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Piano Concerto - Forum pianoforte

leoravera

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Risposte postato da leoravera

  1. Vi propongo alcuni consigli per imparare a memoria il repertorio jazzistico. Questo è il mio metodo, per me funziona piuttosto bene, malgrado la mia memoria non sia affatto eccezionale.

    Nell'articolo trovate anche due tutorial per l'improvvisazione, basati sui brani "Take the A Train" e "Autumn Leaves".

    https://www.leoravera.it/2018/06/03/come-imparare-memoria-gli-standard-jazz/

    Fatemi sapere cosa ne pensate, grazie!

  2. C E° D-7     I  V7/II  II

    F F#° C , preferibilmente con C/G a conclusione    IV V7/V I (in posizione 46)

    ovvero in entrambi i casi, l'accordo diminuito sostituisce una dominante secondaria. Concordi?

     

     

     

  3. Chi inizia a suonare il pianoforte si trova ad affrontare simultaneamente quattro materie di studio: tecnica pianistica, lettura dello spartito, indipendenza delle mani, teoria musicale. In che ordine e come è giusto affrontarle, nei primi mesi di studio del pianoforte? Ecco cosa propongo ai miei allievi.

    https://www.leoravera.it/2018/03/04/imparare-suonare-pianoforte-studiare-tecnica-lettura-indipendenza-teoria/

    Come al solito, aspetto il parere di chi suona il piano, anche a livello iniziale, e può dire quali sono le difficoltà maggiori che ha incontrato o incontra.
    Grazie in anticipo!

    • Like 1
  4. Grazie OscarP.

     

    Il libro non l'ho ancora letto, ma lo farò sicuramente. Per il momento l'ho aggiunto sulla "lista desideri" del kindle store. Ci sono già tre o quattro libri in attesa, prima voglio leggere alcune cose che ho già. Avere 100 libri in attesa di essere letti mi scoraggia, per cui li prendo un po' alla volta...

    Il tempo non basta mai! Un caro saluto, a presto

  5. Cosa ucciderà il jazz?

    http://www.leoravera.it/2016/05/05/cosa-uccidera-il-jazz/

     

    Soltanto io non riesco a capire se questo articolo sia serio o no?

     

    Intanto mi scuso per la risposta tardiva. Da quasi un anno è nata mia figlia Teresa ed il mio tempo si è molto ridotto. Di conseguenza è da qualche tempo che non leggo il forum, questo commento mi era proprio sfuggito.

     

    Rispondendo alla tua domanda: il mio articolo è serio al 49%. Questo non significa che io non pensi quanto ho scritto, ma ovviamente tutto è relativo e le generalizzazioni estreme sono sempre sbagliate.

    L'articolo è scherzoso al 51% perché "scherzando si può dire di tutto, anche la verità" (S.Freud)

     

    Ciao a presto

  6. Ciao a tutti. Spesso mi sono trovato a parlare, anche su questo forum, di libri per lo studio del piano jazz. Il Jazz Piano Book di Mark Levine è uno dei libri più importanti e conosciuti, io l'ho studiato a più riprese e ricordo che al primo approccio faticai molto. Ora, con un un po' di esperienza come insegnante, mi sono reso conto dei suoi limiti maggiori: gli argomenti non sono in ordine crescente di difficoltà ma un po' alla rinfusa, ed alcuni passaggi indispensabili per un principiante vengono saltati per intero.

    Ho provato a fare un'analisi accurata dei cari capitoli ed a dividerli in tre gruppi, in base alla difficoltà. Credo che questa "mappa" possa essere utile per chi vuole provare a studiare questo bel libro di Mark Levine.

     

    http://www.leoravera.it/2016/03/17/mark-levine-jazz-piano-book/

     

    fatemi sapere cosa ne pensate!

    Ciao a presto

     

     

    • Like 3
  7. Aggiungo che di solito le lauree Ad Honorem vengono arrribuite a persone a fine carriera, che non ne ricavano particolari benefici. Un po' come i "premi alla carriera" che spesso vengono attribuiti a gli artisti solo per averli ospiti gratis. Mi sa che anche in questo caso è andata così, l'accademia tal dei tali di Imola si fa un po' di pubblicità, fa suonare dieci minuti Piero Angela in Teatro prima di un concerto e così riempie il teatro per metà di appassionati di Quark che vogliono vedere Piero Angela, che suoni il piano o balli il mambo non fa differenza...

  8. Ciao Maggie, purtroppo le "partiture originali" jazz e blues probabilmente non esistono. Il blues è musica totalmente improvvisata o tramandata oralmente, il jazz in buona parte. Parziale eccezione la musica orchestrale per big band, gli arrangiamenti venivano scritti. Ma anche in questo caso, non del tutto: ad esempio l'orchestra di Count Basie faceva tanti arrangiamenti "improvvisati" guidati dai cenni del leader!

     

    Quindi se vuoi suonare un po' di jazz, invece di cercare degli spartiti completi armati di pazienza e prova ad imparare i rudimenti dell'improvvisazione. E' divertente!

    Se vuoi vedi degli esercizi che ho messo online, sono semplici ma possono essere utili per chi inizia.

     

    http://www.leoravera.it/improvvisazione/

     

    Spero di non avere frainteso la tua domanda. Ciao!

  9. Sì però a me pensare Cdim su C7 mi fa strano... Se parliamo di C7 il diminuito dovrebbe essere Edim, e quindi la sua scala sarebbe la T/S.

     

    Partire da C con una S/T oppure da E con una T/S è la stessa cosa, la scala infatti è la stessa, cioè la scala formata dalle note dei due accordi Cdim + Edim

    Io per comodità preferisco contare dalla fondamentale S/T, ma è una questione di punto di vista.

     

    Mi spiego: intendi dire che Cdim7 con scala S/T suona come un C7?

    No, hai ragione, se suoni l'accordo di Cdim7 la dominante non si sente proprio

     

    Mi hanno detto spesso che Herbie Hancock usa moltissimo scale ed accordi diminuiti, sarebbe interessante vedere cosa fa lui. Io purtroppo lo conosco poco, lo trovo troppo difficile e non mi ci sono ancora avvicinato seriamente.

  10. Sì, di fatto si possono utilizzare entrambe però con la S/T (sempre su un accordo di 7dim) l'uso delle tensioni risulta abbastanza ostico e poi l'effetto dell'accordo di dominante tu lo intendi sulla stessa fondamentale? Mi spiego: intendi dire che Cdim7 con scala S/T suona come un C7?

    Sul maj7 sì, a volte si usa, suona come una specie di ritardo; spesso poi arriva il maj7.

    Si intendevo proprio di partire dalla stessa fondamentale, scala Cdim S/T su accordo C7.

    Nell'accordo, pur essendoci tutte e quattro le note di Cdim, enfatizzo però (1 3 b7) dell'accordo di dominante. Ne risulta un accordo di dominante con queste tensioni: b9,#9, #11, 13

     

    Per il ritardo di cui parli tu credo che funzioni meglio l'altra scala, la T/S, che ha b3 e b5 rispetto all'accordo risoluzione maj7

  11. Io penso si possano usare entrambe le scale, ma l'effetto è molto diverso:

     

    -se uso la s/t completo la scala con la 7a minore (ad esempio, usando s/t su Cdim finisco con Bb) e quindi l'effetto è quello di un accordo di dominante

    -se uso la t/s finirò la scala con la 7a maggiore (B naturale) e dunque l'effetto non è di accordo/scala di dominante ma più statico. Qualche improvvisatore ardito usa la t/s su accordi maj7

  12. ... a me, al di la' delle considerazioni sugli atteggiamenti di KJ rimane una grande ammirazione per la sua capacita' lirica, l'invenzione e il controllo del tempo...

     

    In effetti il personaggio è un po' antipatico, il pianista però non si discute. Un grande maestro del pianoforte. Personalmente prediligo i suoi dischi dal sapore funky/gospel, quelli con Dewey Redman. Ritengo che i suoi dischi di standards in trio siano un po' sopravvalutati, ed ancora di più il famoso Koln Concert.

     

    Grazie per la bella trascrizione, e per la generosità nel condividerla.

  13. Grazie per l'attenzione al mio lavoro e per gli spunti interessanti di questa discussione.

    Certamente c'è molto che sfugge all'approccio razionale, non solo nell'improvvisazione ma nella musica in generale.

    "Un linguaggio che si può imparare ma non insegnare", la definizione è molto efficace. Aggiungo che è un linguaggio che si può studiare, ma ognuno lo deve fare a modo suo sforzandosi di trovare il proprio metodo e mettendolo costantemente alla prova. Per un insegnante, comunicare la passione dovrebbe essere la prima cosa, la più importante, invece spesso mi rendo conto di darla per scontata, sbagliando.

     

    ... scusa non volevo farla tanto lunga

     

    Non sei stato affatto lungo, ma se ti scusi per quattro righe di intervento significa che sei abituato ad essere ancora più sintetico. Come è stato del resto anche DrJellyFish. Dimostrando che se si hanno cose intelligenti da dire, quattro righe sono più che sufficienti. Grazie a entrambi, a presto

  14. Ciao, che ne pensate di Teddy Wilson? Mi pare che sia largamente trascurato se paragonato ai suoi contemporanei Fats Waller e Art Tatum. L'unico che lo omaggia come merita è Gunther Schuller nei suoi libri.

    Non ho trovato neanche trascrizioni, fino ad ora, così ho provato a trascrivere qualche misura, con le sue fantastiche volatine ad arpeggi che tutto sommato sono piuttosto semplici nella scelta delle note

     

    http://www.leoravera.it/2015/05/25/13-teddy-wilson-un-accompagnatore-ideale/

     

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  15. Ti rispondo quotandoti, così sembrerà che la mia aggressività sia motivata.

    "Quelli che normali non sono"... pensi veramente di essere l'unico ad aver dedicato la vita allo studio della musica? Qui c'è il tu, perché è una domanda diretta e un po' risentita, precisamente come la frase da cui deriva. Pensi che chi fa pop non dedichi la propria vita alla musica? Vorrei una risposta e un'argomentazione. Ovviamente puoi anche non rispondere e non argomentare, magari perché ti senti offeso.

     

    Ciao thallo, non sono affatto offeso, ci mancherebbe. Credo anzi di essermi spiegato male: non intendevo dividere in musicisti meritevoli (quelli che hanno studiato) e non meritevoli (quelli che non lo hanno fatto).

     

    Intendevo sottolineare che le storie "classiche" di un cantante, quello che parte da zero e poi arriva ad emergere, per spiegarmi meglio penso al "ragazzo della via Gluck", il ragazzo di provincia che ha il sogno di essere un artista ed arriva a coronarlo, queste storie sono del tutto passate di moda. Queste sono le storie "normali" cui alludevo.

     

    I reality elevano al successo persone che non si aspettavano affatto di diventare pop star; la TV dei reality e di sanremo  celebra se stessa, onnipotente macchina che prende qualcuno a caso e lo trasforma in divo della TV. Per far vivere allo spettatore l'illusione che possa capitare a chiunque.

     

    Tra le due storie, e le emozioni che suscitano, preferisco quella del ragazzo della via Gluck, che almeno era un sognatore coraggioso, un avventuriero, rispetto a quella del figlio del mio vicino di casa che va a fare il provino di un reality e vince alla lotteria un (breve) periodo di celebrità.

     

    ...sarebbe utile pensare che anche i musicisti pop hanno una dignità da offendere, sarebbe utile pensare che quando si vogliono fare discorsi sociologici sul mercato della musica, sui talent show, sulle boy band costruite a tavolino, esiste la possibilità di farli SERIAMENTE, senza frasi ad effetto, senza dividere il mondo dei musicisti in "normali" e "anormali". Il mondo, del pop, della classica, del jazz, del rock, è troppo complesso per essere trattato in questo modo.

     

    Il mio punto di vista voleva essere proprio a difesa degli artisti "pop", musica che apprezzo molto e che rispetto profondamente, anche quella creata da artisti naif, che non hanno necessariamente studiato per anni.

    Non ambivo a fare discorsi sociologici, quanto a scrivere a caldo alcune opinioni, per il piacere della conversazione. Sperando di non avere io offeso te, non avendone ovviamente l'intenzione.

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