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Piano Concerto - Forum pianoforte

braket

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  1. braket

    Arpeggi

    Caro Paolo, sono pienamente d'accordo! Oltretutto questa tesi è anche logicamente sostenibile anche da un punto di vista fisico: il "legato" riguarda un misto di timbro ed intensità sonora, che, come cosa in sè, nulla ha a che fare con l'effettiva modalità di resa esecutiva, che sta nella scelta o nella preferenza del pianista. Il pianoforte è infatti uno strumento a percussione per cui, a rigor di cronaca, è uno strumento che non ha una vera e propria capacità o attitudine di per sè al "canto", in quanto la sua meccanica consiste in una serie di impulsi discretizzati nel tempo e nel campo delle frequenze (su uno strumento a corda si possono fare i veri e propri glissandi, con tutti i commi, nel pianoforte invece al semitono non si scappa!) Per questa ragione, oserei dire che il "legato cantabile" è SEMPRE una questione mentale, che poi in seconda istanza può essere messa in pratica dall'esecutore tramite accorgimenti tecnici variegati. L'accostamento comune dei concetti di "legato cantabile" e di "legato di dita" è comprensibile alla luce del fatto che, essendo la forza delle nostre dita pressochè equivalente (se valutato rispetto alla forza impressa dall'intervento del polso o ancorpiù dell'intero braccio) o comunque facilmente controllabile; ciò implica che è più "semplice" ed immediato, QUANDO é POSSIBILE, dare una continuità coerente ed unitaria ad una frase musicale sfruttando lo spostamento della mano tramite il legato digitale. Ciò però non vuole assolutamente significare che questo sia l'UNICO modo di rendere il "legato cantabile"! Il primo esempio che mi viene alla mente è il meraviglioso Preludio no.1 di Mendelssohn, in cui il canto è da rendersi solamente con il pollice (per impossibilità tecnica di fare altrimenti!). In questo caso, se il pianista non concepisce il "canto" nella sua testa, non sarà mai capace di formare una linea melodica sensata, e il pezzo consisterà in una serie di impulsi disconnessi. Sempre usando questo brano come esempio, si può dire inoltre che, quando il canto consiste di note lunghe, che necessitano continuità logica, l'uso del pedale diventa irrinunciabile per esprimere questo legato, pena il fatto che l'intensità della nota che precede sfuma rapidamente e costringe a due scelte: 1) impulso che, nonostante sia in giusto rilievo sonoro, rompe la continuità logica della frase ; 2) esecuzione della nota seguente ad un'intensità paragonabile a quella precedente, ormai ridotta ad un flebile suono (e quindi non è percepibile e distinguibile come "canto"). Infine voglio aggiungere che il "canto" necessità sempre di "rotondità" sonora, che si ottiene suonando rilassati (di modo che il martelletto batta in modo elastico la corda) e, spesso, l'uso oculato del pedale (l'attenzione all'oculatezza del pedale deve comunque essere altissima!) è condizione necessaria e sufficiente per una mano rilassata e, di conseguenza, per un buon "cantabile". Un caro saluto a tutti! Giacomo
  2. Grazie mille Gennarino! Sei stato molto gentile a postare questi link! Io devo dire che ho avuto la fortuna di provare questo fatidico pedale e sono d'accordo con Ciccolini nell'affermare che è un bell'aiuto! La mia domanda era tuttavia di carattere più puramente meccanico in quanto, nonostante sapessi l'effetto di questo quarto pedale, desideravo delucidazioni sulla realizzazione meccanica (sistema di leve etc...) che rendono possibile questo movimento della tastiera! E purtroppo il Sig.Fazioli è ben lungi dal divulgare particolari realizzativi del genere quindi chiedevo al nostro comune Maieuta Ferrarelli se ne avesse già avuto un'idea. In ogni caso, ti ringrazio ancora molto per la risposta, sei stato davvero gentile! A presto carissimi Giacomo
  3. braket

    Arpeggi

    Caro Demetrio, trovo questo argomento molto interessante! Sono relativamente nuovo su questo sito, e ciò spiega come mai posto solo ora una risposta a questa tua bella discussione. Gli arpeggi sul pianoforte sono effettivamente un problema per molti pianisti. Conosco tuttavia gente a cui vengono estremamente naturali, più naturali delle semplici scale. Ho quindi avuto modo di chiedere loro che attitudine visivo-mentale permettesse loro di avere una tale facilità nell'eseguire questo difficile aspetto tecnico. Effettivamente, la risposta che ho avuto da tutti loro è stata: "mi figuro gli arpeggi come se fossero degli accordi arpeggiati, da eseguire in maniera ritmicamente regolare piuttosto che 'strappati' come si fanno di solito". La tecnica che ne deriva è quella dello spostamento parallelo della mano, che si trova quindi ad ogni ottava successiva sempre nella medesima posizione. Personalmente, io introdurrei una distinzione importante, che il Maestro Paolo ha già messo giustamente in luce: DIPENDE DALLA VELOCITà RICHIESTA. Ovvero: la tecnica effettuata, e di conseguenza il movimento del polso e del pollice, deve essere adeguato al contesto metronomico ed espressivo del passaggio in questione. Mi spiego meglio: se stai suonando un passaggio lento, armonico, espressivo (ad esempio il piccolo arpeggio di 2 ottave che si trova nel Secondo tempo della Patetica di Beethoven, per intendersi a livello di esempio), allora la ricerca di suono curato, di legato e così via ti "impongono" di eseguire l'arpeggio con l'utilizzo del passaggio del pollice sotto la mano, dato che questo è l'unico modo di legare il suono (escludendo ovviamente il legato sonoro mediante il pedale di risonanza, che però in qualche modo si capisce che è diverso).In questo caso lo studio da fare e quello di appoggiare tutto il peso della mano, del braccio e della spalla su ogni dito, trasferendolo lentamente e con continuità da un dito all'altro. Se invece stai suonando un passaggio virtuosistico (qui gli esempi si sprecano...), dove figura un arpeggio in velocità, è necessario invece (o comunque è molto consigliato, al fine di non bloccare il polso) suonare attraverso la tecnica di "traslazione rigida" del polso da un ottava a quella successiva (e se magari e richiesta una certa legatura sonora, allora in questo caso il pedale di risonanza va benissimo, visto che sei in velocità!). In questo caso le fasi per imparare il passaggio sono quattro: visualizzare mentalmente la tipologia di accordo arpeggiato (do diesis maggiore, per esempio) e avere in mente tutte le alterazioni presenti a priori; eseguire l'arpeggio per accordi (ovvero, se l'arpeggio dura quattro ottave ed è in do diesis maggiore, suonare l'accordo di do diesis maggiore appoggiando bene il peso e traslare rigidamente la posizione della mano -attenzione, deve essere solida la posizione della mano, non deve essere rigido il polso, e menchemeno il braccio!- sul medesimo accordo un ottava sopra, cercando di legare idealmente - ovvero più mentalmente che praticamente - questo passaggio con l'ultimo dito dell'accordo - ovvero il 4 o il 5 dito-. Il risultato sarà quello di lasciare andare per ultimo questo dito, per intendersi.) Il motivo di questa fase è che la mano, durante l'accordo, è perfettamente bilanciata sulla tastiera, e quindi il cervello impara e memorizza la posizione sulla nota poi da suonare in arpeggio che conferisce alla mano e al polso la sensazione di maggior benessere. Una volta memorizzata bene questa sensazione, si deve passare alla terza fase, che consiste nella esecuzione dell'arpeggio, lento, tramite traslazione rigida della mano, con l'attenzione di sfruttare la fase precedente per ricercare la condizione di benessere e di scioltezza del polso trovata. Infine, portare su di velocità il passaggio, avendo cura di ripeterlo numerose volte, con varie fermate etc (qui si entra nel campo spinoso di come un pianista si "mette nella mano" i passaggi difficili, e quindi non mi interessa in questo momento). Bene penso di aver detto abbastanza a riguardo e di essere stato esaustivo! Ciao!
  4. Ciao Simone! grazie mille dei complimenti!!no no comunque sono interno, studio al Conservatorio di Piacenza perchè fino alla maggiore età ho abitato lì e quindi mi ero iscritto lì! E anche ora che mi devo fare lo sbatti dell'avanti e indietro da Milano, sono rimasto comunque lì perchè mi trovo troppo bene con il mio insegnante!
  5. Ciao a tutti!! avevo accennato che mercoledì e giovedì avevo il tour de force dell'ottavo di piano!!Tra l'altro avevo una commissione tostissima, tra cui il commissario esterno era niente popò di meno che Andrea Padova (per chi non sapesse chi è, cercate con google e aprite il suo sito...) Ebbene, ho finalmente finito!!ho perso due chili credo e ho dormito sette ore al massimo in due giorni ma... ce l'ho fatta!!!LICENZIATO CON IL VOTO (media delle 10 prove) DI 9.20!!!! Ho seguito il consiglio di Paolo sul fatto di cercare di fare della bella musica e di emozionare invece di dimostrare virtuosità tecnica pura e semplice e è stato molto apprezzata come cosa! Purtroppo all'orale non mi hanno chiesto nulla a proposito della meccanica del pianoforte (ad un certo punto mi hanno chiesto domande a proposito di discografie di determinati pianisti di metà Novecento... ), sta di fatto però che ho sempre desiderato conoscere meglio il mio strumento e quindi, al di là dell'esame, le vostre lezioni mi hanno arricchito molto! Adesso so che è un pò presto, però sto già cominciando a pensare a qualche pezzo da portare per il diploma e quindi: VIA AI SUGGERIMENTI GENTE!! Da amici e conoscenti ho ricevuto consigli del tipo: "fai l'Estampes di Debussy che sono meravigliose!" oppure "io farei un concerto di prokofiev, tipo il secondo che è stupendo!". Io devo dire che adoro questo genere di suggerimenti perchè, al di là se poi sceglierò o meno di portare il pezzo, sono arrivato a conoscere tantissimi pezzi bellissimi ed emozionanti che sennò potrei non aver mai sentito!( e poi comunque una sleggiucchiata gliela do sempre, se mi sono piaciuti!!) A questo proposito, personalmente avevo pensato di portare un Bach-Busoni (devo ancora decidere quale) perchè sono dei capolavori, qualcosa forse di Chopin, perchè è uno dei miei Autori preferiti e magari qualcosa di Liszt (la mia mira più alta sarebbe la reminiscence sur la norme di Bellini , che però è di una difficoltà micidiale, oppure la più abbordabile Fantasia sul Rigoletto...) Beh, insomma ditemi voi in base al sentimento!! Ciao a tutti!! Giacomo PS a proposito della reminiscence sur la norme di Bellini, per chi non l'avesse mai sentita, cercate su youtube l'esecuzione di ALFRED BRENDEL, che è l'unica decente che è in circolazione (la versione in assoluto migliore la sta portando in repertorio un pianista emergente e giovane di nome GIUSEPPE ALBANESE, che semmai vi capiterà la fortuna andate assolutamente a sentirlo). Un saluto di nuovo e un abbraccio a tutti!!
  6. Oh scusa scusa!! Posso spiegare il lapsus!! sotto consiglio di Simone, che mi ha avvertito sul fatto che la prova di cultura generale dell'ottavo riguardava anche in buona parte la storia dei pianisti eminenti, mi sono concentrato a studiare le varie biografie degli Autori che suono e tra questi c'era Ferruccio Busoni!! Mi scusi tantissimo per il lapsus, devo aver incrociato le due cose visto che in una finestra stavo studiando Busoni e nell'altra finestra stavo rispondendo a Lei!! Chiedo umilmente perdono!! :lol: Buonanotte Giacomo
  7. Sono totalmente d'accordo con Paolo! Bisogna subito a fare musica, perchè c'è davvero della bella musica che non necessariamente è complessa e può essere fatta da coloro che approcciano il pianoforte. Quindi, in primis, il Mikrokosmos, ma anche il libro dei pezzi facili di Kabalevsky, che è poco suonato ma è proprio carino.Forza Gian che la Musica è in ognuno di noi! A questo proposito, ad onor di aderenza alla discussione, posso raccontarvi che anch'io abito in condominio. Sotto di me ci sono dei barbari e di fianco a me ci sono dei barbari (per fortuna sono nell'attico, quindi almeno sopra di me nessuno rompe i cosiddetti!!) Normalmente non riesco a suonare per più di un'ora o due al giorno visto che faccio orari folli da pendolare con l'Università, però nei mesi prima dei vari esami (di passaggio ma soprattutto compimento inferiore e medio--per ora solo questi!--)suono svariate ore al giorno. Tuttavia, nonostante i primi tempi avevano qualcosa da ridire in merito, ormai si sono messi il cuore in pace e non mi dicono più niente. Questo risultato incredibile è stato possibile semplicemente dimostrando la mia buona volontà, come ha detto Paolo, a limitarsi a suonare fuori dagli orari di riposo. E la musica, alla fine, riesce a penetrare tutte le corazze, tutte le ignoranze, e chiama il rispetto. E, se proprio ti ritrovassi dei vicini iper-super-ultr-mega scassa..., comincerei a considerare di fare un'opera nobile e regalargli sotto l'albero di Natale un bel paio di cuffie insonorizzanti :lol: Un salutone!
  8. Ciao! Grazie mille della risposta e dell'accoglienza! è stata davvero molto chiara e dettagliata, anche se però mi è rimasto un piccolo dubbio , sul pedale tonale, ovvero come fa a capire quali tasti hanno lo smorzatore alzato e sono in risonanza e quali invece no, e bloccare in aria solamente quelli, in modo tale da permettere di restare in risonanza. Ah, e anche perchè non si trova mai montato sui pianoforti verticali ma solo su quelli che hanno una geometria orizzontale a coda! Intanto che ci sono, ti chiedo gentilmente un'altra cosa, che è più una curiosità: due settimane fa sono stato in uno showroom Fazioli, e ho avuto la possibilità di provare tutti quei magnifici pianoforti, tra cui il F308, che era dotato di UN QUARTO PEDALE! Il suo effetto era quello di inclinare, quando premuto, la tastiera verso il pianista, in modo tale che risultasse accorciata la corsa dei tasti e variata perciò sia l'intensità che la dinamica. Quindi volevo chiederti: meccanicamente ciò si traduce, in base a quanto visto nei tuoi video, ad una variazione dell'altezza del fulcro centrale della prima leva (quella del tasto intendo), in modo tale , innalzandola, da inclinare la tastiera e ridurre la corsa? Grazie mille di tutto di nuovo e scusa il disturbo!! Giacomo
  9. Vi ringrazio tantissimo, sono colpito dalla cordialità e dalla gentilezza che ho trovato! Mi è sembrato davvero di entrare in una sorta di famiglia (e forse è anche così, visto che non c'è legame più profondo, unificante e universale della musica)! Ringrazio in particolare il Maestro Ferruccio anche per le spiegazioni riguardanti i pedali che mi ha dato nella sezione "Segnalazioni"! Sono stati davvero molto utili! mi è rimasto giusto un dubbio, che magari posto in quella sezione! Vi faccio sapere poi com'è andato l'esame! (PS a Simone: purtroppo, non so se solo nel mio conservatorio o in generale, ma adesso sono sicuro che la prova di cultura generale fa media esattamente come le prove di esecuzione! ) Allora grazie ancora di tutto e a prestissimo! Giacomo
  10. Carissimi Maestri Paolo e Simone, mi sono appena iscritto al vostro meraviglioso sito! Come ho già detto nella lettera di presentazione, i vostri video mi hanno dato un apporto fondamentale per la preparazione teorica riguardante il complesso funzionamento del nostro strumento in vista dell'esame di Ottavo che ho dopodomani. Ho però una grossa lacuna, che non sono riuscito a trovare da nessuna parte, ovvero la meccanica dei vari PEDALI del pianoforte!! Se vi andasse, mi farebbe un immenso piacere ascoltare quindi un video- spiegazione in relazione alle varie tipologie dei pedali che si trovano, alla loro differente funzione, al loro rapporto (immagino) con gli smorzatori, e alla loro regolazione (mi si è appena rotto il pedale chiamato comunemente "sordina" e mi piacerebbe aggiustarlo da solo, o comunque capire che cosa è successo e perchè ha smesso improvvisamente di funzionare). In particolare vorrei capire come funziona il pedale tonale , e perchè si trova solamente nei pianoforti a coda (è relazionato, come spiegato nel tuo quinto video, alla geometria della meccanica? si serve della gravità e non può per questo motivo essere installato su di un pianoforte verticale??). Grazie comunque un milione per tutto, siete davvero mitici e sostengo in pieno questo bellissimo progetto che state portando avanti (vi sto facendo pubblicità tra i miei amici pianisti)! Giacomo
  11. Carissimi Maestri Paolo e Simone, mi sono appena iscritto al vostro meraviglioso sito! Come ho già detto nella lettera di presentazione, i vostri video mi hanno dato un apporto fondamentale per la preparazione teorica riguardante il complesso funzionamento del nostro strumento in vista dell'esame di Ottavo che ho dopodomani. Ho però una grossa lacuna, che non sono riuscito a trovare da nessuna parte, ovvero la meccanica dei vari PEDALI del pianoforte!! Se vi andasse, mi farebbe un immenso piacere ascoltare quindi un video- spiegazione in relazione alle varie tipologie dei pedali che si trovano, alla loro differente funzione, al loro rapporto (immagino) con gli smorzatori, e alla loro regolazione (mi si è appena rotto il pedale chiamato comunemente "sordina" e mi piacerebbe aggiustarlo da solo, o comunque capire che cosa è successo e perchè ha smesso improvvisamente di funzionare). In particolare vorrei capire come funziona il pedale tonale , e perchè si trova solamente nei pianoforti a coda (è relazionato, come spiegato nel tuo quinto video, alla geometria della meccanica? si serve della gravità e non può per questo motivo essere installato su di un pianoforte verticale??). Grazie comunque un milione per tutto, siete davvero mitici e sostengo in pieno questo bellissimo progetto che state portando avanti (vi sto facendo pubblicità tra i miei amici pianisti)! Giacomo
  12. Ciao mi chiamo Giacomo e sono uno studente di pianoforte al conservatorio di Piacenza e dopodomani mi comincia l'esame di ottavo. Dato che tra le varie prove ce n'è anche una riguardante la cultura generale sul pianoforte, ed in particolare sulla meccanica complessiva dello strumento, sono andato alla ricerca di spiegazioni chiare in merito e vi ho trovato su YouTube. Volevo quindi ringraziarvi di cuore, in particolar modo il Maestro Ferrarelli, per tutte le meravigliose spiegazioni che ho ricevuto! Sono convinto che quei video che questo sito bellissimo siano un'ottima idea e quindi è con piacere che mi sono iscritto al forum! Ciao!
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