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Piano Concerto - Forum pianoforte

Problema pianoforte verticale nuovo


piripillo
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buongiorno, ho preso da pochi giorni un pianoforte kawai k200 nuovo costruito a inizio 2020 e ho riscontrato dei problemi. 

Prima di tutto l'accordatura in omaggio svolta prima della spedizione non è servita a nulla dato che il piano è arrivato leggermente scordato e in questi giorni che si sta assestato alla nuova posizione ha perso ancora di più l'accordatura (il registro medio alto è salito)

Ma il problema più grande lo trovo nel riassesto di alcuni tasti, che se premuti e rialzati molto (molto)lentamente non fanno più azione a una seconda pressione, mentre due tasti se premo il pedale destro non si rialzano completamente con risultato lo stesso problema esposto sopra.

Ora non so se è un problema che si è creato durante lo spostamento o se non ho controllato con la stessa attenzione in negozio.

Il mio quesito è: si può sistemare questa problematica? Consigliate di chiedere al negozio dove ho acquistato il pianoforte o rischio di farlo ritoccare malamente dato che non sono riusciti a calibrarlo bene inizialmente? 

Quanto mi costerebbe chiamare un altro tecnico per sistemare (se possibile) il problema dei tasti? 

Per l'accordatura è lecito secondo voi richiederne una seconda gratuita?

Sapreste darmi dei consigli in merito? Grazie in anticipo. 

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Poi ho un piccolo dubbio quanto la condizione di "nuovo" in quanto i martelletti hanno i segni delle corde leggerissimamente, ma anche sul registro alto e basso. I martelletti si segnano anche se si suonano poco? Contando circa 8 mesi di esposizione con la normale possibilità di provarlo come possibili clienti. Esempio contando una mezz'oretta ogni tanto può essere normale la leggera segnatura dei martelletti?  O è una cosa "sospetta"?

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La leggera segnatura non è un problema. Per il resto occorre regolarlo, accordarlo e intonarlo. Parli di spedizione, quindi deduco che arrivi direttamente dalla fabbrica, senza essere passato in un negozio e in mani esperte di un tecnico (per motivi commerciali). Poco male: trattandosi di un pianoforte nuovo può cambiare dalla notte al giorno con l'intervento di un esperto che ci deve perdere un po' di tempo (anche 1-2 giornate sperando solo che non ci siano problemi di attrito che possono venir fuori anche in pianoforti nuovissimi). 

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Suppongo che questo pianoforte abbia problemi de attriti sulla meccanica, benché nuovo. Per rimetterlo a posto non chiamerei chi lo ha venduto.....poichè se avesse avvertito il problema sarebbe intervenuto. Intervenire , come dice Francesco, è cosa delicata, ma definitiva e tutto può cambiare radicalmente. L'importante è che si operi con professionalità (maggiorazione dei perni, alesatura con alesatori dritti ecc.) . Tutti i metodi pagliativi di lubrificazione sono da sconsigliare e a volte peggiorano le cose con danni irreversibili.

Tutto può dipendere solo da una cattiva regolazione ( che comunque va fatta)....ma ne dubito.

Come venditore, l'unica cosa che può fare il negozio è sostituire lo strumento...non lo inviterei ad intervenire sullo strumento!

Fammi sapere

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Infatti è meglio farlo vedere ad un tecnico competente che non abbia alcun rapporto col venditore il quale, sono sicuro, ti licenzierà con qualche storiella o, se in buona fede, non riesce a risalire all'origine del problema o addirittura non trova alcun difetto! Ci sono passato. La miglior garanzia non è quella commerciale ma quella data sulla parola da un tecnico di fiducia e competente. La garanzia del venditore non serve a nulla se non si è capaci di raggiungere l'obiettivo. Ci sono passato, quindi parlo davvero per esperienza e "fregature" ricevute. Ricordiamoci che non parliamo di elettrodomestici dove si può sostituire il pezzo difettoso con la garanzia; parliamo di strumenti musicali "vivi", dove il problema spesso non è nella bontà dei singoli componenti ma nel modo in cui questi "dialogano" in modo armonico. In questo campo la "garanzia" è un qualcosa che prevede capacità che vadano oltre il "difetto" (commercialmente inteso), ma tanta competenza e, soprattutto, sensibilità artistica e artigianale. 

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Colgo l'occasione per porre una mia curiosità a Paolo (peripillo, non ti spaventare perché non riguarda il tuo caso). Se, in caso di difetto evidente, o di intervento palesemente fatto male, il tecnico o chi per lui si ostina a sostenere che tutto va bene, ci puó essere la possibilità di intervenire per vie legali? 

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Secondo me, lascia il tempo che trova! Difendere un diritto su una cosa così opinabile è difficilissimo. E' molto difficile dimostrare una inefficienza, specie quando questa proviene da ragioni così "sottili", che, però, se sommate portano ad un problema di funzionamento. Il buon funzionamento e la messa a punto sonora del nostro strumento sta diventando sempre più oscura, anche perché richiede pazienza, competenza e intuizione delle più diverse esigenze del pianista. Quindi è poco praticabile confrontarsi per vie legali su di un terreno poco conosciuto. Tutto potrebbe, al di la di oggettivi "blocchi" del funzionamento ( tasto bloccato, parte meccanica rotta, ecc..), essere opinabile.

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Buonasera, grazie per le risposte.

Il negoziante mi ha riferito che il problema potrebbe essere semplicemente che il piano è nuovo e l'attrito con il feltro posto alla base del martelletto non permette il perfetto riassestamento della barra di scappamento. Ma questa mi sembra una scusa banale per dire: "non sono stati calibrati a dovere". Ma parlo da totale neofita e potrei sbagliarmi.

Il fatto che mi lascia con l'amaro in bocca è che il pianoforte l'ho acquistato da un negozio conosciuto e con una discreta nomea. 

Il motivo per cui ho chiesto se farlo vedere a un tecnico mandato dal negozio è che la garanzia potrebbe cadere se una persona esterna mettesse le mani sullo strumento. Proprio per questo sono indeciso su come muovermi.

Anche perché non saprei a chi rivolgermi per questa problematica, se non all'accordatore della mia insegnante, che però non so se sia anche un tecnico.

 

P.s. andando a premere il pedale sentivo un rumore come di attrito con polistirolo, aprendo la parte sotto (che ancora aveva le viti e il blocco) ho trovato un sacchetto con dentro delle perline (quelle che trattengono l'umidità per capirci), consigliate di estrarlo dal piano? 

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On 25/9/2020 at 16:19, pianoexpert ha detto:

Nel caso di Piripillo trattasi di meccanica Millennium III, che , al di la' del nome altisonante, può presentare, a mio modesto avviso, per tantissime ragioni che non sto a dire, qualche problema di funzionamento. E' comunque tutto da vedere e verificare

Intende che in generale non sono una buona meccanica anche se perfettamente funzionanti o che spesso di fabbrica presentano problematiche? 

Sapresti dirmi se possiedono una duratura media simile ai pianoforti della stessa fascia di prezzo o se sono più fragili?

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Purtroppo devo affermare che quello che dice il venditore sono favolette. 

L'avvento della plastica e del carbonio, secondo me, non è stata felice. Spiego le mie convinzioni:

I perni delle forcole della meccanica( cioè gli snodi, le articolazioni, che determinano assolutamente e in modo preciso e stabile l'efficienza di tutta la meccanica e , di conseguenza, del tocco) sono inseriti in un foro calibrato e guarnito con uno speciale, e calibrato anch'esso, panno ci cachemire. L'attrito che il perno sviluppa nel movimento del pezzo meccanico, sollecitato dalle dita del pianista, deve essere GIUSTO! Né tanto basso ( lentezza) né tanto alto (durezza). Il pezzo meccanico forato e guarnito e completo di perno è di legno. 

Ora se sostituiamo il legno con un materiale che non assorbe e non cede umidità ( plastica, carbonio ecc..) , questo scambio avviene solo a carico del panno che si gonfia intorno al perno in presenza di umidità eccessiva ( basta un po' di magazzino o di inefficienza in luogo magari non troppo asciutto) e non si  ritrae quando ritorna in un luogo secco.

Il legno ben compensa e ben si "sposa" con queste modifiche di condizioni. 

Ora l'avvento di altri materiali vantano una maggiore scorrevolezza in virtù del minor peso, ma, in realtà, nascondono un risparmio dei costi e anche una maggiore vibrazione durante la prestazione. Questa vibrazione maggiore, quasi anavvertibile si traduce in una perdita di energia.

La storia dei brevetti intorno al pianoforte ci insegna che le Case costruttrici hanno studiato come sviluppare e potenziare l'energia di trasmissione della meccanica, riducendo sempre di più la fatica del pianista. Steinway è arrivato a capire di "sagomare" le forcole e sottoapplicare ,sulla barra dei martelli, un panno rigido ....proprio per ridurre ogni minima vibrazione e micro spostamento al momento dell'impatto del martelli.

Ora sostituire tutto il legno con materiale più leggero e vibrante significa tornare indietro.....non ultimo con molti inconvenienti tra cui....il tuo.

Questa è la mia opinione.

Come venirne a capo? Bisogna, con una competenza e una cura ancora maggiore che si adotta su un pianoforte tradizionale, sostituire i perni della meccanica, misurando i giusti attriti e ripristinando la giusta scorrevolezza della meccanica. Si avrà cura di usare esclusivamente alesatori dritti , che calibrano al centesimo di millimetro i fori, e di sostituire i perni maggiorati rispetto a quelli tolti. Il futuro...si vedrà.

 

Saluti

Paolo

 

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Paolo è stato l'UNICO a capire i problemi del mio pianoforte ed anche l'unico a capirMI. Ora il pianoforte suona molto meglio, non lo cambierei a meno che non mi capitasse l'occasione di un pianofortone di grande marca (probabilmente suona meglio anche rispetto alle condizioni di fabbrica). Fidati di lui.... 

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Le osservazioni di pianoexpert sono sempre illuminanti.

Qualche mese fa in uno showroom a Roma ho provato diversi pianoforti.  Ho subito notato che la meccanica Kaway è molto "scorrevole" rispetto ad alcune altre provate (ad esempio Yamaha. Non Steinway però...almeno sugli esemplari esposti). La sensazione "tattile" mi è parsa piacevole, ma non immaginavo potessero insorgessero le insidie descritte.

Dovendo acquistare un coda e abitando in un luogo con discreta umidità, farò tesoro di quanto letto.

   

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La sensazione "tattile" può essere strategicamente facilitata per invogliare l'acquirente. Una lubrificata, affondo ridotto ai minimi termini, qualche favoletta, l'acustica che contribuisce a creare confusione, ed ecco un bel pianoforte che a momenti suona da solo. Poi a casa escono tutti i difetti... 

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  • 2 years later...

Si può provare a comprimere le asole della tastiera con l'apposita pinza , ma il gioco dei tasti deve essere minimo, quasi impercettibile. Mi sembra comunque strano che tu non lo abbia riscontrato in sede di prova in negozio. Non è comunque cosa che si modifica con il trasporto. 

Se invece viene riscontrato che le sollecitazioni laterali del tasto producono degli improvvisi blocchi alla discesa, allora dipende dalle guarnizioni cella tastiera, specie quelle anteriori. Ma se il pianoforte è nuovo è poco probabile. Anche lo stato dei perni della tastiera è importante per il giusto scorrimento dei tasti

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