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Piano Concerto - Forum pianoforte

Studio, ripetizione, burn-out


Pierpier
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La ripetizione diceva sempre Neuhaus è la madre dell' apprendimento, abbiamo bisogno di  ripetere per imparare un brano, per perfezionarlo e 

non da ultimo, per portarlo in velocità.. 

La ripetizione, almeno per quanto mi riguarda è anche la madre dello stress... se ripeto troppo un brano, un passaggio che sto studiando, arriva un punto che per quanto bello o interessante possa essere, non lo sopporto più,  e mi genera un certo fastidio continuare a farlo..

E' una questione per me capitale su cui mi sono interrogato moltissimo:

come gestire questo delicatissimo equilibrio?

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Questo "ostacolo" mi si è presentato nei primi tempi dello studio "serio" del pianoforte. Io penso che studiarlo in diversi modi sia la chiave per non annoiarsi mai e non soltanto "tecnicamente" ma anche dal punto di vista di un bel suono. Studiarlo in funzione del suono e quindi , fondere la tecnica "meccanica" alla tecnica "sonora" .

Agli inizi di un pezzo io solitamente metto sempre a posto ritmo e fraseggio e poi con il tempo il suono dato che è, secondo me, la cosa più difficile da fare anche se i miglioramenti con il tempo si notato.. sono uno studente come te ancora. 

Buono studio

PS: Se il fastidio è anche fisico, "ascolta" il tuo corpo quando suoni, cerca di gustare i movimenti mentre suoni e trova i passaggi in cui ti irrigidisci 

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Bella la risposta di pianothor. Il nostro corpo va ascoltato e rispettato. DIciamo che la "ripetizione" cosciente ci mette di fronte a molti aspetti del brano. Gli aspetti musicali sono quelli che ci fanno scoprire l'intenzione dell'Autore e non finisce di interessarci. La noia può sopraggiungere. E' opportuno lasciare il brano per qualche tempo e cimentarsi in altri di buon livello musicale e tecnico. Progredendo e "tornando indietro" a rileggere quel brano che aveva finito per annoiarci...scopriremo molte altre interessanti cosucce!!!! Provare per credere!

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  • 1 month later...

Occhio che la ripetizione non diventi meccanica. Se ti annoi significa che non stai studiando ma ripetendo solamente. Giustissimo quel che dice Pianothor e Paolo. Per questo mai studiare un brano solo ma molte cose assieme anche di epoche differenti a piccole porzioni. Se percorri una strada nel tuo quartiere avanti e indietro per dieci volte vedrai che ogni volta troverai un dettaglio utile da scoprire (una scalfitura di un marciapiede, un nuovo negozio aperto, un altro esercizio chiuso, un semaforo, una vetrina ammaccata etc etc..cosi stai studiando...se passi ogni giorno e non vedi più nulla..ahimè...cosi non va!! Starai solo ripetendo....e.....che noia!!

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  • 1 month later...

Io ho sempre diviso il brano in tanti segmenti. Ogni giorno ne studio una parte ripetendo lentamente quello studiato il giorno prima. L'esecuzione totale la faccio solo il giorno dopo studiato l'ultimo segmento. Utile è registrarsi, ascoltarsi annotando il da farsi. Sono contro le troppe ripetizioni, si rischia di automatizzare movimenti sbagliati, di appiattire il brano, e di non provare più emozioni per lo stesso.

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  • 4 weeks later...

Si infatti, anche questo aspetto alle volte può creare disagio. Ogni allievo ha il suo modo di apprendere e restituire il brano, bisogna essere capaci di ascoltare il proprio corpo e trovare la propria poetica facendo coincidere; apprendimento, metodo di studio ed esecuzione, nel modo più naturale possibile. Credo che in ogni brano ogni allievo o esecutore professionista cerchi se stesso. Dobbiamo ritrovare l'atmosfera della prima comunione diceva Picasso.

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Secondo me in questo contesto torna forte l'importanza della capacità tecnica, ovvero la conoscenza mentale e corporea di quei movimenti e rudimenti base che ti permettono di affrontare qualsiasi passaggio in scioltezza. Chi possiede una buona tecnica non necessita di ripetere 1000 volte un passaggio per farlo venire bene, gliene bastano 10 ed è lì che non si perde mai la voglia di suonare ed imparare. Ho cominciato a godere veramente della musica da quando sono stato 'iniziato' alla tecnica russa. Mi ha permesso di mettere su tanti brani importanti di repertorio in tempi che prima non avrei mai immaginato e te lo fa fare con grande sicurezza e facilità. Ho registrato tutto il concerto per pianoforte e orchestra K. 488 di Mozart in neanche un mese con questo sistema (inclusi i tempi di registrazione e post produzione), suonando solamente la sera quando tornavo, già abbastanza stanco, da lavoro.

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Grazie Simon molto interessante! io sono stato formato alla tecnica diciamo "napoletana"..  ho cominciato ad avere barlumi di altri approcci leggendo e mettendo in pratica molte cose che dice Sandor nel suo libro, la tecnica russa mi piacerebbe molto  poterla conoscere e approfondire cosa però non facile dalle nostre parti..

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Ti consiglio di tener d'occhio i masterclass di Massimiliano Ferrati, brillante e oramai famoso pianista, dal quale ho appreso questa tecnica. Di solito tiene masterclass in diverse zone d'Italia. Io l'ho seguito anche fuori regione, a Ravenna in un master di 4 giorni che tenne qualche anno fa ed in altri masterclass. Non solo la tecnica ma anche il suono è cambiato da quando applico la scuola di tecnica che mi ha tramandato. Non soffro più di dolori, contratture muscolari e suono finalmente in grande scioltezza godendo a pieno della musica oltre ad aver decimato letteralmente i tempi di apprendimento. 

Io sono sempre dell'opinione che certe cose si imparano dai concertisti che hanno testato sul campo le loro conoscenze ed hanno potuto apprezzare i consigli utili da quelli che non lo sono. Se cerchi su internet e su youtube ci sono centinaia di suoi video. Ormai è richiestissimo, e suona in tutto il mondo.

Un'esperienza sicuramente importante per chi vuole diventare un puro sangue. 

 

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  • 2 weeks later...

Anche secondo me la rilassatezza sta alla base dello sviluppo dell'energia muscolare, quella senza contratture o irrigidimenti. Si tratta di partire da un "punto zero" che ben illustra la Monique Deschausser nel suo piccolo-grande libro "L'homme e le piano". In un mio video tutorial illustro con un esempio come si può separare la fermezza delle dita unitamente alla rilassatezza dell'apparato muscolare più grande ( braccio, avambraccio..), Ma gli esercizi sono molti. Mi soffermerò ancora su questi concetti in occasione di altri miei futuri tutorial.

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