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Piano Concerto - Forum pianoforte

Come portare a velocità elevata un brano


Genesis
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Buonasera ragazzi. Volevo chiedervi un consiglio perchè mi sento un po' "disperato". Devo iniziare il secondo anno del primo livello e dovrò portare 6 preludi e sei fughe del Clavicembalo Ben Temperato.

Sto avendo a che fare con il secondo preludio e mi chiedevo...voi come portate a velocità un brano?

Ho letto il libro "I fondamenti dello studio del pianoforte" di Chang in cui egli afferma (secondo me a ragione) che aumentando mano mano con il metronomo si incappa in dei muri di velocità.

Ho provato il suo "suonare parallelo" sfruttando gli attacchi ad accordo ma non ha sortito gli effetti sperati. Non so davvero come fare...consigli su come portarlo a velocità(tipo 100 la semiminima)?

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pianoexpert purtroppo non li ho trovati, dovresti dirmi il topic preciso in cui li hai scritti, non vorrei farteli ripetere e disturbare.

TheSimon è proprio quello che dice anche chang nel suo libro.

Il problema nel portare a velocità è fare tutto preciso (tutte le note uguali,non con una con durata maggiore o minore della successiva) e suonare senza creare stress

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Chang suggerisce anche di "ciclare".. funziona.

 

Io frammento il pezzo in blocchi, li studio separati e mai in ordine di successione.

Ciclo dove possibile e porto a memoria le parti più toste da subito.. a volte si ripete centinaia di volte sempre guardando la carta quando si potrebbe fare subito a memoria il frammento. Altre volte invece lo facciamo a memoria ma è solo meccanica.. questa non funziona.

 

ciao,

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Grazie Kklaus,ho letto il passaggio dove parla di ciclare. Ma neanchemi è chiaro. Perché afferma che "il 90% del tempo passato a ciclare dovrebbe essere a una velocità che si riesce a mantenere con agio e precisione" e poi dice di portarla "al 20% più alta di quella finale".

Il problema è...se io non riesco ad andare oltre una determinata velocità...come faccio ad andare addirittura oltre la velocità finale senza creare stress? Come si aumenta questa velocità?

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Considera che stiamo studiando un frammento, dopo che lo cicli un po' la velocità aumenta.. le mani fissano il movimento e il cervello impara le note e coordina il tutto. Se non viene, cosa che succede, lascia quel frammento. Fanne un altro, quello lo riprendi l'indomani..

 

a volte le mani si buttano quando si fanno "volate" di note (qualcuno mi dirà che sono matto).. secondo me in velocità non c'è il tempo di articolare molto le dita e allora si usa polso, braccio e peso..

 

io però ti dico quello che hai chiesto: cosa fate voi :-)

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Il problema del secondo preludio del Clavicembalo Ben Temperato (nelle prime 23 misure) è che sono quartine che vanno eseguite tutte a pari velocità.

Io arrivo massimo a 80 la semiminima(e sono ancora a mani separate). Se aumento anche leggermente la velocità sento il polso affaticarsi e devo smettere.

Ho provato a ciclare vari frammenti e la situazione non cambia.

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Ripeterò brevemente ciò che ho detto su altri post. Accelerare verso il tempo giusto è indispensabile. conviene usare alternativamente i due procedimenti di " fermata con ripetizione" e " fermata senza ripetizione". La prima consiste nel suonare velocemente le note da una unità di tempo all'altra, ripartendo  dal punto di arrivo. La seconda, ripartendo senza ripetere le note del punto di arrivo. In tutti e due i procedimenti è "vietato" fermarsi tra un accento e l'altro. Osservare come cambiamo i micromovimenti! Durante la fermata si potranno valutare le imprecisioni compiute. Via via , la fermata sarà sempre più breve, ma si inizierà a suonare da subito veloce tra una fermata e l'altra. All'inizio si partirà dalla fermata( con ripetizione) solo quando si è sicuri di raggiungere, alla giusta velocità, l'accento dell'unità di tempo successiva. Il vantaggio sta nel fatto di osservare da subito cosa avviene in velocità, cioè ciò che sarà necessario fare in esecuzione. Se quindi abbiamo quattro tempi con un passaggio di semicrome veloci , si partirà dalla prima semicroma del primo tempo per arrivare alla prima del secondo. Poi si riparte dalla prima del secondo per arrivare alla prima del terzo...e così via. E' ...più facile a farsi che a dirsi!

Buono studio

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  • 8 months later...

Il presto del suddetto preludioè tostissimo.. anche perchè presenta alcune posizioni

piuttosto scomode.. devi lavorare bene con le fermate come dice Paolo avendo cura di fare attenzione a "riposare" e

a mollare la tensione del polso ( come tutte le tensioni inutili) ad ognuna di esse.. poi eventualm  dopo essersi 

fermati ogni quartina ci si ferma ogni due (sempre facendo attenzione a "riportare a condizione", poi ogni quattro (inizio battuta)

e via andare..

Per quanto riguarda l' aumento della velocità io per molto tempo (suggerito dai miei insegnanti) ho usato il metronomo

ma sinceramente non mi sono mai trovato bene con questo procedimento.. è vero che ad un certo punto si arriva a dei "muri" come dice Chang, poi l'esecuzione mi sembra troppo "meccanica" e lo trovo insostenibile...

attualmente preferisco rilassare bene dopo ogni ripetizione di ciclo, abbandonarsi, respirare, ascoltare "la condizione" della mano

e lasciare che essa "dia" la velocità che può dare in quel momento (sempre stimolandola ad un punto di arrivo ideale) , 

mi sembra un sistema più "naturale".. ( alle volte ci si accorge che cosi facendo per un pò di ripetizioni si ferma ad 

una certa velocità.. poi senza forzare arriva uno sblocco

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Con la fermata si può osservare anche la stanchezza. Questa non deve esserci, soprattutto in velocità. Si potrà scoprire che per realizzare il pezzo in velocità si deve chiedere aiuto ai grandi muscoli che metteranno in atto spesso la rotazione. Si scoprirà che i "gesti" suonando lento e i " gesti" suonando veloci sono totalmente differenti. La fermata permette di osservare questi micromovimenti, quasi a cercarli, scoprirli, e interiorizzarli, naturalizzarli. tutti i muscoli devono essere fuori tensione. Eccezionalmente per qualche "guizzo" i muscoli possono essere "più esplosivi", ma subito deve tornare la fase di rilassatezza. Si può suonare forte anche in rilassatezza. La gravitazione, specie all'inizio dello studio, aiuta a sentire il fondo del tasto e come le dita riescano a governarsi, sopportando il peso dell'avambraccio e della spalla. Si deve partire da un "punto zero" come ben descrive Monique Dechausser nel suo libro ( in francese) l'homme e le piano. Il Maestro dovrebbe sorvegliare questo costante, iniziale, sincero "approccio" alla tastiera, corregendo eventuali artifici messi in atto dall'allievo per sfuggire alle regole, all'inizio anche apparentemente scomode, della fase di "impianto"

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Personalmente ho trovato molto utili i video di Graham fitch, di pianist magazine. Sono disponibili gratuitamente su Youtube. Per quanto riguarda il presto... credo che ogni pianista abbia la propria opinione su quanto "presto" ?

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  • 1 month later...

A mio parere se trovi stress significa che non hai ancora la padronanza delle note a livello di testo. Spesso è utilissimo riportare il pezzo molto lento per resettare e far capire bene al cervello dove sono realmente le note. Vedrai che il molto lento non è molto più facile del presto. Con la velocità il cervello salta il tutto e crea blocchi più larghi con cadenze e appuntamenti differenti. Hai studiato il tutto con le varianti?

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