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Piano Concerto - Forum pianoforte

attacco chopin op 25 n 12


nancy
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...problema di studio...che in questi giorni mi sta facendo impazzire..

lo studio in se è pronto (migliorabile ma sufficientemente pronto). ma l'attacco è una pena.

Sporco lento e rigido...in testa ho chiare posizioni e sensazioni di come va suonato ma riesco a suonarlo bene solo dopo che ci sto almeno un quarto d'ora di nervosi  tentativi  di attacco....una volta "riscaldato" con questo sistema terribile va benissimo...e lo suono bene dall'inizio alla fine...

avete consigli?....o meglio una bacchetta magica da prestarmi...!!!!

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  • 2 weeks later...

Io lo iniziavo con un ritmo ben inquadrato dentro le quartine facendo sentire bene gli accenti in basso e in alto, senza pensarci molto.. d'impeto ... senza dare una martellata però, e consapevole del fatto che si comincia con F ma a metà studio c'è FF e quindi è bello far sentire la differenza. 

 

Cosa utile è articolare bene e seguire bene la sinistra per avere la sicurezza di andare insieme con le mani, questo è il ricordo principale di come lo studiavo (e come lo studierei se dovessi riprenderlo)

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Sono ancora al mare e quindi non posso registrare...

anche io mi concentro sugli accenti estremi e prima di iniziare cerco di focalizzare il tempo d'attacco, la posizione delle mani del primo arpeggio e la sensazione fisica legata all'esecuzione. Ma anche se sta migliorando come problema, resta il fatto che se lo affronto a freddo sono rigida, lenta e sporco parecchio....dopo che ci sto sopra almeno dieci, quindici minuti viene giusto...veloce, scorrevole e pulito. Non me la sentirei mai di eseguirlo pubblicamente...non oso immaginare cosa ne verrebbe fuori

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Ma cara Nancy, è uno studio affatto facile!!!! Proprio perchè insiste incessantemente sullo stesso gesto pianistico dall'inizio alla fine. Non credo che Chopin lo abbia reso "dodicesimo" a caso! Io l'ho studiato, ma non eseguito. In passato l'ho voluto leggere, come tanti altri studi, per rendermi conto del tipo di difficoltà e di complessità. Devo dire che, naturalmente, come tu avrai già scoperto, l'equilibrio delle due spalle, dei due avambracci, delle due mani ecc.. è cosa fondamentale. Il fattaccio è che il corpo un poco oscilla per raggiungere la parte alta della tastiera e questo può portare fuori equilibrio. Studiarlo ad accordi sembra banale, ma, secondo me non lo è. Ognuno di noi ha diversa lunghezza delle dita e quindi ognuno di noi assume, con la mano, posizioni leggermente diverse suonando simultaneamente i tricordi. Il fatto è che, credo, sia fondamentale trovarsi su tutta la posizione sin dal momento che si suona la prima delle note dei "tricordi" stessi. Notavo che spostarsi con l'intera nuova posizione , senza ruotare minimamente il polso, ci aiuta a ripetere in avanti e indietro gli stessi gruppi di note, ripetendo la "stessa posizione" , la stessa medesima "cosa",senza l'idea di dover "girare" per cambiare la posizione stessa. Forse per te , magari, Nancy, dico una cosa banale, che hai già superato. Io ho appreso questo negli arpeggi finali della Wanderer di Schubert o semplicemente suonando gli arpeggi di semicrome del finale del terzo tempo del chiaro di luna di Beethoven. Finire l'arpeggio sino al 5° e poi spostarsi sulla nuova posizione e viceversa, come se si suonassero accordi "sciolti". Trovo ciò anche mentalmente più facile. In questo studio, questo tipo di trovata tecnica è inevitabile. Un po' come abbiamo detto nelle scale: non pollice sotto, ma pollice a fianco. Mai ruotare il polso. Ecco che tra il suonare il tricordo e il suonare le note in successione...la differenza di movimento è minimo, quasi impercettibile. Spero di non essere stato banale, altrimenti ad abundantiam! Buon mare!!!

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....no Paolo, non sei stato assolutamente banale! Io mi sono stranita perché la tecnica che tu descrivi benissimo l'ho acquisita e reggo bene tutto il pezzo sentendolo mio e non più tanto difficile. Probabilmente è un problema più psicologico. Cercando di capire cosa succede ho l'impressione che il problema sia una sorta di irrigidimento iniziale. Un atteggiamento mentale sbagliato..su cui sto lavorando..

Le cose che suggerisci per lo studio sono molto utili in più ho lavorato anche sulla scioltezza del movimento nel cambio 5-1..e sono soddisfatta del risultato. Peccato non poterlo suonare di getto...

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.......E' come volare. La prima volta che si prende un aereo si è felici, curiosi, elettrizzati ecc. e tutto ciò non lascia spazio alla paura. Via via che si prendono aerei, si impara a conoscere tutte le manovre del pilota, e modi di atterraggio e decollo, il metodo di avvicinamento. In parole povere si aquista "più coscienza" di cio' che accade. Non credi che nella Musica sia la stessa cosa? Non dimentichiamo di "voler" volare e lasciamoci andare. Autorizziamoci addirittura ad essere fallibili e non stiamo lì a pensare che da un momento all'altro potremmo sbagliare. La Musica ci vuole disponibili e disponibili a rischiare. Solo dopo si vedrà cosa non è andato e perchè. Sei brava e ti puoi permettere di entrare nella Musica senza chiedere "permesso".

Oggi rivedevo su SKY un concerto della Mutter con Andre' Previn, ormai settantacinquenne, al pianoforte. Grandissimi virtuosismi in una sonata di Mendelsohn. Eppure la tranquillità e la rilassatezza prevaleva e si trasformava in grandissima energia. Naturalmente non dico a te questo, Nancy. Tu sai ben gestire le tue possibilità tecniche. Lo dico, perchè mi dai l'occasione di generalizzare.  Grazie e ciao

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.....le tue parole descrivono a meraviglia due concetti fondamentali. Imparare a lasciarsi andare accettando i rischi e la fallibilità del grande gesto pianistico. A volte si ascoltano troppi cd e pochi concerti. Spesso si è marchiati a vita da insegnamenti castranti....ecc. ed inoltre spesso si rimane invischiati nei propri limiti, senza avere il coraggio di lanciarsi e volare liberi.

 

Mi stampo le tue parole e le tengo care come uno dei migliori insegnamenti ricevuti. Grazie.

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  • 3 months later...

Bella discussione! Studio direi molto impegnativo; non mi sogno neppure di avvicinarmi ad uno studio simile...mamma mia. Concordo pienamente con Paolo sui consigli; il mio maestro mi ha sempre detto ad un certo punto...vai vai...dai fiducia alla mano!!! E funzionava! Forse il limite psicologico sta proprio in quello no?

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