Jump to content
Piano Concerto - Forum pianoforte

Dave

Student
  • Posts

    70
  • Joined

  • Last visited

  • Days Won

    1

Risposte postato da Dave

  1. mi spiace ma non sono assolutamente d'accordo.

     

    Hanon, Pischna e quella che lei chiama "compagnia bella" se fatti come andrebbero fatti (peccato però che una buona parte dei pianisti non li fa come si dovrebebro fare) sono proprio la chiave della nostra tecnica pianistica.

     

    Se prendiamo hanon e suoniamo le note a 120 .. non serve a nulla. Proprio così! Ma hanon serve a sviluppare:

     

    - Indipendenza delle dita

    - forza

    - perfetta uguaglianza delle dita

    - agilità

     

    e una volta sviluppate queste 4 carattiristiche .. e messe prima in pratica con della tecnica applicata (czerny, cramer, heller, rossomandi, ecc ..) suonare il repertorio e la letteratura sarà molto meno faticoso .. e la nostra attenzione potrà mirare non alle difficoltà tecnica "di mano" .. ma a ben altro (tocco, espressione, fraseggio, dinamica, intepretazione, suono, filologia).

     

    Certo, ripeto, quelle caratteristiche non si sviluppano prendendo hanon e facendolo "a macchinetta".

     

    Nelle invenzioni a 2 voci di Bach .. così come nelle sinfonie a 3 voci c'è una lavoro non indifferente da fare sulla polifonia, sul fraseggio delle singole voci, sul tocco barocco .. peccato che la maggior parte si ferma, appunto, a leggere le note. Ed ecco che Bach diventa un ammasso di note ... magari lette anche bene .. ma pur sempre un ammasso di note.

     

    E' vero: sono opere didattiche. Lo stesso Bach lo diceva. Le invenzioni a 2 voci, le sinfonie a 3 voci, le suite francesi, le suite inglesi, il clavicembalo ben temperato, ecc .. Ma, per me, è una musica finissima .. davvero difficile da rendere come si dovrebbe! Ho sentito molti esami di V anno di pianoforte .. il più delle volte son rimasto estrememanete deluso dall'esecuzione di Bach. Lettura di note, questo è ciò che spesso ho sentito. Poi dicono che i privatisti vengono bocciati .. che i docenti di conservatorio sono stretti di voti .. beh .. io dico che tutti i torti ..........

    poi vabè .. le eccezioni ci sono in questo. Ma è un'altra storia.

     

    Saluti.

     

     

    Forse mi sono spiegato male ma nel mio post ho scritto che ORE E ORE di Hanon e affini sono inutili, cioè non sono inutili nella loro utilità da "scioglidita" per modo di dire ovviamente, ... perchè, credo, che il lavoro TECNICO VERO E PROPRIO avviene suonando una composizione da cima a fondo! Ho imparato a non sostenere gli estremi, cioè, dire, che fare esercizi di tecnica e basta o fare solo musica e basta, sono utilissime e uniche per raggiungere un fine sia (nei limiti e nelle circostanze e da diversi altri fattori) falso! ... Ovvio che ci vuole sia l'una che l'altra ma con le giuste dosi, anche se poi è molto relativo e soggettivo.

    Comunque ognuno è libero di seguire la propria scuola di pensiero nulla di male come ha citato Paolo Volitare, ma siccome non sono una autorità in materia e posso esprimere solo la mia opinione e esperienza personale, le voglio rispondere con questi luminari:

     

    "La delicatezza della forma dinamica e agogica ... gioca un ruolo decisivo nella tecnica e perciò quest'ultima dipende sempre dai concetti musicali ... Solamente grandi compositori sono stati capaci di comporre Studi la cui finalità tecnica desse ispirazione ad una concezione che potesse essere perfettamente espressa da una data formula tecnica.

    Ma cosa accade se il concetto musicale e la formula non si fondano in un'unità organica, cioè se lo Studio è privo di qualsiasi valido contenuto musicale? Suonare questi studi è pericoloso perchè se la formula tecnica non esprime proprio nulla, li lavoro del pianista può essere solo meccanico, inutile, un mero esercizio muscolare delle dita." - József Gát, in The Techniques of Piano playing 1980 -

     

    E ancora sempre lui:

     

    "L'insegnamento tecnico deve render capace l'allievo di trovare - partendo dalla musica - la soluzione che corrisponde alla sua sensibilità. La musica non dev'esser forzata nel letto di Procuste da precostituiti modelli di movimento." - József Gát, in The Techniques of Piano playing 1980 -

     

    Inoltre:

     

    "Nel normale corso degli eventi, non tutti gli aspetti della tecnica pianistica si sviluppano equilbratamente e in progressione; le persone sono diverse e i loro modelli di sviluppo tecnico variano. Inoltre, la tastiera è in sè innaturale, i movimenti che richiede sono relativamente scomodi e le opere musicali che gli studenti di pianoforte di solito si trovano davanti sono solamente in relazione indiretta con un ordinato sviluppo tecnico. Gli esercizi tecnici 'standard' quali scale, accordi, arpeggi e studi, mentre sono molto efficaci per prendere familiarità con la tastiera, con gli stilemi classici, e con la teoria di base, non possono garantire uno sviluppo tecnico ben integrato. La probabilità di un sano sviluppo tecnico nei corsi elementari e medi di studio pianistico è certamente più bassa di quanto potrebbe e dovrebbe essere." - Seymour Fink, in Mastering Piano Tecniques 1992 -

     

     

    Un grande pianista scrisse, (e se lo dice lui :blink: ):

     

    "Io non ho mai eseguito esercizi tecnici. Sopratutto li considero interamente superflui. Una volta che lo scolaro ha imparato scale, arpeggi e simili elementi fondamentali della tecnica pianistica, egli la possiede! Perchè affaticare e annoiare le dita?" - Walter Gieseking in Metodo rapido di perfezionamento pianistico 1933 -

     

     

    "Poichè non crediamo nello studio ripetitivo e meccanico, raccomandiamo anzitutto di eliminare tutti quegli studi che hanno per oggetto la tecnica e non la musica (Hanon, Pischna, Czerny). Tutti gli esercizi e gli studi che utilizzano in modo ripetitivo determinate formule tecniche conducono fatalmente a un tipo di studio meccanico. E' molto più produttivo assimilare una data formula tecnica nella sua forma più semplice ed essenziale, e una volta appresa correttamente applicarla subito al repertorio ... la letteratura pianstica è così vasta (e c'è così tanto da imparare) che è assurdo perdere tempo con la cattiva musica una volta che gli stessi progressi tecnici possono essere ottenuti dedicandoci alla grande musica. ... Chopin e Liszt sono capolavori assoluti che meritano lo studio più attento." - Giorgy Sàndor in Come si suona il Pianoforte 1984 -

     

     

    Concludendo, ... il sopra non è vangelo ma ...

     

    "A proposito della tecnica. Quanto più chiaramente appare l'obbiettivo (contenuto, musica, perfezione dell'esecuzione) tanto più il mezzo di raggiungerlo si impone da sè. Il 'che' determina il 'come', benchè il 'come' condizioni il 'che'. Si tratta di una legge dialettica." - Heinrich Neuhaus, in L'Arte del Pianoforte 1971 -

     

     

    anche se sono della sua stessa idea .... Ma le sembra che una laurea in Medicina possa essere presa preparandosi a casa e andando a dar gli esami in università ? Idem una laurea in Ingegneria ? Pur magari andando da docenti privati estremamente in gamba. Il conservatorio, con i nuovi ordinamenti, si è uniformato in tutti gli aspetti all'università.

     

    Mi scusi ma mi permetta, ... lei paragona la Medicina alla pari della Musica? Cioè nel campo dello scibile umano non credo che la Medicina si possa reputare come Arte, sono due campi uno opposto dell'altro rispetto alla Musica!

     

     

    "A rischio di sembrar vanitoso, dirò che la misura di un talento è inversamente proporzionale alla necessità di studiare". - Walter Gieseking -

     

    Ma poi mi domando: di chi è proprietà la Musica?

     

    Cordiali saluti. ;)

  2. La tecnica è nella Musica.

     

    Non dico che bisogna iniziare subito a suonare, quando si studia. Può essere utile scaldarsi un po'. Ma la tecnica non è là. Stanno uscendo dei video sulla tecnica pianistica dove vorrei affrontare questi discorsi. Spero che io riesca ad essere utile. La tecnica e la Musica non sono due cose distinte. Dobbiamo arrivare a possesere la "tecnica", cioè il mezzo, attraverso la conoscenza dei movimenti e delle formule che ci occorrono per risolvere questo o quel passaggio. Per questo il libro di tecnica ci è utile. Abbiamo un formulario che ci suggerisce di "risolvere" e di capire come fare le scale, gli arpeggi, le cadute, la rotazione, lo staccato....ma poi dobbiamo subito inserire il tutto nel pezzo, nel contesto musicale. Un pianista che si trova a dover suonare le scalette della sonata 545 di Mozart o le scale in do min del terzo concerto, non risolverà molto esercitandosi per due ore sulle scale in do magg e in do min. ....E' certo vero che dopo due ore i muscoli , le dita...sembrano andare da soli....ma potrebbe dipendere dall'inevitabile addestramento al quale è stato costretto il nostro corpo. Il giorno dopo potremmo essere punto e daccapo. E' invece utile capire come eseguire quelle scale che sono inserite in un contesto musicale, il loro carattere, le loro uguaglianza, la loro accentuazione, insomma tutto ciò che le rendono "Musica". Sembra un discorso difficile, ma bisogna invece abituarsi a non dover fare mezz'ora di scale o di vocalizzi prima di esibirsi. Ecco cosa vuol dire Gieseking. Certo, se ci chiedono: " ...mi fai sentire qualcosa?"- non cominceremo con una ballata di Chopin o col finale della sonata "al chiaro di luna" di Beethoven.Un piccolo pezzo, meno impegnativo ci aiuterà a "prendere contatto con la tastiera". Si vedano i programmi da concerto e scopriremo che il concertista sceglie il suo pezzo di apertura, dove si può cominciare ad ascoltare e "scaldare", si fa per dire, a prendere confidenza con uno strumento, magari solo provato mezz'ora prima. Dobbiamo ogni volta "ritrovare "il coordinamento giusto, depurato dei movimenti inutili ed eccessivi. Niente palestra o culturismo!!!!!Coordinamento e eliminazione delle tensioni. L'energia massima proviene dalla rilassatezza e dal capire come tutti i muscoli ( non solo quelli deboli delle dita) devono INTERAGIRE tra loro per ottenere il massimo risultato col minimo sforzo.

     

    Buono studio

     

     

    Grazie Paolo!

    Si in effetti è vero c'è sempre la tendenza (pure io) di separare la tecnica dalla musica quando invece sono la stessa cosa. In parole povere quello che dici potrebbe essere spiegato così se non erro: se per esempio, devo suonare uno spartito in cui la mano sinistra arpeggia con DO-SOL-DO e la destra esegue delle ottave in DO-MI-SI, ecco che io devo sapere come si eseguono gli arpeggi a 3 note con la sinistra e le ottave con la destra ma il tutto nel contesto musicale e non con un meccanismo ripetitivo come gli esercizi, cioè conosco come si esegue il movimento per eseguire la musica, non il contrario.

     

    Io ho letto anche di alcuni pianisti, non ricordo il nome mi sembra il Sandor, che secondo la sua scuola di pensiero Hanon, Pischna, Czerny, Cramer ecc... sono tutti da cestinare e che secondo lui bisogna studiare direttamente il brano dei grandi compositori come Chopin, Bach, ecc... perchè la tecnica si trova dentro queste composizioni.

     

    Che poi, credo, a volte ci facciamo impressionare dai grandi pianisti con i loro virtuosismi tecnici di scale super-veloci, arpeggi ecc... e pensiamo che per raggiungere quei livelli bisogna fare solo esercizi, quando invece credo che la tecnica inizia semplicemente con il premere un tasto con un dito, perchè ci possono essere diversi modi di premere un tasto con un dito ma qual'è quello giusto? Solo che a volte ci possono essere delle "regole obbligatorie" per eseguire un certo movimento a volta invece ognuno può seguire la propria anatomia naturale della mano, spalla, braccio ecc.... per risolvere un passaggio.

  3. Beh credo che lo scopo sia più che altro scaldarsi prima di inziare a suonare a freddo, per poi inziare lo studio vero e proprio della tecnica. Io all'inizio tutti i giorni studiavo un esercizio dell'Hanon per poi passare alle scale agli arpeggi e infine i brani.

    Ora ho cambiato metodo, un giorno studio gli studi del Duvernoy op. 276 scuola preparatoria della velocità il giorno dopo studio i 19 pezzi facili di Bach poi sempre scale e arpeggi, e infine i brani, ma ripeto credo che sia importante scaldarsi all'inizio in base a quello che si deve fare. Credo che nessun pianista al mondo appena si siede al pianoforte si può mettere a suonare la terza sonata di Beethoven No. 14 Op. 27 No. 2.

    Poi ci possono essere delle componenti anche fisiologiche e anatomiche che non fanno la regola, per esempio ho letto che Walter Gieseking non aveva mai studiato nessun tipo di esercizio tecnico solo ed esclusivamente le scale e gli arpeggi perchè secondo lui gli esercizi tecnici erano una perdita di tempo. :)

  4. Diciamo che ognuno di noi si affida ad un procedimento di memoria o ad un altro. Sicuramente se ti seguo e ti insegno a memorizzare un brano, lo imparo bene e forse prima di te. Infatti, ne parlo, faccio osservazioni, ti faccio ripetere correggendoti, ti ascolto, ti vedo....ma tutto dall'esterno. Anche in Teatro si finisce per imparare prima le battute degli altri che le proprie. Abbiamo molto più atteggiamento critico verso gli altri che verso noi stessi. Dobbiamo provare ad essere, specialmente nella memoria, gli osservatori e gli insegnanti di noi stessi. Osservare e capire, quasi stupendoci, di quale soluzione l'Autore scelga in quel passaggio e perché. Quando questo avviene, qua e là e pian piano in tutta la composizione o quasi, ci entriamo dentro e ogni volta che suoniamo, ripercorriamo rapidamente e interiormente quelle osservazioni. Riviviamo e ravvivviamo la conoscenza del brano. Lo conosciamo e basta. Deve diventare" nostro". Non bisogna esitare, però, ogni tanto, a "ripassare" queste constatazioni, cioè a "ripassare il brano", tranquillamente, meravigliandoci di nuovo delle scelte dell'Autore.

     

    Le memorie, comunque, sappiamo essere diverse nel percorso. Memoria visiva, Memoria auditiva, memoria cinetica. La combinazione delle tre è ottimale. Una sola delle tre può essere insufficiente o fuorviante o addirittura pericolosa.

     

    Quando si è troppo orientati sulla auditiva, provare a spegnere il piano digitale e suonare il brano. Quando troppo presente la cinetica, suonare il brano a memoria a mani separate. Quando presente troppo la visiva, chiudere gli occhi ed evitare di guardare la tastiera.

     

    La memoria fotografica visiva completa è privilegio di pochi. All'inizio dello studio a memoria, molti passaggi ci appaiono nel cervello come scritti su di uno schermo, ma in seguito prevale la visiva della mano e la cinetica. Attenzione soprattutto alla cinetica che ha il pregio di farci superare passaggi molo rapidi, che non abbiamo il tempo di pensare. E' però poco affidabile perchè vive una condizione emotiva. Insisto nel consigliare di studiare a frasi e a mani separate. Naturalmente a memoria!!!!! :) .

     

    Buono studio

     

     

     

    Grazie Paolo sei gentilissimo! Non sapevo questa cosa della memoria cinetica infatti mi è capitato moltissime volte che studiando un brano, all'inizio a mani separate e poi dopo unite le mani, non riuscissi più a separarle strano ma vero, e come se una mano dipendesse dall'altra avevo bisogno del riferimento della destra o sinistra per continuare.

  5. Ciao a tutti!

    Come sapete, sto iniziando ad ipotizzare l'acquisto di un nuovo pianoforte (devo ancora vedere se acustico o digitale).

    Gironzolando in Internet e cercando un po' ho trovato questo piano digitale Yamaha.

     

    http://it.yamaha.com/products/musical-instruments/keyboards/digitalpianos/cvp_series/cvp-501/?mode=model

     

    L'ho ascoltato (in fondo alla pagina c'è il video), e non mi sembra niente male. Ma non essendo esperto, mi rivolgo a voi. Grazie mille. Ciao!

     

     

    Caspita ho visto il video, .... che bello questo piano ha una infinità di effetti e basi. :)

  6. Io credo che le cose vadano fatte man mano che si avanza con lo studio. Richter rispose alla domanda sul suo metodo di studio dicendo che quando una pagina veniva passava alla successiva. La prima cosa è conoscere il brano, ascoltarlo suonato da vari esecutori; questo è necessario affinchè non ci si vizzi a simulare l'esecuzione di un pianista. Dobbiamo avere una nostra visione del brano. Ci si mette poi a ragionare sull'armonia del brano e delle modulazioni. Analizzare il profilo armonico di una composizione non significa necessariamente vedere come un basso è numerato e dunque memorizzare accordi e rivolti. Significa sapere in che ambiente stiamo... Dove ci troviamo. Le dissonanze sono spesso sinonimo di tensione quindi questi accorgimenti potrebbero influire sulla dinamica e sull'interpretazione oltre che essere un aiuto per la memorizzazione. Si passa quindi a studiare il brano frase per frase cercando di memorizzare quello che stiamo suonando tenendo conto dello studio di cui abbiamo parlato sopra. Questo è il metodo che sto adottando per la memorizzazione e che sta producendo i suoi frutti... Ognuno di noi poi si trova meglio con il suo metodo, c'è anche chi, come mi ha insegnato Paolo, ha una memoria fotografica e riesce a fotografare mentalmente lo spartito e lo legge in memoria. Queste tecniche dipendono dunque da come la tua mente è più facilitata alla memorizzazione.

     

     

    Uau che bello Simone questo che scrivi, ... quindi riassumendo il "tuo" metodo:

     

    1) Ascoltare diversi pianisti

    2) Ragionare sull'armonia e le modulazioni

    3) Studiare frase per frase memorizzando

     

    Però adesso voglio sapere come fa Paolo a fotografare lo spartito nota per nota a memoria. E' una suo talento naturale o c'è una tecnica o è l'insieme delle due cose? :)

  7. No no, non farmi dire cose che non ho scritto... Tutto ha la sua importanza, compreso però anche il solfeggio ! Per parafrasare è come dire, sono un matematico, so risolvere gli integrali ciclici ma mi impunto sulle derivate... Se sei un matematico e conosci bene gli integrali, in quanto matematico si presume che tu sappia bene anche tutto quello che c'è prima. Insomma tutto è importante ma bisogna sempre partire dalle basi, non si compra prima il frustino e poi il cavallo !

     

     

    Oopss ... scusami Simone ho mal interpretato il tuo commento. :)

     

    Ma quindi vorrei sapere, in base al "metodo" che ho messo all'inizio che poi vabbè .... ho usato solo poche volte anche perchè ci vuole un mese per fare un'analisi del genere sempre che sia corretta come metodo, dicevo, per unire l'utile al dilettevole, intendo suonare sì OK ma non premere tasti come fossero quelli della tastiera che ci sono stampate le lettere e buonanotte chi si è visto si è visto, come dire: questo è un FA# lo pigio e punto, ma studiare con una consapevolezza anche teorica o armonica o come si possa chiamare non saprei, che metodo si potrebbe usare secondo te? Però solfeggio a parte, anche se quello è importantissimo concordo con te è da mettere al primo posto. Sempre nel libro del Sandor (scusate se insisto con sto Sandor ma il libro è molto bello) lui scrive che la conoscenza armonica, delle modulazioni, delle dinamiche, degli abbellimenti ecc... aiuta molto anche l'esecuzione, però è una lavoro da amanuense benedettino , in poche parole la botte piena e la moglie ubriaca voglio, una via di mezzo ci sarà, ... o no? :)

  8. Intende successioni di quinte per moto retto... Ricordiamoci che le relazioni di quinta e ottava per moto retto sono permesse ! Le successioni sono vietate...

     

     

    Ah OK, vorrei dire ho capito tutto ma tutto è un parolone, posso dire mi è più chiaro il tutto :) ... c'è un mare di cose che devo imparare e questo grazie a voi! :)

  9. Bisogna partire dal fenomeno fisico - armonico: Osserviamo che i primi sei armonici presentano la fondamentale ben 3 volte, ma la terza una sola volta. L'accordo "PERFETTO" maggiore si viene a formare proprio da questi arminici. L'accordo della triade maggiore si trova in NATURA!Non è un artificio creato. Non la stessa cosa è per l'accordo minore che viene creato abbassando la terza ( quindi un'invenzione, un artificio). La terza minore non è presente nei primi armonici. La terza è di vitale importanza. Ci fa capire "dove siamo". Non si può omettere. Che ne sarebbe di un accordo di triade o di settima...senza la terza? Le quinte parallele evidenziano questo "vuoto". Confermano un'assenza. Forse la mia spiegazione è un po' "letteraria". Ma credo sia così

     

    E' evidente che Puccini in Bohème vuole proprio evocare il freddo della scena innevata....Cosa c'è di meglio delle quinte vuote e parallele!!!!fantastica trovata sfruttando un errore armonico.

     

    Inoltre il parallelismo "rinforza" questo vuoto, sminuendo la valenza delle parti interne all'accordo. Credo valaga sia per le quinte che per le ottave.

     

     

     

    Grazie Paolo mi è un pò più chiaro tranne una cosa ... scusami ... cosa intendi per quinte parallele?

  10. Il metodo è prima di tutto studiare il solfeggio, specie se molto acerbo. Il solfeggio ha un'importanza inimmaginabile. A memoria di mano non ci suonano i pianisti. Il pianista studia il brano, lo legge, lo analizza a livello armonico e di dieggiatura. Sceglie le soluzioni tecniche per i passaggi più difficili. Ma tutto questo ha come base un'ottima conoscenza del solfeggio...

     

     

    Simone quindi credi che sia più importante il solfeggio indipendentemente dalla conoscenza armonica e teorica di un brano? Cioè basta l'essenziale senza entrare troppo nella struttura di un brano?

    Però ho letto nel libro di Giorgy Sandor che inevitabilmente tutti i pianisti, in una certa percentuale, dipendono dalla memoria di mano, (credo che intendesse quando suonano senza spartito davanti) ma l'importante è non dipendere esclusivamente solo da quella perchè è molto pericoloso e che bisogna affiancare altri tipi di memoria come quella visiva o uditiva, e che, sempre secondo lui, la più efficace è la memoria musicale, e abbinata alla memoria di mano diventa molto più sicura, ... però forse qui usciamo dal tema della discussione che ho aperto.

  11. L'armonia, quella che ci serve per ricordare, analizzare, ecc.. è una "cosetta" complessa. All'inizio è difficile "interiorizzare" questa analisi in tempo reale. Bisogna cominciare a fare qualche osservazione qua e là. In sede di solfeggio, quando si studia un cantato, magari molto tonale, come quelli meravigliosi di Pozzoli. Si cominciano a notare le modulazioni. Ciò aiuta ad entrare nelle note " che cambiano" l'atmosfera del brano. Quasi sempre una nota alzata è un VII o un II. Quella abbassata è un IV o un VI. Già da qui si comincia a coltivare il "campetto " delle modulazioni e dell'armonia...prima ancora di studiarla. Poi, credo, bisogna prenderla a picoole dosi, senza pretendere di rendere tutto molto teorico e cervellotico. Pian piano col maturare degli anni, l'analisi, o parte dell'analisi che ci serve per avere delle corde di salvezza della memoria, avviene in tempo reale e tutto quello che leggiamo ed eseguiamo ci "tocca" certe corde fondamentali interiori.

     

    Bisogna anche provare questo procedimento con un piccolo frammento di otto battute e poi un altro e un altro periodo ancora. Tutto deve essere però proiettato al pratico e deve avvenire rapidamente durante la lettura. Attenzione a non trasformare una lettura di un brano in un trattato di armonia. L'Autore si è servito dell'Armonia, sì, ma nella maggior parte dei casi è l'Armonia che è "corsa" a testimoniare quel forte sentimento generato dalla di Lui creazione. A volte non molto ragionato. Schubert scriveva una Sinfonia in tre giorni. Beethoven limava un quartetto per due anni. Anche Mozart scriveva di getto. Quello che diventa una "seconda pelle" ci fa musicisti.

     

    Siamo sempre .....al poetico e al letterario..alle sensazioni.......i miei colleghi musicisti più accademici finiranno per biasimarmi in eterno!!!!!

     

     

    Ciao Paolo! :)

     

    Purtroppo ho la sindorme del filologo ... :) ... scherzi a parte è verissimo quello che dici però personalmente trovo che sapere perchè quella nota è scritta sul pentagramma in quella posizione precisa, non per caso, ma perchè è parte di tutto l'ingranaggio dell'orologio compositivo insieme a tutte le altre note ti fa apprezzare maggiormente l'opera che suoni e ti aiuta con la memoria come dici anche tu.

  12. Ciao Andrea! :)

     

    Si in effetti è molto laborioso come metodo e impegnativo, però anche quello che dici tu di concentrarsi solo su alcune battute è interessante e più sbrigativo, è una bella idea devo provare.

    Che cosa intendi con "crearti dei riferimenti" potresti spiegarmelo?

     

    Volevo precisare, perchè forse mi sono spiegato male, che il fine non è di sapere tutte le note a memoria di uno spartito, ma di "aiutare" la memoria di mano con altri tipi di memoria, cioè unire l'armonia con il diteggio in un certo senso sempre nella consapevolezza di quello che si sta eseguendo perchè credo sia importante e utile.

  13. Ciao! :)

     

    Apro questo thread perchè volevo condividere un metodo di studio che in questo periodo sto adottando studiando Pianoforte.

    Leggnedo vari libri, tipo quello di Sandor e quello di Chang, ho notato che il mio metodo di studio si basava molto sulla memoria di mano, a causa della mia lettura a prima vista molto superficiale, le note in chiave di FA e SOL le conosco ma il solfeggio è molto acerbo e quindi sto cercando di rimediare studiando le composizioni nota per nota, cioè anche a livello armonico, cercando di capire cosa sto suonando e perchè lo sto suonando e devo dire che ho notato un leggero miglioramento quando eseguo un accordo o una nota sul piano non è più il solo premere a memoria un tasto come quello dell'ascensore ... :) Certo è un lavoro molto minuzioso e paziente prendere spartito e matita e mettersi ad analizzare magari 5 o 6 o più pagine, ma se si ama la musica non ci sono scuse, almeno come la vedo io. :)

     

    Ovviamente vorrei sapere dai più esperti se utilizzo il metodo giusto e se ci sono altri metodi. :)

     

    Per iniziare come testi uso il Manuale di armonia di Schonberg che ho letto tutto capendoci molto poco, il Pedron che sto studiando, e La Modulazione di Mario Cicogna.

     

    Ho iniziato con i primi 3 minuetti dei 19 pezzi facili di Bach e il primo arabesco di Debussy.

    Quindi io procedo così:

     

    1) Identificare la tonalità del brano se minore o maggiore facendo attenzione alle note differenziali

     

    2) Segnare tutte le note che non sono in chiave e analizzare se sono di passaggio, cromatiche ecc...

     

    3) Analizzare solo la chiave di FA arpeggi, accordi ecc ... e identificare cosa sono cioè minori, maggiori di settima, diminuiti ecc...

     

    4) Analizzare le cadenze sempre solo in chiave di FA

     

    5) Analizzare la chiave di SOL e, esclusi gli accordi, la melodia che relazione ha con l'armonia, cioè se una nota o più note in chiave di SOL hanno relazione con una accordo o arpeggio in chiave di FA e che tipo di relazione c'è

     

    6) Analizzare se ci sono delle modulazioni di che tipo sono, e cosa assai ardua, il perchè di quella modulazione in quell' punto della composizione

  14. Ciao :)

     

    Ho trovato questa occasione uno Yamaha G3 mezza coda il proprietario mi ha detto che il piano a 10 anni e che è stato usato solo da un maestro di conservatorio perchè si trovava in un ristorante ed è in ottime condizioni, e ora lo vende per cambio gestione ecc...

    Ovviamente lo proverò ma vorrei sapere qualche info su questo modello e pensate che 10 anni non siano troppi?

     

    Grazie

  15. Ciao a tutti sono stato un pò assente in questo periodo per vari impegni e problemi, ma non ho mai smesso di seguirvi anche se molto rapidamente causa impegni e doveri quotidiani. :)

     

    Ho studiato in questo periodo l'Arabesco L66 di Debussy e da quel giorno mi sono innamorato di questo compositore, e anche Il Chiaro di Luna che mi ha strappato l'anima al primo ascolto. L'ho finita di studiare ma ho un problema nella parte centrale quando la mano sinistra arpeggia con le terze sul 4° e 5° dito e trovo questo passaggio molto ostico anche perchè deve essere eseguito abbastanza veloce e ciò mi crea problemi, io ero tentato di eseguire l'arpeggio senza le terze cioè facilitandolo suonando solo la nota più bassa ma non mi piace facilitare le cose amo le sfide sono cocciuto ... :)

     

    Mi potete dare qualche suggerimento per come studiare questo passaggio? Grazie. Vi posto la foto delle battute in questione.

     

    schermata20111118a16392.png

  16. Ho provato a svitare la vite dello smorzatore, ma non ci sono riuscito probabilmente perchè a casa non ho cacciaviti col manico grosso e la croce piccola: vedrò di procurarmene uno adatto alle mie esigenze.

    Ho fatto un altra prova: ho suonato la nota forte e ho provato le differenze a lasciare il meccanismo funzionare da sè e aiutarlo leggermente premendo verso le corde. Il risultato è stato che il fenomeno diminuisce aiutando lo smorzatore, e quindi penso si tratti proprio in un problema di posizionamento dello stesso nel fermare le corde. Però comunque visto che è quasi un anno che non si accorda probabilmente è anche dovuto alla non perfetta concordanza degli unisoni. Mi spiego: oltre a sentire il sesto parziale ho sentito anche il sol dopo di esso. Ho detto cavolate?

    P.s. Paolo grazie ancora per il consiglio, spero un giorno di poterci incontrare con la gente del forum davanti ad una bottiglia di vino e un piattone di pasta all'amatriciana!

     

     

     

    Buonaaaaaaaaaaaa la matricianaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa !!!! :lol:

    La matriciana mi piace!!!!!! CI STA BENE UN BEL ROSSO STRUTTURATO!!!! :)

     

    é chiaro che se una faccetta dello smorzatoio non si poggia simultaneamente può originare un armonico. Prova sulla chitarra: Puoi suonare gli armonici sfiorandosulla tastiera la corda a diverse distanze mentre la destra pizzica. Lo smorzatoio agisce da "sfioramento" e mette in moto un armonico. Ok?

     

    Il tuo accordatore chiede un giusto prezzo. Spero che l'accordatura sia per te soddisfacente e soprattutto duratura nel tempo.

     

     

    Grazie Paolo. ;)

  17. Il punto è che la gente è pigra: la musica per essere compresa in tutte le sue forme e sfacettature richiede impegno mentale. Purtroppo l'individuo medio non riesce e/o non ha voglia di cogliere determinati stimoli perchè non è informato e non è istruito a riguardo. Basti pensare che alle scuole medie s'insegna ancora il flautino: come può uno avvicinarsi alla musica con questo approccio vecchio e noioso? Il problema sta nell'educazione e non nell'uso delle pubblicità di determinata musica a mio modesto parere. L'utilizzare poi una musica o l'altra solo per cogliere uno stimolo che sia il guardare questo o quel prodotto è il modo in cui si spiega la natura della maggior parte della pubblicità: finta, priva di senso artistico e di rispetto verso un linguaggio che va oltre la comunicazione.

     

    P.s. Un esempio lampante mi viene in mente; Allevi che faceva pubblicità per una nota marca di auto: musica vuota per una pubblicità ancora più assurda che fa trasparire uno pseudo-messaggio di rispetto dell'ambiente. Ma il principio di conservazione dell'energia: Gli ossidi d'azoto, gli ossidi di zolfo, gli incombusti che si depositano nell'ambiente?

    Mediocrità e banalità all'ennesima potenza. Quello che percepisco dalla pubblicità è una plasticosa essenza di materialismo venduto con l'ausilio del sesso per catturare più denaro possibile.

     

     

    Camy sono d'accordo in parte, generalizzare dicendo "la gente è pigra" non tiene conto di diverse circostanze esterne ed interne di una persona! Verissimo il 99,8% abbiamo una società, vista in tutti i suoi aspetti sia culturali, d'informazione ecc... che non stimola o orienta verso quel'"impegno mentale", ma io sostengo che poi l'input deve partire da noi. I metodi d'insegnamento validi e innovativi, come dice Simon, ben vengano, per la formazione delle nuove generazioni sopratutto oggi che siamo nell'era del Total-Web e che in futuro influenzerà ancora maggiormente e, a mio parere, soppianterà anche gli attuali mezzi di comunicazione "obsoleti" come TV, radio ecc.... E' ovvio che la pubblicità non è assolutamente un mezzo di educazione/istruzione non possiamo pretendere l'oro da chi ci propina le carote. L'aspirazione di Francesco di vedere in una pubblicità i crediti di una musica credo che non avverrà mai, perchè non deve distrarre dal prodotto, ogni interferenza al messaggio pubblicitario deve essere ridotta al minimo l'uso della musica in questo settore serve solo per focalizzare su quel prodotto, punto. E' per questo che associano determinate musiche scelte a tavolino dalle aziende abbinandole al prodotto, per creare nel "subconscio" un sorta di memoria al prodotto non alla musica: la musica è solo un potentissimo tramite. La responsabilità parte dalle famiglie per primo e dagli organi d'istruzione che devono già in tenera età, ad esempio dalle elementari, porre delle basi che orientino e formino verso quella forma d'arte, poi come a colto Francesco se sentirà la musica o ascolterà la musica dipende sempre da quella molla che ti scatta dentro e da diversi altri fattori.

×
×
  • Crea nuovo...