Jump to content
Piano Concerto - Forum pianoforte

Organista94

Membro
  • Posts

    194
  • Joined

  • Last visited

  • Days Won

    7

Risposte postato da Organista94

  1. Ben ritrovato Antares, dov'eri finito? Al mare? :D

     

    La stessa questione si pone nell'ambito della registrazione organistica. Negli anni '60 del secolo scorso c'era meno attenzione verso la filologia (o meglio neanche esisteva) per cui si trovano incisioni con le più disparate registrazioni; adesso è sempre bene fare uno studio per cercare di evitare di suonare la musica di Bach come se fosse scritta da Reger ;)

    • Like 1
  2. In effetti Geppino

    Più di questo cosa serve sapere...?

     

    Tanto più che leggevo anche:

     

     

    praticamente si tratterebbe di applicare le “regole” della tonalità

     

     

    mmhm, Bianca, puoi farci un esempio di algoritmo. Da quello che sapevo pure una ricetta è un algoritmo, lo si può trascrivere se si conoscono i passi per creare un piatto...o nel parallelismo ... una modulazione.

  3. Se non ci sono esami valuterei l'opera 14 n. 1, non è fra le più facili ma non richiede una tecnica mostruosa. Persino gli organisti potevano portarla assieme alla alla 4 e alla 5. Prova a pensarci, se la possiamo suonare noi, tanto più un pianista.

     

    Forse il giusto compremesso ,se piace, è proprio la 5

  4. Al tempo proposto dal PlayBack le pedalate di Bianca non sono eseguibili, però la partitura non indica un tempo ma un attegiamento (che non indica molto, in realtà)... prendendola a metà del tempo proposto nel file potrebbe andare, ma non so se sia o meno il desiderata. Forse conviene indicare tra parentesi qualcosa. Comunque delle parti sono eseguibili, arpeggi frenetici ai pedali non è un gesto molto organistico. Magari un contrabbasso.

     

     

    Ma distribuire le note dei passaggi più veloci fra le mani?

  5. Massimo Nosetti - Santa Rita

     

    In memoria del Maestro Massimo Nosetti. Per non dimenticarle

     

    La sera del 12 novembre, all'Ospedale Molinette di Torino, dove era stato ricoverato per accertamenti, è mancato all'improvviso, a 53 anni, Massimo Nosetti, organista, docente, compositore, direttore d'orchestra ed organizzatore. La sua scomparsa apre un grande vuoto nella cultura musicale non solo piemontese. Diplomato sotto la guida di Girardi e Donati, perfezionato in Svizzera e Francia con Pidoux e Langlais, Nosetti era titolare della cattedra di Organo e Composizione organistica al Conservatorio di Cuneo. Uomo di cultura raffinata , buon latinista e conoscitore di lingue straniere, era molto apprezzato in ambito internazionale per un'attività concertistica intensa che lo ha portato ad esibirsi nei più importanti Festival e sugli strumenti di cattedrali celebri, oltrechè nel Duomo di Torino dov'era organista titolare. Era anche compositore di musica organistica e corale e fondatore di un valido complesso vocale, il "Cantus firmus". Nosetti è stato esecutore versatile, capace di interpretare pagina organistiche su qualsiasi strumento, un interprete che predilgeva la musica del XIX e XX secolo ma prestava anche attenzione alla valorizzazione dei compositori contemporanei. La sua fama gli deriva in parte dall'esser stato per 30 anni organizzatore del Festival di S.Rita, a Torino, fondato quando di anni ne aveva solo 23! Grazie alla celebre rassegna, la città è stata a buon diritto definita come una capitale dell'organistica mondiale, perchè alla consolle dell'organo Zanin a 4 manuali da lui ideato (era anche consulente di restauri e creazione di nuovi strumenti ) hanno suonato i maggiori interpreti, richiamati dal livello della manifestazione da lui curata, ma anche da una stima largamente condivisa per una personalità fine e variegata, da vero "signore", come era in realtà, e non solo della musica. Sul versante della didattica Nosetti ha condotto numerose masterclass sulla letteratura organistica romantica e post-romantica specie in Giappone, Corea e USA. Forse il ricordo più rappresentativo è quello espresso da un allievo d'antica data: "Il Maestro aveva la capacità di "sentire" la musica non solo con il cuore, ma con la mente, grazie alla caratteristica che lo rendeva così grande musicista. Quella di saper unire emozioni e razionalità, passione e controllo, in una sintesi così armonica e naturale che passava quasi osmoticamente ai suoi allievi" (M. B.)

    • Like 2
×
×
  • Crea nuovo...