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Piano Concerto - Forum pianoforte

robertoaltieri

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Risposte postato da robertoaltieri

  1. Vi ringrazio tutti per le parole di solidarietà e per la risonanza che avete dato alle mie dimissioni dal Consiglio Accademico del Conservatorio di Napoli.

    vi assicuro che non è piacevole lavorare in un clima così, soprattutto per me che sono tendenzialmente pacifico e tollerante, ma il troppo è troppo!

    Per fortuna mi posso consolare facendo Musica con la mia bella classe!

    Grazie ancora

    Roberto

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  2. Caro CromaDiBrera,

    ti fa onore riconoscere di aver sbagliato nel caso della sesta eccedente. Adesso ti trovo più simpatico (prima avevo l'impressione che volessi aver ragione per forza).

    Sulle altre cose, compresa la differenza tra do naturale e do bemolle, continuo a non essere d'accordo con te, ma non mi pare il caso di litigare per così poco: ognuno ha espresso le sue ragioni e nessuno ci obbliga a scendere a compromessi. :)

    Piuttosto mi chiedo che fine abbia fatto GoodLife... Ci fa accapigliare per un consiglio che ci ha chiesto e poi non si vede più!

    GoodLife, se ci sei, batti un colpo! L'hai fatta sta modulazione? Facci sapere come :P

  3. ... Ad esempio: il «pizzicato Bartòk» che fu ideato proprio da Bartòk, e che consiste nel pizzicare la corda con le dita della mano sinistra: si indica con una crocetta sulla nota (+) e nessuno si sognerebbe mai di indicare, in un libro di tecnica, il pizzicato Bartòk con un altro simbolo, perché sarebbe necessario spiegare cosa significa e tutti penserebbero «ma scusa: non si indicava con la crocetta questo? Perché cambiare?».

     

    Scusami, Carlos, se ti contraddico, ma il "pizzicato alla Bartok" è una cosa ben diversa dal pizzicato con la mano sinistra.

    Il pizz. con la sinistra, che appunto si indica con la crocetta, era usato già da Paganini e credo sia stato inventato proprio da lui.

    Il pizz. alla Bartok, ovviamente inventato dallo stesso Bartok, consiste nel tendere la corda in direzione perpendicolare alla tastiera per farla sbattere con forza contro il legno producendo quel caratteristico suono-rumore; e si segna con un cerchietto e un trattino verticale che parte dal suo centro e va verso l'alto.

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  4. Eppoi, scusi, ma io non userei certi toni ("faresti meglio ecc."), stimato prof. Atieri, visto che almeno due su tre delle sue reprimenda sono assolutamente opinabili; tantopiù che io posso mettere in conto di poter anche sbagliare, nell'indicare ad un principiante un si naturale anziché un do bemolle (che, poi, era giusto per intendersi un attimo sulla tastiera, che diamine... se è per questo, ho scritto si naturale, non si bequadro, il che sarebbe diverso...). Lei no.

     

    dimenticavo l'ultima perla:

    mi spieghi, per favore, la differenza sostanziale che passa tra si naturale e si bequadro?

     

    ma che problema c'è ad ammettere di aver sbagliato?

    tutti possiamo sbagliare, persino io! (molto di rado, s'intende) ;)

  5. Ma lei, Maestro, ha letto bene il post del nostro amico...? Certo, ci mancherebbe: è un do bemolle.

     

     

     

    Un grado innalzato, se non maggiore o minore, si può anche chiamare eccedente: sul Piston c'è un intero capitolo sulla modulazione con la sesta eccedente (nell'ultima edizione italiana, è il cap.27). E, nel primo movimento della sonata di Haydn Hob. XVI/37 (l'ultima, altrimenti nota come n. 52 in Mib maggiore), tra le battute 45 e 46 c'è una modulazione con la sesta eccedente. A partire dal basso, tre bemolli in chiave, tempo forte: sib/ottava/re/fa; tempo debole: lab/ottava/do/fadiesis; tempo forte della battuta successiva: Sol/ottava/sibequadro/sol. Per citare uno degli usi più semplci, anche se non tra quelli che potrà verificare nel suddetto manuale, ricco di molti altri esempi.

     

     

     

    Ma come, e che facciamo...? "quando a tordi e quando a grilli"...? Se è un accordo diminuito sul miib, a me pare che la quinta sia proprio un sibb e non un la naturale. Allora: mi corregge il "si naturale" sul mib minore... e invece, su un Mib diminuito, la quinta diventa un la naturale...?!?! Scusi, ma lei è ortodosso quanno je pare e piace, come si dice dalle mie parti...?

    Nel mio esempio, non siamo ancora in Sib minore; quindi, non ha ancora senso indicare un la bequadro come la sensibile della tonica dell'accordo di arrivo. Non le pare?

     

    Eppoi, scusi, ma io non userei certi toni ("faresti meglio ecc."), stimato prof. Atieri, visto che almeno due su tre delle sue reprimenda sono assolutamente opinabili; tantopiù che io posso mettere in conto di poter anche sbagliare, nell'indicare ad un principiante un si naturale anziché un do bemolle (che, poi, era giusto per intendersi un attimo sulla tastiera, che diamine... se è per questo, ho scritto si naturale, non si bequadro, il che sarebbe diverso...). Lei no.

     

    Dunque, andiamo con ordine...

    - dammi pure del TU come qui fanno tutti, non ci tengo a essere chiamato Maestro nei forum a cui partecipo.

    - chiedo scusa se ho usato dei toni troppo perentori, come se mi rivolgessi ad un allievo poco diligente, ma leggere 3 (TRE!) castronerie in poche righe deve avermi leggermente infastidito.

    - quanto alle mie reprimenda,

    1) non capisco che cosa c'entri l'accordo di sesta eccedente con il VI grado innalzato (do naturale) di cui parlavi. Il libro di Piston lo conosco molto bene: parla, come tutti gli altri manuali di armonia (l'unica sua invenzione è la 6a aumentata "svizzera"), di accordi costruiti sul VI grado minore con una nota a distanza di 6a eccedente (o aumentata che dir si voglia) da quella, cioè un IV+. L'esempio di Haydn va benissimo (quella sì che è una 6a eccedente). Nel tuo caso, invece, continuo a non capire: il do naturale sarebbe 6a eccedente di cosa? di mibb??

    2) per l'accordo di 7a diminuita sul mib, dovrei dire io a te "quando a tordi e quando a grilli": prima il dob lo chiamavi si naturale per farti capire meglio e qui il la naturale lo chiami sibb per farti capire peggio?

    E poi, perché se vuoi una 7a dim. sul I grado, la 7a non la chiami rebb, ma do? Col rebb risulterebbe un accordo sulla sensibile del II grado abbassato, una cosa molto astrusa ma teoricamente possibile.

    Quello che hai scritto tu, invece, è il 1° rivolto di un accordo che ha come fondamentale il VI+: che senso dovrebbe avere? di sensibile del VII naturale? Potrebbe anche essere, se proprio vogliamo rendere le cose difficili...

    Sarebbe, invece, molto più logico (e più comprensibile) l'accordo mib solb la do, che è il 2° rivolto dell'accordo di 7a diminuita del IV+ di mib minore. Tutto qui.

  6. Puoi farlo anche per via modale: data l'affinità dei due toni, basta un passaggio sulla scala minore armonica dell'uno per "preparare" l'altro.

    Se nel mib usi il modo dorico, invece (cioè con il do al posto del si naturale, ovvero la sesta eccedente), allora è più spontaneo passare per la settima di prima specie sul V (cioè il Fa maggiore con la sua 7a minore).

    Per passare da Mib minore al V di Sib (Fa7), puoi provare l'accordo di diminuita sul mib (Mib/Solb/Sibb/Do).

     

    per intenderci, faresti meglio a dare ai suoni il nome giusto!

    1) si naturale??? vorrai dire do bemolle

    2) sesta eccedente??? intendi forse sesto grado innalzato (tra parentesi, se ti riferisci all'intervallo, invece che al grado, mib-do è una 6a MAGGIORE)

    3) accordo di diminuita sul mib (Mib/Solb/Sibb/Do)??? perché quel sibb? sarà mica un la naturale, che magari torna utile anche come sensibile di sib minore...

  7. Commento alla revisione della fuga di Roberto Altieri.

     

    Dico solo che c'è chi un tempo ci ha riempito le tasche sul discorso del tempo giusto e a parte alcuni accorgimenti messi in campo, così come proposta trovo la tua fuga rinnovata ;)

     

    sfotti, sfotti! <_<

    a te non capita mai di cambiare idea?

  8. andiamo avanti.

    Sulla fuga di Roberto Altieri devo dire che mi è piaciuta moltissimo.

    Formalmente solida, CS sufficientemente diverso dal S ... ma quello che mi paice di più sono i divertimenti e parti libere, che sono scritte con molta consapevolezza della fuga.

     

    Unico dubbio il finale : forse perchè a me piace, io avrei allungato il pedale ... ma questa è una valutazione di carattere prettamente personale.

     

    Il tempo iniziale sembrerebbe lento, ma viene ampiamente compensato dalla seconda parte.

    Complimenti Roberto.

     

    Mi era sfuggito questo intervento.

    Ti ringrazio molto per i complimenti.

    E condivido pienamente la critica sulla necessità di allungare il pedale di tonica finale. Dopo 3 battute di risposta che gravitano intorno alla tonalità della dominante, il ritorno alla tonica avrebbe avuto bisogno di una perorazione maggiore di quelle 3 misere battute conclusive con una cadenza semplice e una plagale. Pensa che in origine avevo scritto solo la cadenza semplice; quel IV-I su pedale di tonica l'ho aggiunto in seguito proprio perché il finale mi sembrava troppo monco.

    Non ho voluto strafare aggiungendo altre battute, perché ho ritenuto che la fuga fosse già molto lunga, ma, a giudicare dalla tua osservazione, avrei fatto meglio a seguire il mio istinto senza preoccuparmi della lunghezza!

  9. Una domanda ad Altieri

    Perchè il soggetto nella senconda entrata ha una variazione nella terza nota che invece di essere (Esempio in la- : la do mi risulta essere la do re) E' un modo per variare?

     

    Bella domanda!

    Certamente non si tratta di una scelta arbitraria.

    Tradizionalmente i soggetti che si portano subito all'inizio dal I al V grado* subiscono una doppia mutazione nella risposta: vedi ad esempio le fughe n. 8, 17 e 22 dal I volume del CBT di Bach e n. 7 dal II volume. Al soggetto I-V si risponde con V-I nella risposta, per cui risultano modificati i primi 2 intervalli.

    Guardiamo la fuga in re# minore dal I vol (trascritta in Mib in alcune edizioni): soggetto re# la# si ecc., risposta la# re# fa# ecc., quindi 5a ascendente e 2a ascendente del soggetto diventano 4a e 3a nella risposta, insomma si ha quella che prima ho definito "doppia mutazione".

    Il motivo che ha dato origine a questa consuetudine risale alla polifonia rinascimentale, in cui l'imitazione tra le voci non comportava un cambio di tonalità dalla tonica alla dominante (come si usa dire nella fuga scolastica), ma solamente il passaggio della melodia dal modo autentico al plagale o dal plagale all'autentico, rimanendo obbligatoriamente nello stesso modo (per modo qui s'intende protus o dorico, deuterus o frigio, tritus o lidio, tetrardus o misolidio, ecc.). La bipolarità I-V faceva intendere con chiarezza il modo d'impianto del brano, quindi a un motivo che comincia con re-la (protus autentico) non si rispondeva con la-mi (eolio?), ma con la-re (protus plagale).

    Questa stessa bipolarità è passata alla fuga barocca, per cui la risposta, pur "modulando" alla tonalità della dominante, non sposta con decisione il centro tonale verso una nuova tonica, ma mantiene ben saldi i 2 poli principali del tono d'impianto, in modo che la "tonalità della dominante" toccata nella risposta venga percepita come tonicizzazione momentanea e non come vera e propria modulazione. Spero di essere stato abbastanza chiaro.

    Ora, nel soggetto del laboratorio di fuga, in realtà il I non si porta subito al V, ma passa per il III... e qui sorgono i dubbi: il III grado può essere considerato una semplice fioritura del I o può essere armonizzato a parte?

    Di fughe con queste caratteristiche nel CBT non se ne trovano; ci sono solo alcuni soggetti in cui la tonica iniziale è fiorita da una nota di volta prima di portarsi al V grado: n. 2 dal I vol. n. 1 dal II vol. Bach in entrambi i casi rispetta il criterio della doppia mutazione nella risposta.

    Da notare inoltre ciò che accade nella fuga n. 3 del II vol. (una fuga sui generis, che comincia con un vero e proprio stretto!): il I grado va al III, poi torna al I e quindi sale al V; anche qui Bach adotta la doppia mutazione, considerando il III grado come fioritura del I.

    Ma l'esempio bachiano più vicino all'incipit del soggetto del nostro laboratorio, il primo che mi sia venuto in mente, è quello dell'Offerta musicale: soggetto (in do minore) do-mib-sol ecc., risposta sol-sib-do.

    E' soprattutto pensando a quell'illustre esempio che la mia risposta al soggetto del lab. è stata, senza pensarci più di 10 secondi, mi-sol-la.

     

     

    *Nota per cristian

    Se vuoi evitare di essere frainteso, non usare i pronomi numerali al femminile (LA QUINTA, L'OTTAVA, LA TERZA) quando ti riferisci ai gradi della scala, ma al maschile (IL QUINTO, L'OTTAVO, IL TERZO). Usa invece il femminile quando ti riferisci agli intervalli. Vedrai che non sorgeranno più equivoci.

  10. A me la tua fuga è piaciuta molto, non sarebbe male poterla ascoltare anche con la nuova indicazione di metronomo ;)

     

    ti ringrazio :)

    allora non appena avrò sistemato meglio espressione e dinamiche inserirò anche la versione accelerata

  11. Grazie Roberto per la pronta risposta. Che il tuo lavoro sia solido, ben congeniato e ben condotto non penso ci sia bisogno di dirlo, ma penso faccia piacere sentirselo dire.

    La domanda sul tempo nasce dalla consapevolezza di aver usato appunto due approcci diversi … tu hai adattato il tempo al progetto, io ho adattato il progetto a quello che ho ritenuto fosse, dopo un po’ di ripensamenti vari, il tempo giusto per quel Soggetto.

    Secondo me il tuo brano ha anche la sua godibilità e sicuramente la ricchezza di strumenti veri completerebbe il tuo progetto. Mi piace quando arriva la seconda fuga; ricordo bene la tua precedente fuga e trovo anche delle situazioni ricorrenti … insomma, si riconosce la tua mano ;)

    Sono contento di aver avuto la possibilità di conoscere il tuo approccio a questo soggetto un po’ “carogna”.

     

    grazie, frank :)

    devo confessare che poco fa ho riprovato ad accelerare il metronomo a 76 e adesso mi piace di più così :rolleyes:

    avrei fatto bene anche perdere un po' di tempo per curare meglio le dinamiche e i segni di espressione... magari ci provo in questi giorni di vacanza (troppo pochi per me! :( )

  12. Per chi si era mostrato interessato ad una traduzione: http://it.wikipedia....demptoris_Mater

     

    Suggerimenti sulla sillabazione

    túum = TU-UM

    pervia = PER-VI-A

    genuisti = GE-NU-I-STI

    prius = PRI-US

    posterius = POST-E-RI-US

    Gabrielis = GA-BRI-E-LIS

     

     

    Versificazione in esametri

    _ U U _ _ _ _ _ // _ _ U U _ U

    _ U U _ // _ _ U U _ // _ _ U U _ U

    _ U U _ // _ _ U U _ // _ _ U U _ U

    _ _ _ _ _ U U _ // _ _ U U _ U

    _ U U _ // _ _ U U _ // U U _ U U _ U

    _ _ _ _ _ _ _ U U _ // U U _ U

     

    àlma redèmptorìs matèr quae pèrvia coèli

    pòrta manès et stèlla marìs succùrre cadènti

    sùrgere quì curàt populò tu quae genuìsti

    nàturà mirànte tuùm sanctùm genitòrem

    vìrgo priùs ac pòsteriùs, Gabrièlis ab òre

    sùmens ìllud àve, pèccatorùm miserère

     

    non mi torna la scansione metrica dell'ultimo verso:

    1) -lud di illud è breve

    2) A- di ave è breve

    3) -ca- e -to- di peccatorum sono lunghe

     

    per cui l'ultimo verso secondo me va letto così:

     

    sùmens ìllud avè, peccàtorùm miserère

     

    Inoltre nel terzo verso manca il 5° accento sulla parola quaè

  13. Domanda per Roberto.

     

    Quali sono state le considerazioni che ti hanno portato a scegliere la tua indicazione di tempo?

     

    Te lo chiedo perchè dopo un indecisione iniziale io ho scelto di scrivere la fuga considerando un tempo per il Soggetto ben più veloce.

     

    La scelta del tempo deriva dal progetto iniziale di farne una fuga con 2 soggetti e 2 relativi controsoggetti, in cui tutta la seconda parte scorresse con un ritmo quasi incessante di semicrome.

    Scritto il 2° soggetto, contenente pure 2 biscrome, e provata la sovrapposizione dei 4 temi in contrappunto quadruplo ("quasi" quadruplo, in verità, in quanto il 2° CS non può stare al basso con gli altri 3 temi al di sopra), ho ritenuto necessario, prima di procedere alla stesura di tutta la fuga, che il tempo non potesse essere tanto allegro, altrimenti non sarebbe stato possibile apprezzare le graduali sovrapposizioni dei temi nella seconda parte della fuga e soprattutto nella pagina finale.

    Sono stato indeciso fino all'ultimo se fissare la semiminima a 66, come in effetti ho fatto, o portarla a 76 per rendere il pezzo più brioso. Alla fine ho lasciato l'indicazione metronomica pensata all'inizio per i motivi che ho scritto sopra. Per quanto la prima parte possa sembrare lenta, a me non dispiace affatto il contrasto tra le prime 3 pagine meditative e le altre più animate. Mi sono ispirato in questo a 2 capolavori bachiani che ho sempre amato molto: l'invenzione a 3 voci in mi minore e la fuga in fa# minore dal 2° volume del CBT.

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