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Piano Concerto - Forum pianoforte

principale8

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  1. Aggiungo, anche alcuni smorzino chiudevano bene e rimaneva l’alone. ne ho sistemato uno e mi sembra che adesso chiuda . non so se continuare spot su quelli che non vanno o aspettare il tecnico se poi occorre un bilanciamento generale
  2. Grazie dei consigli, vi aggiorno. Sicuramente i martelli rientrando toccano il mollettone la cui barra era lenta. Sistemato adesso si e’ silenziato molto,ma rimane sempre questo ciottolamento di alcuni tasti nella parte centrale, a orecchio mi sembra che le punte guidatasti anteriore siano lasche e che ci sia gioco tra alcuni piloti e la striscia di pelle che spinge sul cavalletto.
  3. Grazie a tutti ho appena fatto una prova e riesco a descrivere esattamente il problema. Nella parte centrale, per circa 4 ottave i tasti traballano sinistra e destra molto di più che alla estremità della tastiera ed il “tac” viene da lì. possibile si siano girati i perni sotto i tasti? poi c’e’ anche un po’ di gioco tra rullino e testa del montante. Le gambe le ho controllate, erano a posto ma gli ho dato una serrata, come pure alle chiavette che fermano la tastiera sulla tavola. grazie Andrea ..
  4. Ciao a tutti, volevo un parere prima di chiamare il mio tecnico, per capire se l'impressione puo' essere reale oppure e' suggestione. Ho uno Shigeru Kaway SK-3 di circa 10 anni, pianoforte che ho sempre apprezzato per la meccanica fluida e veloce. Sempre tutto perfetto. Adesso sono rientrato dalle lunghe vacanze, uscito per disperazione perché il mio vicino ha dovuto fare dei lavori per cui con il martello pneumatico ha demolito di tutto e di piu', tanto forte che tremavano pareti e pavimento e sono stato costretto a scappare. Come dicevo sono rientrato e mi sembra che il pianoforte, oltre ad aver perso l'accordatura, presenta un difetto sulla tastiera che prima mi sembrava non ci fosse. Quando premo i tasti mi sembra di sentire un "tac" come se la meccanica ciottolasse, ovvero come se il pilota avesse gioco e sbattesse o il montante che preme sul rullino sbandierasse a sinistra e destra o avesse anche lui gioco prima di toccare il rullino. Insomma mi sembra quasi la tastiera di un organo a trasmissione meccanica ! Puo' essere che le vibrazione abbiano allentato qualche cosa ? L'accordatura e' andata, come mai e' accaduto, le vibrazioni del pavimento e dei muri c'erano, ma e' possibile che il pianoforte abbia patito tutto questo ? Cosa posso verificare per capire questo traballamento e questo "tac" da dove provengono ? Grazie a tutti Andrea
  5. Grazie a tutti dei suggerimenti, comunque mi sembra opinione comune che con questa meccanica a baionetta non si possono usare facilmente i cunei di feltro ( o di gomma) che normalmente si usano per tutti gli altri pianoforti, ma bisogna usare quello smorzatore fatto a molletta che si riesce ad infilare,oppure quello di legno. Oggetti comunque che non smorzano bene come gli altri ! .
  6. Volevo riprendere questa discussione perche' non sono tanto convinto del sistema per regolare l'umidità . In pratica sia il Piano Life Saver che il Moisture King,non ne conosco altri, scaldano l'aria dentro il pianoforte, caso del verticale, oppure sotto, caso del coda. Ma non e' che questo innalzamento di temperatura, relativamente veloce e localizzato, mette in crisi l'accordatura ?
  7. E' un po' di giorni che sto cercando di documentarmi sul tema "pianoforti ed umidità" e navigando ho trovato questa discussione. In prima battuta non e' assolutamente detto che mettere del polistirolo tra pianoforte e muro risolva il problema, anzi lo potrebbe anche peggiorare. L'umidità ovvero la condensa si forma quando la temperatura sulla superficie di un materiale e' inferiore alla temperatura di rugiada dell'aria. Quindi ci puo' stare che sulla parete del polistirolo a confine con il pianoforte non si formi piu', ma tra il polistirolo ed il muro se ne formi piu' di prima, con la conseguenza di aver peggiorato la situazione. Occorre percio' verificare prima di di lasciare operativa questa soluzione, che non mi sembra la migliore. Meglio lasciare una intercapedine tra pianoforte e muro per far circolare l'aria. Quanto poi ai vari sistemi che controllano la temperatura dentro ai pianoforti, in linea di principio sarebbero veramente il toccasana. Sembrerebbe che riescano a mantere una umidità dentro al pianoforte compresa tra 43-48%, e teniamo conto che sia d'estate, in caso di temporale, o di inverno, accendendo e spegnendo i caloriferi , si hanno variazioni in poche ore di umidità anche dal 25% a 90%. Ne ho studiati alcuni e resto scettico su alcuni punti : 1) Non mi piace l'idea di "rabboccare l'acqua" nel pianoforte, ed in generale l'idea di avere un contenitore d'acqua del piano.Che ci sia acqua nel piano, purtroppo c'e', se l'igrometro segna qualcosa di >0, ma non liquida ! 2) l'umidificazione avviene irrorando del vapore acqueo che naturalmente si diffonderà dentro il mobile del pianoforte, ma che presumibilmente finirà per atterrare molto piu' probabilmente nelle vicinanze dell'irroratore, con conseguente penalizzazione delle parti a lui piu' vicine. 3) Analogamente per il deumidificatore, in sostanza delle barre riscaldanti che, se e' vero che scaldando l'aria costringono l'umidità a evaporare verso le varie prese d'aria del pianoforte, d'altra parte creano delle belle differenze di temperatura , e quindi stress termici tra le parti vicine e lontane da loro stesse, che non penso facciano bene a cassa armonica e soprattutto alle corde. In attesa di decidere cosa fare, intanto ho posizionato alcuni sensori nel mio SK-3 e sto monitorando la situazione da un mese, in una stanza dove tra l'altro ho anche un climatizzatore. Mi piacerebbe pero' ricevere qualche parere riguardo questo argomento sul quale credo all'estero ci sia piu sensibilità rispetto all'Italia, tradizionalmente portati a non profanare lo strumento con diavolerie elettriche.
  8. Scusate se riapro una discussione ferma da svariati anni, ma un cliente mi ha chiesto di installare un silent sun un piano a coda ed io non avendolo mai fatto ho declinato. Pero mi e' venuta la curiosità, essendo purtroppo ingegnere eletronico, di capire come funziona ed ho visto i vari sistemi e patents che ci sono in giro. Concludo che tutti i sistemi che ho visto non solo non rispondono alle esigenze di un pianista o studente che vuole esercitarsi senza disturbare, ma secondo me possono anche "allenare in negativo" chi si prepara un pezzo sul suo piano con il silent, La cosa poi che mi ha veramente sconcertato e' che i sistemi piu' moderni (es PianoDisc) operano inserendo un blocco di feltro e schiuma che intercetta la traiettoria del martello evitando di colpire la corda. Direi una bella porcheria, visto che la sensibilità del tocco si esplica proprio negli ultimi 3-4 millimetri prima del tocco sulla corda, basta vedere i video di piano expert o provare a sentire quando scatta lo scappamento per capire che bloccando l'asta del martello in anticipo la leva di scappamento non scivolerà sotto il rullino e quindi la ripetizione veloce non sarà possibile come in condizioni normali. Inoltre questi sistemi, compresi anche quelli Yamaha e Kawai di fabbrica e specie quelli che si installano in un secondo momento, inseriscono una serie di sensori sotto la tastiere per capire quale tasto e' premuto e, misurano la velocità o la pressione, con quale intensità. Direi che se pure si possa trovare a dimostrare una proporzionalità, o meglio una funzione di trasferimento che "riporti" al comportamento di un sistema di corde percosse, siamo molto lontani. Di fatto midizzano un pianoforte e lo fanno diventare un piano digitale, per cui piuttosto che un silent tanto vale comprarsi una tastiera pesata, che ha anche il vantaggio che uno se la puo' portare in ferie, e se deve preparare un concerto con l'orchestra, puo mettere un amico a fare il secondo pianoforte e provare comodamente a casa sua. Infine penso, ragionando adesso come pianista , che questi sistemi possano anche creare qualche scompenso, ovvero il prepararsi un pezzo passando da normale a silent piu' volte, non consente di affinare in modo definitivo certe soluzioni interpretative pregiudicando il risultato finale. Che ne pensate ? ciao Andrea
  9. Domanda pratica : ma come si fa ad accordare questi pianoforti con meccanica bird cage ? Non c'e' spazio per mettere la striscia che blocca le due corde su tre, per fissare il temperamento. E vedo anche molto difficile passare con gli smorzatori per accordare e posizionarli in posti decenti dove veramente riescano a mutare le corde. Quando capita uno di questi pianoforti, sono una vera disgrazia, a parte il fatto che generalmente hanno caviglie piccole che non reggono, ma ci si mette il triplo del tempo solo per piazzare gli smorzatori ! C'e' qualcuno che ha escogitato qualche metodo ? Per ora l'unico spazio dove entrare e' all'altezza dei martelli, a destra o a sinistra della nota da accordare ! Grazie e ciao a tutti
  10. Ottima idea. Pero' per favore evitiamo gli abbinamenti culturali tipo concerti ,conferenze, saggi, etc. Diverso era se avessimo potuto visitare una fabbrica di pianoforti o di martelliere. Andiamoci a fare una bella mangiata alle fraschette ad Ariccia, lo so per voi e' dietro casa pero' si mangia ci si diverte e si spende il giusto. Io verrei da Lucca meglio saperlo con lauto anticipo, poi mi organizzo, pero' preferirei a giugno. Ciao a tutti.
  11. Mi e' capitato qualche pianoforte di amici con il difetto che illustri e come ti dice pianoexpert il problema e quasi sicuramente sui perni , o quelli della levetta scappamento o quelli sotto dei tasti. Non mi sembra di vedere martelli che nella corsa si toccano e frenano, altro motivo per cui a volte non si ha un ritorno completo. Non mi e' pero chiara, e quindi chiedo lumi a Paolo, perche ' dice che i perni ( sono quelli chiamati anche filicentro ?) dovrebbero essere maggiorati. Il motivo e' che si fa sempre cosi' quando si sostituiscono ? Per non farli "ciottolare" dentro le forcole, anche avendo sostituito il rivestimento in kashemere? Ultima cosa, e provare a lubrificare con un po' di teflon spray ? (a me mi ha spesso salvato da situazioni inspiegabili !) Ciao a tutti
  12. Grazie per il suggerimento e l'incoraggiamento ! Nel frattempo, leggendo qua e la nel forum e anche su suggerimento di mio figlio, anche lui diplomato ma che suona a livelli professionistici abbiamo visto che anche la stanza non aiuta. E' grande 4x4 mt ed forse i tendoni oscuranti alle finestre, i due tappeti, di cui uno sotto al piano ed un divano imbottito non aiutano il piano a tirare fuori il suono, per cui : 1) aperte le tende 2) tolti i tappeti 3) aperto il piano Comincia a sentirsi qualche cosa. Pero' sono sicuro che come dici tu, dobbiamo suonarlo e lasciare assestare i feltri... E poi vedremo. Oggi , sarà' perché mio figlio e' fuori Italia per studio, ed io ho poco tempo per studiare, la martelliera ancora non presenta i classici solchi. Effettivamente i martelli mi sembravano veramente "plug & play" pero' leggendo il libro di Bettin, i vari manuali Kawai, Renner, e S&S mi ero preoccupato perche' sembrava che bisognasse subito passare i martelli alla carta vetrata, agli impregnanti ed agli aghi per tirare fuori qualche cosa. Comunque non escludo che a scopo speculativo mi compro qualche martello Dummy e faccio delle prove, anche per verificare tutto quello che si legge. Grazie ancora..... E se passate dalle mie parti fatemelo sapere. Ciao
  13. Confermo e vi racconto la mia avventura. Mai intonato un piano, so che e' una cosa delicata e da competenti, ma per iniziare prima o poi bisogna incominciare a sperimentare, dopo aver letto studiato ed aver cercato di carpire qualche trucco dagli accordatori professionisti. Ho un Kawai CA-60, aveva i martelli originali consumati e quindi un suono un po' troppo percussivo. Ho provato la rasatura ma erano troppo finiti, per cui ho risolto poco. Ho tentato, seguendo le indicazioni del manuale dei tecnici Kawai a fare una intonazione lavorando non sulla punta ma nelle zone 10-11 e 2-3. C'era stato un leggero miglioramento anche se per ottenere l'uniformita' e' stata dura. Ma non ero ancora soddisfatto, il suono era accettabile, ma ancora un po' brillante e percussivo. Visto che tanto la martelliera era alla fine ho provato con il metodo panno umido e ferro da stiro. Ho ottenuto solo come risultato che il suono si e' ovattato ma la percussione e' rimasta. Allora ho provato con l' induritore, seguendo i consigli dei manuali Renner e S&S, e riscaldamento a secco. Il suono e ritornato piu' brillante e molto piu' percussivo Bene, mi sono detto, ho piu' o meno capito come funziona, ho giocato ed adesso mi compro una martelliera nuova. Ho contattato uno dei due fratelli Abel, gentilissimi, mi sono fatto consigliare, gli ho inviato un set di martelli, primo ed ultimo di ogni sezione, le specifiche di cosa volevo, quale era la situazione attuale e dove sarei voluto arrivare. Mi hanno preparato un set di 100 martelli, secondo la specifica, clonando esattamente le dimensioni . Sono arrivati ed, uno a uno, mantenendo lo stesso allineamento dei precedenti me li sono montati ( colla di coniglio etc.). Ovviamente, in ottemperanza alle regole ed anche grazie ai video del Maestro Ferrarelli ( per inciso anche io mi sono diplomato a l'Aquila, ma due anni dopo), ho regolato nuovamente le distanze e di conseguenza anche lo scappamento. Quindi meccanicamente tutto a posto, tutto ok andiamo a suonare. Il suono percussivo e' sparito, la dinamica e' molto piu' dosabile, ma ho perso un po' in brillantezza. Dimenticavo, prima di cambiare i martelli mi ero fatto una campionatura di tutte le note. Ho quindi confrontato spettralmente la situazione post cambio ed effettivamente il contenuto di armonici, ma anche il decay della nota era meglio prima. Chiamo Abel e mi confema che occorre una pre-intonazione. E qui mi sono fermato, ho una martelliera nuova, perfettamente installata ( distanze giuste, centratura sulle corde, regolazione una corda perfetta , ritorno sul paramartello allineato e coperto etc.), ma adesso ho paura a usare induritori o a lavorare con gli aghi, o peggio come ho letto su alcuni testi rasare per adeguare il profilo del martello, nel mio caso renderlo piu' a punta, per guadagnare in armonicita'. Ho incominciato a ri-leggere di tutto, cercare video ed info, parlare a destra e sinistra, vorrei capire. Qualcuno mi potrebbe dire, ma perche' non ti chiami un accordatore, gli molli quelle duecento euro, o chissa' quanto, e ti fai fare il lavoro? 1) perche voglio capire ed imparare 2) perche' non voglio sentirmi il pippone che il lavoro fatto non e' fatto bene o che i martelli non sono quelli giusti. I martelli me li ha scelti Abel, li ho posizionati uno alla volta, allineandoli con i precedenti facendo un lavoro pulito , la meccanica, dopo lungo studio sul modello, e' regolata a misura ed uniforme quindi penso che il punto di partenza per una pre-intonazione e' buono. Pensavo quindi di prendere qualche set di stiletto+forcola, metterci i martelli avanzati e fare delle prove con l'induritore e con l'intonatore ad aghi. Avete qualche altro suggerimento ? Grazie e ciao a tutti.
  14. principale8

    Tunelab

    Simone grazie per il video, ma forse non riesco a cogliere la differenza tra il tuo metodo proposto e tunelab. Tunelab non fa quello che dici tu, ovvero prima misura, sullo specifico pianoforte, in quelle specifiche condizioni ambientali, l'inarmonicita' e poi genera la curva di accordatura ? Io in genere la prima volta misuro l'inarmonicita' , accordo, rimisuro l'inarmonicita' ( meglio dopo qualche ora o il giorno dopo) e poi mi salvo il file per accelerare i futuri interventi su quel pianoforte. Ovviamente poi non e' che mentre accordo mi tappo le orecchie, anzi e' una sfida tra il mio gusto ed il tuner e comunque e' molto meno stressante con tunelab. Penso che se facessi per lavoro l'accordatore se fai quattro o cinque accordature al giorno non ne potrei fare a meno ( per par condicio dico tunelab ma vale anche per cyber tune e gli altri sw professionali, gli altri lasciamoli ai chitarristi) Ciao a tutti
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