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Piano Concerto - Forum pianoforte

"wtc 9/11": Il Requiem Di Steve Reich Per Le Torri Gemelle E Il Mondo In Frantumi


Margherita1
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Ascoltando questo brano di Steve Reich:

 

http://sites.radiofrance.fr/francemusique/em/lundi-contemporaine/emission.php?e_id=80000067&d_id=440000770&arch=1

 

(penso sia la prima esecuzione francese per quartetto d'archi e suoni registrati)

 

Mi sembra la classica minestra riscaldata delle vecchie idee di Reich, non vorrei dire un'eresia ma mi è sembrata brutta e inutile.

 

Sul WEB ho trovato questo articolo...magari l'avevate già letto:

 

 

http://spettacoli.tiscali.it/articoli/musica/11/11/10/steve-reich-wtc-911.html

 

 

"Wtc 9/11": il requiem di Steve Reich per le Torri Gemelle e il mondo in frantumi

 

di Cristiano Sanna

 

 

Wtc come World Trade Center, ma anche come World To Come, il mondo che verrà, quello che viene plasmato dopo la caduta delle Torri Gemelle. Wtc 9/11 è il titolo dell'opera più recente di Steve Reich, il suo requiem per le vittime dell'attacco al simbolo dell'America capitalista, con il suo corollario di sogni e incubi. Il brano è eseguito dal Kronos Quartet, gli archi interagiscono con voci campionate e trattate elettronicamente, estratte da frammenti di conversazioni (passanti sotto le torri colpite, controllori di volo, giornalisti televisivi, soccorsi in azione tra il fumo e le macerie, gli stessi vicini di casa del musicista). Queste voci guidano la tessitura sonora e "costringono" ad obbligati e unisono gli strumenti ad arco. Una formula già utilizzata da Reich e dal Kronos Quartet in Different Trains, l'album del 1988 che secondo i detrattori è di gran lunga superiore a Wtc 9/11.

Troppo limitata la durata - La maggiore critica mossa a questa nuova opera del maestro americano del minimalismo è che i poco più di 15 minuti non bastano a sviluppare adeguatamente il materiale sonoro in tutte le sue potenzialità. Chi scrive fa la parte dell'avvocato del diavolo col cappellino perennemente in testa, cioè il signor Reich: e se fosse proprio questa stringatezza la forza del requiem per nastro trattato ed archi? L'apertura, la prima parte di Wtc 9/11, con i segnali di mayday, le urla, la concitazione degli obbligati ritmici, rende già da sola il peso della tragedia e l'inquietudine per ciò che sarebbe arrivato dopo. Il mondo va di corsa, dire le cose senza inutili lungaggini diventa una priorità, sembra suggerire Reich, e infatti il ritmo incalzante delle composizioni si distende solo nel finale, con le preghiere in ebraico che si innalzano tra il fumo e le grida di dolore, prima che la pulsazione del ritmo torni a ricordarci che il terrore, l'angoscia, ci seguiranno da vicinissimo per molto tempo ancora.

 

Nessuna novità - La potenza delle riflessione e dell'evocazione, in Wtc 9/11, è tale proprio per la stringatezza. Ma certo scontenterà tutti coloro che si sarebbero aspettati uno svolgimento più eclatante. Ciò che invece manca totalmente, in questo ritorno discografico dell'autore di Drumming e Piano Phase, è la novità. La seconda parte dell'album, divisa tra Mallet Quartet e Dance Patterns, scritti anni fa per l'ensemble So Percussion e per i registi-coreografi Anne Teresa de Keersmaeker e Thierry de Mey, non fa che ripetere stilemi e schemi compositivi inaugurati oltre trent'anni fa dal maestro americano. Piccola nota in calce: la prima copertina di Wtc 9/11 che ritraeva il secondo aereo diretto verso le torri, uno scatto di Masatomo Kuriya virato in seppia, ha provocato un vespaio di polemiche presso la comunità accademica. E' stata giudicata "la più brutta copertina mai usata per un disco di musica classica", fino a quando Reich ha fatto cambiare foto. Cosa si aspettavano: il maestro al piano, patinato e pettinato stile Deutsche Grammophon? Vedi alla voce: i soliti parrucconi.

10 novembre 2011

 

 

..... che dite?

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Ecco il link di youtube

non si sente granchè bene ma è più immediato del podcast.

In effetti non c'è molto di nuovo... ma mi sembra carina come composizione. Piacevole :) ed in alcuni momenti il fatto che il ritmo armonico è più veloce del solito (per Reich) mi ha un po' disorientato. La brevità è in realtà la maggiore novità di tutto, la brevità e la discontinuità all'interno (il fatto che non sia tutto uguale dall'inizio alla fine)

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Sarà carina Thallo, tu sarei pure di parte perchè ci hai fatto su la tesi ma sembra che qui, oltre alla povertà ideativa, ci sia anche un'inconsueta povertà artigianale. E' da qualche anno che Reich si sta "semplificando", ma qui va davvero oltre. Forse sta preparando un duetto con Allevi.

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alla prima seduta musicoterapica su mia indicazione di portare del materiale sonoro, un ragazzino (12 anni) mi ha portato questa composizione, beh... vi garantisco che è stato un ottimo inizio per instaurare una relazione terapeutica in un caso di disturbo comportamentale. In pochissimi attimi ci siamo intesi e vi garantisco che sotto l'aspetto emozionale questa composizione rende fedelmente il senso di angoscia. E soprattutto qui non servono parole per procedere. Finita la musica dopo lunghi momenti di silenzio ha impugnato le bacchette della batteria ed ha iniziato a strisciarle sulle membrane, ha composto la sua angosia......

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suonileganti, molto interessante. I ritmi costanti hanno sempre un effetto psico-fisico molto profondo, è causato dall'entrainment, quella specie di fenomeno indotto dai neuroni specchio per cui un elemento o una serie di elementi movimentati, ritmati causano reazioni movimentate e ritmate nel corpo. E' un campo ancora nuovo, in senso scientifico, ma in musica la cosa è nota da millenni.

 

Dino, in realtà ho perso di vista Reich e non saprei cosa dire. Cioè, so che ha fatto cose anche importanti negli ultimi anni (daniel variations, double sextet) ma io sono rimasto a "The Cave" e "City Life" del 1994. Ascolterò e cercherò di farmi un'idea...

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  • 5 months later...

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