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Oggi propongo Àphones, brano per diciassette strumenti della giovane compositrice Clara Iannotta. Prima di tutto una precisazione, forse inutile forse no. Non parlo di questo brano perché è stato scritto da una compositrice: non ne faccio una questione di genere, né di quote rosa. Insomma, non lo propongo per equilibrare il fatto che finora ho proposto solo brani di maschi. Con questo non voglio dire che il problema del genere non esiste: niente affatto (sto pensando in particolare alla recente polemica innescata da una uscita poco felice di Bruno Mantovani, direttore del Conservatorio Nazionale Superiore di Parigi, uscita contestata duramente da Kaija Saariaho). Credo che però nel contesto della composizione il problema non debba essere affrontato in termini di quote rosa (che in altri casi possono effettivamente rivelarsi utili, se vengono intese come mezzo e non come fine), ma in termini di qualità. Come ho già scritto qualche tempo fa, la qualità della musica scritta da compositrici non ha di solito nulla da invidiare alla musica dei colleghi maschi, e anzi non di rado è pure migliore. E quindi parlo di Àphones perché mi sembra un brano di grande qualità. Qualità timbrica innanzitutto. Il lavoro sul suono è minuzioso, dettagliatissimo, i particolari sono curati con una precisione davvero rara. Il brano non si esaurisce però nella ricerca, fine a sé stessa, di un materiale prezioso. La mia sensazione è di grande organicità, di grande fluidità. Il "suono prezioso" diventa un susseguirsi di eventi avvincenti, dosati con cura. Si tratta di eventi talvolta minimi (fra 00:10 e 00:15 un ribattuto, tanto semplice quanto sorprendete, cresce un poco fino a esplodere... una minuscola esplosione i cui frammenti rimbalzano qui e là), ma la loro "sottigliezza" non va a discapito dell'efficacia del brano. https://soundcloud.com/claraiannotta/phones
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