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Piano Concerto - Forum pianoforte

Studente a 30 anni


campanella700
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Salve a tutti, una domanda; ho 28 anni e sto studiando pianoforte.

Studio lo strumento da pochi anni e ad oggi non sono in grado di sostenere un' esame di ammissione; credo che il mio livello sia quello di un 5° anno del pre-accademico.

Vorrei chiedervi, considerando la mia età, se è una buona idea cercare di entrare in conservatorio attraverso l'esame di ammissione; chiedo un vostro parere: vale la pena entrare in questo istituto intorno ai 30 anni? Voi lo fareste?

Il conservatorio sembra essere il luogo “migliore” dove studiare musica ma ho letto in rete opinioni di alunni che criticano il nuovo ordinamento illustrando una situazione in cui, alle volte, si incontrano varie materie nel percorso accademico (con i loro relativi esami) che, da studenti, vengono definite avvolte come perdita di tempo (rispetto allo studio dello strumento) oppure non completamente inerenti al già complesso percorso di studi del pianoforte, affrontando quindi realtà in cui si hanno “molte” materie da studiare, dovendo per forza approfondirle non riuscendo quindi a dedicarsi completamente al pianoforte.

La mia non è una critica, non conosco la realtà e vorrei conoscere la vostra opinione in merito, dal momento che sto cercando di studiare e di dedicarmi allo strumento quanto più possibile considerando la mia età rispetto al mio livello “scolastico”.

Grazie mille :)

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Benvenuto, qualche spunto

https://www.pianoconcerto.it/forum/index.php?/topic/769-lauree-o-diplomi

https://www.pianoconcerto.it/forum/index.php?/topic/1092-linee-guida-esame-ammissione-pre-accademico-conservatorio

https://www.pianoconcerto.it/forum/index.php?/topic/3907-help-equipollenze-afam

 

Dal mio punto di vista, probabilmente togli un po' di tempo allo strumento principale ma esci come musicista più colto. Probabilmente hanno considerato che uno su 100 diventa concertista ... per cui se uno deve ripiegare sull'insegnamento, meglio un maestro colto.

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Non sono d'accordo con quello che ti ha scritto l'utente Chopin. In 3 anni non si studia quello che studiavi in 10, c'è poco da dire, è logica di base. Inoltre per fare l'insegnante non sono assolutamente sufficienti i 3 anni di conservatorio. Devi integrare altri due anni di studi per la didattica della musica (vale a dire l'abilitazione all'insegnamento) ed iscriverti a code chilometriche di graduatorie per l'inserimento negli istituti musicali (Scuole Medie o Licei Musicali). 

Per l'insegnamento nei conservatori la pratica è assai più complessa. 

Con i nuovi ordinamenti hanno tolto parecchia "ciccia" alla letteratura per lo strumento. Era impensabile fare quello che si faceva in 10 anni di studi in 3 anni. Ci sono insegnanti preparati fuori e dentro i conservatori come è vero il contrario, ovvero che ci sono insegnanti mediocri fuori e dentro i conservatori. Se vuoi finalizzare il tuo percorso di studi ad una laurea allora devi entrare in conservatorio e svolgere regolarmente gli esami. Se vuoi imparare lo strumento con il tempo che hai a disposizione senza la pretesa di diventare un musicista riconosciuto allora puoi anche optare per lo studio da privatista. 

Alla base di tutto poi c'è sempre da fare un discorso su tempi di studio e dedizione. Si diventa buoni pianisti solamente se hai doti naturali, spirito di sacrificio e tanto tempo da dedicare allo strumento. Il miglior Maestro del mondo è inutile se alla base manca anche solo uno di questi requisiti. 

Se non hai senso ritmico non puoi diventare un musicista. Se sei dotato ma non hai tempo e/o voglia di studiare non puoi diventare un musicista. 

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@TheSimon

 

Se vuoi imparare lo strumento con il tempo che hai a disposizione senza la pretesa di diventare un musicista riconosciuto allora puoi anche optare per lo studio da privatista.

Non credo che per diventare un "musicista riconosciuto", come scrivi, sia obbligatorio frequentare il conservatorio; reputo, a oggi, questa regola, essenziale: aldilà di dove tu studi, se sei affiancato da degli ottimi insegnanti e dalla voglia di fare credo che una persona possa riuscire ad ottenere ciò che vuole da se stessa o dare il meglio di sè.

Non credo che chi studia abbia la pretesa di diventare un musicista riconosciuto, bensì di diventare un musicista; il riconoscimento è una variabile, credo, astratta.

 

 

Se non hai senso ritmico non puoi diventare un musicista. Se sei dotato ma non hai tempo e/o voglia di studiare non puoi diventare un musicista.

Su tempo e voglia sono d'accordo, ma credo che chiunque possa diventare un musicista; il giudizio spetta semplicemente ad altri, chiunque può apprendere, dalle basi, la musica e mattone dopo mattone riuscire a costruire qualcosa di solido; chiunque, ma, appunto, con tempo e dedizione.

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A parte che condivido buona parte del post di TheSimon, secondo me il numero 3 (riferito agli anni) non quadra.

 

Direi che sono almeno 3+2 (triennio+biennio) e inoltre l'accesso hai trienni avviene dopo selezione ... e devi essere almeno ad un vecchio 6/7 anno di conservatorio. Diciamo che 6+5 fa 11 (anni), ovvio che 3 non basterebbero.

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credo che chiunque possa diventare un musicista.

Io non sono convinto al 100% che tutti possano fare tutto nella vita, perchè la frase che segue

 

> chiunque può apprendere, dalle basi, la musica e mattone dopo mattone riuscire a costruire qualcosa di solido

 

sembra propio spostarsi su un universale.

 

Mi spiego meglio e cito prima Albert Einstein:

 

"Ognuno è un genio. Ma se si giudica un pesce dalla sua abilità di arrampicarsi sugli alberi lui passerà tutta la sua vita a credersi stupido."

 

Secondo me ha ragione Einstein, è come se dicessimo chiunque può apprendere, dalle basi, la medicina e mattone dopo mattone riuscire a costruire qualcosa di solido (e, impicitamente parlando, diventare medico ... da qui siamo partiti)

 

Uno o medico o è altro, anche io mi interesso di medicina ma non opererei nessuno e non mi fregerei mai Medico. Secondo me (e ci tengo a precisarlo) il tuo ragionamento funziona se alla base ci sono comunque delle capacità/predisposizioni/talenti e al quale poi accosti - come dici - il fatto che si passi dallo studio con dedizione. Inoltre riflettevo su una cosa, per essere medico devi essere per forza laureato, per cui aver studiato all'università (senza contare tirocinio, etc. etc.) e possedere almeno una laurea.

 

Tutto ciò non è molto distante da quello che ha scritto TheSimon.

 

Te lo scrivo nonostante sia convinto anche del fatto che la cultura musicale (che non vuol dire essere tutti musicisti) sia indispensabile affinchè il sistema musicale (a 360°) funzioni.

Spero di essermi spiegato bene

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@TheSimon

Non credo che per diventare un "musicista riconosciuto", come scrivi, sia obbligatorio frequentare il conservatorio; 

 

Forse non è chiaro cosa intendo per musicista riconosciuto. Il musicista riconosciuto è quello che in tasca ha una laurea, a prescindere dal suo valore reale. Perché è bene chiarire che quando diedi l'esame di diploma/laurea, come lo volete chiamare, c'erano persone che non erano neanche all'altezza di superare un quinto anno e Paolo potrà testimoniare la veridicità delle mie affermazioni visto che c'era anche lui. La stessa cosa avviene all'università. Ci sono persone che hanno superato esami per inerzia e alla fine si laureano, ma non hanno neanche la minima cognizione del bagaglio che dovrebbe avergli conferito lo studio. Mi domando, che professionista è uno che alla facoltà di ingegneria civile ha dovuto ripetere per 6 volte l'esame di scienze delle costruzioni prima di superarlo. Voi gli dareste in mano il progetto di un grattacielo o di un centro commerciale da realizzare? C'è da essere veramente ipocriti per dire di sì. Eppure anche se sembra strano non immaginate quanti laureati ci sono in giro che sono riusciti ad arrivare alla laurea ripetendo reiterate volte gli stessi esami. Sono professionisti questi? Secondo me no. 

C'era un collega universitario di un mio amico, me lo raccontava qualche anno fa, non ha mai frequentato un corso perché lavorava, ma studiava con passione e dedizione a casa. Veniva in università solo due volte all'anno per dare gli esami e ogni botta era un 28, un 30, un 29, un 30 e lode. Alla fine si è laureato con 110 e lode. 

Non è vero dunque che l'istituzione fornisce l'istruzione, l'istruzione si fa sui libri, a patto che ci siano individui capaci e dediti alla materia che sacrificano il loro tempo e le loro fatiche per perseguire uno scopo. L'istituzione sicuramente aiuta tanto, i professori non sono altro che dei pozzi dai quali attingere per colmare delle lacune: se non hai capito una cosa, se ti sfugge un passaggio puoi andare dal professore a fartelo spiegare. Ti velocizzano lo studio perché se stai attento durante le lezioni hai già fatto metà dell'opera. Nel pianoforte come in ogni altro strumento musicale la cosa non cambia. Alla base di tutto c'è la dote, la passione e la dedizione. Se togli anche solo una di queste cose non sarai mai un professionista, a prescindere che il tuo Maestro sia Benedetti Michelangeli titolare della cattedra del miglior conservatorio, o Pinco Pallino, insegnante sfigato del paesino sperduto in mezzo al nulla. 

 

Crude verità...

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Il consiglio è semplice. Se hai voglia di studiare con dedizione e sei portato per lo strumento, allora se devi affrontare un discorso di studi perché non finalizzarlo ad ottenere anche un pezzo di carta, che probabilmente in questo paese ti servirà a poco e niente ma puoi sempre dire di essere un laureato. Se la tua idea non è quella di essere costretto a seguire corsi con una certa frequenza e studiare quando ne hai tempo allora credo che non ci sia altro da fare che studiare come allievo privatista. 

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Il consiglio è semplice. Se hai voglia di studiare con dedizione e sei portato per lo strumento, allora se devi affrontare un discorso di studi perché non finalizzarlo ad ottenere anche un pezzo di carta, che probabilmente in questo paese ti servirà a poco e niente ma puoi sempre dire di essere un laureato. Se la tua idea non è quella di essere costretto a seguire corsi con una certa frequenza e studiare quando ne hai tempo allora credo che non ci sia altro da fare che studiare come allievo privatista. 

Laurearsi anche se ho quasi 30 anni e non sono ancora in grado (ma non lontanissimo) di sostenere un esame di ammissione?

Tu stesso hai detto che in questo paese quel pezzo di carta mi servirà a poco e niente :)

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È sempre una laurea che può darti accesso a concorsi dove è richiesta la laurea. È comunque un titolo di studio importante. Che sia poco usabile in questo paese poi è un altro discorso. Oggi come oggi i posti di lavoro si ottengono con le conoscenze. Ti faccio un esempio molto reale. In un'azienda abbastanza grande il 90% dei posti sono destinati ai raccomandati. Resta un 10% dove entrano persone meritevoli. Questo 10% è giustificato dal fatto che se non metti almeno una piccola percentuale di gente capace l'azienda va a rotoli. Certamente se non hai conoscenze l'unica cosa che ti rimane è prendere una laurea e puntare ad entrare in questo 10% altrimenti è dura. Se già i laureati faticano a trovare lavoro figuriamoci chi non ha neanche uno straccio di pezzo di carta. 

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Quoto in pieno ciò che è già stato detto!

Fosse per me ci rientrerà in conservatorio.

30 -40 anni che importanza ha?

Al di là dell'utilità del titolo, secondo me, in conservatorio avresti modo di usufruire di una offerta didattica più completa e soprattutto stimolante stando in un contesto più vario e professionalizzante...

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  • 3 weeks later...

Certo Nancy! Quoto quello che è stato detto anche dagli altri e vorrei aggiungere qualcosa...forse già detto...ma in modo diverso. 

Io credo che il Conservatorio, la Scuola, il titolo sia giusto e ci metta alla prova. E' vero, non è il tuo caso, campanella,ma ti posso assicurare che al Diploma di Simone ho ascoltato dei candidati che non andavano bene neanche per il 5° anno! Senza rispetto per la Commissione , si sono presentate le situazioni più assurde: Qualcuno leggeva malamente un notturno di Chopin e addirittura una candidata si è fatta girare le pagine dalla vecchia insegnante che stava trasformando la prova in una comica lezione, messa in atto ogni qual volta l'allieva si "inceppava". Assenza totale di consapevolezza e di rispetto. In questo scenario, molto frequente, purtroppo, durante gli esami per il "pezzo di carta", bisogna però dire che esistono buoni insegnanti "musicisti" alcuni dentro i Conservatori e alcuni fuori. Esistono anche mediocri o dannosi insegnanti...alcuni dentro i Conservatori e ...alcuni fuori. Bisogna essere fortunati o...andarsi a trovare l'insegnante giusto. Allora, il titolo + il saper fare = un musicista. E un musicista, arricchendo ancor più la sua cultura musicale a largo spettro, sapra' essere un buon insegnante, lo diventerà, se si saprà dedicare a questo difficile compito con sacrificio e abnegazione, sapendo rinunciare anche a rigide posizioni e/o ad inutili e dannosi protagonismi. Tu sei giovanissimo e la voglia di esplorare e di "invadere " il mondo musicale ti fa merito! Non esitare! Non ti chiedere! Inizia il percorso e basta, guardandoti però intorno e pretendendo sempre i migliori Maestri, di vita, di Musica, di Strumento. I migliori ti trasmetteranno le grandi e fondamentali nozioni che tu, attraverso l'esperienza, trasformerai in vere e proprie Conoscenze. Complimenti, buona fortuna e...... buono studio. Paolo

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  • 1 year later...

Ma certo, io credo che il discorso si sia già abbastanza esaurito nei post precedenti. Alla fine quello che comanda è la passione... Se hai la passione per lo strumento e devi affrontare un percorso di studi tanto vale farlo anche per prendere un bel pezzo di carta che comunque ti rende sempre un laureato. Per il resto, restano validi i discorsi già espressi. 

 

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