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Piano Concerto - Forum pianoforte

pianoforte a coda con la cosiddetta tastiera Clutsam


Frank
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Nel 2014 un pianoforte a coda con la cosiddetta tastiera Clutsam - arcuata (vedi foto) - è stato aggiunto alla collezione di strumenti musicali del "Germanisches Nationalmuseum" (1). La sua particolarità consiste nel fatto che i tasti sono piegati verso il pianista e servono presumibilmente per favorire una posizione ergonomica della mano quando si suona. "Questo pianoforte fu costruito intorno al... 1910 (ma cfr. infra l'articolo di Busoni) a Braunschweig", afferma Frank Bär, il direttore della collezione. "La sua peculiare tastiera risale all'australiano Ferdinand Clutsam (2), che ricevette un brevetto per questo tipo di tastiera nel 1907." Non ci sono cifre precise, ma si può affermare che questo tipo di pianoforte non riscosse un grande successo.

1° SETTEMBRE 1909

La rivista "Signale für die musikalische Welt" di Berlino pubblica un breve testo di Ferruccio Busoni in risposta a un articolo di Leopold Schmidt (1) sulla tastiera arcuata proposta dal pianista e compositore australiano George H. Clutsam (2).

Contrassegno dell'artista - dico l'artista!, non chi semplicemente pratica un'arte - è porsi continuamente nuovi problemi e cercare la propria soddisfazione nel risolverli; perciò ogni facilitazione che viene dall'esterno favorisce, secondo l'ordine naturale delle cose, il dilettante, mentre l'artista, considerando il problema già risolto, se ne scosta.
Dilettante e artista sono entrambi impegnati a superare delle difficoltà: in questo mi sembra di poter scorgere il tratto che li accomuna, e che li differenzia allo stesso tempo, in quanto il dilettante lotta contro difficoltà che l'artista ha già superato; l'artista invece se ne propone continuamente di nuove e le vince.
Facilitazioni puramente tecniche possono essere di una qualche utilità all'artista, il quale aspira a una perfezione diversa, solo in quanto gli permettono di attuarla.
Ammettendo «che una nota acuta a cui il cantante arriva con fatica accresce la potenza dell'espressione», che succede nel caso in cui la difficoltà maggiore venga a trovarsi in un passo di secondaria importanza E artistica? Questo passo verrà messo sproporzionatamente in rilievo in seguito allo sforzo necessario ad eseguirlo.
Quanti più mezzi un artista ha a sua disposizione, tante più occasioni troverà per usarli.
L'arte - soprattutto l'arte musicale - esige libertà di movimento. Fino ad ora ha dovuto impiegare la maggior parte delle sue forze per superare ostacoli materiali. La facilitazione tecnica apparentemente maggiore non è che un piccolo passo nello spazio infinito.
Elogiamo quelli che avanzano e che liberano, per quanto limitata sia la loro forza. Come potrebbe mai esistere, infatti, il congegno inventato e manovrato da uomini, che facesse percepire i milioni di voci dell'Armonia? Basterà mai la tecnica a far risonare i mille registri dell'Organo cosmico?
Ecco uno "studioso" di fronte a una tastiera, la cui linea si scosta di un pochino da quella usuale, egli teme che l'arte ne venga distrutta. A quanto mai fragile arte si rivolge il suo pensiero!
Forse che i temporali sono spariti dal mondo perché Franklin ha inventato il parafulmine? In arte, a quanto mi sembra, ogni facilitazione indica che una nuova difficoltà è subentrata al posto di quella ormai superata. Se noi fossimo d'accordo con lo "studioso" che «la mancanza di ostacoli meccanici rende meno interessante il modo di suonare», vedremmo semplicemente l'esecutore posto di fronte a una nuova difficoltà. Ma quale interesse possa offrire allo studioso ascoltante veder lottare un esecutore alla continua rimozione di tali ostacoli, è incomprensibile. E ancor più incomprensibile quale contributo questa lotta porti alla conservazione o alla salvezza dell'arte.

(1) Cfr. www.gnm.de/ausstellungen/dauerausstellung/musikinstrumente/

(2) Cfr. https://ozvta.files.wordpress.com/2011/12/clutsam-george-1912014.pdf

(3) Leopold Schmidt (1860 - 1927), storico della musica e direttore d’orchestra tedesco.
 
[Laureto Rondoni]

Clutsam.jpg

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