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Piano Concerto - Forum pianoforte

Alla ricerca di un buon coda usato


Klavier2017
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Salve, dopo tanti anni in cui ho "trascurato" il mio vecchio amore, il pianoforte, mi piacerebbe riprendere e approfondire alcune questioni sia sulle tecniche pianistiche e sia sulle caratteristiche dei marchi e dei modelli a coda. Volendo cambiare il mio coda, guardando un poco cosa offre il mercato, escludo di avvicinarmi ad uno Steinway poiché anche quelli usati hanno prezzi molto alti, almeno per le mie tasche, e mi sto riferendo ai modelli A188 e B211 (per questi modelli sull'usato risalente agli anni 70/80 si va dai 30.000 euro in su). E a dire il vero, come qualità di suono, non tutti gli Steinway meritano, ma forse questo dipende dalla loro "messa a punto". Più abbordabili mi sembrano i C.Bechstein (sempre delle stesse annate, personalmente più datati non mi interessano) dei quali sono stato sempre affascinato per la tipologia del loro suono caldo e "rotondo". Quelli degli anni 70/80 costruiti nella vecchia fabbrica di Berlino che ora non esiste più, montano una meccanica Renner, che già dovrebbe essere una garanzia. Il mio accordatore mi dice comunque che la Renner modificata per gli Steinway è ineguagliabile. Sarà pure vero, ma ripeto il prezzo che hanno raggiunto sia nell'usato che nel nuovo mi sembra un po' troppo esagerato. Ritornando ai C.Bechstein mi sono imbattuto in un B212  e in un C220 della fine anni 70 che non è più in produzione poiché ora esiste il C234. Mi chiedo se vale la pena prenderlo in considerazione (il C220) , nel senso se ha bisogno di qualche parte di ricambio avrei dei problemi? Inoltre un mio carissimo amico, anche lui musicista, mi ha detto di non trascurare nella ricerca anche i Bosendorfer, magari il modello 200,  che sul mercato, sempre per le stesse annate che sopra ho citato, si aggira sugli stessi prezzi dei C.Bechstein. Ma purtroppo non ho mai potuto provare un Bosendorfer e mi chiedo che differenza possa avere con un C.Bechstein. Chiedo lumi !!! Grazie

Marco

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Salve, dopo tanti anni in cui ho "trascurato" il mio vecchio amore, il pianoforte, mi piacerebbe riprendere e approfondire alcune questioni sia sulle tecniche pianistiche e sia sulle caratteristiche dei marchi e dei modelli a coda. Volendo cambiare il mio coda, guardando un poco cosa offre il mercato, escludo di avvicinarmi ad uno Steinway poiché anche quelli usati hanno prezzi molto alti, almeno per le mie tasche, e mi sto riferendo ai modelli A188 e B211 (per questi modelli sull'usato risalente agli anni 70/80 si va dai 30.000 euro in su). E a dire il vero, come qualità di suono, non tutti gli Steinway meritano, ma forse questo dipende dalla loro "messa a punto". Più abbordabili mi sembrano i C.Bechstein (sempre delle stesse annate, personalmente più datati non mi interessano) dei quali sono stato sempre affascinato per la tipologia del loro suono caldo e "rotondo". Quelli degli anni 70/80 costruiti nella vecchia fabbrica di Berlino che ora non esiste più, montano una meccanica Renner, che già dovrebbe essere una garanzia. Il mio accordatore mi dice comunque che la Renner modificata per gli Steinway è ineguagliabile. Sarà pure vero, ma ripeto il prezzo che hanno raggiunto sia nell'usato che nel nuovo mi sembra un po' troppo esagerato. Ritornando ai C.Bechstein mi sono imbattuto in un B212  e in un C220 della fine anni 70 che non è più in produzione poiché ora esiste il C234. Mi chiedo se vale la pena prenderlo in considerazione (il C220) , nel senso se ha bisogno di qualche parte di ricambio avrei dei problemi? Inoltre un mio carissimo amico, anche lui musicista, mi ha detto di non trascurare nella ricerca anche i Bosendorfer, magari il modello 200,  che sul mercato, sempre per le stesse annate che sopra ho citato, si aggira sugli stessi prezzi dei C.Bechstein. Ma purtroppo non ho mai potuto provare un Bosendorfer e mi chiedo che differenza possa avere con un C.Bechstein. Chiedo lumi !!! Grazie

Marco

 

 

Per quanto riguarda i ricambi non dovrebbero esserci problemi, anche se i costi possono variare parecchio.

Sulla scelta, l'unica cosa da fare è provarli, dipende dalla riuscita del singolo strumento anche a parità di modello, marca e periodo... le sensazioni sono molto difficili da descrivere a parole. E poi la preparazione influisce moltissimo sulla resa

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Grazie per le prime risposte! Ma a livello generale che differenza può esserci, ovvero quali sono le caratteristiche che differenziano un C.Bechstein da un Bosendorfer visto che quest'ultimo non l'ho mai suonato e dalle mie parti nessuno lo ha?

 

 

Posso azzardare una descrizione personale, ma ripeto, può variare parecchio sulla diversa regolazione e intonazione e riuscita del singolo strumento.

Per me tendenzialmente il Bechstein di quegli anni ha un suono rotondo e corposo, una tastiera sicuramente un po' più "callosa" degli Steinway, ma al contempo c'è un eccellente controllo sulle mezzetinte (sotto il mezzoforte), mentre la zona tra il forte e il fortissimo tende a esaurirsi più rapidamente con un tocco più intenso. La risonanza tende ad essere molto cantabile nel settore acuto e il prolungamento è nitido ma lo sprettro sonoro tende a oscillare di più nel prolungamento dopo la percussione, indipendentemente dall'accordatura, e questa diversa "caduta" del prolungarsi del suono dà un gusto particolare e caratteristico al suono Bechstein.

Il Bosendorfer invece, come meccanica (dal punto di vista dinamico), tende ad essere a mio parere più simile allo Steinway, si controllano ugualmente i pianissimo sia prima della mezzaforza che oltre, fino al limite dello strumento, con la differenza che (dal punto di vista tattile) non si ha la sensazione di "tasto vuoto" sotto al dito come accade sullo Steinway, tutto è un po' più consistente e continuativo mentre si preme il tasto.

E la risonanza invece, a differenza di Bechstein e Steinway, è in Bosendorfer completamente "dritta", pulita e omogenea in tutti i settori della tastiera. Di solito il suono è chiaro sui "piano" e rotondo e scuro sui "forte", da come si usa intonare rispetto mode attuali (e considerando le attuali scelte di fabbrica). Diciamo che sotto l'aspetto della risonanza la Bosendorfer mi è sembrata più simile a Schimmel. Il Bosendorfer secondo me è un bellissimo strumento per chi preferisce la purezza del suono e non gli piace la brillantezza.

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Grazie MephistoWaltz, mi hai dato degli spunti molto interessanti. Ma cosa intendi per tastiera più "callosa" nei Bechstein rispetto agli Steinway? Da quello che ho capito, semplificando: Bechstein suono rotondo e corposo, Steinway suono brillante, Bosendorfer suono puro tra il chiaro del piano e il rotondo/scuro del forte. Ma è per questo, leggendo in altri forum, che alcuni ritengono il Bosendorfer anche un poco difficile da "domare". Inoltre è vero che i C.Bechstein degli anni 70/80 sono migliori come suono rispetto agli attuali, nel senso come caratteristica e personalizzazione del suono che oggi è più "standardizzata"?

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