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Piano Concerto - Forum pianoforte

Tecniche di memorizzazione


campanella700
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Salve a tutti, una domanda...
Tra gli obiettivi che sono indicati per un miglior apprendimento dello strumento, vengono spesso menzionate le "tecniche di memorizzazione", ovviamente da applicare nello studio e quindi maturare e consolidare nel e col tempo...
Nello specifico, cosa sono e come possono essere applicate allo strumento queste tecniche? Ci sono vostre esperienze sull'argomento che avete voglia di condividere?
Grazie a tutti :)

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  • 2 weeks later...

Certamente. Frank, da compositore, insisterebbe per una analisi armonica.....e avrebbe ragione. Una memoria consapevole, credo sia fatta di una buona sensazione si come ci si muove, "fluttuando", tra le modulazioni, fino ad arrivare a scendere nei particolari. Nei passaggi molto veloci, come dice Sandor ci si affida anche ad una certa cineticità , cercando di stabilire dei punti, dei cardini, dei "blocchi" mnemonici. La ricetta, credo, sia una cosa molto personale. Penso però che un'opera viene approfondita proprio mettendola a memoria. Questa è opinione di molti musicisti. Non dimentichiamo la bellissima espressione francese: a memoria="par coeur"....nel cuore!!!!!E anche la famosa frase di Mozart: "3 cose sono indispensabili al pianista musicista: la mente, il cuore,le dita" ( notare l'ordine!!!)

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  • 2 weeks later...

In effetti...La mente come creatrice, il cuore come umile e amorevole cantore e...le dita...quelle che eseguono ma alla fin fine serve di tutto il resto.

Il mio maestro un giorno  disse: " La tecnica nel pianoforte è l'1%, ma senza quella non è possibile mettere in piedi nulla"

 

Capire un pezzo prima di suonarlo è forse la cosa più importante e...se ci facciamo caso forse lo si sceglie proprio perché lo si è già capito un poco.

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  • 2 weeks later...

Io non suono mai a memoria. Questa è una mia grossa limitazione/decisione. Alla fine della fiera imparo quasi tutti i brani a memoria ma in esecuzione davanti al pubblico non mi fido della mia memoria per poter suonare senza spartito. Magari lo osservo poco ma devo averlo davanti. Per quanto mi riguarda non è un disdegno o una bestemmia suonare con uno spartito davanti. Non avere l'esigenza di memorizzare mi ha dato la possibilità di incrementare molto il repertorio pianistico. Ho suonato tanto e di tutto. Se avessi dovuto imparare tutto a memoria per un concerto forse avrei suonato la metà del mio repertorio. 

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Io invece funzionò al contrario....se tengo lo spartito non mi concentro mai del tutto per cui tendo a leggere e memorizzare subito. Il danno è ovviamente, maggiore lentezza di studio e quindi riduzione del repertorio...un rischio è anche quello di leggere lo spartito troppo poco e memorizzare male i dettagli.

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A parte le preziose esperienze degli amici del Forum, condivido in questo spazio un pensiero di tal Sviatoslav Richter:

 

"Mi sono deciso ahimé troppo tardi a tenere davanti lo spartito durante i concerti, nonostante avessi intuito da tempo che bisognava farlo.
È paradossale ma... in un’epoca in cui il repertorio era più ristretto e meno complesso si suonava abitualmente con lo spartito e questa saggia usanza fu interrotta da Liszt.
Oggi la testa – piuttosto che ben fornita di musica – è sovraccaricata da una abbondanza superflua, e rischia di affaticarsi pericolosamente. Che infantilismo e che vanità, fonte di fatiche inutili, questa specie di gara di prodezza della memoria, quando bisognerebbe soprattutto fare della buona musica che tocchi l’ascoltatore! Mediocre routine in cui si crogiola una gloria mendace e che il mio caro professore Heinrich Neuhaus tanto biasimava.
L’incessante richiamo all’ordine dello spartito darebbe meno licenza a questa “libertà”, a questa “individualità” dell’interprete con cui si tiranneggia il pubblico e si infesta la musica, e che non è nient’altro che mancanza di umiltà e di rispetto per la musica stessa.
Certo non è cosi facile essere assolutamente liberi quando si ha lo spartito davanti e ci vuole molto tempo, lavoro e abitudine, per questo è meglio cominciare il più presto possibile.
Ecco un consiglio che darei volentieri ai giovani pianisti: adottare finalmente questo metodo sano e naturale che permetterà loro di non annoiarci vita natural durante con gli stessi programmi, e di crearsi loro stessi una vita musicale più ricca e variata."

 

In generale è una questone personale, ci sono brani dove ha più senso memorizzare e brani dove ha meno senso...

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....bellissime considerazioni che riassumono in effetti ciò che, secondo me, bisognerebbe essere capaci di fare. suonare liberi dallo spartito è estremamente gratificante (si suona a cuore aperto) e si possono raggiungere livelli interpretativi notevoli, ma essere comunque capaci di dare altrettanto con lo spartito potrebbe essere altrettanto grandioso sia in termini di risorse mentali che emotive...ed effettivamente "salva" da parecchie libertà che inevitabilmente ci si prende proprio quando si è convinti che la memoria sia solida  e affidabile.

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...citazione per citazione

 

https://www.rodoni.ch/busoni/saggi/suonarememoria.html

 

FERRUCCIO BUSONI - DEL SUONARE A MEMORIA

Vom Auswendigspielen.
B.81, 11.118 (parziale), LM.8, R.16. In «Die Musik», VI (1906.07), n. 15, maggio, per un'inchiesta promossa ivi nel marzo da Wilhelm Altmann (il famoso musicologo, 1861-1952; l'intervento vi apparve preceduto da quello della vedova e biografa di Hans von Bulow, Marie, e seguito dalle conclusioni di Altmann.

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  • 2 weeks later...

Bella questa di Richter...forse avevo letto qualcosa ma...era lui per caso che aveva la partitura nascosta dentro il frac??

Sono con te Simone e spero che nel mio caso non sia un limite; io sono veramente uno spartito dipendente. Quando suono un brano a memoria mi sento meglio senza ombra di dubbio ma...piano piano qualcosa vado dimenticando, ammanierando, tralasciando etc. etc.

In accordo con Frank sul senso del memorizzare in base alla funzionalità del brano.

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