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Piano Concerto - Forum pianoforte

Feldman

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  1. Semmai è dai musicologi che non mi aspetto nulla di serio. Scusa ma questo tuo commento è offensivo nei miei confronti. Preferisco esprimere giudizi da compositore, non sentirne da uno che parla di musica senza farla. Se permetti, il musicologo deve analizzare la realtà che lo circonda, non analizzare tanto per far vedere che "ne sa tanto". Ne ho lette analisi di musicologi: serie e serie di seghe mentali, tutto perchè, ripeto, una cosa è fare musica, altra cosa è parlarne. Perciò, considera pure le tue delle semplici chiacchiere da bar! E poi, come dico sempre: se reputi il mio un discorso poco serio... fai una bella analisi e possiamo parlarne. Altrimenti ti lascio alla tua aria fritta. Ma guarda che individui.
  2. torniamo al punto di partenza. Gli altri chi? I colleghi?
  3. Molto ritmico si, è un pezzo interessante. Piace anche a me. Il problema è che la reputo una semplice imitazione stilistica, nulla di più. Non ci sento la contemporaneità. Se ascolto una Sinfonia di Beethoven sento una cosa dell'800. Se ascolto un pezzo del genere, per quanto interessante di per se, non ha nulla a che vedere con il mondo di oggi, con la contemporaneità. Ma oggi è impossibile essere originali, la musica è morta.... ecchilodice??? Francesconi. Ah, vabbè.... La strada dei circoli viziosi non porta da nessuna parte. Sono alle Biennali.
  4. Scusate tutti: manifestazione sul Cinema, vogliono un concerto di musica non necessariamente cinematografica ma che possa risultare ricreativo (il concerto) per comuni mortali, appassionati di Cinema e non solo. Sono aperti a compositori contemporanei, cioè di oggi. Si presenta un pezzo del genere: http://www.youtube.com/watch?v=a073v6fxD2A Descrivetemi le reazioni, sono curioso. Fischi? Ok. "Eh, ma lo hanno fatto anche con Stravinskij" risposta: studia la Storia della Musica. Primo: Filidei non è Stravinskij. Secondo: brani come quello (Danza macabra) ormai ne trovi a decine, sono stereotipi. E' un brano apprezzato? Sarà, tra i suoi colleghi. Farà la Storia? Stando a caratteristiche, condizioni e precedenti nel passato... dubito seriamente. Ma... ma è musica d'avanguardia, è sperimentale, è moderna! No, non è moderna. E' la musica che si faceva trenta, quarant'anni fa. Avanguardia? Beh, se Filidei l'avesse scritto nel 1965 forse... o nel 1956, e facciamo il 1974! Ma è del 1996, ragazzi. Anni '90, vi rendete conto? I Donatonini erano già fuori moda! Sciarrino era già Storia! Ora non ce l'ho con Filidei, sia chiaro. Ho preso lui perché è uno degli adepti più giovani. Mi spiegate come si fa ad andare avanti con la musica procedendo di questo passo, con questi mondi paralleli fatti di puzza sotto il naso e linee da seguire per avere l'esecuzione alla Biennale di Venezia? Aspetto soluzioni. Mi piacerebbe saperlo, grazie
  5. No, no scusami ci stiamo fraintendendo e lo capisco dato che sono questioni difficili da trattare e anche spiegare. Tra poco metto gli esempi concreti. Dico solo che Romitelli, Gervasoni e Fedele si sono limitati ad usare strumenti popolari, purtroppo non intendevo questo. Se tu prendi uno stereotipo accordale del rock (una sequenza di accordi ad esempio) e la usi come materiale di partenza puoi svilupparlo utilizzando delle varianti ritmiche applicabili ad altri parametri, puoi bloccare l'armonia e lavorare sul resto, puoi costruire delle strutture motiviche e da queste far derivare altre strutture da utilizzare in seguito. Se fai questo hai un elemento che già è presente nella memoria collettiva delle persone ed è facilmente codificabile (il materiale), hai la possibilità di svilupparlo secondo le tue esigenze tecniche ed espressive (in questo senso hai uno stimolo per la ricerca), allo stesso tempo mantenendo una buona affinità con il materiale di partenza (senza distruggerlo, s'intende) faciliti l'ascolto in termini percettivi e di intelligibilità (naturalmente puoi inserire episodi dove si richiede più o meno attenzione, questo potrebbe favorire all'interno dello stesso pezzo delle possibilità per lo sviluppo progressivo della capacità percettive). Se a questo aggiungi una certa libertà nella scelta degli strumenti (che so, metti la chitarra elettrica) e dell'elettronica stai instaurando una relazione con il pubblico senza lasciarti condizionare dalle facilonerie (altra cosa è scrivere un pezzo usando la forma della canzone, usando una melodia ruffiana e stereotipi giustapposti qua e la', in questo modo non si riscatta l' elementarità del materiale di base e non c'è alcun tipo di ricerca). Io ritengo intellettualoidi tutti quelli che aderiscono ad una casta, punto. Di per se credo che personalità come Fedele e Romitelli non siano intellettualoidi ma intelligenti, che è diverso. Peccato che non mettano la loro intelligenza al servizio degli esseri umani qualunque (mi riferisco ai vivi, naturalmente). Certo che no, la popolarità non determina grandezza. Il problema è che se Romitelli lo ascoltano in 3 non è perchè non ha cercato la popolarità, è perchè non si è mai rapportato con un pubblico normale (come altri suoi illustri colleghi, ha preferito rannicchiarsi in un angolo di pochi adepti... però la colpa è della gente che non è curiosa e non s'interessa, eh! certo che se alla gente non dai strumenti per capire, ascoltare, percepire la musica ma pretendi che ascoltino Filidei e Co. così, dopo un po' di rock, ma dai si vede che è solo una scusa per stare chiusi nella propria Riserva ....).
  6. Einaudi è il primo che non si definisce minimalista proprio perchè non lo è, del resto il minimalismo e il post-minimalismo non esistono, altrimenti dovremmo parlare di post-donatonismo, post-ligetismo, post-lachenmannismo, post-bettinellismo, post-strutturalismo e altri 200.000 post, no? Credo invece che tra le sue tante influenze vi sia anche il minimalismo, in particolare quello da qualcuno definito "annacquato" di Glass, Nyman e Adams. Poi non capisco cosa intendi per musica di ricerca. Ogni artista nel suo ambito fa un determinato tipo di ricerca, quindi non sono assolutamente d'accordo con questa etichetta. Ma infatti non sussiste, dato che questo "iato" era vivo nel periodo delle avanguardie, ora la contaminazione ha come oggetto l'opposto della differenza. Bisognerebbe riflettere sul concetto di "pop", dato che si usano tanto le definizioni: pop sta per "popolare" quindi anche Mozart ed Haendel dovrebbero esserlo. Allora proviamo specificare: pop leggero? 883. pop rock? Bob Dylan e tanti altri grandi che non sto ad elencare. Rock? Già siamo in un ambito meno pop, per appassionati e con diramazioni sempre più specifiche. Ecco cosa intendo per frantumazione dei generi. Oggi un compositore ha la possibilità di fondere più elementi provenienti da aree diverse ma con punti in comune; per contaminazione non intendo la banale riproposizione di una cosa pop o rock con l'orchestra o con un organico cameristico, bensì una cosa più complessa, ovvero la fusione di procedimenti strutturali, logici di generi musicali diversi, una sintesi che tenga conto delle capacità percettive del pubblico e delle esigenze concettuali del compositore. E' sempre legato ad un "mercato", certo non quello di Vasco Rossi, ma sicuramente quello di nicchia dell' élite. Questo perchè è uno dei "favoriti". La popolarità non si deve cercare, arriva da sola e dipende da come lavori e da cosa proponi. Se uno evita il pubblico è ovvio che non la ottiene, o se la ottiene rimane comunque un intellettualoide legato ad una "casta". Parlare di Xenakis significa parlare della musica di quanti anni fa? Credo sia inutile, le avanguardie appartengono al passato e non si possono prendere come esempio oggi, epoca con condizioni completamente diverse!
  7. Ah, meno male! Non è assolutamente mia intenzione fare della polemica, il fatto è che si tratta di argomenti abbastanza delicati e complessi, che riguardano il nostro presente;pensavo fosse una questione interessante da sviluppare e sono nate delle argomentazioni molto varie e ricche di spunti e informazioni. Frank, ti volevo dire che comunque il mio Maestro ogni tanto mi dice "guarda pure" e mi fa vedere le sue partiture quando le ha sotto mano... ma una volta gli chiesi di farmele vedere e mi disse di no che non ne avevo bisogno. All'inizio ci rimasi male, poi capii che questo può creare condizionamenti difficili da eliminare. Il lavoro di analisi su brani di altri è intenso, quello si. Credo che il fatto di prendere le distanze dal proprio Maestro nasca anche da un'esigenza interiore di esprimersi con autonomia. Il brano che sto scrivendo ora, ad esempio, è basato su materiale modale di derivazione pop/rock. Ebbene, il suo sviluppo è basato su procedimenti strutturali che hanno molto a che vedere con Donatoni, quindi per me è già un modo di prendere le distanze da qualcosa senza rinnegarla definitivamente, ma raccogliendone l'eredità. Questo mi stimola ad interessarmi ogni giorno alle partiture del '900. Una volta un insegnante mi disse "ma la musica contemporanea no, ci arriverai, ma come fai a fare un salto così! Ma no, le cose le impariamo da Beethoven". E' vero, Beethoven è una miniera da sfruttare, il problema è che vivo nel 2013 e, per forza di cose, la musica che sento più vicina a me è quella della seconda metà del '900, quindi è inevitabile lasciarsi influenzare ed interessarsi. Poi è chiaro, lo studio accademico del contrappunto e della fuga è fondamentale, chi lo nega? Ma limitarsi a quello credo non sia sufficiente oggi.
  8. Assolutamente no, questa è una congettura inventata da qualcuno (Frank? ) Il mio insegnante non mi fa studiare la sua musica, assolutamente! Il thread è nato per parlare della situazione musicale oggi, di come la musica è cambiata dalle avanguardie in poi. Non capisco dove volete andare a parare! Cosa c'è di così fastidioso nei miei commenti? Mi sono limitato a dire come la penso e a dire come stanno le cose. Ve lo chiedo in tutta onestà e sincerità. Un'altra cosa: non mi lascio minimamente condizionare dalle scuole, quindi non avrei mai problemi di questo tipo.
  9. Vero, ma prometto di pubblicare qualcosa al più presto. Beh, se il mio pensiero è questo lo dovrò esprimere con un po' di forza?
  10. Prima o poi la pubblicherò anche su Internet, anzi, ho un'esecuzione il 27, credo inserirò un video a breve. Comunque, non m'interessa il giudizio di nessuno, neanche le critiche. Accetterei critiche solo se accompagnate da un'analisi di 50 pagine, diversamente non m'interesserebbero. M'interessa che la mia musica faccia il suo dovere sul piano espressivo. Poi non sono contrario alla Casta, c'è, esiste e basta. Semplicemente non la condivido. Se poi tu ne fai parte, buona fortuna e... figli maschi! ps. nessun problema, è l'oggetto del thread, no? Non so, sinceramente ti da fastidio sentirti dire che la "Casta" come la chiami tu non va bene? Capirai, se uno fa una scelta avrà le sue ragioni, no? Codardia o no, se certi compositori seguono una linea precisa sono fatti loro. Mi da fastidio quando criticano chi non la pensa come loro, allora mi da molto fastidio, si. Riguardo Allevi, si può anche non condividere la sua musica, odiarla e schifarla, io penso che da parecchio tempo si sia "venduto" alla discografia (i primi album pubblicati con Jovanotti hanno dei pezzi interessanti) ma se lui ha fatto una scelta avrà la sue ragioni. Poi le critiche ci sono, uno se le prende. L'importante è che la critica sia ragionata con comparazioni e relazioni, altrimenti ha un valore nullo. Criticare un brano di Allevi vuol dire prenderlo, analizzarlo, fare una comparazione con altri brani e provare la critica con relazioni logiche e oggettive. Chi non fa questo, come fa a criticare? Mi pare impossibile.
  11. Scusa, cosa c'entra? Mi dimostri con i fatti ciò che pensi di Garuti? Intanto posto un suo pezzo, giusto per non cadere nel pregiudizio: ma tu guarda...
  12. Colpa mia, mi sono spiegato male. Romitelli usava la contaminazione ma rimaneva comunque all'interno dell' élite. Anche Mario Garuti mi pare uno propenso alla contaminazione, eppure segue sempre la solita linea. Il suo nome l'ho addirittura letto nei programmi concertistici di Darmstadt.
  13. Non è giusto, mi hai rubato le parole di bocca!
  14. Secondo me uno scrive per se stesso, per un bisogno interiore di esprimere qualcosa, un'intuizione, un'idea. Poi arriva la questione pubblico: Einaudi dice a mio avviso una cosa importante: creare un anello di congiunzione tra pubblico e compositore (che ripeto, non vuol dire vendersi) è una questione di intelligibilità: anche il fatto di utilizzare materiale di derivazione tonale o modale (non tonalità o modalità), difettivo già di per se, può essere un buon punto di partenza proprio perchè si trova nella "memoria collettiva" delle persone. La sostanza sta nello sviluppo di quel materiale e nella sua capacità di produrre emozioni (che sono il risultato di una buona costruzione retorico-musicale). Spesso le possibilità espressive sono dettate dal tipo di materiale utilizzato. Dubito che gli arabeschi donatoniani siano capaci di realizzare un'emozione pari a quella delle Variazioni Goldberg di Bach, o della V di Beethoven. Non si tratta di chi era più bravo, ma semplicemente di risorse espressive del materiale. Consonanze e dissonanze organizzate in un certo modo producono una cosa, il totale cromatico gestito con meccanismi combinatori ne produce un'altra. Il materiale non tonale produce comunque tensione su vari livelli, se ben sviluppato. Il brano di cui parlavo con Red, intendo LUMEN di Donatoni, mi fa venire i brividi ogni volta che lo sento! O vogliamo parlare di NIDI? Fantastico...
  15. La necessità di fare il compositore dev'essere prima di tutto interiore, deve venire da dentro: una necessità fisiologica, come quella dello scrittore, del fotografo, del poeta, del regista. Poi c'è l'apprendistato, no?
  16. Allora, è una questione di differenze Natan. E' vero, Darmstadt era una "lobby", ma in che senso? Nel senso che, essendo avanguardia portatrice di una rottura netta con il pubblico, si era in qualche modo isolata. Ma era comunque AVANGUARDIA, ovvero novità, ovvero un modo di prendere le distanze da una realtà accademica stantia, che puzzava di vecchio. Oggi è diverso: le lobby della musica "contemporanea" (tutta la musica di oggi è contemporanea, anche il rock, quindi non capisco perché continuano a definire tale solo la musica di estrazione "colta") sono accademiche perchè puzzano di vecchio e NON rappresentano le novità. Aggiungo che se Romitelli faceva parte di un sistema pur contaminandosi è perché aveva scelto la strada dei centri di ricerca, assolutamente condivisibile. Non confondiamo le cose, altrimenti generalizzare è molto facile.
  17. certo che concordo. Infatti quella della "riserva d'indiani" è solo una metafora. Dato che i figli di Donatoni non sono vittime di nessuno, credo che il significato della metafora abbia più a che vedere con "riserva" che con "indiani".
  18. personalmente cerco di non dare troppo peso a definizioni ed etichette. Ho letto un commento del genere da parte di Ivan Fedele che associava il termine "contaminazione" alla malattia. E' una sua visione delle cose. Io lo uso tranquillamente e non mi metto problemi.
  19. Anche chi fa parte di una casta può contaminarsi, e allora? Non mi sembra impossibile. La questione non è contaminarsi o no, credo sia chiaro.
  20. Ho scritto etc. se hai notato. Ho nominato Messiaen comunque. Stravinskij è precedente. Rileggi: tutti quelli che ho nominato non facevano parte di alcuna lobby! Erano l'avanguardia, all'epoca. I loro allievi sono la lobby. Quale caso, scusa?
  21. Io non devo obbligare o superare nessuno, ma scherziamo? Devo fare, come tutti, un percorso. Ho le mie idee e le seguo. L'esperienza didattica è altra cosa rispetto all'attività reale del compositore; nel secondo caso il lato formativo è sempre presente ma in maniera decisamente più complessa. Come diceva Bartok "la competizione è per i cavalli, non per i compositori"
  22. Dal Maestro si imparano delle tecniche e si impara un metodo di studio, di ricerca e di lavoro. Il resto lo si deve fare in totale autonomia. Essendo la composizione un'attività creativa e artigianale, i'esperienza didattica con il Maestro è un po' come l'apprendistato di ogni buon artigiano.
  23. Sono convinto che questa sia l'epoca della contaminazione, anche perché se noti i generi musicali sono più che frammentati. Mentre prima era possibile fare delle distinzioni nette, ora abbiamo generi e sottogeneri, e sottogeneri ancora più piccoli! Questo mondo frammentato non ci permette più di mettere etichette ad ogni cosa, al contrario è il presupposto per una "condensazione" di tutto tramite contaminazione. Luciano Berio aveva intuito che dopo il suo periodo storico la contaminazione avrebbe preso sempre più piede, questo è dimostrato anche da fatto che il Jazz sta inglobando esperienze musicali di ogni tipo a differenza di prima. Ho preso Einaudi solo come esempio, certo non credo sia il salvatore della patria o cose simili! Dico solo che la sua strada e il suo pensiero sono quelle che, secondo me, creano il profilo del compositore del 2013 (invece altri compositori si sforzano di scrivere nel 2013 e contemporaneamente nel 1985). Quindi la risposta è si, il mio pensiero è la contaminazione.
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