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Risposte postato da francescochopin90
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Pasta abrasiva
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Sembra un problema di intonazione ma aspetterei il parere di pianoexpert circa l'intervento sulla tavola armonica. Non conta se la martelliera sia originale, quanto se sia adatta e ben preparata.
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15 ore fa, FisioPiano ha detto:
Inoltre i tasti del fa e del la della seconda ottava sopra il do centrale sembravano - scusate il termine - un po' sgonfi, nel senso che soprattutto suonando forte e nei passaggi veloci o con note ribattute mi sembrava di sentire un suono meno intenso, e che il tasto avesse come una resistenza a fine corsa.
[...]
io sento come una piccola resistenza col dito a tasto premuto [...]
Se fosse un problema di attriti o di regolazione (per esempio qualche molla regolata troppo forte)?
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I suoni vengono smorzati o si sente la scia?
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No no! Dal pilota devi ottenere l'aderenza fra il tasto e il cavalletto, senza gioco, ma allo stesso tempo lasciando il montante libero di movimento: insomma, questione di sensibilità. Lo scappamento si regola attraverso un altro bottoncino.
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Nemmeno. Credo sia un problema mio.
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Non riesco a vedere le foto
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Schimmel è il principe dei verticali!
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Vedi se riesci a fare una foto ai martelli fra le corde, cercando di prenderne il profilo e far vedere il legno. Ma è una curiosità mia, non ti preoccupare.
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Guarda, un pianoforte degli anni 90 è molto probabile che abbia bisogno di una "rinfrescata" della meccanica, come minimo, in laboratorio. Conosco i problemi di durezza che dici e sarebbe interessante capire che martelliera monti.
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Penso che comunque vadano cambiati i fiocchetti degli smorzatori che ormai sono talmente rigidi da "suonare". Per il resto controllo degli attriti. Sono curioso di vedere la martelliera.
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Ciao. Ho un pianoforte identico, marchiato Pleyel, ma di fatto uno Schimmel 174. Mi ha restaurato la meccanica il nostro pianoexpert. Quindi sia io che lui conosciamo bene tale strumento. Sei capace di farci vedere la meccanica?
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Come si regola la distanza martello-corda?
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È un negozio di pianoforti che ha sede in provincia di Padova. Ho visto che ultimamente inizia a produrre pianoforti, oltre che occuparsi della vendita di altri marchi. Mi pare che i suoi pianoforti montino Renner. Però, per quanto alta sia la qualità dei componenti Renner, non bastano a rendere di qualità l'intera meccanica se alla base questa non è supportata da un buon progetto. Ci puoi piazzare una meccanica renner ma magari applicare i piloti in punti sbagliati e il pianoforte non va. O usare martelli di qualità ma non adatti a quello strumento. Sono tante le cose da vedere: questo per dire di non farsi abbindolare quando si legge "meccanica Renner". Penso che Paolo convenga con me.
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Ciao. Hai un bel pianoforte Yamaha, certo, con caratteristiche sonore diverse da uno Shulze-Pollman, ma dotato di meccanica sicura, precisa e affidabile, meritevole di essere messa a punto in modo competente. Dopo aver escluso problematiche di "usura" (risolvibili in laboratorio), il tecnico non deve fare altro che mettere in atto una bella regolazione della meccanica e della tastiera e, dopo aver accordato lo strumento, procedere ad una calibrata intonazione che permette di eliminare le disomogeneità timbriche che sembra ti diano fastidio (e non solo a te!). Affidati ad un bravo tecnico e illustragli cosa vuoi ottenere e dove vuoi arrivare e valuterà in basa a cosa lo strumento possa dare (lo Yamaha tanto!).
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Vanno centrati rispetto alle corde. Ma sono abbastanza sicuro - credo che Paolo confermi - dato il termine che hai usato "vecchiotto", che questo strumento abbia bisogno di una revisione generale, SE ne valga la pena. Aspettiamo il parere esperto di pianoexpert.
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Paolo, potrebbe essere utile un po' di PTFE spray?
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Sul mio hanno provato a "raschiare" un po' la superficie in senso perpendicolare alla lunghezza del tasto. Non so se è una tecnica ortodossa.
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Penso che lui si riferisse alla superficie delle copertine dei tasti.
Ho constatato che spesso il pianista adottato termini impropri, anche tecnici, per esprimere una sensazione: per esempio il termine "peso" per indicare la "durezza", o "leggero" per indicare la scarsa aderenza.
Penso che con "attrito" intendesse esprimere l'aderenza delle dita sui tasti.
In effetti la galatite è alquanto scivolosa - al contrario di avorio naturale o sintetico - e spesso porta a "scivolare" nei passaggi orapidi. In passato ho trovato una soluzione facendo levigare leggermente le copertine e un leggero miglioramento c'è stato. Inoltre un materiale meno liscio - ma parliamo di una mia sensazione - mi riesce a dare un contatto idealmente maggiore del dito con la corda.
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Ma parli di attrito della meccanica o della superficie dei tasti troppo liscia?
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Andrebbero risolti prima gli attriti (in laboratorio e non a casa con lubrificanti). Poi si può passare ad una regolazione sullo strumento. Se il bilanciamento non è stato mai toccato, dubito che vada fatto.
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On 4/2/2023 at 21:56, pianoexpert ha detto:
Vedere il mio video tutorial fatto in giardino..... presento molti tipo di cavalletti e di stiletti. Quasi tutti identici nella loro funzione. Forse qualche cavalletto differisce nella molla e non tutti gli stiletti hanno la distanza perno-centro rullino identica e stesso diametro di rullino( dipende anche dalla larghezza della leva di ripetizione. legni: in genere carpino e acero.
Nel verticale la noce differisce a volte i le asticciole possono essere in carpino , acero o mogano
Insomma, essenzialmente tutte le meccaniche si uguagliano. Le geometrie del movimento vengono progettate dalla Casa.
Quindi mi sembra di capire che la vera differenza la fa il tipo di cavalletto e i tipi di leve, non se queste sono prodotte da "x" piuttosto che da "y".
Agraffes, scala Triplex, Capo d'Astro
in Tecnologia del pianoforte
Postato
Penso che per triplex si intendano i risuonatori anteriori. Ma non credo sia esclusiva di Schimmel.