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Piano Concerto - Forum pianoforte

Quando Suonare Da' Piacere Fisico


tgdigit
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Ecco cosa intendo per piacere fisico nel suonare, cioè l'opposto di quello che, sbagliando, a volte accade.

 

Sappiamo che il nostro cervello è in grado di produrre endorfine.

 

Si tratta di un pezzo di alta scuola, un pezzo da "pesi massimi" della tastiera, eppure, osservate l'espressione del viso del pianista, durante le evoluzioni funamboliche delle sue mani, un indubitabile sorriso di piacere:

 

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eppure, osservate l'espressione del viso del pianista, durante le evoluzioni funamboliche delle sue mani, un indubitabile sorriso di piacere:

 

Una cosa che ho notato spesso è che i Jazzisti sono più bravi in questo, se la godono proprio ... i classici sembra sempre che siano presi da un milione di problemi.

 

Adesso ti cerco un video indicativo ;)

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Una cosa che ho notato spesso è che i Jazzisti sono più bravi in questo, se la godono proprio ... i classici sembra sempre che siano presi da un milione di problemi.

 

Adesso ti cerco un video indicativo ;)

Non saprei, lì c'è la componente "spettacolo" che ha il suo peso, a differenza del musicista classico che non se ne deve preoccupare minimamente, anzi.

 

Cioè, con tutti i distinguo del caso (non intendo metterli sullo stesso livello, per carità), mi ricorda il sorriso stampato sul viso delle ballerine che fanno gli stacchetti televisivi, al puro scopo di fare audience.

 

Quei sorrisi, quegli ammiccamenti, rivolti verso il pubblico, mi sembrano di altra origine.

Nessuno potrebbe dire con una qualche certezza che il sorriso rivolto al pubblico coincida con una propria personale sensazione e che invece non sia semplicemente una parte dello spettacolo.

 

Il sorriso del pianista di prima appare invece come puro piacere personale per ciò che sta provando lui stesso e nient'altro.

 

Rilascio di endorfine.

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Carissimi, sono dell'idea che il PIACERE sia alla base di ogni forma artistica: è il principio di piacere freudiano, quello di eternazione, che nella poesia, nella musica, nell'arte tutta respira e permette la sua realizzazione: senza di esso non vi è arte. La Sonata a Kreutzer di Tolstoj parla proprio di questo... Motivo per cui artista è anche sinonimo di "amatore", a mio dire. Io stessa, nel mio piccolo, ho dedicato una poesia (Piacere perpetuo) a ciò che tanto è vitale e tortura per un artista. sì, tortura. Perché, alla radice del piacere c'è il sentire... e sentire é soffrire, come giò diceva il caro genio Leopardi...

Vi abbraccio.

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Credo di aver capito, ma vorrei proporre questo video.

 

Provate a gustarvelo fino alla fine, è puro amore.

 

La musica, anzi, più precisamente, un'interpretazione pianistica, può significare anche uno spazio senza tempo, può descrivere l'ultraterreno.

 

"La musica è la dimostrazione che i miracoli esistono" dice la Pires:

 

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Non saprei, lì c'è la componente "spettacolo" che ha il suo peso, a differenza del musicista classico che non se ne deve preoccupare minimamente, anzi.

Spettacolo o meno, sembra proprio che se la godano ;) E poi anche il musicista classico fa spettacolo ;)

 

Cioè, con tutti i distinguo del caso (non intendo metterli sullo stesso livello, per carità), mi ricorda il sorriso stampato sul viso delle ballerine che fanno gli stacchetti televisivi, al puro scopo di fare audience.

... ho il sospetto che Erroll Garner non ne abbia bisogno ;)

 

Il sorriso del pianista di prima appare invece come puro piacere personale per ciò che sta provando lui stesso e nient'altro.

 

Può essere e per fortuna ;)

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Bei video...

anch'io penso che il divertimento esplicito sia legato al contesto, però credo che le varie espressioni di piacere (non necessariamente di sorriso) siano almeno in parte dovute al piacere di ascoltarsi, più che di suonare, e questo forse è lo spartiacque tra i vari approcci.

 

voglio proporre due video, di diverso tenore:

 

 

http://www.youtube.com/watch?v=9gUHQwhAFtc&feature=related

 

buona visione

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Bei video...

anch'io penso che il divertimento esplicito sia legato al contesto, però credo che le varie espressioni di piacere (non necessariamente di sorriso) siano almeno in parte dovute al piacere di ascoltarsi, più che di suonare, e questo forse è lo spartiacque tra i vari approcci.

 

voglio proporre due video, di diverso tenore:

 

http://www.youtube.com/watch?v=0l3hq4G1iHs

 

http://www.youtube.com/watch?v=9gUHQwhAFtc&feature=related

 

buona visione

Bravissimo, sono perfettamente d'accordo.

 

Fantastico il video con Dudley Moore, un vero "animale" da palcoscenico, una forza della natura, un comico nato.

Per lui il pianoforte è solo un "incidente di percorso" per fare comicità smontando una certa "seriosità" del pianista classico.

 

Il bello che prende a pretesto una musichina senza nessuna pretesa e la trasforma in un'opera "drammatica", dal contrasto stridente nasce la comicità.

 

La sua comicità, poi, non si ferma lì, ma prosegue ed è esplosiva anche quando si siede sul divano, insomma, un grande.

 

Se posso dire la mia, noto una certa rigidità nei movimenti al pianoforte, perciò non credo che ci sia un vero e proprio piacere, però il conteso è tutt'altro e la funzione, perfettamente riuscita, è quella dello spettacolo comico.

 

Nell'altro video, invece, il contesto è tutt'altro, naturalmente, qui, probabile che si tratti di piacere, anche interiorizzato, nel fare musica.

 

Propongo un esempio di comicità da un grande animale da palcoscenico "nostrano", pianista classico-jazz:

 

 

E un esempio di piacere "interiorizzato" da un altro grande interprete classico, in veste di improvvisatore:

 

 

Infine un duo comico di musicisti, anche questi accostano in modo stridente due musiche lontane anni luce, colonna sonora di James Bond e Mozart:

 

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  • 5 weeks later...

Mi permetto di dire la mia riguardo al paragone tra il jazzista e il classico: l'improvvisazione è spontaneità, nasce sul momento e, quando funziona, stupisce anche il musicista, è senz'altro molto divertente. Personalmente quando improvviso mi riesce molto più facile suonare, non penso mai a problemi tecnici, le mani scivolano con morbidezza e riescono a fare cose che, se dovessi leggerle sulla carta, dovrei studiare per giorni.

L'interpretazione "classica" nasce da un testo, è fatta di studio, di comprensione, memorizzazione e sedimentazione e, senz'altro, esige anche disciplina e duro lavoro (chi è che si siede davanti ad una ballata di Chopin e la suona così, all'impronta?). Poi però, se lo studio riesce (e per me non è sempre così) ci si dimentica di tutto, della pagina, delle mani, delle dita, ci sentiamo tutt'uno con lo strumento e con il pezzo... la grande musica, quella scritta, più che piacere è in grado di trasmettere una sensazione di assoluto appagamento esistenziale.

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Quando vedo questa gente provo diverse sensazioni e sentimenti, ma mai invidia, anzi mi sembra di poter scorgere in loro e in chi come loro si cimenta in musica, come il valicare un confine a molti ignoto e per quasi tutti gli altri irraggiungibile, mi danno la sensazione di avere a portata di mano una libertà che solo pochi possono non vantare di avere ( perchè sono certo che la maggior parte non si vanta di questa qualità ), bensì mettere al servizio incondizionato della stessa musica, e della loro creatività, che molto spesso va a braccetto con la creatività altrui.

Da una parte vedo me come sarei potuto essere ( cosi come potrebbe vederli un' altra persona ), non perchè ero e sono un pianista promettente ( anzi è proprio in contrario ), ma come una parte di me che necessita della musica per esprimersi, e purtroppo senza una tecnica, neanche fino a questi livelli, e senza una passione che c'è, ma non ha la stessa potenza di alcuni anni fa, quello che verrà fuori non sarà mai il massimo che potevo e posso dare ( penso che la stessa cosa vale anche per altri ), è veramente paradossale, sono un treno coi pensieri, quando cammino, sono più che attivo, ma quando "suono", ho bisogno di pace, e il tocco dei tasti a volte è necessario per ristabilire una tranquilità interiore inconsistente, la parte più aggressiva invece stenta a venire fuori, e una volta non era cosi, per cui ( senza scrivere una commedia ) dico ben venga che ci sia gente cosi,

fa sempre piacere, e danno veramente slancio alla musica. ;)

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Ognuno di noi si esprime in modo diverso e in dimensione diversa. Tutto è prezioso. Quindi non sentire di rinunciare ad esprimerti anche con piccole cose, piccole composizioni, anzi con grandi piccole composizioni che possono accarezzare il tuo animo artistico. Non tutti i musicisti devono esprimersi in modo virtuosisticamente aggressivo. Ti sembrerà strano, ma un adagio di Mozart può richiedere un lavoro lungo e profondo, forse più che un apparente difficile episodio di una rapsodia di Listz! Tu puoi esprimere le tue idee musicali proprio come hai detto: con grande pace e benessere e cercando il giusto contatto dolce col tuo strumento. Quindi ,....."slancio alla Musica"!

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Grazie per la risposta, è un approccio certamente non semplice da seguire e instaurare, ma in effetti è un pò come il sapersi conoscere, capire meglio come siamo fatti, e in base a questo prenderne atto e cercare, oltre a migliorare, di mettere a frutto anche il minimo indispensabile affinchè quello che abbiamo da esprimere venga fuori il più possibile simile al nostro sentire.

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  • 3 months later...

Non saprei, lì c'è la componente "spettacolo" che ha il suo peso, a differenza del musicista classico che non se ne deve preoccupare minimamente, anzi.

 

A me sembra che Costui sia al limite dell'orgasmo ... ed è un classico :D

 

Uto Ughi Paganini Fantasia

http://www.youtube.com/watch?v=n2UAlB6uGaU&feature=related

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