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Piano Concerto - Forum pianoforte

prontezza


camillapiano
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buona quarantena,

viaggiando in internet, mi imbatto in tutorial su riparazioni, accordature e altro, e sento parlare di prontezza.... immagino sia la risposta della meccanica dopo l'affondo del tasto; ma quale è il ferro della prontezza? suppongo si tratti di più utensili atti a registrale meccanica. o No???

un augurio di riprendere al più presto la nostra vita.   

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È un argomento molto complicato, con una parola è difficile capire cosa si intende, un pianoforte pronto potrebbe essere qualsiasi pianoforte con la meccanica originale , oppure che monta pezzi identici agli originali e ben regolati.

Il punto è regolati come? Se per pronta si intende una tastiera che scorre particolarmente sui pianissimo con la sensazione di "pochissima resistenza", allora probabilmente è una regolazione con gli scappamenti molto vicini alla corda.

Sulle "regolazioni personalizzate "c'è un bellissimo video/spiegazione  di Paolo, dovresti vederlo attentamente. È grazie a questo che ti dico quanto sopra. Spero di averlo espresso correttamente, anche se sicuramente in modo molto ma molto approssimativo... non saprei come spiegarlo. Spero che mi scuserete per questo.

 

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Grazie per la pubblicità!!?. A parte gli scherzi, una meccanica deve essere sempre "pronta", cioè sempre rispondente alle sollecitazioni del gesto pianistico. Il pianista, a volte usa delle parole non sempre tecniche, ma che rendono l'idea della "sensazione" negativa che prova quando si approccia al suo strumento. "Questa tastiera è come impastata", "riesco con difficoltà a ribattere", "sento troppo lo scalino dello scappamento" " non riesco a realizzare il piano e il forte", " La tastiera è dura" ," lo sento frenato"ecc.

Non esiste un "ferro della prontezza" bensì una serie di valutazioni e messe a punto che riportano lo strumento alla sua efficienza originaria, pur con tutti i suoi limiti di progetto.

Il mio video sulle regolazioni personalizzate già presuppongono che non vi siano problemi e/o impedimenti sull'ottimale funzionamento della meccanica. Una buona e precisa regolazione, standard o personalizzata, può essere presa in considerazione solo dopo l'analisi dello stato di efficienza della meccanica e tastiera. Infatti ogni regolazione forzata che tende a correggere degli impedimenti di movimento è errata e finisce per complicare le cose. Faccio un esempio: La carica delle molle dei cavalletti devono essere regolate con la giusta carica per far si che i martelli salgano decisi, ma senza saltare, una volta che lasciano i paramartelli (pianoforte a coda). Se però i perni delle forcole dei martelli sono duri ovvero hanno un attrito eccessivo, allora sarà necessario caricare di più le molle, con conseguente aumento delle "durezze". Tutto sarà alterato e si avrà la sensazione di un pianoforte poco sensibile, anzi, alcune "mezze tinte" e soprattutto il piano e il pianissimo potrebbero essere  non realizzabili.

Quindi, sia quando il pianoforte esce dal negozio ( possibile giacenza passata in magazzino) sia dopo qualche anno di utilizzo, andrebbe controllato e mantenuto efficiente.

Lo strumento, che abbiamo acquistato e pagato, deve offrire la sua piena efficienza e ogni limite o impedimento protratto nel tempo costringe il pianista a mettere in atto false soluzioni tecniche. Infatti, Lui si abitua via via a questo mal funzionamento e si ostina, a volte, a volerlo vincere a tutti i costi.

Lo scopo di questo sito, mi si da' l'occasione di ripeterlo, è quello di far capire al pianista quando e quanto questi impedimenti dipendano da Lui e/o quando e/o quanto dal suo strumento. Ciò forma una consapevolezza che aiuta a suonare anche su strumenti meno efficienti. 

Ho sentito dire da qualcuno: "suona su di uno strumento un po più duro o meno efficiente, cosicché quando troverai il pianoforte in sala. ti sembrerà tutto più facile."

Secondo me è proprio il contrario: Acquisire consapevolezza significa valutare in qualsiasi momento quello che gli strumenti possono dare e quello che noi possiamo dare nei limiti dello strumento. Quindi "niente muscoli" , ma acquisizione di un giusto modello mentale di funzionamento.

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leggendoti (Paolo) ho la sensazione che la tua sia una sorta di vocazione, che trascende qualsiasi interesse tranne quello di ottenere un numero di pianoforti messo a punto più alto possibile e quello di aiutare i pianisti ad entrarci in sintonia. questo ti rende, ai miei occhi, rara persona degna del titolo "Artigiano" oltre che "Musicista" , ancor più raro binomio. grazie per la generosità con cui tratti qualsiasi questione.

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Grazie, Stefano, sono commosso!  Artigiano è un grande complimento per un musicista. L'artigiano ha a che fare appunto con "l'arte del fare", da cui deriva proprio la  parola "tecnica" dal Greco " téchni" . Che poi.....In greco significa proprio Arte!  Io insisto sul buon funzionamento dello strumento. Molto spesso, come già detto, cosa che ho riscontrato anche nell'insegnamento, si crea confusione tra il nostro approccio e gli impedimenti che il mal funzionamento crea. Ricordo con piacere una frase detta dal mio compianto e stimato amico Stefan Vertes , allora direttore Import e export di Casa Steinway: " il pianista non deve sfidare lo strumento bensì si deve affidare allo strumento"

Grazie ancora e buona salute a tutti

Paolo

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