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Piano Concerto - Forum pianoforte

Suonare con un pianoforte d'epoca


Malher1815
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«Un problema non riconosciuto concerne il pedale nella musica di Beethoven non è come usarlo, ma dove evitare di usarlo. Deve essere certamente vero, come sosteneva Czerny, che, quando suonava, Beethoven usava il pedale molto di più di quanto non lo indicasse nelle sue partiture, ma questo non significa che lo usasse  quanto Chopin o Schumann, o quanto i pianisti di oggi. (…).

(…) per Beethoven come per Haydn, la penalizzazione era ancora un effetto speciale utile soprattutto  per produrre un contrasto. Forse unica eccezione nella sua intera opera è il primo movimento della Sonata “Al chiaro di luna”, un saggio unico di colorismo sonoro: qui Beethoven voleva l’intero brano col pedale, ossia eseguito delicatamente in pianissimo senza mai cambiare pedale, quindi senza mai abbassare i smorzatori sulle corde. Anche sul suo pianoforte questo produceva una sonorità tenuamente indistinta e un’atmosfera sonora magica che di fatto può essere riprodotta sul piano moderno a patto che si cambi, con estrema sottigliezza, il pedale a metà in maniera ritardata.(…)

 

(…) Beethoven scrive in italiano in cima allo spartito “Si deve suonare tutto questo pezzo delicatissimamente e senza sordino”. (…)

È uno dei primi lavori che tiene conto del fatto che la vibrazione per simpatia delle corde del pianoforte, quando il pedale di risonanza è abbassato e gli smorzatori sono sollevati, non è istantanea ma aumenta gradualmente e richiede diverse frazioni di secondo per divenire chiaramente udibile e produrre tutto il suo effetto. La straordinaria  atmosfera di questo movimento è basata su questo sottile ma percorribile ritardo di vibrazioni delle corde libere. Tenendo abbassato il pedale di risonanza di un pianoforte dell’epoca di Beethoven l’attacco di ogni nuova armonia non prende il sopravvento immediatamente, ma con una minima esitazione via via che le corde libere reagiscono al nuovo basso.

Sugli strumenti di oggi non possiamo tenere il pedale incessantemente, come richiesto dall’autore, però se l’esecuzione è sufficientemente delicata, è possibile riprodurre la sonorità vagamente confusa dei vecchi strumenti, cambiando leggermente il pedale in ritardo o usando il mezzo pedale. Siccome ogni pianoforte ha caratteristiche diverse, la penalizzazione andrebbe adattata ai diversi strumenti che si suonano. Con un po’ di sensibilità la cosa riesce meno complicata di quanto si pensi. Se alle battute 32-37 si riesce a mantenere il pianissimo, resistendo alla tentazione di crescere a mano a mano che le armonie si avvicendano, ho scoperto che non c’è nessun bisogno di cambiare il pedale. Suonando l’accompagnamento con la delicatezza richiesta da Beethoven, non è necessario cambiare il pedale, per esempio, neanche nelle misure 53 e 54 tra il do#+ e il fa#-, sebbene qualche aggiustamento andrebbe effettuato alla battuta 55. Il crescendo alla misura 47, pur cominciando in pianissimo, dovrebbe essere abbastanza intenso da permettere al piano di battuta 48 di essere un piano subito.

Il problema del ritmo puntato della melodia del soprano contro le terzine del contralto, ovviamente, non si deve risolvere facendo coincidere il soprano con le terzine: il problema consiste appunto nel differenziare il sedicesimo dagli ottavi in terzina senza però suonarlo così stretto da renderlo banale. La vera difficoltà è mantenere inalterato il ritmo costante del contralto, senza la minima esitazione ( si può accelerare o rallentare per fini espressivi) ma il moto delle terzine non va mai interrotto, neanche per pochissimo, per dare spazio a nuances sentimentali nella linea melodica. La terzina deve essere, come diceva Berlioz, obstinéè, inarrestabile. Il suo snodarsi inflessibile dovrebbe produrre un effetto ipnotico; la difficoltà sta nel renderle inalterabili ma nello stesso tempo discrete.(…)»

 

Estratto da “Le sonate per pianoforte di Beethoven” di Charles Rosen. Casa Editrice Astrolabio)

 

Spero di aver scritto cosa gradita. :) 

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Ahahahah no in verità perché quando ho preso gli altri quello era in ristampa..ho pure quello sulla generazione romantica! Che credo tu possa immaginare mi interessi meno di tutti gli altri messi assieme soprattutto sulle forme sonata e lo stile classico, ma anche su quello di Beethoven.

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 il moto delle terzine non va mai interrotto, neanche per pochissimo, per dare spazio a nuances sentimentali nella linea melodica. La terzina deve essere, come diceva Berlioz, obstinéè, inarrestabile. Il suo snodarsi inflessibile dovrebbe produrre un effetto ipnotico; la difficoltà sta nel renderle inalterabili ma nello stesso tempo discrete.(…)»

 

interessantissimo.

 

Suonato a questa maniera io l'ho sentito solo da Andras Shiff dal vivo.

Effetto ipnotico, come da lontananze siderali.

Shiff, nel suo libro sulle sonate di Beethoven, per tenersi lontani da voli romantici suggerisce di pensare più a un preludio nello stile di Bach.

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Ahahahah no in verità perché quando ho preso gli altri quello era in ristampa..ho pure quello sulla generazione romantica! Che credo tu possa immaginare mi interessi meno di tutti gli altri messi assieme soprattutto sulle forme sonata e lo stile classico, ma anche su quello di Beethoven.

... e pensare che fino a poco tempo fa volevi diventare un listziano doc! B)  :rolleyes:

 

Come si cambia.... :)

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