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Piano Concerto - Forum pianoforte

marchelloantonio

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  1. Frank saresti così gentile da girarmi qualche articolo tecnico sull'argomento? Thallo no dai "Schoenberg è esperto di musica greca quanto Razzi di letteratura italiana..." su questo non posso venirti dietro....Schoenberg nel suo "Manuale di Armonia" nel capitolo sul "Modo Minore" nel parlare dei modi gregoriani riporta riferimenti anche ai modi greci ritenendoli di fondamentale importanza per comprendere l'origine delle scelte modali e se non ricordo male consiglia anche una letteratura sull'argomento In ogni caso discussione interessante e livello di tutto rispetto quindi un gran piacere averne parlato. Grazie a tutti. Ripeto lasciamo la dicussione aperta per chi volesse consigliarmi una letteratura sull'argomento sarei davvero molto interessato! Grazie a tutti
  2. Direi che sul tema la letteratura ci indirizza decisamente sulla strada greca. Partendo da un concetto puramente scentifico sulla natura del suono l'organizzazione dei suoni in uno "schema" sarà certamente arrivato per una necessità di "ordine" nel caos. Schoemberg in parte sostiene che dal caos veniamo ed al caos ritorneremo intendendo per caos solo una maggiore gamma sonorità alle quali poter attingere perchè, come molti dicono, le possibili esplorazioni sonore sono ormai esaurite...vero? forse chi lo sa Dicevo che a mio avviso i nostri cugini greci abbiano avuto un grande responsabilità perlomeno nel formalizzare per la prima volta l'idea. Avrete già capito che parlo di Pitagora. Sono certo che la discussione non sia integralmente farina del suo sacco piuttosto chissà di quante altre discussioni fatte al bar con i suoi amici tecnici e musicisti come lui ma, dal momento che ci siamo portati dietro tanto del suo modo di ragionare credo che tanto si potrebbe ricercare in quello. La pala di 30.000 anni fa smonta certamete quanto detto finora oppure, e sarebbe ancora più bello ed avvallerebbe ancor più la filosofia di Schoemeberg, apre gli orizzonti ad una sorta di "vita precedente" della struttura melodica della musica e (chi lo sa) magari armonica... La Ricerca musicologicaa purtroppo non è uno degli investimenti culturali del nostro paese ma sarebbe davver interessante scoprire parte di questo nuovo mondo ipotetico di cui stiamo parlando...
  3. Sarà un pensiero fisso degli ultimi periodi, sarà il mio solito strano modo di pensare che se non arrivi fino alle origini non capisci davvero "l'essenza" delle cose, sarà quello che volete ma è da un po' che continuo ad interrogarmi sul titolo della discussione. Mi viene anche difficile spiegare, per quanto semplice possa essere nella mente di un musicista, di cosa sto parlando. E' il forse tedioso tema dei sistemi tonale, modale piuttosto che "anarchico insurrezionalista" dell'ordinamento dei suoni! E' noto ormai che quella delle 7 note è una scelta derivata dal nostro amato temperamento equabile evoluto nei secoli e non condiviso da tutte le culture del globo ma nella prassi esecutiva questo è ed è sulla base di questo che tutti noi abbiamo iniziato a studiare. Non tergiverso più ora andiamo al dunque: Scale. Prima di parlare di armonia, tema che mi sta aprticolarmente a cuore soprattutto da quando ho deciso di rivedere questi argomenti rileggendoli dal "Manuale di Armonia" di Schoemberg, è da tempo che cerco di capire quale possa essere stata la prima regola che si sono dati i cultori della musica. Qual'è stato il primo ordinamento delle note in una sequenza logica? Qualcuno mi risponderà i modi gregoriani, qualcun'altro i modi greci dai quali i gregoriani stessi sono derivati, qualcun altro ancora mi dirà qualcos'altro...ecco io vorrei quel qualcos'altro. Qual'è stata la prima scala?? Non aggiungo altro e non vorrei prendiate la domanda per "banale"...perchè tale non sarà e credo che le prima risposte, immagino non tutte uguali, ne saranno la conferma Grazie a tutti per la partecipazione!
  4. Buongiorno a tutti nel periodo del festival sanremese solitamente queste "considerazioni" sono diventate un po' un copia/incolla degli ultimi anni. Proviamo a fare però una piccola analisi insieme. Semplicistica forse, ma spero efficace. Da sempre il Festival Sanremese (non il festival della migliore musica italiana) si è posto l'obiettivo di ricreare una vetrina "sociale", più che musicale, dove, grazie al "pretesto" della musica leggera, si accendono i riflettori sulla nazione. Non è un caso se, come solito, ogni anno sono presenti al festival attori, personalità importanti in sfere sociali diverse da quelle musicali ecc ecc. Ergo, per definizione, la musica è un bel pretesto ma niente di più. Tra le altre aggiungo, la musica che ha da sempre fatto dal contorno a questa "vetrina sociale" non è mai e ripeto, MAI stata una musica "nuova", "sperimentale" o di chissà quale livello artistico. Vince, per definizione, la canzone che si impara mentre si sta acoltando. In sostanza, il festival non è mai stato preposto a lanciare la "nuova musica" piuttosto, la "nuova canzonetta". Non è un caso se i maggiori successi, quelli che sono durati nel tempo e che poi hanno costituito la "storia" della musica italiana, sono stati quelli meno "intuitivi" (diciamo così), quelli che a primo impatto non restano nella testa perchè sono "nuovi" devono sedimentare nella cultura musicale. Insomma, ha vinto la canzoncina semplice e "banale" (non in senso dispreggiativo ma nel senso letterale del termine). Questo è l'obiettivo del festival e quest'anno più che mai credo sia riuscito. Socialmente parlando qualche punto in favore ancora è: ospiti italiani e per lo più cantanti e attori o importanti imprenditori o esempi positivi di un paese in declino come il medico di Emergency (e non i vecchi ospiti stranieri strapagati.....ricordo un anno con Mike Tison...C***o centrava con il Festival? bho) e vallette italiane e per di più cantanti di precedenti edizioni di San Remo. Dai ogni tanto qualcosa di buono....diciamola
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