisitza https://www.youtube.com/watch?v=ON_NQbOah7A cosa ne pensate di quell’indugio “eccessivo” (a me non dispiace) sull’ultima pausa alla battuta 12 del primo movimento? Voglio dire: in partitura non esiste nessuna indicazione in tal senso, nelle interpretazioni dei grandi di un tempo e recenti (Gilels, Kempff, Arrau, Baremboim) non c’è questo indugio (appena più evidente in Pollini, Argerich, Shiff)… di che si tratta?... Consuetudine interpretativa non scritta? Cosa ne pensate poi della concezione sonora che si può dare (o non dare) di questa sonata subito al suo attacco? Mi spiego: i due estremi a me pare siano Pollini e Lisitsa. Pollini (1997), note ribattute volutamente confuse, effetto “rumoristico” Lisitsa invece, note ben “separate”, nitidezza (ancor più impressionante l’effetto “meccanico di precisione” quando passa al tremolo delle batt. 14 e seguenti). Voi come vi ponete su questo aspetto? E ancora: sempre sull’effetto sonoro che può puntare più, o meno, su ‘fusione’ o ‘nitidezza’… Nel terzo movimento, quell’interminabile (e stupendo) passaggio in terzine che inizia al minutaggio 19’ 30” Sophie Pacini 21’ 50” Julijana Sarac 22’ 27” Valentina Lisitsa Come preferite venga reso? Estremamente nitido come lo esegue la Lisitsa? O come un onda quasi indistinta? Nel suo recente libro sulle sonate per piano di Beethoven, Andras Shiff, a proposito della Waldstein cita Ligeti: «la Sonata Waldstein è una pietra miliare nella storia della musica; da allora disponiamo di nuovi modi idi immaginare il suono» (p. 83). . . . Sono d’accordo. Ma questi «nuovi modi» in quale direzione vanno? In quale senso va intesa questa novità? Può – secondo voi, a livello di scelte interpretative – la questione dei «nuovi modi» giocarsi sulle scelta ‘nitida precisione’ piuttosto che ‘fusione sonora’ di certi passaggi come quelli che ho indicato?
  15. Non sarai d'accordo col suo giudizio sulla Wang, ma un imcompetente non mi sembra Mario Leone Nato nel 1981 a Gravina in Puglia. Da quando ha coscienza non ricorda una giornata senza musica: suonata, studiata, ascoltata o scritta. Il pianoforte e il coro gli studi di tutta la vita. L'insegnamento una divertentissima sfida. Cerca di seguire le regole di vita musicale del compianto Schumann e intanto scrive anche per il Corrieremusicale. La musica o è bella o è brutta. Questa è l'unica distinzione. L'Urbe l'ha adottato. Hélène Grimaud l'ideale di donna. Milanista “from the cradle to the grave”. [da "ilfoglio"] Insomma!... Le opinioni sono sempre discutibili, alcune anche molto discutibili (magari argomentando). Ma per beccarsi dell'incompetente bisogno affermare delle inesattezze. Come, per esempio, affermare che Bach ha composto la Grande fuga
  16. io penso che è anche (molto) questione di allenamento. Tanto per traslare il ragionamento: dopo che ti sei letto una decina di canti del Paradiso se ne leggi uno dell'Inferno (che non avevi ancora letto) ti sembrerà relativamente leggero. Anche se non è roba leggera. in altre parole, il discorso ha molti aspetti di soggettività.
  17. Adorno, nel suo saggio incompiuto su Beethoven, afferma che «Gli stereotipi dell’ultimo Beethoven sono del tipo: “Mio nonno diceva sempre”» [cit. dall'articolo linkato] questa è stupenda!!!!!! me l'ero persa!... perchè nella mia pochezza non sono riuscito a leggere il Beethoven di Adorno fino alla fine. Chissà quante altre me ne sono perse!? se poi c'è qualche esperto adorniano che me la spiega... ringrazio fin d'ora.
  18. Sì... alla stessa scrittura. Ma con contenuti decisamente più semplici
  19. interessantissimo. Suonato a questa maniera io l'ho sentito solo da Andras Shiff dal vivo. Effetto ipnotico, come da lontananze siderali. Shiff, nel suo libro sulle sonate di Beethoven, per tenersi lontani da voli romantici suggerisce di pensare più a un preludio nello stile di Bach.
  20. magari oggi si potrebbe fare con un... mezzo pedale comunque ne verrebbe fuori un brano di concezione totalmente diversa (che personalmente non so se preferisco)
  21. ma sei sicuro?... quella è la sordina, che io sappia. Ho come il sentore che il maestro di Francescopianist abbia ragione. Questa discussione sui sordini nell'adagio della Sonata al Chiaro di luna era già venuta fuori molti anni fa, nel vecchio forum di Armando; e anche allora un utente faceva notare che i 'sordini' sono gli smorzatori, non il feltro della 'sordina' (dei pf a muro)
  22. ciao Azzurra riguardo ai tuoi dubbi (cosa potrebbe apprezzare di più) ...tutto può essere. Come pianista potrebbe apprezzare di più una trascrizione per pianoforte (quella di Liszt, ottima) perchè potrebbe anche studiarla. Come appassionato di Beethoven potrebbe apprezzare anche la partitura orchestrale. In ogni caso (come persona) potrebbe apprezzare il tuo bel pensiero: fargli un Grande regalo!
  23. ad Antares . . . Rebus 2, 12, 3, 9
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