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Piano Concerto - Forum pianoforte

terzo e quarto dito


ga3tan0
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Ho notato le mani di Yuja Wang e sembra che tra il terzo e quarto dito non abbia nessuna difficoltà di legamenti....

è possibile arrivare a tale scioltezza oppure sono doti naturali?

Se c'è un metodo quali esercizi fare per slegare bene il terzo dal quarto dito?

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Quelli di Liszt li trovi anche su IMSLP (Petruci), ad esempio

 

http://imslp.nl/imglnks/usimg/b/b0/IMSLP241441-SIBLEY1802.15727.7399-39087009941412vol._1.pdf

 

e comunque

http://imslp.org/wiki/Technische_Studien,_S.146_(Liszt,_Franz)

 

Penso sia disponiible anche il cartaceo.

 

 

Mozzati lo trovi qui

http://www.di-arezzo.it/partiture/didattica-strumentale/partiture-per-pianoforte/Alberto-Mozzati/Esercizi-di-Tecnica-Pianistica/RICMI02279.html

 

La cosa fondamentale, ribadisco, è che tu ti faccia seguire da uno che conosce bene questi metodi e che ti segua costantemente negli esercizi...se fatti male creano grossi problemi. Penso che Liszt non sia adatto per studenti in erba.

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Sono sempre costati molti, comunque penso sia fisiologico, è una legge del mercato. Meno copie vendute, maggiore il prezzo.

 

Mi chiedo perchè un'artista debba condividere i suoi risultati, frutti di una vita di ricerca. Intendo, che uno pubblica un testo e mone non gli cambia nulla nella sua vita...ne in peggio, ne in meglio. Ergo, perchè farlo?

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Sono sempre costati molti, comunque penso sia fisiologico, è una legge del mercato. Meno copie vendute, maggiore il prezzo.

 

Mi chiedo perchè un'artista debba condividere i suoi risultati, frutti di una vita di ricerca. Intendo, che uno pubblica un testo e mone non gli cambia nulla nella sua vita...ne in peggio, ne in meglio. Ergo, perchè farlo?

Non credo di aver capito il tuo punto di vista...

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Prima per avere i testi dovevi comprarli, adesso puoi scaricarli gratuitamente. Per cui se un editore prima vendeva 100.000 copie all'anno e poteva permettersi un determinato prezzo...adesso che ne vende 100 l'anno ne deve per forza di cose fare un altro.

 

Dal punto di vista dell'artista, dato che l'editoria non rende nulla (se non è chiaro, intendo in diritti...ovvero SILDI), perchè decidere di pubblicare il risultato del proprio lavoro? Se devo guadagnare 0 ...per forza di cose mi terrò il mio lavoro nel cassetto e lo regalerò a chi vorrò io. Non ho bisogno di un editore per regalare qualcosa :)

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Sono d'accordo, ovviamente limitato al discorso legato alla musica.

In ogni caso certe cose non si fanno solo per un fine remunerativo ma anche e forse, in questo contesto, soprattutto per un ritorno d'immagine. 

Più cose un autore riesce a pubblicare più aumenta la sua fama pubblica e la sua richiesta. È in sostanza un lavoro che porta lavoro. 

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 in sostanza un lavoro che porta lavoro. 

...se entrambi non sono remunerati, non è lavoro ma schiavitù.

 

E in partcolare

 

Più cose un autore riesce a pubblicare più aumenta la sua fama pubblica e la sua richiesta

...semmai in questo periodo: più NON ti farai pagare e maggiori saranno le richieste che ti arriveranno.

 

Torno da capo, chi me lo fa fare?

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...se entrambi non sono remunerati, non è lavoro ma schiavitù.

 

E in partcolare

...semmai in questo periodo: più NON ti farai pagare e maggiori saranno le richieste che ti arriveranno.

 

Torno da capo, chi me lo fa fare?

Mettiamo il caso che l'autore sia molto ricco e non ha bisogno di soldi, chi glielo fa fare?

la fama!

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Io sposterei il punto di vista sulle aspettative. 

Chi si pone nella prospettiva di creare un buon lavoro, oltre all'arricchimento personale lo fa anche per guadagnarsi la fama e magari monetizzare.

La visione di TTW è un po' pessimistica perché mette davanti a tutto l'idea della non riuscita anche prima di provarci. 

La mia ottica è un po' più positiva... Io intanto ci provo poi cercherò di raccogliere quel poco che ho seminato semmai. 

Certamente se non ci provi neanche non puoi aspettarti che le cose buone ti cadano dal cielo; è un po' come il discorso di quello che si lamenta di non aver vinto mai alla lotteria senza aver mai comprato un biglietto. 

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..magari uno diventa pessimista perchè ci ha provato ripetutamente e più che richieste di lavoro non pagate o pagate meno di una colf ... non ha ricevuto.

 

 

Certo che uno ha un altro mestiere e ha la pancia piena, non può a fondo capire chi ha la pancia vuota con un mestiere che non paga...hai voglia a pubblicare. Diventerò ricco per 150 euro di diritti editoriali l'anno per libro? Vorrei far riflettere che per tirare su 1.500 al mese dovrei scrivere 120 libri l'anno...qualcuno ha idea di cosa vuole dire? Altrimenti parliamo del sesso degli angeli.

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Ok allora come la risolvi la cosa? Non scrivi più? Resti in balìa delle onde senza neanche nuotare per trovare uno scoglio? 

Dire che uno scrive un libro e non vende è più o meno come aprire un e-commerce e aspettare che gli acquirenti ti trovino con un miracolo divino. Uno apre un sito e non lo conosce nessuno. Tutti sono convinti che basta aprire un sito per ricevere milioni di visite al giorno solo perché abbiamo inserito contenuti di alta qualità, allo stesso modo di uno studioso che scrive un libro e aspetta che venda da solo. Hai idea di quanta pubblicità ci sia dietro la vendita di un best-seller. Hai idea di quanti libri migliori dei best seller ci siano in giro? Migliaia!!

Un libro non diventa best-seller solo perché è scritto bene, ci sono centinaia di migliaia di libri scritti bene e di contenuti alti, diventa best-seller perché si investe molto in pubblicità, se poi è anche scritto bene, è avvincente oppure spiega concetti difficili con un lessico semplice e alla portata di tutti questo sicuramente aiuta il passa parola. Ma non si può pensare di scrivere una cosa e fare i soldi se non la conosce nessuno. È esattamente come una bellissima isola dispersa al centro dell'oceano Atlantico e invisibile perfino ai satelliti. Chi ci va?

Innanzitutto spiegami che libro è, di cosa parla, cosa vuoi trasmettere, a chi deve arrivare... Poi si fanno delle ricerche di mercato e si capisce se c'è un pubblico più o meno vasto che sia interessato all'argomento. Dagli una copertina con una veste grafica accattivante, magari non venderà milioni di copie ma sicuramente non sarà un lavoro buttato per 150 euro l'anno di diritti editoriali.

Oggi più che mai la pubblicità è diventata fondamentale per due motivi. Il primo è che siamo completamente sommersi di prodotti, qualsiasi problema ho al 99% esiste già il prodotto che me lo risolve, quindi è già di per sé difficile trovare un'idea unica e spendibile per convertire economicamente, se poi uno la trova è l'isola sperduta nell'oceano senza che venga fatta la dovuta pubblicità.

La seconda motivazione e che siamo completamente e totalmente bombardati in modo continuo di pubblicità ovunque ma oggi l'ago della bilancia comincia a spostarsi verso il web. Sapevi ad esempio che YouTube è il settimo canale più visto in Italia dopo le principali reti nazionali? Esattamente viene dopo Rete 4. Sapevi che 26 milioni di persone in Italia (ovvero quasi la metà della popolazione italiana) usa Facebook e che i numeri sono continuamente in aumento? 

Sapevi invece che mentre nella televisione le pubblicità investono tutti i telespettatori indistintamente dall'età, il sesso, gli interessi ecc..., su facebook puoi mostrare il tuo libro solo e unicamente agli utenti potenzialmente interessati a un acquisto a costi relativamente bassi?

 

Il cuore del discorso è la pubblicità.

 

Forse tra non molto dovrò prendere in mano il digital marketing di un piccolo teatro di 100 posti a sedere. È una sfida popolarlo perché è un settore morente; attualmente mi dicono sia quasi sempre vuoto. Vedremo i risultati alla luce delle campagne Facebook e Adwords. In ogni caso pensaci...

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Certo che uno ha un altro mestiere e ha la pancia piena, non può a fondo capire chi ha la pancia vuota con un mestiere che non paga.

 

Questa la commento a parte di proposito... Se questa frase si riferisce a me, vorrei spiegarmi. Devi sapere che fino ai 25/26 anni io avrei voluto fare il pianista di professione e contemporaneamente facevo anche la specialistica all'università per tenermi un'ancora di salvezza se la prima e ambiziosa scelta non fosse andata a buon fine. 

Probabilmente non mi sono impegnato come avrei dovuto, oppure ho sbagliato il sistema o non ci ho creduto fino alla fine o ancora magari non ero così talentuoso come credevo di essere ma anche io venivo e vengo ancora oggi chiamato per i concerti solo quando questi sono di beneficienza o comunque per suonare a titolo gratuito. Un po' di "immagine", sarebbe esagerato chiamarla "fama", l'ho fatta in questo modo, a molti masterclass persone a me sconosciute mi riconoscevano venivano da me a complimentarsi ora per una registrazione ora per il sito di pianoconcerto. Le esibizioni pubbliche le ho sempre fatte con grande umiltà e felicità perché comunque l'esperienza del concerto mi è sempre piaciuta. Sono un tipo istrionico? Eccentrico? Può darsi, ma sento che ogni volta che faccio un concerto, nonostante l'ansia pre-ingresso sul palco, i battiti accelerati è un'esperienza che mi permette di comunicare con gli altri, dare una lettura delle mie intenzioni pianistiche a chi mi viene ad ascoltare ed è certamente un momento di grande crescita perché mi pone davanti a delle sfide con me stesso (gestione dello stress, fallibilità, memoria, ecc...). 

Con l'età che andava sempre avanti ho dovuto redirettare e dedicarmi ad altro perché non potevo continuare a fare concerti gratis sulle spalle di mamma e papà. La laurea mi ha certamente aiutato tanto ed oggi posso dire di avere un lavoro che mi piace e ben pagato nonostante lo ripeto, è sempre una seconda scelta, e questo lo dico con un po' di amaro in bocca. Io avrei voluto lavorare nel campo della musica con tutto me stesso anche facendo semplicemente l'insegnante in un conservatorio o in una scuola o accademia di musica, oppure ancora lavorando in uno studio di registrazione, pur di poter lavorare nel mondo della musica. Come dici tu in Italia il nostro settore viene costantemente spinto sempre di più nel dimenticatoio. Questo non toglie che ancora oggi, nonostante le vicissitudini, io continui ancora ad adoperarmi nel campo della musica, per me è una passione e posso capire benissimo il tuo stato d'animo. Non comprendo però la tua bandiera bianca. Sventolando bandiera bianca cosa pensi di ottenere? Io credo che sia sempre meglio poco che niente. Poi magari cerco di informarmi su come poter monetizzare di più il frutto del mio lavoro ma sventolando bandiera bianca dove pensi di arrivare?

Per continuare ad avere a che fare con il mondo della musica mi invento di tutto. L'ultima è il progetto ingegneriadelsuono.com dove ho già collezionato diversi lavori, alcuni anche abbastanza importanti... Certo è un grosso sacrificio perché dopo una giornata in ufficio a scrivere codice, combattere con basi di dati, gestire campagne pubblicitarie, è stancante tornare a casa e scendere in studio, accendere un altro pc e fare altro lavoro, ma al contempo è appagante perché noti con piacere che un progetto su cui hai puntato tanto che rientra nelle tue passioni sta funzionando e sta portando i suoi frutti. Se non trovi la via giusta devi metterti a cercare. Mollando tutto cosa ti aspetti che succederà? Che magicamente qualcuno si accorgerà di te?

Ho passato 30 anni della mia vita a vivere nel pessimismo poi mi sono fermato ed ho capito una cosa... Con il pessimismo non si arriverà mai da nessuna parte perché ti toglie energia, ti demoralizza, non ti permette di pensare e di muoverti e soprattutto non ti da modo di fare il passo successivo. Da lì ho cominciato a pensare positivo, a credere nelle mie idee, a dedicargli le giuste energie e la mia vita è completamente cambiata in meglio. Non immagini cosa puoi ricavare dalla positività. Se affronti i problemi con positività puoi solo trovare soluzioni. Se li affronti con la negatività tutto ti sembrerà un muro insuperabile. 

Io penso che se sei cosciente di aver realizzato un buon prodotto devi solamente trovare la strada per farlo conoscere ed esperienza mi insegna che se un prodotto è qualitativamente alto e unico nel suo genere troverà la sua fortuna.

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