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Piano Concerto - Forum pianoforte

Consistenza punto di scappamento: quanta è corretta?


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Parlando di pianoforte a coda, sappiamo che la corsa del tasto percorre vari momenti: la corsa del martello, il momento in cui il montante scappa, la caduta e poi un momento importante in cui non accade nulla (aftertouch). Mi voglio soffermare in particolare su ciò che avviene dallo scappamento in poi. Sappiamo che il destino del martello è duplice: può cadere sospeso dal rullino oppure può essere parato. 

Dopo questa superficiale introduzione (senz'altro inutile per i tecnici) passo al quesito. Nel coda è abbastanza normale sentire lo "scattino" nel momento in cui avviene  lo scappamento, solo che la consistenza di questa ho notato può essere molto differente da pianoforte a pianoforte, influendo molto sul tocco. Su certi pianoforti (anche nuovi e anche in concerto!) è molto presente, lasciando al pianista una sensazione di "doppia tastiera" o doppia corsa: se si approccia con leggerezza, il dito farà scendere il tasto fino allo scappamento, le corde vibrano, il martello cade senza parata, ma occorre un'ulteriore energia per arrivare al fondo tasto. In altri casi si sente di meno, la tastiera è più "facile", ma personalmente non riesco a tirare molto. Qual è la sensazione corretta e da quali regolazioni dipendono? Ovviamente ad esclusione di attriti ecc. Azzardo due ipotesi: la prima riguarda la carica della molla (se nulla, si annulla il "doppio scappamento", se eccessiva il martello rimbalza, si ha bobling e la resistenza è davvero eccessiva). L'altra ipotesi riguarda il maggiore o minore after touch. Mi è capitato di constatare una resistenza quasi nulla nei pianoforti giapponesi, specie nei negozi (per far apparire la tastiera "facile"?). Ovviamente sto dando per scontato i vari attriti che, se eccessivi, verrebbero "evidenziati" da una molla più carica. Perché questa domanda? Perché si trovano varie regolazioni, vari pianoforti; oggi siamo abituati a suonare anche i digitale dove lo scappamento...  non c'è!  Quindi è sacrosanto prendere consapevolezza di ciò che dovrebbe essere il pianoforte, dove magari siamo portati a confondere ciò che è giusto da ciò che è errato. 

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L'ho visto e lo conosco a memoria!!! ?? 

Infatti, parlando di jeux perlee, parli di "due livelli" della tastiera. Si traduce con quanto detto da me, che in leggierezza (con la i) il dito sente l'ostacolo dello scappamento come se fosse quello l'affondo del tasto? E poi con una leggera pressione in più è possibile suonare forte e fare il cantabile? È proprio così evidente come cosa? Ovviamente parlo di piccole sensazioni, non esagerate che farebbero presagire bobling o altro. 

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On 3/2/2020 at 10:23, francescochopin90 ha detto:

L'ho visto e lo conosco a memoria!!! ?? 

Infatti, parlando di jeux perlee, parli di "due livelli" della tastiera. Si traduce con quanto detto da me, che in leggierezza (con la i) il dito sente l'ostacolo dello scappamento come se fosse quello l'affondo del tasto? E poi con una leggera pressione in più è possibile suonare forte e fare il cantabile? È proprio così evidente come cosa? Ovviamente parlo di piccole sensazioni, non esagerate che farebbero presagire bobling o altro. 

Lo conosco a memoria anche io il tutorial! ... In linea generale direi di proprio di sì ... Tutto fa i conti poi con il tipo di pianoforte che hai sotto le mani, a mio parere personalissimo  niente sostituisce la tua sensibilità quando tasti la dinamica dello strumento, faccio il paragone con i due pianoforti di un mio amico, abbiamo provato a fare un tentativo dato che sentiva il tocco troppo deciso, di renderlo un po' meno diretto. Sempre secondo il mio parere, ci sono pianoforti che danno una sensazione di maggiore scorrevolezza e altri che fanno percepire meno attrito, nonostante tutto sia a posto. Là è una tua decisione, entro un certo limite, su quanto puoi agire... Sicuramente oeró non allontanandosi troppo dallo standard delle indicazioni della casa.

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Ho fatto varie prove sul mio pianoforte. Sono giunto alla conclusione che è tutta una questione di equilibrio fra attriti e forza della molla. A differenza di altre regolazioni, questa è dinamica, non statica: nessuna casa potrà mai dire una quantità di carica di molla, ma chi comanda è la dinamica del martello che ritorna su dopo la parata, in modo deciso senza troppa "elettricità". Bisogna, alla luce sempre dei miei tentativi, cercare la carica più bassa possibile affinché tutto funzioni. Questo fa i conti col fatto che la carica della molla evidenzia gli attriti; ma attriti maggiori esigono una carica maggiore da cui conseguono attriti più evidenziati e si instaura un circolo vizioso... Gli attriti non sono solo un limite meccanico, ma artistico, perché portano a far essere ogni scelta troppo "pensata". Va bene il jeux perlee, vanno bene tante cose, ma mentre suono non mi devono portare a fisime mentali quali "ora sto suonando sullo scappamento", "ora para" e potrei andare all'infinito. Dovrei pensare a suonare, "divertendomi" con le dinamiche; la meccanica farà il resto. La direzione ideale sarebbe quasi quasi non sentire proprio la meccanica, ma avvertire solo tasto e martello; a volte un minimo di attrito ci dà una sensazione piacevole. In quanto ai pesi (maggiori sono le masse, maggiore dovrebbe essere la carica della molla richiesta), i problemi dovrebbero venire o da una pesatura post produzione errata o da... attriti! Le pesature di fabbrica possono essere più o meno raffinate e per palati fini, ma tutte più o meno rientrano in alti standard di riferimento. Spero di non aver detto inesattezze... 

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In realtà la resistenza allo scappamento è più evidente o a volte eccessivo nelle meccanica con molla di richiamo alla forcola. Questi strumenti montano martelliere più pesanti, anche se risultano piombati di meno. La molla sostiene il cavalletto e lo spinge in alto...ma ciò non modifica il rapporto tra montante di scappamento e peso del martello che, molte volte è eccessivo, aumentando comunque l'attrito radente del rullino sul montante stesso. Ciò provoca anche una pressione eccessiva sul rullino creando a breve uno "scalino". E il problema aumenta. L'ideale sarebbe eliminare le molle, raffinando le code dei martelli e alcuni stiletti o , dove indispensabile, sostituire la martelliera. Quindi piombare naturalmente rispettando il buon rapporto tra peso di abbassamento e peso di ritorno. Inoltre, le molle di richiamo alla forcola dei cavalletti, non in tutti i pianoforti sono applicate fino all'ultimo acuto. Cosicchè costringe a piombare maggiormente, di colpo, i tasti appena la stessa "scompare". Niente di più innaturale.

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