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Piano Concerto - Forum pianoforte

Indolenzimento arto sinistro


Jack
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Buonasera,

benchè vi legga assiduamente è da un po’ che non intervengo sul forum. Torno a scrivere perché avrei gentilmente bisogno di un’informazione e di un consiglio.

In primis, vorrei acquistare il libro di Sandor “come si suona il pianoforte”. Ho scaricato il pdf ma vorrei il testo cartaceo. Purtroppo non è reperibile in alcuna libreria della mia città, né riesco a trovarlo on line. Gradirei se qualcuno mi fornisse il link di un venditore. Grazie.

 

Veniamo ora al punto:

Da metà Marzo ho cominciato a prendere lezioni di pianoforte. Purtroppo accade che dopo un po’ che suono  comincio ad  accusare un indolenzimento al braccio sinistro, per l’esattezza avambraccio, polso e parte del dorso della mano. La cosa era trascurabile nel periodo in cui sono stato a lezione (fino a Giugno), ma ora che mi esercito a casa il problema si è acuito notevolmente. Il mio maestro mi disse che poteva essere la rigidità che ancora manifesto nel movimento dei polsi e nel fatto che tendo ad abbassare il polso sinistro. Ho lavorato su quest’ultimo aspetto. Sulla rigidità trovo invece molta difficoltà. Ad oggi non riesco proprio a non tenere gli arti un po’ in tensione mentre suono. Devo ancora lavoraci quando riprenderò le lezioni. Ciò che non mi quadra, però, e’ che il disturbo non lo avverto affatto sulla mano destra. E non capisco il perché. Mi viene da pensare che ciò dipenda dai movimenti che devo fare con la sinistra sul pezzo che sto imparando. Il maestro mi ha detto di fare dei movimenti “arcuati” nel passaggio da un accordo all’altro e di lavorare molto “di polso” sulla seconda battuta degli accordi ripetuti.

Ho caricato un video in cui “strimpello” Chopin (di seguito il link):

 

 

Scusandomi per lo scempio che ne faccio, gradirei davvero se mi poteste segnalare eventuali movimenti errati/imperfezioni che compio con la sinistra in modo da poterli correggere in questi mesi di assenza dalle lezioni.

Ho anche pensato che il mio disturbo potrebbe derivare da una cisti che ho al polso sinistro da anni diversi anni (da non confondere con l’osso ben visibile, sono decisamente magro). Tale cisti non mi ha mai creato fastidi, ma temo che con i movimenti al pianoforte essa possa esercitare una pressione su nervi e tendini con conseguente indolenzimento. Non so se devo rivolgermi ad un medico per farla aspirare, o eliminarla chirurgicamente. Fatto stà che questo dolorino all’arto sinistro mi dà da pensare. Ho paura che continuando ad esercitarmi potrei peggiorare la situazione e l’idea di dover stoppare sul nascere questa meravigliosa avventura che ho intrapreso da pochi mesi mi angoscia non poco. Domani caricherò un video ripreso dal basso, dove i movimenti che compio con l’arto sinistro sono meglio visibili. In questo che ho già caricato, prima di cominciare a "suonare" mostro le parti che mi fanno male.

Vi ringrazio per ogni consiglio che vorrete darmi. 

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Un video ripreso dal basso (di seguito il link):

 

 

In effetti, riguardandomi, tendo ancora ad abbassare il polso. Ma può dipendere tutto da questo? Per il resto non mi pare di fare movimenti grossolani. E comunque sulla destra non ho problemi.

Dove stà l'inghippo? Perchè ho questo dolore?  :(

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Ciao Fulvio. Vorrei vedere una ripresa dove ci sei tu e non solamente la tastiera e parte dell'avambraccio. Per valutare se ci sono delle tensioni mentre suoni vorrei valutare una ripresa in cui ti si vede completamente, possibilmente con una maglietta a maniche corte che ti lasci scoperto il tricipite ed anche che inquadri la postura generale quando ti siedi a suonare, insomma che ti riprenda dalla testa ai piedi inclusi. Partiamo dal presupposto che dolori del genere vengono sempre per questioni di irrigidimento dei muscoli. Devi imparare a controllare la tensione e suonare in completo rilassamento muscolare sfruttando il peso del braccio e la forza di gravità, ci sono degli esercizi da poter fare, realizzai qualche tempo fa anche un video per qualche amico del forum. Da qualche parte ci dovrebbe essere, dove parlavo proprio della tecnica del peso... Laddove ci sia la necessità di suonare fortissimo e dunque non bastasse il peso, è possibile intervenire con un impulso muscolare (nota bene, un impulso). Significa che la forza muscolare interviene solo nell'istante in cui devi suonare un accordo fortissimo. Non avrebbe senso continuare a premere con la muscolatura sulla tastiera dopo che il martelletto ha lasciato la corda. Aspettiamo una ripresa in cui ti si veda sano. 

 

A presto. 

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Grazie per la risposta Simone.

Quando mi metto al piano cerco sempre di assumere la giusta postura, con schiena dritta, sgabello alla giusta altezza in modo che avambracci e polsi siano grossomodo paralleli al pavimento, seduta “in avanti” (non immaginavo che esistessero apposite panchette con seduta obliqua) e piedi in prossimità dei pedali.

Controllare la tensione muscolare è, invece, una pratica che trovo alquanto ostica, che sto cercando di metabolizzare e sulla quale il mio maestro insiste parecchio.

Quando faccio gli “esercizietti” dello SCHMITT mi rendo conto di essere “in tensione” perché le dita che non pigiano sui tasti mi tremano un po’ (sono “nervosette”) e tendono a “sparare”  verso l’alto. Cosicchè prima di proseguire con la diteggiatura il maestro mi fa mettere a riposo tutte le dita “passive” (diciamo così) sui tasti corrispondenti ed eseguire a fine esercizio delle lente e prolungate rotazioni del polso.

La verità e’ che, purtroppo, ancora non mi è chiaro il discorso del peso del braccio. Nel senso che effettuando banalmente una “caduta” sulla tastiera, non esercitando alcuna “forza” la mano casca, c’è poco da fare. Se ciò non avviene è perché:

- o lavorano le dita (col trasferimento del peso) che “arpionano” il tasto e reggono il peso dell’arto. Nel qual caso sono le dita “attive”sulla tastiera a stare in tensione trasferendo il carico lungo tutto il braccio fino alla spalla (mi figuro l’arto come un ponte sospeso, del quale spalla e dita sono i pilastri portanti). Eppure, ciò mi pare possibile se si fanno gli esercizietti del Beyer. Ma se suoni “l’eroica” op.53 come fai a effettuare il trasferimento del peso? Non lo capisco…  :(

- oppure a reggere tutto è direttamente il braccio/spalla, nel qual caso le dita “galleggiano” eleganti sulla tastiera (che è poi ciò che fanno tutti i concertisti che vedo in rete, credo). Tuttavia, nel mio piccolo, in tal caso dovrebbe duolermi il braccio, non l’avambraccio e il polso come accade.

Insomma ho le idee confuse, e come si possa suonare a tensione zero (e lavoro zero), sfruttando esclusivamente il peso del braccio e la gravità… ancora devo capirlo.

Ho visionato anche gli interessanti video di PianoExpert riguardo la muscolatura interessata nella tecnica pianistica. E benché tutto mi sia chiaro in teoria, quando mi metto al piano “le tensioni” non se ne vanno.

Ad ogni modo, l’anomalia sta nel fatto che l’arto destro (spalla/braccio/avambraccio/polso e dita) non risente di questa tensione che sperimento al pianoforte. Solo il sinistro.     

Ho caricato altri due video a “figura intera" (come mi hai chiesto) che ho fatto al volo e che rimuovero' da youtube nei prossimi giorni. Spero che potrai darmi qualche indicazione per migliorare la mia postura e migliorare il mio equilibrio.

PS. Non trovo il tuo video. Peccato, mi sarebbe stato senz'altro d'aiuto. Continuo a cercarlo.

 

https://youtu.be/n_aOc2UJxMM

 

https://youtu.be/ucH_Xs8Cqzk

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Ciao fulvio, mi dispiace stia avendo questo genere di problemi! Ti dico quello che mi viene spontaneo osservandoti nell'ultimo video, ma è difficile aiutarti senza la presenza perché i concetti sacrosanti che ti ha ben esposto simone purtroppo richiedono un lavoro di dimostrazione dal vivo...a parole è più difficile.

Come è normale che sia per chi inizia a studiare trattieni molta energia proprio su tutto il braccio sx. Mentre sul destro sei già leggermente più rilassato...

Il consiglio che mi sento di darti non potendo far vedere dal vivo quali sono i movimenti utili a farti rilassare sulla tastiera è quello di frammentare in singoli accordi quello che suoni. Studia il movimento del braccio che si rilassa ad ogni nota che esegui. Poi colleghi eseguendo sempre lentamente e con molta fluidità il basso all'accordo. Cerca la sensazione giusta...una volta che la sperimenti ti verrà più spontaneo cercare di riprodurla e il movimento diventerà più spontaneo. Dovresti acquisire una maggiore flessibilità del polso.....

Oddio! Credo proprio di non esserti di grande aiuto da qui....Simone è decisamente più bravo nelle spiegazioni! Penso di essermi capita solo io!

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Ciao Nancy, ben trovata.

 

Se ho ben capito devo soffermarmi su ogni nota e cercare il corretto posizionamento dita/polso in modo da minimizzare le tensioni muscolari. Stesso discorso per il movimento del braccio da una nota/accordo al successivo. 

In pratica, ragionando sulla chiave di basso (2° battuta), mi posiziono sul LA con il 5°dito e cerco la giusta posizione dito/polso. Poi mi sposto sull'accordo LA/DO/MI (5-3-1) ("sperimentando" il movimento più fluido possibile) e ripeto il rilassamento, cercando di azzerare le tensioni su questo nuovo accordo... etc.

Pian piano dovrebbe venirmi naturale.

 

Proverò senz'altro... Ogni suggerimento è ben accetto!

Grazie per il tuo intervento.

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Si, mi è chiaro che devo concentrarmi su questo aspetto. Altrimenti lunghe sessioni al pianoforte saranno sempre precluse dall'insorgere di tensioni muscolari.

Provo un pò a seguire la via che mi hai indicato e vediamo se trovo la quadratura del cerchio.

Attendo anche eventuali consigli da Simone (se vorrà, ovviamente).

PS. Nell'elenco dei video corsi non riesco ad accedere alla sezione relativa alla "tecnica pianistica". Più esattamente il link che rimanda al video apre una pagina bianca.  

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Grazie per i video che hai postato. Mi danno molti spunti di riflessione.

Come giustamente dici alla fine del primo video, in questi casi l'unica è comunque affidarsi alle "cure" del maestro.

In realtà, seguendo il consiglio di Nancy mi sono concentrato sulla ricerca della "rilassatezza" del gesto, e ho trovato un paio di utili accorgimenti:

1. muovere/alzare l'arto (sinistro) da un accordo all'altro utilizzando non l'avambraccio, come facevo prima, ma la spalla/braccio. Così facendo all'avambraccio non registro più quasi alcun indolenzimento.

2. per quanto riguarda la tensione polso/mano, invece, trovo giovamento nell'effettuare il passaggio del peso in modo per così dire..."estremo". Ossia non limitandomi ad "arpionare" il tasto con posizione della mano comunque canonica a "cucchiaio", ma rilassando ulteriormente la mano in modo che il dito resti aderente alla tastiera quasi per "attrito". Spero di essermi spiegato. Alla fine assumo una postura... alla "Horowitz"  :P .

Il punto è che, benchè trovi beneficio da questi due accorgimenti, non sò se sono corretti in termini di tecnica pianistica (il 2 credo proprio di no). Quindi per questo periodo estivo mi "arrabbatto" come posso e quando riprendo le lezioni a fine Settembre/Ottobre ne discuto col mio maestro.

Grazie per i consigli.

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Mi colpisce l'osservazione di Nancy e da là vorrei partire. Non che le osservazioni di Simone non siano giuste, anzi, come ben vediamo, ha postato anche alcuni video molto utili.

Vorrei raggirare l'ostacolo, non per sfuggirlo bensì per cogliere l'occasione di generalizzare. 

Il fatto di non crearsi troppe preoccupazioni , di non teorizzare troppo, a volte è utile. Nel caso dell'apprendimento da adulto, subentra un grande spirito critico inconscio. L'adulto è mentalmente "strutturato" e per lui sarà molto più difficile imparare a sciare, a giocare a tennis, a suonare il pianoforte abbandonandosi al semplice "fare". Partire dalla rilassatezza e basta è un buon inizio. Se subentra rigidezza e tensione in un accompagnamento della sinistra che richiede pochissimo, vuol dire che c'è sotto una elaborazione mentale critica. Anche cambiare pezzo non è male. L'attenzione del Maestro sarà la migliore guida. Guarda anche i miei video tutorials sulla tecnica pianistica. Qualche giorno di riposo e poi iniziare di nuovo. In un mio tutorial spiego ed esemplifico come , pur tenendo salde la punta delle dita, posso tenere i muscoli del braccio e dell'avambraccio fuori tensione. L'impulso di cui parla Simone è giusto, ma secondo me può essere naturalizzato in una fase avanzata. All'inizio l'allievo può solo agire sulla gravitazione e sul rilassamento.( postura molto naturale della mano, senza immagini "rattrappite")

Nel pezzo in questione, allora, come spostare il braccio e la mano da una parte all'altra della tastiera? Si provi lentamente a fare questo movimento come se tutto il braccio fosse pendente dalla spalla, rilassando tutti ...dico tutti i muscoli del braccio e dell'avambraccio. La sensazione che si deve cogliere è quella di un "braccio morto". Questo concetto della mobilità delle spalle servirà in futuro a sviluppare il pp, il p, il mf, il f. 

RIcordo di aver ascoltato e visto a distanza ravvicinatissima W. Bachaus suonare come bis Warum di Schumann tratto dai fantasiestuck. Le sue spalle erano molto mobili e le braccia dolcemente comandate da questa rilassata sospensione, che in un attimo poteva divenire appoggio massimo. Mille colori uscivano dalla tastiera e le voci cantavano in una timbrica differenziata. Non lo dimenticherò. 

Quindi per ora poche regole ma sane. Pochi movimenti, ma giusti. Più rilassatezza.

 

P.S. in questo brano vale la pena suonare, caso mai, con più gravitazione la mano destra che diverrà molto cantabile. La sinistra fa e deve fare molto poco, se non scandire il dolce e lento tempo di valzer.

Buono studio

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Il fatto di non crearsi troppe preoccupazioni , di non teorizzare troppo, a volte è utile. Nel caso dell'apprendimento da adulto, subentra un grande spirito critico inconscio. L'adulto è mentalmente "strutturato" e per lui sarà molto più difficile imparare a sciare, a giocare a tennis, a suonare il pianoforte abbandonandosi al semplice "fare".

 

Credo sia una corretta interpretazione. Nel mio caso, a ciò si somma un approccio abbastanza razionale (attitudine caratteriale) allo studio del pianoforte. Cerco di “pianificare” ogni gesto. E ciò, come dici, può essere controproducente.

 

In un mio tutorial spiego ed esemplifico come , pur tenendo salde la punta delle dita, posso tenere i muscoli del braccio e dell'avambraccio fuori tensione.

 

Ho iniziato a visionare i tuoi tutorial sulla tecnica pianistica. La spiegazione che citi sarebbe il “Sacro Graal” che vado cercando. Perché, come ho già scritto in un post precedente, proprio non riesco a capacitarmi di come possano essere rilassati polso, avambraccio e braccio se i terminali (dita) arpionano i tasti e dunque non sono rilassati.

 

Nel pezzo in questione, allora, come spostare il braccio e la mano da una parte all'altra della tastiera? Si provi lentamente a fare questo movimento come se tutto il braccio fosse pendente dalla spalla, rilassando tutti ...dico tutti i muscoli del braccio e dell'avambraccio. La sensazione che si deve cogliere è quella di un "braccio morto". Questo concetto della mobilità delle spalle servirà in futuro a sviluppare il pp, il p, il mf, il f. 

 

Anche qui, purtroppo non capisco come si possa avere la sensazione di un “braccio morto” :( . Perchè nel momento in cui “mi muovo” da un accordo all’altro, interviene necessariamente una forza muscolare per alzare/spostare l'arto. Che poi sia la spalla, il braccio o l’avambraccio a lavorare è una scelta del “pianista”, immagino. Nel mio caso ho notato un minore “affaticamento” utilizzando la spalla/braccio piuttosto che l’avambraccio. Cosa ragionevole dal momento che il braccio ha una capacità muscolare superiore all’avambraccio.

  

P.S. in questo brano vale la pena suonare, caso mai, con più gravitazione la mano destra che diverrà molto cantabile. La sinistra fa e deve fare molto poco, se non scandire il dolce e lento tempo di valzer.

Buono studio

 

Mi sto convincendo che lo studio del pianoforte sia un percorso da compiere con estrema gradualità, con i giusti tempi che necessitano per apprendere e metabolizzare la teoria musicale e la tecnica pianistica.

Da profano credevo che suonare questo strumento si traducesse nell'abilità di leggere uno spartito e "beccare" le note sulla tastiera  :D. Chiedo venia! 

Molte osservazioni/consigli che mi date non riesco neppure a comprenderli. Ad esempio, benchè abbia visionato più volte il video di TheSimon non ho ben compreso in cosa consista il "cantato". Immagino sia ciò che sul Pozzoli si identifica con la trattazione dei "solfeggi cantati"... 

Riguardo l'utilizzo della "gravitazione" con la mano destra, si tratta di utilizzare maggiormente la tecnica della "caduta"?

Il mio peccato originale (per così dire) è stato quello di aver cominciato da adulto, cosicchè  il mio approccio è stato quello di voler raggiungere in tempi brevi dei risultati che “mi” gratificassero. In tele ottica ho “forzato” le scelte del mio maestro (il brano in questione l’ho voluto io).

Credo di dover rivedere assieme al maestro il mio percorso di studi e mettermi completamente nelle sue mani.  

 

Grazie per l'intervento. 

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...guarda, iniziare da adulti ha i suoi pro e contro. Certamente hai una maturità emotiva e una consapevolezza di obiettivi maggiore rispetto ad un bambino..non è tutto più faticoso.ma giustamente come ben diceva Paolo si cerca di strutturare e razionalizzare troppo anche cose che devono essere più sensoriali.

Molti gesti pianistici vanno insegnati di presenza per evitare che frasi come "braccio morto" che è usuale nel gergo pianistico resti nebulosa. se non la si sperimenta guidati dalla presenza fisica di un insegnante (che sulla base del feedback dell'allievo lo guida), non si riesce a trasformare questo concetto in una sensazione empirica tua.

Comunque...

Fai una prova.....mettiti in piedi e fletti completamente il busto in avanti lasciando penzolare le braccia...controlla il penzolamento dalle spalle lasciando invece tutto l'arto completamente rilassato a penzoloni...sempre mantenendo questa sensazione di rilassamento gestisci il dondolio variandone la velocità e la direzione. Noterai che anche il braccio partecipa non è completamente "un peso morto", ma è comunque rilassato ed é sospeso principalmente dalla spalla. In questa posizione ti è di grosso aiuto la gravità ma grossomodo sulla tastiera hai una partecipazione simile della spalla, braccio, e avambraccio. Le dita che "arpionano" non spingono esercitando forza...ma semplicemente contrastano la caduta per gravità del braccio rilassato.

Nel pezzo che stai facendo il braccio sinistro descrive (dal basso all'accordo) degli archi in cui è sostenuto prevalentemente dalla spalla e il braccio "dondola" completamente rilassato...."morto" significa che non spinge. Il polso si flette morbidamente tirandosi dietro il peso della mano.

.....

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Grazie Nancy dell'aiuto! Sono stato troppo "sommario"......o forse troppo complicato. Insomma proprio quell'arco "descritto" di cui tu parli, Nancy, vorrebbe suggerire di muovere dalla spalla e far si che la mano e le dita siano le ultime a lasciare la tastiera  per spostarsi.( vedere anche le foto del libro di Sandor) In questa maniera si crea anche un "modo di legare"efficace, magari, per tratti di spostamento più brevi. Trovo giusto ed intuitivo il suggerimento delle dita che "contrastano la caduta per gravità".

All'inizio molte cose sembrano difficili...ma poi divengono naturali...come parlare e camminare.

Non ti rammaricare , Fulvio, a proposito della scelta del brano. Va benissimo. Non è eccessivamente difficile. Però si tratta di Chopin.

Non vorrei averti complicato le cose...a distanza. L'ultima cosa che voglio dire è "osservarsi". Quando i movimenti non sono naturali e rilassati...qualcosa non va. Il Maestro vigilerà su questo e non solo. 

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