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Piano Concerto - Forum pianoforte

Crisantemi

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Risposte postato da Crisantemi

  1. Breve commento a proposito di Alan Fraser... tempo fa ho acquistato Il suo libro "the craft of piano playing", trovandolo pieno di idee e osservazioni interessanti, comprese tecniche che non conoscevo, come il "tapping". Allora sono andato in rete a cercare sue esecuzioni, e con mia sorpresa ho trovato pochissime cose, che rivelano un interprete a mio parere assolutamente mediocre... persino incerto, ritmicamente traballante. Ora la domanda è... possibile che un pianista sappia trasmettere informazioni giuste, ricche di contenuti, agli studenti anche se lui non è un gran che come esecutore? O forse ci sono registrazioni di Fraser che dimostrano il suo valore?

  2. Vorrei offrire una mia trascrizione di questo (a mio parere) splendido 3/4 di Keith Jarrett, come spunto per commenti sul pezzo, lo stile improvvisativo di Jarrett o direttamente sul pianista stesso, se e' di qualche interesse... a me, al di la' delle considerazioni sugli atteggiamenti di KJ rimane una grande ammirazione per la sua capacita' lirica, l'invenzione e il controllo del tempo...

     

     

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  3. Condivido ogni tua parola Leo, e a proposito del fatto che ciascuno debba trovare il suo modo mi viene in mente una affermazione di Bill Evans in un'intervista che diceva che ogni musicista è necessariamente un autodidatta... e quando, nel famoso video/intervista alla tv americana suo fratello Harry lo rimprovera di non avergli voluto mostrare voicings e altre cose al pianoforte Bill gli risponde più o meno: "non l'ho fatto perchè non volevo privarti del piacere di scoprirle tu stesso..." per questo, quando mi capitano quegli studenti che come prima cosa ti dicono "no ma a me devi starmi sotto, dare i compiti e controllarmi, altrimenti io mi conosco... ecc." perdo un po' la pazienza perchè mi rendo conto che ho davanti una persona che non ha un vero interesse per la materia, ma cerca in te le motivazioni che dovrebbe trovare in sé stesso.

    Spero di non aver deragliato il tuo thread, ma un ragionamento tira l'altro :) ciao

  4. Ciao Crisantemi, benvenuto (nickname mica male…).

    Anch'io trovo che il lavoro di Leo sia interessante e allo stesso tempo mi trovo d'accordo con te sull'aspetto "non razionale"; il fatto è che, appunto, quello che possiamo insegnare, soprattutto in forma scritta, è giusto la parte teorica. Per quanto anch'io insegni teoria, improvvisazione e cose simili, paradossalmente mi convinco sempre di più che il jazz inteso come linguaggio si possa imparare ma non insegnare ;) Quello che possiamo fare è dare degli input, come fai tu quando dici "butta le mani sul piano" o "fai qualcosa senza pensare".

    :) avevo scelto il nickname che uso di solito ma era già preso... Piacere di conoscerti, DrJellyfish. Bella la tua definizione che il jazz si possa imparare ma non insegnare... alcuni studenti hanno bisogno però che tu sappia tradurre in parole i processi che entrano in gioco nell'improvvisazione (questo rende possibile tra l'altro che un musicista appena discreto ma intelligente e buon comunicatore sappia insegnare meglio di un grande improvvisatore che non sa dare un nome a quello che fa). Comunque, come dici tu, quello che possiamo fare è creare le condizioni perchè se ci sono delle qualità nell'allievo queste possano venir fuori. Esercizi, come quelli di Leo, analisi e trascrizione di soli, ascolto e pratica del repertorio, studio dell'armonia, sviiluppo dell'orecchio, passione e contagioso entusiasmo per la stupenda forma d'arte che pratichiamo, e altro...

  5. Ho provato a realizzare un tutorial per muovere i primi passi nell'improvvisazione su uno standard jazz.

    Spero possa essere uno strumento utile e divertente per chi è alle prime armi e vuole imparare a suonare jazz.

    http://www.leoravera.it/2015/04/02/imparare-a-improvvisare-i-primi-passi-tutorial-parte-1/

    Apprezzerei molto un vostro parere, grazie a tutti e buona Pasqua

    Bello e ben fatto... si può fare una cosa simile anche per il controllo ritmico, con esercizi sull'anticipo, poliritmia, spostamenti ritmici ecc.

    Mi viene però da fare una considerazione; l'approccio razionale, che tende a predisporre una serie di tappe logiche e graduali che portano a un obiettivo, rischia di non arrivare mai al "dunque", o per lo meno di metterci troppo tempo. Almeno a me di solito capita così, con gli allievi... c'è sempre il momento in cui devi dirgli di buttare le mani sul piano e fare qualcosa senza pensare... questo collegamento tra controllo razionale e espressione spontanea potrebbe essere il vero obiettivo di un corso di improvvisazione... scusa non volevo farla tanto lunga, mi è venuto di aggiungere un pensiero che mi era già capitato di fare tra me e me. Complimenti per il tuo lavoro, ciao

  6. incuriosito da questo groove... se non l'ho troppo semplificato io lo scriverei cosi'... mi pare che pur nelle variazioni lo scheletro resti questo

    Ah, ne approfitto per salutare tutti, sono nuovo qui...

     

     

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  7. Grazie del benvenuto, navigando in rete ho trovato questo forum, il primo in italiano per me, dove vedo pareri e osservazioni interessanti sugli argomenti che più mi stanno a cuore, composizione e armonia...

    La mia occupazione principale è insegnante di improvvisazione e pianista jazz, e con l'avanzare dell'età sempre più compositore e arrangiatore :) Mi voglio leggere un po' di cose nei vari thread, e se avrò qualcosa da dire postare qualche commento, per ora piacere di aver scoperto questo forum, ciao!

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