Jump to content
Piano Concerto - Forum pianoforte

U.o.a.s. "lucia Di Lammermoor"


Recommended Posts

Direi che possiamo partire da un'opera molto conosciuta, un po' un'emblema del romanticismo italiano, la "Lucia di Lammermoor" di Gaetano Donizetti.

Ho trovato il link di un'interpretazione completa su youtube, trasmessa a suo tempo sulla Rai,

 

http://www.youtube.com/watch?v=dTgqPzKOH-I

 

ecco il libretto online

 

http://www.librettid...m/lucialam.html

 

cercando sicuramente si possono trovare anche versioni scaricabili, ma vedete voi.

 

e se siete molto motivati, ecco il link da cui scaricare partiture complete e partiture canto-pianoforte

http://imslp.org/wik...zetti,_Gaetano)

 

La divisione originale dell'opera è un po' complessa, ma diciamo che sono tre atti, ognuno diviso in due scene (il terzo ha una specie di scena introduttiva). La storia è in qualche modo simile a quella di Giulietta e Romeo: Lucia Ashton è innamorata di Edgardo Ravenswood. Il problema è che gli Ashton hanno distrutto la casata dei Ravenswood, Edgardo odia profondamente il fratello di Lucia, Enrico. Edgardo parte per lottare con la sua fazione nelle varie lotte scozzesi del periodo (siamo in un non meglio precisato XVI sec.), Enrico, che è di parte avversa, organizza un matrimonio di interesse per Lucia con Arturo Bucklaw (affettuosamente detto "il principino"). Lucia non vuole ma alla fine cede e appena firma il contratto di matrimonio, irrompe Edgardo, la scopre, e giura vendetta. Il duello tra Enrico ed Edgardo in realtà non avviene, ma Lucia alla prima notte di nozze impazzisce, uccide Arturo e si suicida. Edgardo, ignaro di tutto, parla con le tombe dei suoi avi meditando di suicidarsi... e appena viene a sapere che Lucia è impazzita, si uccide.

 

La storia è tratta dal romanzo di Walter Scott, The Bride of Lammermoor.

 

Sarebbe bello se voi provaste a vedere tutta l'opera.

Comunque, come tutte le opere dell'800, questa è un'opera "a numeri". Vuol dire che ogni momento è identificabile come una forma, o una serie di forme, quindi è numerabile.

La divisione tipica è

 

1) scena (ovvero inizio di una scena nuova, con nuovi personaggi, nuove azioni)

2) recitativo (uno o più personaggi introducono l'argomento in uno stile vocale tra il cantato e il parlato)

 

3) tempo d'attacco di "qualcosa", ovvero di un pezzo chiuso, che sia un'aria, un duetto, un terzetto

4) cantabile (la parte centrale del pezzo chiuso)

5) tempo di mezzo (qui può succedere di tutto, ma diciamo che è il momento di raccordo tra le due sezioni del pezzo chiuso)

6) caballetta (la parte finale e in genere veloce del pezzo chiuso)

 

Tutto quello che si discosta da questa divisione viene considerato innovativo.

Praticamente tutta l'opera, allora, è fatta di scene precise e, soprattutto, pezzi chiusi riconoscibili.

I pezzi chiusi più famosi e "importanti" della Lucia di Lammermoor sono

 

"Cruda funesta smania", Cavatina (ovvero aria di presentazione di un personaggio) di Enrico (primo atto, scena prima)

 

"Regnava nel silenzio", cavatina di Lucia (primo atto, scena seconda)

 

"Sulla tomba che rinserra", duetto Lucia-Edgardo

 

"Il pallor funesto orrendo", duetto Enrico Lucia (secondo atto, scena prima)

 

"Chi mi frena in tal momento", sestetto (secondo atto, scena seconda)

 

"Il dolce suono mi colpì di sua voce", grande aria detta anche aria della pazzia di Lucia (terzo atto, scena seconda)

 

"Tombe degli avi miei", aria di Edgardo (terzo atto, scena terza)

 

 

Se li cercate così, con questi titoli, ne trovate tantissimi su youtube. Quindi, se non ve la sentite di approcciare subito l'ascolto dell'opera intera, potete anche "ingolosirvi" con questi pezzi distinti.

  • Like 1
Link to comment
Condividi su altri siti

Io preferisco vedere l'opera intera. La sto seguendo con due monitor. In uno il libretto nell'altro il video. Ho visto LA PARTENZA, domani mi vedo il primo atto e se riesco anche il secondo. Vorrei proseguire, per capire cosa succede dopo la partenza di Edgardo ma se continuo rischio di andare a dormire alle 5 e domani alle 7 balla il comodino :).

Link to comment
Condividi su altri siti

Ma piuttosto dimmi tu cosa pensi dell'argomento :)

Cioè, per chi non mastica di opera, la figura di Lucia nella Lucia di Lammermoor è stata presa spesso a modello per spiegare il trattamento drammaturgico-vocale delle figure femminili nell'opera romantica.

Tu cosa ne sai a riguardo, Tiger?

Link to comment
Condividi su altri siti

Ma piuttosto dimmi tu cosa pensi dell'argomento :)

Cioè, per chi non mastica di opera, la figura di Lucia nella Lucia di Lammermoor è stata presa spesso a modello per spiegare il trattamento drammaturgico-vocale delle figure femminili nell'opera romantica.

Tu cosa ne sai a riguardo, Tiger?

 

Prima domanda, beccato subito :(

 

Scherzi a parte, mi viene in mente in generale la tipicizzazione dei personaggi, tipo il soprano rappresenta l’eroina femminile, il tenore la figura dell’innamorato, il basso/baritono l’insidiatore o il geloso...oqualcosa del genere.

 

Nei Puritani di Bellini, oppure nel Trovatote di Verdi, il baritono e il tenore sono amanti della stessa donna.

In Verdi (che mastico di più) questo impianto si dilata e il rapporto amoroso si intreccia con situazioni di ordine politico, sociale e morale. I temi trattati nelle opere di Verdi sono:

•Il legame affettivo tra padre e figli (Rigoletto, Traviata e Aida), struttura patriarcale della famiglia italiana borghese dell’epoca.

•Amicizie e potere tra Stato e Chiesa (vedi l’opera Don Carlos).

•Conseguimento di un potere (vedi l’opera Machbet)

•Il senso dell’onore (Ernani)

•Fedeltà coniugale (Stiffelio e Otello).

•Lotta per la libertà contro lo straniero (Nabucodonosor, La battaglia di Legnano, Attila).

 

La figura del tiranno è ricorrente nelle opere dell’ottocento ed ha per antagonista l’esule, il profugo politico che raffigura la posizione dell’eroe e diventa il principale protagonista dell’opera.

 

Altri personaggi caratterizzano le opere come “I pirati”, “Gli zingari” o “I banditi” (“Il Pirata” di Bellini; “Il Corsaro”, “I masnadieri” e “Il Trovatore” di Verdi).

 

Altri personaggi sono persone riprovevoli o reiette come “Rigoletto”, un buffone di corte e gobbo, o una donna di mondo nell’ambiente parigino come in “Traviata”.

 

La figura femminile, votata al sacrificio, domina la drammaturgia ottocentesca: eroine infelici, che spesso sono delle amanti deluse e la delusione d’amore stessa può portare alla pazzia e a scene di “follia” che presentano momenti di pathos intenso accompagnato dal virtuosismo vocale (come appunto in “Lucia di Lammermoor” :D ).

 

Così a braccio ... :wacko:

Link to comment
Condividi su altri siti

come inizio non c'è male.

Mettiamo la discussione in una cornice generale, così da spiegarla anche a chi davvero non sa nulla di opera (e tu non sembri affatto il caso).

La drammaturgia operistica è un tema molto complesso. Per drammaturgia operistica si intende quel particolare modo di "veicolare senso" che ha l'opera lirica. Un minuetto è "solo" un minuetto, è musica, ma un'aria operistica è un'aria (con le sue caratteristiche musicali, formali, vocali), è un momento all'interno di un dramma (quindi può essere cantata mentre piove, in mezzo a una guerra, in prigione, in mille situazioni diverse), è cantata da un personaggio (e quindi con le parole e gli atteggiamenti di quel personaggio). Queste sovrapposizioni tra musica, libretto, teatro, rendono l'opera un segno dei tempi, una fonte storica molto precisa. Non so, le sinfonie di Mozart ci parlano poco della società austriaca di fine '700 ma le sue opere, invece, veicolano modelli molto più rapportabili alla società.

Ma qui aggiungo una cosa... la maggior parte dei corsi universitari e di conservatorio che ho visto-sentito sulla drammaturgia operistica si limitano a parlare di poesia, del libretto o dei drammi da cui i libretti sono tratti.

Ovvero... Lucia cede alle pressioni politiche di Enrico e sposa Arturo ma poi impazzisce, uccide Arturo e muore. Quindi, un personaggio vulnerabile che non riesce a vincere il fato e ne viene soffocato, un personaggio che nella prima aria parla di fantasmi, che arriva in scena col vestito di nozze sporco di sangue, che impazzisce in scena... ecco, tutto questo NON E' Donizetti, è WALTER SCOTT. Donizetti sceglie il tema, ovviamente, e questo ci parla della sua sensibilità letteraria (Donizetti è spesso circondato da un'aura di ignoranza ma in realtà è uno degli operisti più colti riguardo a temi librettistici), ma non sono questi i punti in cui interviene. La Lucia creata da Donizetti non sta nelle azioni di trama ma nel "modo" in cui agisce, ovvero canta.

La grande aria finale di Lucia ha la cadenza più lunga presente in repertorio, cadenza concepita per essere accompagnata dalla Glassarmonica http://it.wikipedia.org/wiki/Armonica_a_bicchieri uno strumento dal suono etereo e "cimiteriale". Con questo strumento Lucia ingaggia un duello, il duello tra cantante e strumento è tipico della tradizione operistica settecentesca, spesso (ma non solo) era semplicemente un modo per mettere in luce le capacità vocali della cantante. Donizetti prende uno stilema antico e lo decontestualizza. I vocalizzi eterei di Lucia sono cantati in stato di pazzia, in mezzo ad una scena in cui ci sono altri quattro cantanti solisti ed un coro misto, zitti, e lei ha il vestito di nozze sporco di sangue (o, a volte, la giacca da camera, visto che si suppone che l'assassinio sia avvenuto durante la consumazione della prima notte...). Quello che nel '700 sembrava normale, ovvero una serie di vocalizzi spiegati, nell'800 è del tutto fuori dal normale, è pazzia. Ed è uno dei pochi momenti in cui un personaggio femminile può scatenarsi dando sfogo alla sua vocalità.

La decontestualizzazione del virtuosismo è una cosa costante in Donizetti, anche se è una caratteristica che diminuisce progressivamente dal 700 al 900. E' il segno di un cambiamento nell'estetica, che diventa più espressiva e meno "ideale".

Esempio

http://www.youtube.com/watch?v=d8u4ynQW-rI

 

l'aria finale di Edgardo, un'aria stupenda, inizia con un recitativo molto complesso. Questo recitativo è romanticissimo, Sturm und Drang potremmo dire. Non si capisce dove finisce il recitativo e inizia il "tempo di attacco", ovvero l'introduzione al cantabile dell'aria. "Per me la vita è orrendo peso, l'universo intero è un deserto per me senza Lucia" è già una stupenda melodia. Poi, però, "di faci tuttavia splende il castello" dà inizio ad un ponte modulante, perchè tutto l'inizio della scena e del recitativo è in SIb maggiore ma l'aria, il cantabile "Fra poco a me ricovero" è in Re maggiore. E allora le tensioni della modulazione vengono convogliate in queste battute finali e anche la tensione vocale, visto che in partitura c'è una stupenda e difficilissima cadenza che arriva al Sib su "io della morte".

Gran parte di questi linguaggi drammaturgici e formali li ha inventati Donizetti

Link to comment
Condividi su altri siti

Join the conversation

You can post now and register later. If you have an account, sign in now to post with your account.

Guest
Rispondi a questa discussione...

×   Incollato come rich text.   Incolla come testo normale invece

  È permesso solo un massimo di 75 emoticon.

×   Il tuo link è stato incorporato automaticamente.   Visualizza come collegamento

×   Il tuo contenuto precedente è stato ripristinato.   Cancella editor

×   Non è possibile incollare direttamente le immagini. Carica o inserisci immagini dall'URL.

Loading...
 Share

×
×
  • Crea nuovo...