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Piano Concerto - Forum pianoforte

Contenuti delle esercitazioni quotidiane


mmodan
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Buongiorno a tutti,

Sto recuperando le mie attitudini pianistiche dopo aver studiato piano da ragazzo. Sto prendendo lezioni e come tecnica sto implementando nuovi esercizi.

Scale, arpeggi su due ottave, trilli, esercizi con le terze...non riesco ancora a fare le scale con le terze, etc… Premesso che sono ancora lontano da livelli accettabili…..?

La domanda che vi pongo è la seguente: in un'ora di esercizi quotidiani (di solito durano di più ma per il quesito limito ad un'ora)  è più proficuo fare poco di tutto oppure dedicare un giorno alle scale, un giorno agli arpeggi, etc….?

Thank you all ?

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Ardua risposta. Il Maestro deve decidere   come e quanto tempo dedicare alla "tecnica".  Secondo me non esiste una regola precisa. E' invece importante scegliere alcuni studi in modo assortito, in modo che si possano sviluppare le "abilità"specifiche dell'una o dell'altra peculiarità tecnica. Ad esempio affrontare una studio basato sugli arpeggi, poi uno sulle note ribattute, poi uno sulle ottave ecc....

Io ho sempre pensato che i "libri di tecnica" costituiscano un formulario. Un modo per conoscere questa o quella difficoltà tecnica e come affrontarla, cioè con quale "gesto fondamentale di base" ( rotazione, articolazione, caduta ecc..). Il  ripetere giornalmente il formulario a mo' di esercizio ginnico potrebbe essere sterile. E' invece utile affrontare da subito questa o quella difficoltà inserita nel contesto musicale.Per questo esistono gli "studi", che hanno  il merito di inserire in modo "insistente" il pianista nella ripetività della formula tecnica , ma applicata al pezzo musicale.  

Sono personalmente contrario ad Hanon. Trovo invece i corsi di Rossomandi, di Longo e del grande Alfred Cortot validissimo ed esaurienti.

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Grazie, ti sarei grato se mi consigliassi i un testo che contenga esercizi "intelligenti" perché effettivamente provo la sensazione che hai descritto. Magari un testo che abbia esercizi in modo da fare arpeggi, trilli, ribattuti, terze, etc...in modo armonico e organico.

Grazie mille

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Bisogna essere pazienti. Il tuo Maestro saprà suggerirti un programma. Per gli studi consiglio i volumi della Czernyana, cioè una scelta di tutti gli studi di Czerny. Arrivare a suonare quelli dell'op. 740 è un buon traguardo. I 60 di Cramer ti faranno scoprire molte cose. Non trascurerei gli studi di Heller per il ritmo e l'espressione. Affronterei, dopo le sei famose sonatine, le sonate di Clementi e le più facili di Mozart. Non conosco il tuo livello. Anche i preludi ed esercizi di Clementi sono molto utili. Insomma non si può consigliare a distanza. L'importante è contestualizzare le progressive difficoltà tecniche e non lasciarle nella ripetizione sterile dei "formulari" dei cosiddetti "libri di tecnica". Il Maestro deve soprattutto dedicare un terzo della lezione nell'illustrare le singole difficoltà e suggerire come risolverle, con quali movimenti, con quali "gesti". Suggerire e far sperimentare la compartecipazione dei muscoli più grandi con quelli più piccoli. La gravitazione. La rilassatezza. l'articolazione. La pressione. La rotazione...ecc...ma ,subito, scegliere un piccolo pezzo o uno studio dove l'Autore ha utilizzato tali elementi per costruire un pezzo musicale. Ciò non si può trovare nel Jazz o nella musica leggera( anche se Oscar Peterson ha scritto un trattato in più volumi, bellissimo, sulla pratica dell'improvvisazione e sulle formule armoniche tonali e modali del Jazz!!). Là, il pianista deve possedere, oltre alla padronanza dell'armonia, già una certa abilità tecnica al servizio della fantasia e dell'improvvisazione. Quindi dedicare attenzione agli studi classici non è "tempo perso"!!!!! Per qualche anno, anche da adulto bisogna praticare i grandi Autori e le musiche che hanno fatto la storia del nostro strumento. Sono sicuro che tu già lo stai facendo. Quindi buono studio

 

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Per quanto riguarda l'alternare o fare tutto insieme c'è chi fa tutto ogni giorno mentre chi, come me, si concentra su poco e alterna i giorni.

Io posso dirti che facendo così mi trovo meglio perchè spesso concentrando tutto rischio sempre di farmi fretta e quindi di perdere tempo , quindi.. io alternerei, qualsiasi cosa tu debba fare

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Se senti che è meglio per te, va bene. Non può esserci una regola precisa. Ricorda sempre che non è la ripetizione o la quantità degli esercizi, ma la qualità. Cioè cercare di capire quello che fa la tua mano e come la tua mano può risolvere la difficoltà. In questo è indispensabile il Maestro. Il Maestro deve sorvegliare la mano e il modo come l'allievo utilizzi le energie che , in quella fase di apprendimento, ha a disposizione. Niente può essere sostituito dal "vigile" occhio del Maestro. La soluzione non sta nel fare questo o quell'esercizio per un quarto d'ora o per venti minuti, ma come si fanno questi esercizi. Si scoprirà nel corso degli studi che la Musica stessa suggerisce la soluzione tecnica. E' evidente che all'inizio bisogna sviluppare un po' di abilità. Ad esempio, se si sta studiando un valzer di Chopin dove il trillo si presenta più volte, si studi quel passaggio tenendo conto di cosa la Musica esige, facendo attenzione alla mano, alla rilassatezza,  alla spalla, al braccio ecc. Decidere se è meglio per noi 13131313 o 123123123 opp. 23232323. osservare, con l'obiettivo di ottenere il miglior risultato con la massima naturalezza. Rigidità, dolori, tensioni...sono indici di errore. Specie negli abbellimenti( qui abbiamo preso per esempio il trillo) sarà d'obbligo stabilire sin dall'inizio dello studio di quante note è composto, se è con o senza preparazione, se è con o senza risoluzione e PERCHE'. Così con gli arpeggi e le scale, essere a conoscenza , a memoria, di quali note l'elemento è composto. 

Le scale meriterebbero una trattazione a parte. Bisogna di esse fare uno studio ragionato e mentale. Sapere a menadito le alterazioni e le costruzioni di questa o quella scala. Indi mettersi davanti alla tastiera e suonare la scala di un fiato senza fermarsi , anche in caso di errori mentali o fisici. Solo alla fine si riconsidererà che cosa è successo, che ha impedito la buona riuscita. Tutto ciò prima per una ottava poi per due e poi per quattro. Chiarire da subito che cosa significa "pollice sotto" o "pollice sopra" ( a fianco) e tentare , in quelle ben acquisite, anche una certa velocità.

 

Buon lavoro 

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