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Piano Concerto - Forum pianoforte

Pianoforti digitali


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Suono solo musica classica. Avevo un Clavinova Yamaha, ma non mi soddisfaceva  sia per i suono che per il tocco della tastiera.

Ho acquistato 2 anni or sono un Kawai CA 65, e mi sono trovato subito meglio, sia in cuffia (Sennheiser HD 598) che senza, soprattutto per il tocco.  Aumentando la difficoltà degli  Autori e degli spartiti ( ad esempio Debussy  e Chopin Notturni) ho difficoltà nei pianissimi.

Avendo un tocco leggero, pur sfruttando al massimo le regolazioni elettrroniche disponibili, mi succede spesso di non ottenere quanto voluto e nelle scale veloci qualche nota salta.( n.b. faccio tanti esercizi come facevo per l'esame di quinto)

II nuovo Kawai CA 97 offre qualcosa in più nelle meccanica della tastiera e nel tocco, o mi tengo il mio Kawai 65?

PS. abito in un condominio e devo per forza usare un pianoforte digitale, perchè se vado a suonare una polacca di Chopin, chiamano i vigili urbani per disturbo della quiete.

Grazie per chi mi può illuminare. Nonno mario

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Caro Nonno Mario, innanzitutto ben venuto sul nostro forum. 

Il CA 97 è un pianoforte digitale sicuramente migliore del CA 65 ma non credo che risolverai il problema.

 

Essendo abituati a suonare sui coda acustici, questi ci forniscono infinite possibilità ed infinite sfumature. Nel digitale avviene un cambio di dominio (da "continuo" nell'acustico a "discreto" nel digitale) e questo ci limita moltissimo. Il protocollo MIDI offre 127 livelli di dinamica ma i campionamenti sono molti meno. Ormai tutti i pianoforti digitali, o comunque la maggior parte, possiedono campioni di pianoforti acustici.

 

Campionare 127 livelli di dinamica sarebbe impossibile con le tecnologie attuali, o comunque molto dispendioso a livello di risorse sia per la progettazione, che per la realizzazione della libreria che per la macchina che deve farle girare e sarebbe destinata solo all'utilizzo di pochi. Ricordiamoci che siamo in un ambito consumer: le aziende produttrici devono puntare alle vendite e realizzare un progetto che potrebbero permettersi in pochissimi non venderebbe essenzialmente per una motivazione. Il prezzo sarebbe elevatissimo, perché come già detto la progettazione dovrebbe essere molto impegnativa, così come il lavoro in fase di produzione ed anche l'hardware sul quale dovrebbe girare dovrebbe essere estremamente performante e dunque anche questo costoso. Far uscire un pianoforte digitale che sfrutti tutti i cambiamenti dinamici dei 127 livelli di velocity forse potrebbe arrivare facilmente ad un costo di 15/20000 euro. Chi ha 20000 euro da spendere per un pianoforte digitale potrebbe spenderli per insonorizzare una stanza della sua casa da destinare all'inserimento di un pianoforte acustico.

 

Ci troviamo dunque in una situazione molto delicata dove i progetti sono pensati proprio per l'ambito consumer che per forza di cose deve scendere a compromessi qualitativi. Di norma infatti vengono registrati dai 7 ai 21 layer dinamici sui pianoforti moderni che vengono poi spalmati sui 127 livelli di dinamica del MIDI. Sappiamo però che il suono del pianissimo non differisce da quello del fortissimo solo per una questione di volume ma soprattutto per una questione di timbro!

 

Nell'acustico ci troviamo in un ambito 'non lineare' a partire già dal martelletto. Il martelletto si comporta in maniera diversa a seconda della forza con qui questo colpisce la corda. Non a caso esso è fatto di zone più dure e zone più morbide. Le zone dure non partecipano all'azione quando la corda viene colpita nel pianissimo, viceversa intervengono nel fortissimo. La differenza di suono dunque, volume a parte, è valorizzata soprattutto dalla differenza di produzione di armonici e dunque dalla variazione di timbro. 

 

Naturalmente piccole differenze di dinamica tra due suoni non ci danno l'idea di un timbro che è cambiato radicalmente, ma via via che si aumenta l'energia la differenziazione comincia ad farsi sempre più importante ed esiste anche nella naturale evoluzione tra due dinamiche vicine. Spalmando 7 livelli di dinamica campionata sui 127 del MIDI esalta queste differenze con il risultato che nei pianissimi ascolteremmo un timbro che non è propriamente del pianissimo anche se del volume del pianissimo; questo ci darà l'impressione, nonostante il basso volume, di non trovarci nel pianissimo vanificando i nostri sforzi interpretativi. 

 

In sostanza allo stato attuale non esistono propriamente delle strade di successo ed anche se ci fossero saremmo sempre limitati dai 127 livelli di velocity che sicuramente non sono pochi ma che sarebbero comunque nulla rispetto alle infinite possibilità interpretative, dinamiche, armoniche (nel senso degli armonici), di pressione sonora, ecc... offerte da un pianoforte acustico: ecco perché anche in altri post sostenevo l'insostituibilità del pianoforte acustico. 

 

Spero di aver risposto alla tua domanda, anche se ho dovuto darti una brutta notizia. 

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[... II nuovo Kawai CA 97 offre qualcosa in più nelle meccanica della tastiera e nel tocco, o mi tengo il mio Kawai 65? ...]

 

Ciao NonnoMario,

Ho acquistato il CA97 a Febbraio e ricordo che la differenza fra i due modelli si riduce alla tavola armonica e alle casse.

La tastiera dovrebbe essere identica (maccanica GrandFeel II):

http://www.kawai.it/sites/default/files/support/cax7_brochure_it_300dpi_1.pdf

Ad ogni modo, è un acquisto che non rifarei. ll mio maestro di pianoforte poverino si sforza di celare il suo disappunto per questa mia scelta :D . E, in tutta sincerità, mi è bastato "suonicchiare" qualcosina di Schumann (L'album della gioventu' - OP.68) per rendermi conto che il pianoforte acustico che uso a lezione (sebbene non eccelso) è tutta un'altra cosa. In termini di tocco e di suono. 

Tieni conto, inoltre, che il CA97 è già assemblato (il CA65 credo di no) e trasportarlo è un'impresa. Per portarlo in mansarda ho dovuto "assoldare" tre Imbianchini che lavoravano in zona...  :rolleyes:

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