francescochopin90 Postato Luglio 22, 2020 Report Share Postato Luglio 22, 2020 Ciao a tutti. In un video tutorial pianoexpert parla di come regolare la meccanica degli smorzi in base all'ambiente (per esempio facendoli intervenire leggermentente più tardi in caso di acustica "umida" o prima se "secca"). Però è una regolazione fine in cui il tecnico deve tarare i cucchiaini uno per uno. Non so se si fa, ma ho pensato di intervenire sulla meccanica del pedale di risonanza (parliamo del coda e pianoexpert conosce bene il mio Pleyel e l'acustica in cui è collocato). Sulla leva del pedale al di sotto del tavolaccio, ci sono due punti in cui poter mettere un quadratino di feltro: uno molto prossimo alla molla e uno più distante. Mettendolo vicino alla molla ottengo soltanto un annullamento del gioco del pedale e non va bene; più lontano invece rimane inalterato tale gioco ma aumenta di poco la risonanza generale dello strumento, allo stesso tempo senza causare un allungamento dei suoni o mancanza di smorzamento, ma solo un alleggerimento della loro pressione sulle corde - non so se mi spiego. Il risultato è uno strumento leggermente, ma molto leggermente più risonante e meno secco. È una cosa che si fa? È la "scoperta dell'acqua calda"? O ci sono controindicazioni? Pensavo di applicare tale strategia tutte le volte in cui mi capita di suonare in ambienti particolarmente secchi. Avrei anche il vantaggio della velocità di applicazione (due secondi) e della completa reversibilità senza dover modificare chissà quale regolazione. Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
thesimon Postato Luglio 22, 2020 Report Share Postato Luglio 22, 2020 Mmmm non so quanto possa funzionare sinceramente. Parlo proprio a livello di estetica del suono. La risonanza dell'ambiente è funzionale al numero di riflessioni del suono diretto sulle pareti e subentrano anche dei parametri che hanno a che fare con la capacità del materiale su cui il suono riflette di rifletterlo (Coefficiente di Sabine). Con questo genere di approccio, tu stai prolungando il suono diretto ma non stai facendo nulla a livello di ambiente e per definizione la quantità di "ambiente" la ottieni proprio per effetto delle riflessioni che continuano a non esserci. All'orecchio non allenato la cosa potrebbe anche piacere, ma secondo me per chi ha sviluppato un po' di capacità di estetica del suono, rischi anche di peggiorare la situazione. C'è anche un altro discorso da fare... Soggettivamente tu che sei davanti al pianoforte sicuramente ne benefici perché sei quello che maggiormente risente degli effetti del suono diretto sia in ambienti molto risonanti che in ambienti secchi, ma chi sta in sala non credo che abbia una così bella sensazione sonora. Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
francescochopin90 Postato Luglio 23, 2020 Autore Report Share Postato Luglio 23, 2020 Grazie mille Simone. In effetti sono giunto anche io alla conclusione che suona meglio senza quel feltrino. Il suono rimaneva comunque secco come dicevi tu, ma con una scia di armonici (molto lieve) per qualche piccolo istante dopo. Ci sono pianoforti con tavole armoniche molto cariche che lasciano a prescindere tale scia di armonici (e a dire il vero anche in modo esagerato). Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
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