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Piano Concerto - Forum pianoforte

Cono gelato


danielescarpetti
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....sono seri? O forse sono interpretano mio peggiore incubo!

No, no Nancy... purtroppo sono seri, se si può parlare di seri in un caso così abominevole.

 

E purtroppo non è un incubo ma è una grossa realtà, un enorme problema che, dal mio punto di vista è sottovalutato - o in parte sconosciuto, non so! - dai genitori che non si rendono conto di chi siano veramente i loro figli.

 

Io sono molto ...ma molto preoccupato e per di più, mi sento anche molto impotente verso la deriva cui stiamo andando!

 

 

... 10.000.000 di visualizzazioni?

 

Cosa ti posso dire Daniele: violenza, Dio denaro, etc. ... non so dove andremo; finchè noi lavoreremo e i figli staranno a casa ad annoiarsi ... non ci vedo molta positività.

La necessità di lavorare è imprescindibile e non si può neanche pensare di chiedere a un genitore - che poi solitamente sarebbe la mamma - di rinunciare al lavoro.

La noia sicuramente è un problema ...  ma c'è qualcosa che va più nel profondo in questa generazione di adolescenti ed è la prospettiva di non avere prospettive.

Tutto quello che accade, è accaduto e accadrà, la Storia mi insegna, ha una sua motivazione in quello che è il clima sociale, culturale e politico del tempo in cui avviene.

E anche questo è un segno dei tempi senza se e senza ma! Un segno del nostro tempo!

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Il nostro tempo. Dici giusto. Anche a me terrorizza lo stravolgimento di valori, anzi la totale assenza di valori e la mancanza di linee di demarcazione fra lecito e illecito...quello che vedo emergere con prepotenza è solo puro egoismo. Non esiste più il rispetto per la dignità propria e altrui...medioevo? Peggio!

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Mi permetto di dissentire... La mancanza di valori è solo una conseguenza di un problema ben più radicato che risiede secondo me nello "stereotipo" e questo discorso l'ho fatto già altre volte in altri thread.

In quanto alla storia che insegna... Penso sinceramente che la storia di allora nel mondo di oggi sia come mettere il sugo sulla torta di mele. Il mondo negli ultimi 50 anni si è completamente stravolto tecnologicamente parlando e non si può parlare di storia antica in un contesto dove le guerre si fanno premendo i pulsanti dietro una scrivania. 

 

Mi ricordo molto bene la mia adolescenza e non è facile essere accettato in una bazzica di fannulloni se tu sei un ragazzo che aspira ad un tipo di vita diverso. I più intelligenti si adattano a tutto continuando a pensare al loro e trovando il modo di farsi accettare, gli altri o sopperiscono oppure diventano come questi 4 scimuniti. Io mi sono trovato in un  periodo di transizione  a cavallo tra il professore che ti dava le bacchettate sulle mani e quello dove il professore veniva deriso dagli alunni. Oggi le cose sono peggiorate esponenzialmente. Io non vorrei mai fare il professore in un liceo. I genitori ormai contano veramente poco, tutto è dipeso dall'intelligenza dei figli ai quali ad un certo punto dovrebbe scattare una molla e capire cosa realmente vogliono dalla vita. I giovani sono continuamente bombardati da informazioni e stereotipi di maschio errati. In televisione vedono solo culi e tette, a scuola passano per eroi i coatti che oggi picchiano uno e domani un altro, oppure quelli che non studiano e passano intere giornate in giro a drogarsi o a non fare nulla. Prendono come esempio i duri dei film, i rapper americani che pubblicano video in cui è l'uomo ad essere l'oggetto del desiderio di donne disposte a qualsiasi cosa pur di avere un rapporto con loro (è questo il messaggio che passa) e nell'età dell'adolescenza in cui nel corpo prende vita una guerra ormonale, se il cervello non c'è, questi si immedesimano talmente tanto nelle parti di questi stereotipi assurdi al punto di idolatrarli ed essere disposti a tutto per diventare come loro. 

A scuola non studiano nulla, rispondono male ai professori e spesso li minacciano pure, perché così sei più figo. Per quello che riguarda le donne, l'unica cosa che vogliono è solo farsi una sveltina senza alcun tipo di sentimento perché l'uomo duro non deve essere schiavo di una donna. C'è da dire che anche le ragazze si prestano, perché se a 16 anni sei ancora vergine non sei normale, hai dei problemi. Siamo in questo mondo. Bisognerebbe prenderli a calci nelle palle tutti quanti come si faceva una volta e mettere un freno. 

 

La cosa che più mi spaventa è che questi tra 10 anni dovranno far parte della società che produce, o meglio, che dovrebbe produrre... Bisognerà mettere le sorti dell'umanità in mano a queste persone. 

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Non stai propriamente dissentendo...

La penso come te. Con valori io intendo il senso logico e di giustizia che limita se stessi per il rispetto altrui. Un tempo chi non rispettava l'altro veniva considerato senza dignità. La trasgressione anche a danno fisico o emotivo di altri non è più considerata negativa. Il ragazzo tipo non distingue più bene e male (chiaramente in senso laico), realtà e vita virtuale. Gli obiettivi di vita sono avere tutto senza alcuna fatica o merito.e chi invece conserva il vecchio senso della logica e della giustizia risulta estraneo. Ci sarebbe da scrivere una enciclopedia di sociologia, ma per notare che la nostra società ormai è completamente capovolta e malata non è necessaria grande competenza!

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Non è questione di storia di allora o storia di oggi e la tecnologia, come qualsiasi altra conquista umana, fa comunque parte della Storia!

 

Quando affermo che la Storia mi (ci) insegna, intendo dire che qualsiasi fenomeno sociale, positivo o negativo, si inquadra sempre in un periodo storico determinato e che le cause del progresso o del regresso, vanno ricercate in motivazioni legate a quel che avviene in quel periodo storico.

La Storia, è bene ricordarlo, non è un'entità astratta e tanto meno non è un evento che piove dal cielo, ma è la conseguenza di fenomeni sociali, culturali e politici fatti dagli umani. Perché è sempre bene ricordare che la Storia la fanno solo ed esclusivamente gli umani e, questo, sempre nel bene e nel male.

 

Se noi riusciamo a sgombrare il campo da un fatto, direi indiscutibile e cioè, che ogni periodo storico, ogni generazione, ha avuto, ha e avrà, i suoi meriti e i suoi demeriti, i suoi buoni e i suoi cattivi e soprattutto tanti che non erano né troppo buoni né troppo cattivi, senza troppo idolatrare o demonizzare il tempo che fu, noi potremo cercare di cominciare ad affrontare i problemi reali di questa nuova generazione che si sta affacciando al mondo e che fra qualche anno sarà la protagonista di questo mondo.

Se però nel farlo non sapremo, o non vorremo, comprendere gli errori dei genitori - che sono tanti e gravi - ancora una volta non saremo capaci di analizzare un fenomeno sociale che, nella sua gravità, o viene sottovalutato o ancor peggio compiaciuto con aggettivi del tipo "sono tutte ragazzate" e questo, spesso perché, affrontarlo, vorrebbe dire mettere in discussione come sono stati i nostri genitori e come siamo noi, come genitori.

Ritornare al professore che dà le botte, non solo è inaccettabile e deleterio ma è una barbarie che un mondo evoluto civilmente non può assolutamente accettare e ancor peggio è dare calci nelle palle a qualcuno.

Attento Simone perché se tu dai dei calci nelle palle a qualcuno non se poi molto diverso da chi canta " e tu di a tuo padre di non rompermi il C***o perché se no altrimenti io l'ammazzo", sei sullo stesso piano di violenza, almeno verbale. E comunque vale sempre il motto - a proposito di valori - che la violenza crea solo violenza.

 

Se noi non saremo capaci di comprendere, analizzare il malessere di queste nuove generazioni, allora sì, è probabile, che ritorneremo a quel medio evo di cui dice Nancy.

 

Ma per comprendere ed analizzare questo malessere, figlio di questo tempo e dunque della nostra Storia attuale, dobbiamo innanzi tutto con umiltà comprendere, se siamo genitori, dove abbiamo e stiamo sbagliando e dunque saperci mettere fortemente in discussione. Se, non siamo genitori ma potremmo diventarlo, la domanda che ci dobbiamo porre è dove hanno sbagliato i nostri genitori, come siamo noi e infine, come cercare di rimediare per far sì che le cose vadano diversamente e soprattutto vadano meglio.

 

Quanto ai professori, senza voler fare di tutta un'erba un fascio e dunque senza voler generalizzare, spesso sono proprio loro che, perché molto frustrati a loro volta, non riescono a trasmettere, ai loro alunni positività in quello che fanno e in quello che sarà il loro futuro. E, anche questo, è un dato di fatto. 

 

Ora, senza pretendere con questo di rispondere in maniera esaustiva ad un problema assolutamente assai complesso, io insito: questi giovani, ancor più dei giovani che li hanno preceduti hanno di fronte a loro l'inesistenza di prospettive. Prospettive di lavoro, innanzi tutto, di avere una vita che, quanto meno, sia di livello pari a quelle, - e mi riferisco per i nati dopo la seconda guerra mondiale ovviamente - generazioni che li  hanno preceduti. Prospettive di qualità di vita, sia rispetto all'inquinamento e alle risorse del nostro pianeta, ai cambiamenti climatici. La tristissima realtà è che questa generazione si trova a non poter pensare al futuro in termini positivi, cosa che non è mai accaduta, a nessuna generazione precedente.

 

Sia ben chiaro non voglio scusare e accusare nessuno, ma vorrei fare aprire gli occhi in maniera seria su problemi che riguardano tutti noi e soprattutto i nostri figli e quelli che verranno. Perché se non saremo capaci di farlo e ci accontenteremo o nasconderemo  dietro  soliti frasi ad effetto fatte o a spot auto-assolutori sarà veramente una catastrofe per tutti.

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Condivido completamente il punto di vista di daniele. La genitorialita' poco efficace sta producendo generazioni di soggetti con sindrome da onnipotenza. L'incapacità di definire limiti e confini attraverso l'istituzione di "buone regole" favorisce stereotipi dove l'unico valore è la sregolatezza e l'affermazione di se attraverso la prepotenza e l'imposizione delle proprie esigenze legittime ma anche non sugli altri.non si è ancora riusciti a fornire ai nostri figli genitori autorevoli che possano essere punto di riferimento perché il futuro adulto possa strutturare "una corretta coscenza". I giovani di oggi spesso non hanno coscienza. Si è passati da un modello genitoriale inefficaciemente autoritario ad uno privo di forza. Si aggiungano tutti gli elementi di una società in crisi profonda e si ottiene un giovane allo sbando dentro la propria famiglia e fuori....

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No, no e no. Non condivido neanche una parola perché si parla a partito preso senza aver mai vissuto alcune situazioni, e questo è palese dal tipo di ragionamento fatto che è totalmente basato su questioni idealistiche che si discostano completamente dalla realtà. Il tuo discorso Daniele è fin troppo moralistico e se c'è una cosa che ho capito è che il moralismo purtroppo paga poco o addirittura non paga mai, perché in tutte le cose, ed anche nel moralismo, ci vuole la giusta misura. La storia la scriviamo giorno dopo giorno questo è certo ma ragionare nel mondo di oggi in funzione del passato non può che portare risultati insoddisfacenti. Tu dici che il mio "prendere a calci" (ovvio che il senso era dare uno schiaffo quando serve) i figli che si comportano in un certo modo è mettersi sullo stesso piano di violenza. Mi auguro che tu abbia scritto questa cosa senza pensarci, o vogliamo credere che dare uno schiaffo istruttivo ad un figlio sia sinonimo di violenza al pari di parlare di omicidio di un genitore? Credo sinceramente che il paragone non esista neanche a voler farcelo entrare a tutti i costi, e se sei realmente convinto di questa cosa è indice di un finto moralismo che ti porta a scrivere delle cose con il solo scopo di riscuotere consensi da chi legge, perché chi ha una minima visione di una realtà vissuta sulla pelle non può essere d'accordo con un'affermazione del genere. 

La mia maestra (era uno suora) alle elementari, spesso quando un bambino si comportava male e la faceva grossa lo sculacciava. Per me questa non è violenza è un gesto che per un bambino identifica una cosa che per l'adulto è ritenuta grave e assolutamente da non ripetere. Ovviamente due schiaffi sul fondo schiena non ti facevano male e ricordo i pianti non per il dolore fisico dunque, quanto per la vergogna di aver compiuto un gesto malevolo nei confronti di un compagno ed aver arrecato un danno a un altro essere umano, che sia questo danno di tipo verbale o fisico (una lezione, quella della suora, del tipo: "adesso ti faccio vedere come ci si sente a fare quello che hai fatto tu al tuo compagno"). Se per caso la suora aveva modo di parlare con mia madre della mia bravata, mia madre a casa mi dava anche il resto e non andava a denunciare la suora, come succede oggi in questa società di "evoluti moralisti"...

La violenza è tutt'altra cosa e se sei fermamente convinto che dare una bacchettata alle mani sia violenza, sono contento per te che non hai mai visto la vera violenza. Nonostante le sculacciate, io conservo un bellissimo ricordo di Suor Enrica, perché è stata artefice di una parte molto importante della mia educazione ed ha contribuito anche lei alla formazione del mio carattere e del carattere di tutti gli altri bambini che oggi sono, nessuno escluso, tutti ragazzi inquadrati e con la testa a posto, e se ce l'avessi davanti oggi e dovessi riassumere in una parola con il senno del poi le mie riserve su quegli schiaffi le direi solamente questo: "Grazie!". Il punto è che grazie alle sue "sculacciate istruttive" ho cominciato, come tutti i bambini, ad inquadrare e scindere ciò che è giusto da ciò che è sbagliato.

La prova del nove l'ho avuta alle medie quando bambini che erano cresciuti in scuole materne ben più "liberali" della mia, erano praticamente già dei teppisti immessi nelle gang di strada, che picchiavano altri bambini solo perché li avevano guardati (secondo loro) male, oppure perché a pelle nutrivano una sorta di antipatia. Colpa questa sicuramente sia dei genitori che della scuola. Voi parlate bene perché probabilmente appartenete ad un'altra generazione, ed è facile riempirsi la bocca di moralità se certe situazioni non le avete vissute sulla vostra pelle. Per me arrivare alle scuole medie statali dopo un istituto paritario di suore è stato un fulmine a ciel sereno, come svegliarsi su Marte. Ricordo bene, e lo ricorda molto bene anche mia mamma, i pianti che feci i primi giorni alle medie perché mi trovavo in un mondo totalmente diverso e non lo accettavo. Ricordo molto bene in particolare un episodio tra i tanti che potrei raccontare in prima media dove un ragazzo che indossava un maglione a collo alto è stato incappucciato fino a sopra i capelli con il suo stesso maglione per essere poi percosso in testa con la punta di un compasso solo perché si era permesso di guardare un altro bambino con la testa completamente rasata che aveva solo una frangetta lunga davanti agli occhi (mi domando a chi sarebbe passato inosservato). 

Oggi tutti si riempiono la bocca di moralismo esasperando il concetto fino a far passare per violenza ciò che non è violenza e denunciando penalmente una maestra che da una sculacciata ad un bambino. La Violenza è ben altra cosa e vorrei che questo fosse chiaro a tutti. La violenza è quella che si vede nei video della finanza che vanno a finire in televisione, dove le maestre prendono per i capelli i bambini con forza e li percuotono ripetutamente. Quella è violenza che neanche io accetto, non un gesto di una sculacciata che viene data con i soli fini educativi per mettere il bambino nelle condizioni di provare le emozioni che lui stesso, con il suo comportamento sbagliato, ha fatto provare ad un altro bambino.

Con tutto questo moralismo cosa abbiamo ottenuto? Nulla di buono, anzi, un mondo dove gli insegnanti non sono più tutelati, ai quali gli studenti possono dire e fare tutto e tutto gli viene concesso e perdonato, mentre se la presa di posizione viene da parte dell'insegnante questo rischia di essere denunciato penalmente oppure di trovarsi la macchina distrutta sotto al parcheggio della scuola. Un mondo dove un video che magnifica pistole, violenza, omicidi, soldi facili, prostituzione e droghe riceve 10 milioni di visualizzazioni in pochi giorni. Sono questi i risultati di questo tanto decantato moralismo!

Il moralismo puro di cui tu parli è un concetto che non è ancora maturo per essere applicato a questo mondo, dovrebbe applicarsi in una società di persone intelligenti dove è possibile risolvere qualsiasi problema con il dialogo e questa società è distante ancora anni luce da questo traguardo di sviluppo. L'Italia è un paese dove l'80% delle persone sono analfabeti funzionali e nel resto del mondo le statistiche non sono migliori!

Se ti trovassi a parlare faccia a faccia con uno di questi ragazzi, sventolando in aria la bandiera del moralismo e delle buone maniere, cosa credi che otterresti?

Te lo posso dire io, che di questi contesti ne ho visti a bizzeffe in adolescenza... Ne ricaveresti, prese in giro o nel peggiore dei casi, minacce e magari percosse. 

Questi giovani hanno le fondamenta marce perché non c'è mai stato nessuno che si è imposto per correggere il loro comportamento. Ora che sono dei palazzi, come pensi di poter rimettere mano alle loro fondamenta?

Il carattere, il modo di essere e più in generale "colui che vuoi diventare da grande" sono cose che devono essere coltivate da bambini e che si devono continuare a nutrire durante tutta la fase della pubertà e dell'adolescenza. 

Se si considerano poi tutti i fattori esterni che contrastano questa tendenza allora diventa una guerra. Tutto sta a fare in modo che un figlio identifichi un giusto tipo di stereotipo e si impegni per essere quel tipo di persona, ma questo può avvenire solamente ad una certa età, ovvero quando un non più bambino, ha le facoltà intellettuali per poter fare un scelta e decidere che tipo di uomo vuole essere. Da bambini questo non è possibile, perché un bambino non ha queste facoltà mentali, e l'unica arma per chiarire nella mente di un bambino ciò che è giusto da ciò che è sbagliato è farlo immedesimare nelle stesse situazioni che lui stesso ha creato verso terzi, e se è partito qualche schiaffo a fini istruttivi sicuramente non è mai morto nessuno ma al contrario quelle sculacciate potrebbero fare la differenza tra "I ragazzi del cono gelato" e "Carlo Rubbia". Credo che in quello che ho detto ci sia molto da riflettere. 

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cari amici... altro che 'musica leggera' questa discussione!

 

anche io come Nancy condivido in pieno la lettura di Daniele (mi riferisco soprattutto al post a cui ho messo il like).

Non aggiungo nulla, faccio solo una sottolineatura: quando scrivi - Daniele - che «La tristissima realtà è che questa generazione si trova a non poter pensare al futuro in termini positivi».

Purtroppo penso che questo sia il cuore del problema.

Se non vedi prospettive di futuro positive, ti viene a mancare la spinta interiore per impegnarti in cose a lunghissimo periodo come lo studio di uno strumento musicale, l'impegno sociale nel territorio in cui vivi, o la costruzione giorno dopo giorno di un rapporto affettivo con un altra persona (tanto per fare tre esempi in cui la strada è lastricata di alti e bassi).

 

Oso dire che senza prospettive di futuro la spinta interiore viene a mancare anche all'individuo che nella sua testa è animato dalle più sacre intenzioni.

 

(PS; per motivi di orario, lunghezza del testo, voglia di leggerlo con calma, leggerò solo domani sera quanto ha scritto Simone qui sopra)

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Non credo che Simone con "calci nelle palle" intendesse propore un modello di autorità alla vecchia maniera..che rasenta la violenza perché si basava quasi esclusivamente sull'imposizione delle regole senza alcun dialogo o comprensione reciproca...ma non credo neanche che daniele abbia proposto un modello "finto moralista"....

Credo che comunque entrambi siate perfettamente d'accodo sul fatto che sia necessario insegnare ed educare al rispetto delle regole....

Il come può aprire un'altra notevole discussione. ..

Uno sberLone (comunque esistono anche le punizioni) dato nel modo giusto e nei tempi giusti può essere efficace senza essere considerato violenza. Ma è soprattutto il carisma che riesce ad avere il genitore su un figlio che fa la differenza...anche perché a 15 16 anni gli sberloni iniziano a fare acqua....

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No, no e no. Non condivido neanche una parola perché si parla a partito preso senza aver mai vissuto alcune situazioni, e questo è palese dal tipo di ragionamento fatto che è totalmente basato su questioni idealistiche che si discostano completamente dalla realtà. 

Simone, non voglio essere paternalista e non vorrei che tu mi interpretassi in questo modo, ma i 24 anni che ci separano mi costringono a ricordarti che io, in realtà, ho vissuto, in una scuola che è venuta molto prima di quella che hai vissuto tu,

Io non sono stato dalle suore all'elementari. Io sono stato alle comunali dove la mia maestra, il terzo giorno di scuola, dovendo scegliere due  bambini di 6 anni  - solo 6 anni  - per mandarli via in un'altra classe, ha scelto, strattonandoli e facendo sentire  cacche: uno che era figlio di una donna, di padre sconosciuto che sostanzialmente faceva marchette per riuscire a sopravvivere, un'altro che venendo  da una famiglia che non sapeva cosa voleva dire amare i propri figli, lo picchiava spesso - il padre in particola modo - e lui, per questo era molto scatenato e ribelle. Da grande è diventato un drogato, poi è entrato in una comunità  e di lui ho perso notizie da tanto.

Il primo giorno di scuola alle Medie - o forse il terzo probabilmente - eravamo appena stati a messa. Ero in mezzo ad un gruppo di miei compagni di classe, facevano un po' di casino, io in realtà non facevo nulla. Improvvisamente e senza preavviso, dal cielo una botta enorme è calata sulla mia testa. La ricordo ancora come se fosse in questo momento, era terribile e ho visto veramente le stelle. Cosa era successo? Un professore di applicazioni tecniche, vedendo il casino, di corsa era venuto versi di noi e, con tutta la sua forza ... pam, un forte pacca a casaccio sul gruppo!

Noi eravamo terrorizzati perché avevamo un preside che se ti beccava fuori dalla porta perché un (o una) professore ti aveva punito, ti cacciava uno sberlone forte nella testa. La prima volta -  e anche unica - che sono stato messo fuori dalla porta, ho pianto, non solo perché ero stato tradito dal mio migliore amico che aveva fatto la spia, ma perché ero terrorizzato dall'opportunità che il preside mi vedesse. Son sempre stato dentro al bagno, ricordo.

Tutto questo non evitava però che all'interno della mia classe ci fossero elementi che erano come li descrivi tu e, quegli elementi erano, guarda caso, sempre figli di situazioni famigliari dove spesso si usava il ceffone, se non peggio.

Io li ho visti i ragazzi vittima del bullismo - e anch'io se pur in maniera minore vittima lo sono stato - ma la differenza fra ieri e oggi è che di quei ragazzi non gliene fregava niente a nessuno, a cominciare proprio dai professori. Questa è realtà Simone!

Il mio parlare non è moralismo ma dettato dal mio vissuto quello di ieri;  il bambino e l'adolescente a cavallo fra gli anni 60 e 70 e quello di oggi: il genitore degli anni 10 del 2000 con due figli maschi, uno di 17 anni e uno di 15 e che vede, subisce, soffre, sbaglia, sulla propria pelle e sulla loro,  tutte le problematiche del mondo moderno. 

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I 24 anni che ci separano sono proprio quelli che fanno la differenza generazionale di cui parlo io e non puoi porre il discorso sulla differenza di età perché è un discorso che non sta in piedi anche perché pure io non sono più un bambino da un certo numero di anni ormai e più che parlare di età andrebbe analizzato un discorso relativo all'intensità ed alla velocità con cui si è vissuta la propria vita fino ad oggi, cosa che deriva dai ritmi che nel corso degli anni sono totalmente mutati. Quelli della generazione di mio padre sono cresciuti in alcuni contesti famigliari e scolatici, la tua generazione in altri contesti, la mia in altri contesti e quelle attuali in altri ancora. Se tu parli di famiglia usando la dicitura "situazioni famigliari dove spesso si usava il ceffone, se non peggio" allora mi stai parlando di violenze. Io non ho fatto riferimento a nessun tipo di violenza da parte di insegnanti, perché come ho detto nel mio precedente post c'è una grossa differenza tra un ceffone sul sedere di un bambino una tantum a scopo istruttivo e dare uno schiaffo in faccia con lo scopo di arrecare dolore fisico. Il problema fondamentale è che oggi si è creata questa forma di lassismo, dove i bambini hanno ogni genere di libertà e per la quale se un insegnante oggi facesse quello che faceva a me la mia suora, volerebbero denunce e contro denunce e questa cosa non è possibile perché tutto dev'essere circostanziato. Io ho una mia amica con la quale spesso mi incavolo perché tratta il figlio come se fosse un Angelo custode e la sento spesso colpevolizzare le insegnanti senza neanche sapere come siano andate le cose... Così, a partito preso: se l'insegnante racconta qualcosa di negativo su suo figlio non si pone neanche il problema di sapere come sono andati i fatti, è colpa dell'insegnante, punto. Sono i classici genitori di cui tanto si parla, che se avessero un bambino che inizia a studiare musica direbbero subito di avere Mozart in casa e invece al 99,9999999999% è una schiappa paurosa. Questo eccesso di zelo e di protezione non solo è deleterio ma secondo me, al contrario delle aspettative, indebolisce il carattere di un bambino che dovrebbe imparare a conoscere con le proprie forze le conquiste ma anche le sconfitte, deve imparare a guadagnarsi le cose e sapersi difendere da solo. In questo modo si forgia il carattere, non con la iper protezione. Il genitore, unitamente con la scuola, dev'essere un esempio di condotta, deve indicare la via ma non dovrebbe mai prendere le scelte al posto del figlio, e sostituirsi a lui nella risoluzione dei problemi della sua età (fatta eccezione ovviamente per i problemi che non sono alla sua portata),  un figlio andrebbe responsabilizzato. 

Mia madre spesso adoperava la ciabatta da bambino, sempre senza farmi male ma dandomi insegnamenti. Mio padre al contrario non mi ha mai toccato con un dito ma bastava un suo sguardo per farmi congelare il sangue.

Riguardo poi i professori che oggi specialmente sono diventati disinteressati deriva dal crollo completo delle aspettative. Onestamente, al loro posto farei lo stesso. Per 1200 euro mese dove sta scritto che devo mettermi a cercare di inquadrare un ragazzo che sta prendendo una brutta strada se il giorno dopo mi vengono a scuola i genitori affibbiandomi delle colpe, denunciandomi oppure ancora peggio, picchiandomi? Ma chi glielo fa fare?

Una volta quando il professore entrava in classe tutti i bambini cessavano di parlare si alzavano in piedi e salutavano il professore, durante le ore di lezione stavano attenti e guai se volava una mosca. C'erano delle regole, questo è quello che mi racconta sempre mio padre e lui dormiva con le chiavi di casa attaccate alla porta. Oggi entra il professore e deve sgolarsi per farli mettere seduti e in silenzio e se esagera rischia...

 

La visione è sconsigliata ai deboli di cuore e ai minori. I video contengono parole offensive e lesive della dignità altrui. I video si trovano liberamente su youtube e non ho fatto altro che linkarli. 

 

 

 

 

 

 

 

https://www.youtube.com/watch?v=PTs_z1GnirM

 

 

 

 

 

https://www.youtube.com/watch?v=jzsGgxREG1g

 

Potrei continuare per ore. Questa è la realtà Daniele! Una realtà che ho vissuto in prima persona, precisa sputata per tutto il tempo delle scuole medie e dei primi anni di liceo. Ecco perché continuo a dire che a voi sembrano gravi, cose che per chi ha vissuto esperienze del genere come le ho vissute io, esperienze come quelle di questi video che si ripetevano praticamente ogni giorno, uno schiaffetto sembra una carezza, anche con 24 anni di differenza...

Io ero uno dei pochi indignati da queste "bravate" e passavo come la pecora nera della classe ma non avevano morsa su di me perché andavo tutti i giorni in palestra, facevo pugilato e se mi incazzavo di brutto diventavo peggio di loro e quindi sapevano bene nella loro stupidità che era meglio non farmi imbestialire quindi mi evitavano e mi emarginavano, e per me il pugilato è stata un'ancora di salvezza altrimenti non so proprio che fine avrei fatto se avessero avuto mordente su di me. In quinto liceo per colpa di questi imbecilli, della loro esclusione e della solitudine, passai un brutto periodo di depressione. Marinai la scuola per 3 mesi, rintanandomi nella biblioteca comunale ogni santo giorno finché non mi chiamò una professoressa alla quale voglio un bene dell'anima, che mi riportò sulla retta via. 

Vivete fuori contesto e parlate di argomenti che non conoscete perché non li avete vissuti. Vi sembrano gravi ed esagerate cose che avete vissuto 30/40 anni fa che al confronto di ciò che succede oggi sono come paragonare miccette alla bomba all'idrogeno e, tornando al discorso della storia, se c'è una cosa che la storia insegna è che se questo eccesso di perbenismo ha portato questo risultato forse è il caso di fare alcuni passi indietro.

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Ragazzi, ogni tempo ha le sue sfide e le sue soluzioni.

 

Sicuramente il contesto familiare incide al 90%...per cui c'è poco da sperare nella scuola o in qualsiasi struttura educativa esterna, che comunque è marginale.

 

La società insidia e ha sempre insidiato ... per cui come ne siamo usciti indenni noi grazie a lavoro dei nostri genitori, così ne usciranno indenni (spero) i notri pargoli.

 

C'è solo una questione, spesso il rischio è quello di cadere nel caso dell'allenatore da bar; personalmente parlando confermo che il lavoro di genitore non è per niente facile e comunque sia non lo è mai stato.

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La visione è sconsigliata ai deboli di cuore e ai minori. I video contengono parole offensive e lesive della dignità altrui. I video si trovano liberamente su youtube e non ho fatto altro che linkarli.

 

La visione sarebbe certo sconsigliata ai minori, temo però che i minori questo consiglio non lo ascoltino. Al contrario. Il web, YouTube in questo caso, amplifica l'imbecillità in modo incontrollabile. Ciò che un tempo poteva succedere all'interno di una classe, rimaneva sostanzialmente chiuso all'interno della classe. Ora l'inciviltà deve essere comunicata al mondo intero. Il problema dell'emulazione è reale: se vedo che in quella classe (magari dall'altro capo dell'Italia) si sono spinti a tanto, cosa posso inventarmi per superarli in nefandezze? Qualunque cosa sia, di sicuro farò in modo di farmi fare un video dai compagni classe, per lasciarne testimonianza e perché l'umiliazione subita dal professore di turno non rimanga confinate fra le mura della classe.

 

E pur essendo favorevole all'impiego delle nuove tecnologie in classe, trovo tutto questo molto rischioso.

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