Vorrei ritrarre una metafora sulla composizione. Forse gli autori professionali dispongono di dighe compositive, impianti formidabili quanto a tecnica, capacità ed esperienza, capaci di produrre laghi, cascate e rapide prodigiose. Mentre io mi accontento di una fonte, una sorgenta dotata con il passare del tempo di un rubinetto, utilizzabile secondo le necessità.
Cosa comporre non sembrerebbe una domanda peregrina, perchè possiamo anche dedicarci con
successo a lavori originali, sia motivici che variamente dissonanti, ma una volta raggiunti i risultati e
posti al comune ascolto, cosa se ne ricava, Siae a parte?
Recentemente ho preparato piccole trasposizioni di canzoni, ad uso dei miei allievi di pianoforte. Credo verranno utilizzate, ancor più della mia Raccolta e delle due mie Sonatine per pf, già esistenti.
Non parliamo poi delle case editrici, quando non completamente indifferenti potrebbero proporre contratti irti di limitazioni alla propria capacità di stampa degli spartiti.