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Piano Concerto - Forum pianoforte

marcy63

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Risposte postato da marcy63

  1. Ciao Fulvio, sono d'accordo con Nancy per quanto riguarda la scelta del tuo primo pianoforte, tuttavia, oltre al fattore economico bisogna considerare anche dove vivi. (condominio? Villetta?) per non compromettere i buoni rapporti di vicinato.

    Potrei consigliarti di noleggiare, con una modica spesa mensile di 40/50 € un buon verticale Yamaha o Kawai, che potresti un domani restituire o riscattare per passare a qualcosa di superiore.

    E' pur vero che i verticali acustici non sono dotati del doppio scappamento ma per chi è all'inizio come te, ed intende farlo per hobby non è assolutamente un problema.

    Ricollegandomi, invece, ai digitali, sono anche qui d'accordo con Nancy.

    Se vuoi qualcosa di decente che si avvicini il piu' possibile ad un bel verticale( ma con i campionamenti del coda) devi alzare il badget intorno ai 4000 ( es. Celviano, Yamaha 585).

    Personalmente posseggo un 535 che ho preso qualche mese fa per riprendere a far andare le mani dopo anni che avevo abbandonato (sono diplomato in conservatorio) ma lo sto' per mettere in vendita perchè sostituito da Yamaha avantgrand N3X. In pratica un magnifico coda digitale con meccanica del C3 188.......e con la stessa cifra avrei potuto prendere un buon usato mezzacoda, ma per motivi di ambientazione e ubicazione climatica avrei anche dovuto chiamare un accordatore un giorno si e uno no:)

    Spero di averti dato qualche ulteriore delucidazione.

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  2. Io lo uso sempre allo stesso modo basandomi su un principio ben preciso: il diaframma e l'alternanza di tensione e distensione. In base al contesto storico modifico la quantità di pedale, ma non il suo principio (o almeno quello che è per me). È difficilissimo spiegare a parole come pedalizzo, magari se ci incontrassimo... Comunque posso dire che su pianoforti eccellenti posso anche eccedere col pedale senza mai sporcare, anche con un fraseggio staccatissimo. Per quanti riguarda l'armonia è tutto giusto (per esempio su un accordo di dominante uso un pedale più generoso rispetto a un accordo di tonica proprio perché c'è più tensione). Però in alcuni casi credo sia lecito "sporcare" l'armonia.

    Per me è impensabile suonare il pianoforte moderno senza usare il pedale di risonanza. Ma è solo la mia opinione.

    Riguardo al pedale sinistro (detto "una corda", non "sordina"), ne faccio un generoso uso, ma, come sempre, razionale. Non dimentichiamoci che si modifica il timbro! Come il pedale di risonanza, lo uso nelle varie gradazione di affondo, perché, anche se non lo abbasso sufficientemente da eliminare una corda, comunque viene usata una zona di martello diversa. E poi la corda suonerebbe comunque per simpatia.

    Riguardo alle critiche, se un musicista è criticabile, è sulla strada giusta. NOI musicisti certe volte siamo chiusi di mentalità, mentre dovremmo aprire le nostre vedute alle novità, anche interpretative. Non sono un amante particolare della filologia per vari motivi. Suonare rispettando e differenziado i periodi storici, senza però eccedere.

    Hai ragione Francesco, pedale una corda.......vedi cosa vuol dire abbandonare la musica per anni, torni ad essere un pivello:))))

  3. Ciao Francesco, hai aperto una discussione fondamentale, non solo sull'utilizzo del pedale di risonanza ma anche, aggiungerei, sul pedale sinistro della sordina.

    E' chiaro che il pedale di risonanza si lega in maniera indissolubile a quello che è l'interpretazione e come ben sappiamo, ha molte varianti di utilizzo a seconda dell'autore e del periodo storico.

     

    Per fare un banale esempio, sarà difficile che un pianista utilizzi allo stesso modo il pedale eseguendo una sonata di Mozart rispetto ad un Notturno di Chopin, una sonata di Scarlatti rispetto ad un brano di Debussy.....

     

    Questo perchè, a seguito dell'evoluzione dello strumento, di pari passo si è adeguata la "tecnologia" dell'utilizzo del pedale anche attraversando i vari momenti storici dettati dagli autori, dalle composizioni pianistiche e dai costruttori di pianoforti:)

    Ma fin qui mi sembra di aver messo in evidenza alcuni aspetti riguardanti l'argomento che ciascun pianista dovrebbe ben conoscere.

     

    (Viene spontaneo suggerire che il suddetto pedale andrebbe utilizzato studiando su partiture e revisioni il piu'possibile vicine a quelle indicate dall'autore.)

     

    E'evidente, pero', che ogni pianista (e scuola di pensiero) toglie o aggiunge il pedale alle composizioni per mettere in evidenza il proprio stile interpretativo.

    Ad esempio, personalmente uso spesso il mezzo pedale per creare legature e fraseggi cercando atmosfere particolari, cosa che pero' comporta almeno una minima conoscenza dell'armonia di base per evitare sgradevoli dissonanze.

    Tra il pedale e l'armonia, (intesa come forma compositiva) vi è uno strettissimo legame che non puo essere ignorato, difatti, un buon utilizzo del pedale contribuisce moltissimo a dare senso ad una frase musicale e mettere in risalto il bel canto richesto da molti autori del periodo romantico.

     

    Il pedale della sordina, invece, spesso e volentieri viene troppo snobbato. Questo perche' ci fidiamo troppo del controllo del suono delle nostre dita:)

    Ma perchè non farci aiutare e ricordarci di utilizzarlo?

    In molti casi è utilissimo (sopratutto se ben regolato) ci aiuta in quei difficili pianissimo da eseguire specialmente se parliamo di legato.

    Uno dei grandi pianisti al quale ho visto usare molto spesso il pedale di sinistra , guarda caso è il grande Benedetti Michelangeli che ho avuto la fortuna di sentire dal vivo a Brescia nel 1980.

     

    Aspetto vostri pensieri in merito e grazie a Francesco di aver aperto questa importante discussione.

  4. Benvenuto Marcello, darai sicuramente un grande apporto al nostro Forum. Come ben dice Nancy , è impossibile reprimere la Musica dentro di noi. Riaffiora sempre trionfante. Benvenuto

    Ciao Paolo, è un piacere fare la tua conoscenza, cosi' come è stato un piacere vedere ed ascoltare i tuoi video sulla tecnica pianistica. La prima regola del musicista/pianista è che non si smette MAI di imparare.

    Sono certo che questo forum sarà un bel modo di confrontarsi e di condividere, oltre alla passione, le proprie esperienze personali.

  5. benvenuto Marcello!!!

    quando la musica risuona dentro ci si può allontanare anche per un lungo periodo ma poi torna ancora più importante di prima!!!!

    Grazie, Nancy, sono perfettamente d'accordo con te. Nel mio caso, dopo aver visto la morte in faccia, la musica mi sta' aiutando tanto..... a rinascere e a riaprire il mio cuore a me stesso......

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  6. Premetto che mi ha fatto molto piacere trovare nel web un sito come il vostro, dedicato, come in vostra descizione in home page, a "riattivare" e divulgare il lato artistico morente nel nostro paese.

    La mia storia pianistica è alquanto complicata come lo è stata la mia vita sino ad oggi 53enne.

    Mi sono diplomato nel 1990 con Il Maestro Riccardo Risaliti (col quale ancora mantengo oggi un rapporto di grande stima ed amicizia) e ho iniziato la carriera concertistica all'età di 17 anni terminando con l'ultimo concerto nel '94.

    Poi mi sono dedicato per anni all'insegnamento.

    Ad un certo punto ho avuto una crisi di rigetto tale fino ad arrivare a non riuscire piu' neanche ad ascoltare un qualsiasi brano musicale.......e mi sono dedicato a tutt'altro.

    Per non tediarvi oltremodo, arrivo direttamente allo scorso anno dove mi è accaduto un grave accidente di salute che mi stava portando alla morte; 33 tremendi giorni in ospedale che mi hanno cambiato dentro e mi hanno fatto riflettere molto sul senso che stavo dando alla mia vita.

    Per farla breve da qualche mese si è riaccesa fortemente la passione per la musica ed il pianoforte e ho ripreso a studiare. All'inizio mi è sembrato di essere tornato un ragazzino, Hanon , scale etc per rimettere in moto anni di abbandono dello strumento.

    Oggi sto' riprendendo bene alcuni brani che eseguii negli ultimi concerti: Ballata op.23 n.1 , Andante spianato e Grande Polacca, studi di Chopin etc.

    Questa è in breve la mia storia.

     

    Saluto tutti calorosamente.

    Marcello

     

     

     

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